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Autore: Will P    28/08/2008    3 recensioni
"Aveva sempre pensato che quando si sarebbe sposato - se si fosse sposato - sarebbe stato Silente a celebrare la cerimonia.
Non che ci pensasse, propriamente, ma quando permetteva al buon senso e ai timori di scivolare, giusto un po’, giusto quanto bastasse a far respirare il ragazzino che era, si immaginava una piccola chiesa, intima, gotica, così simile ad Hogwarts. Alti soffitti e vetrate luminose, atmosfera serena, sentore di incenso nell’aria. (...)
Stranamente, gli viene in mente ora, non aveva mai immaginato la sposa.
So hum hallelujah..."
[Ambientata a cavallo tra sesto e settimo volume]
Genere: Introspettivo, Malinconico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Remus Lupin | Coppie: Remus/Ninfadora, Remus/Sirius
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Hum Hallelujah

Happily ever after

 

Aveva sempre pensato che quando si sarebbe sposato - se si fosse sposato - sarebbe stato Silente a celebrare la cerimonia.

Non che ci pensasse, propriamente, ma quando permetteva al buon senso e ai timori di scivolare, giusto un po’, giusto quanto bastasse a far respirare il ragazzino che era, si immaginava una piccola chiesa, intima, gotica, così simile ad Hogwarts. Alti soffitti e vetrate luminose, atmosfera serena, sentore di incenso nell’aria.

James sarebbe stato il suo testimone - o Sirius, magari, splendente nel suo abito da cerimonia, che si sarebbe avvicinato con aria seria per augurargli ogni bene e sarebbe finito per passargli un braccio intorno al collo e scompigliargli i capelli, ridendo quella sua risata rumorosa che avrebbe fatto voltare indignati tutti i presenti.

Sì, sarebbe stato Sirius. James sarebbe stato in seconda fila, proprio dietro ai suoi genitori, a prendere in giro Peter, che di sicuro avrebbe avuto gli occhi un po’ lucidi. Lily sarebbe stata al suo fianco, radiosa e semplicemente bella, forse già con la fede al dito o addirittura con un po’ di pancione.

Stranamente, gli viene in mente ora, non aveva mai immaginato la sposa.

 

It's all a game of this or that, now versus then

better off against worse for wear

 

Il problema era che non aveva ancora trovato la ragazza giusta. Si sforzava, teneva gli occhi aperti - insomma, aveva anche lui diciassette anni! - ma forse avrebbe potuto sforzarsi un po’ di più.

A dirla tutta non gli importava poi tanto. Si diceva che quando sarebbe dovuto accadere sarebbe accaduto, e con la serena consapevolezza si metteva a preoccuparsi per altre questioni, perché c’era sempre qualcosa di cui preoccuparsi. I suoi amici che rischiavano di far saltare in aria le aule, raccontare a tutti di sua madre malata che doveva andare a trovare una volta al mese, le ferite che rischiavano di infettarsi ad ogni alba che restava troppo a lungo disteso sul terreno umido.

I sussurri inquietanti che si rincorrevano per tutta la scuola, le voci di sparizioni e delitti, la guerra alle porte.

C’era davvero ben altro di cui preoccuparsi.

Eppure… gli mancano, quei tempi. La sicurezza di una famiglia, più forte di quella di sangue; il sapere di avere qualcosa per cui combattere, uno scopo, il sapere di valere qualcosa; l’orgoglio di lottare, e di tenere la testa alta sotto gli occhi di tutti i suoi valorosi compagni.

Gli manca Hogwarts, terribilmente, una nostalgia che certe notti lo colpisce come una coltellata e gli toglie il respiro. Giorni di scherzi e lezioni, pomeriggi di Quidditch e studio, notti di confidenze o gioia sfrenata a correre sotto la luna piena.

E poi dolore, morti, tradimenti e solitudine, lunga, rancorosa solitudine. E poi di nuovo Hogwarts, e sollievo, e amici ritrovati e la speranza della fine di quella solitudine. E poi ancora segreti racchiusi in case vittoriane e la crudele, definitiva morte di quella speranza.

Tutto sommato, forse sta bene com’è adesso.

 

And you’re someone who knows someone who knows someone I once knew

And I just want to be a part of this

 

Ninphadora è così diversa.

Cambia in continuazione, è vero, ma non potrebbe mai imitare le risatine nervose di Peter, o la sicurezza dei modi di James, o la bellezza di Sirius. È imbarazzata dalla propria goffaggine, decisa e ostinata nei suoi propositi, graziosa nei suoi mutevoli lineamenti - ma non è loro.

La sua è un’allegria tutta diversa, una gioia che ricorda vagamente da giorni uggiosi passati dietro banchi a progettare mascalzonate ma che non è così prorompente, inebriante o pericolosa. È felicità tenera, ingenua, spensierata. È una felicità che lo fa sorridere, ma non capisce perché.

È lei che scalda il suo cuore? O le sensazioni che un suo sguardo risveglia?

Ricorda ancora quel pomeriggio, nella Torre, quando aveva alzato gli occhi dalla ricerca di Pozioni e li aveva posati su Sirius, raggomitolato nella sua poltrona preferita, che fissava il fuoco con sguardo lontano, i capelli in disordine davanti al viso, i riflessi delle fiamme nelle iridi grigie, e. La fitta, la realizzazione. Poi Sirius si era voltato, gli aveva sorriso, e lui aveva sorriso in risposta prima di tornare al suo tema senza riuscire a formulare un solo pensiero coerente.

È con lei che vuole stare? O vuole semplicemente qualcuno?

 

The road outside my house is paved with good intentions
Hired a construction crew, 'cause it's hell on the engine

 

Certo che vuole stare con lei. Avrebbe potuto avere altre donne, dopotutto, e avrebbe anche potuto dire di no un’ultima volta, con decisione. Ma quella decisione non c’era stata, perché lui voleva stare con lei.

Era una ragazza dolce, vitale, piena di speranza e voglia di fare, proprio quello che gli serviva… cioè, che voleva. E anche se non era la cosa più sensata che potesse fare, lui che col buon senso aveva sempre avuto questo intenso rapporto (che per sette anni aveva dimenticato), ma avevano avuto le loro possibilità. Lei aveva rifiutato le alternative, e non aveva senso impedirle di seguire anche quell’ultima strada rimastale. C’era bisogno di un futuro, di quei tempi, fosse pure pazzo e impulsivo.

L’avrebbe anche amata, col tempo. Se di tempo ne avessero avuto.

Ma l’avrebbe amata, con tutto sé stesso, l’avrebbe guardata negli occhi e avrebbe sentito una stretta al cuore, piacevole e del tutto diversa da quella che aveva ogni volta che dietro quel viso vedeva scivolare per un attimo il fantasma del cugino di lei.

Perché avevano gli stessi occhi, lo stesso sangue, ma lei non era lui. Non lo sarebbe mai stata.

Infatti l’aveva scelta per questo. L’amava, per questo.

Presto l’avrebbe amata, ne era sicuro.

 

You are the dreamer and we are the dream
I could write it better than you ever felt it

 

Anche se di notte, sì, di notte, sua dannazione e punto debole, languida spacciatrice di menzogne con la sua calma e la sua luce tenue che tutto cambia e molto nasconde, di notte non era tanto sicuro.

Nel suo letto, piccolo, in una stanza carina, con Ninphadora tra le braccia - che non era grande e sfatto, non era la cupa camera di un ragazzino troppo orgoglioso della sua diversità, e non era il corpo gracile e forte di Sirius - i dubbi avevano il sopravvento. La stanchezza s’impossessava di lui, le palpebre si facevano pesanti e l’illusione si incrinava, portando proprio nel momento in cui si addormentava la sensazione sgradevole di un amaro risveglio.

La mattina si svegliava placidamente, stiracchiava lentamente le ossa stanche e abbracciava più stretta Dora, e mentre lei faceva un rumorino soddisfatto scacciava le sgradevoli incertezze della sera prima, ricominciando a sognare con un sorriso soddisfatto sulle labbra.

 

So hum hallelujah,
Just off the key of reason

 

Aveva senso quello che stava facendo. Era affrettato, male organizzato e così diverso dalle sue fantasticherie di ragazzino che quasi gli veniva da ridere, ma sentiva che era giusto.

E guardando Tonks sorridere alla madre mentre si alzava per raggiungerlo, con suo padre al fianco, sorrise e canticchiò, mormorando appena. In fondo, non voleva mica rovinare il suo matrimonio con un’esibizione canora! Ma d’altro canto che matrimonio sarebbe stato, senza una marcia nuziale?

 

I thought I loved you
It was just how you looked in the light.

 

Oh, com’è bella. Com’è luminosa nel suo abito da cerimonia bianco, semplice e adatto; com’è graziosa con quel bouquet, che aveva insistito ad avere per poterlo abbinare ai suoi capelli, naturalmente castani con qualche piccola ciocchetta rosa cui però non aveva saputo resistere.

E il suo sorriso, i piccoli passi con cui gli si avvicina, lenti e misurati per non combinare uno dei suoi soliti disastri. Le mani che tremano, la voce emozionata nel dire “ti amo”.

La guarda negli occhi, sorridendo del motivetto che ha ancora in testa, vi legge devozione e sincerità e si odia, si disprezza ferocemente per aver pensato che quando li ha così chiari sono proprio come quelli di Sirius, anche se quelli di Sirius sono più belli.

Chiude i suoi, li serra e spera di poterli non aprire mai più - o di aprirli e trovare qualcun altro, sente una vocina mormorare maligna eludendo la sua coscienza. Ovviamente non può, allora respira a fondo, li riapre, la guarda, chissà se avrà capito qualcosa.

Non è più bella. È solo Tonks, e non è abbastanza.

 

A teenage vow in a parking lot
"Till tonight do us part"
I sing the blues and swallow them too

 

« Anch’io ti amo. »

Sorriso, illusione, menzogna - che cos’è una in più a questo punto?

Lei gli prende una mano, radiosa. Si sente di nuovo ragazzino, quando baciava ragazze che non gli interessavano e ai loro “ma tu mi ami?” rispondeva a disagio con un “uh, certo”. Ragazze, poi; ne avrà avute giusto un paio, forse una, e non era durata per più di un mese. Proprio non riesce a ricordare quante fossero, nemmeno i nomi, o dei volti.

(Perché tutto quello a cui sapeva pensare era: Sirius Sirius Sirius.)

« Ti amo » ripete, le strizza la mano e davvero, un’altra bugia non significa nulla dopo tutte quelle che ha lasciato lungo la sua strada. Scaccia l’amarezza e ricompone facciata e illusione, prima di voltarsi verso il celebrante.

 

My words are my faith to hell with our good name
A remix of your guts, your insides X-rayed

 

Non ci crede a quelle parole, in realtà, nemmeno lui è talmente ipocrita da spingersi a tanto. Sono più dei propositi, una dichiarazione d’intenti a cui vuole essere fedele.

Perché Tonks se lo merita di essere felice, si merita un uomo che l’ami e pensi a lei. Perché lui si merita di trascorrere il resto della sua vita senza soffrire, assieme ad una persona che per lui è tutto e che sa sarà sempre al suo fianco. Se lo merita, Cristo, gli spetta dopo quello che ha passato, dopo dodici maledetti anni in cui ogni giorno è stato un crogiolarsi in disgusto, dolore e senso di colpa, e dopo un anno con l’agghiacciante consapevolezza di aver perso, definitivamente, ogni cosa.

È un suo diritto.

Lo vuole e lo avrà, andrà a prenderselo e non gli importa se significherà condannarsi ad un’esistenza di rimpianti e nostalgia, al momento non gli importa. Vuole credere a quello che significa la mano di Ninphadora nella sua, lo scintillio dell’anello di fidanzamento che sta per essere sostituito.

Comincia la formula dell’officiante, e quasi si sorprende di ritrovarcisi. È proprio quello che sta pensando anche se per un’altra persona, i suoi sentimenti più nascosti presi e riadattati e sarà pure qualcosa di diverso ma ci si ritrova, e quello è l’importante.

 

And one day we'll get nostalgic for disaster
we're a bull, your ears are just a china shop

 

Quasi non gli importa di tutto il resto, in quel momento fittizio. Non si ferma a pensare al futuro, al presente (e non vuole pensare al passato). Però poi si volta brevemente, verso gli invitati, e gli ritorna in mente.

Sono pochi, così pochi da occupare a mala pena qualche panca. Ci sono i genitori di Ninphadora, ovviamente, e sua madre; c’è Molly Weasley, cha ha preteso di venire e ora stringe in una morsa di ferro il braccio del marito, asciugandosi le lacrime con un fazzoletto dall’aria consumata; c’è la professoressa McGranitt, composta ma dagli occhi sorprendentemente lucidi; c’è un’amica di Ninphadora, a farle da damigella, e Kingsley Shacklebolt a fare da testimone a lui.

Sono pochi, così pochi da non dare neppure l’idea di intimo. Dicono segretezza, cautela, pericolo.

Chissà come sarà il loro futuro. Si sforza per un attimo di pensarci, mentre i presenti ricambiano affettuosamente il suo sguardo, ma non ce la fa. In guerra è più facile andare avanti senza fermarsi a immaginare tutti i possibili - drammi - scenari che si prospettano, e insomma, non ha voglia di deprimersi nel giorno del suo matrimonio. Non riesce nemmeno ad immaginarsi cosa accadrà una volta usciti di lì!

Come tutti i pericoli che li attendevano in passato, dietro ogni angolo e dietro ogni amico. Perché dal futuro al presente al passato il passo è breve, seppur sgradito, e lui lo percorre come un vicolo familiare. C’era un tempo in cui cambiava casa ogni mese, settimana a volte, e sentiva spessissimo i suoi amici, ma per scambiare parole d’ordine su parole d’ordine, non commenti sul Quidditch. I loro discorsi erano costellati di necrologi e spettri di persone conosciute, come i loro sonni.

C’era un tempo in cui dormiva tre ore a notte per fare la guardia, aveva sempre un posto dove andare a fine giornata per fare rapporto, e non si era mai sentito un uomo migliore in vita sua. E c’erano amici (forse) fidati, il calore di un gruppo affiatato, mani amate che porgevano tazze di caffè e restavano a fargli compagnia nel gelo della sorveglianza.

Torna a guardare Tonks con un perfetto sorriso di porcellana sulle labbra. Solo uno stupido si metterebbe a dire che allora era meglio di adesso.

 

I love you in the same way, there's a chapel in a hospital
One foot in your bedroom and one foot out the door

 

Farà in modo che il presente sia meglio di qualsiasi insulso passato. Farà in modo che i brutti momenti scompaiano, anche in guerra, e quelli belli lo saranno ancora di più. È una promessa. Per sé… e per Ninphadora, certo.

In salute e in malattia, in ricchezza e in povertà, la amerà. La amerà con tutto il cuore, più dei suoi cari, più della sua vita…

…e forse più di Sirius. Ma non lo sa, perché in fondo in fondo dubita che sia possibile amare qualcuno più di quanto lui amasse l’altro. Non è umanamente possibile.

Ci proverà, però. Forse col tempo riuscirà ad amarla allo stesso modo, e sarà un giorno indimenticabile, il giorno in cui nessun’angoscia soffusa farà da sottofondo ai suoi baci e non ci sarà senso di colpa nel riposare in un letto estraneo.

Sarà un giorno spettacolare, quando il suo maledetto istinto non cercherà di spingerlo, nel cuore della notte, a fuggire.

Sarà il giorno più bello, quando finalmente non sarà squarciato dal desiderio di restare per avere qualcosa - qualsiasi cosa - e il bisogno fisiologico di andarsene.

 

Sometimes we take chances, sometimes we take pills.
I could write it better than you ever felt it.

 

Era la sua opportunità per essere finalmente felice. Senza drammi da sostenere, da solo, o opprimenti segreti e tristezza. Solo una donna disposta ad amarlo, una ragazza giovane e bella, desiderosa di salvarlo dai suoi fantasmi.

Era stufo delle occhiate che la gente gli riservava, gli sguardi di disapprovazione di Molly e preoccupati degli altri, perché non era normale costringersi a sopportare un lutto così a lungo.

Ma lui non aveva bisogno di compassione, dannazione. Non gli serviva, come non gli serviva parlare dei suoi sentimenti con “qualcuno di esperto”, o con qualcuno in generale.

Voleva solo… voleva solo qualcosa che aveva sempre dovuto soffrire per ottenere. Sopportare dolore e disperazione per avere un momento di pace, sì, ma senza vedere quell’attimo stracciato in mille pezzi subito dopo.

Dormire. Dormire sarebbe stato carino. Non per sempre, giusto… giusto fino a che le cose non fossero state migliori. Fino a che non sarebbe stato in grado di alzarsi e sopportarle senza crollare.

Non sapeva nemmeno spiegarlo, cosa voleva. Cercava realizzazione, felicità, pace, i vecchi tempi.

 

So hum hallelujah,
Just off the key of reason

 

Era così sciocco, santo cielo. Pensieri insulsi che non si addicevano ad un uomo in procinto di dire il “sì” che avrebbe cambiato la sua vita.

Dubbi che non poteva evitare. Poteva ignorarli, però, perché se c’era qualcosa che aveva imparato nella sua vita, più che la solitudine, più che il dolore, era mettere da parte domande e rimorsi. Non bloccarli sul nascere, ma prenderli e chiuderli da qualche parte nei recessi della sua mente e pensare ad altro. Quelle fastidiose insicurezze sarebbero scomparse pian piano, poi sarebbero ricomparse, e di nuovo le avrebbe allontanate, con gesti praticati.

Forse un comportamento irragionevole, ma l’unico che gli permettesse di tirare avanti giorno dopo giorno.

 

I thought I loved you
It was just how you looked in the light.

 

Dopotutto, cos’era più irragionevole dell’amore?

Pronto a palesarsi nei nascondigli più strani, difficile da scovare, da convincere a venire fuori. E certe volte era così difficile da domandarsi se fosse giusto, se ne valesse la pena, finché quello non cedeva e si scopriva in tutta la sua meraviglia.

O così birichino da andarsene via sul più bello, lasciando vuoto e lacrime dietro di sé, incurante, prima di comparire da tutt’altra parte. O far finta di comparire, sorridere da dietro volti conosciuti mentre in realtà era solo un’illusione. Un riflesso, un pallido gioco di luci.

Niente di più irragionevole.

 

A teenage vow in a parking lot
"Till tonight do us part"
I sing the blues and swallow them too

 

« E tu, Remus John Lupin? »

E lui? Dopo tutti quei momenti di gioia tra le braccia di un unico amore ormai morto, dopo tutti quegli anni insopportabili tra lutto, tradimento e pianto, dopo tutti i dubbi e le domande così normali su quello che stava per fare - ma oh, se erano strani, i suoi! - e su quello che avrebbe dovuto fare?

Tonks lo guarda, con occhi colmi di speranza e devozione. Gli viene appena da ridere, quando si accorge che per l’emozione sono pieni di sfumature mutevoli che lei non riesce a frenare.

E dietro di lei alte finestre di vetri variopinti che danno sul cielo cangiante, un ultimo raggio di luce al terminare del tramonto. Ora è notte, sua vecchia amica, foriera di maledizioni, speranze e segreti sussurrati.

Proteggerà anche quest’ultima unione - condanna a rimorsi, sogno di felicità, e illusione. Il desiderio infantile di un lieto fine, di quel “vissero felici e contenti” che tanto gli manca e del “per sempre” che tanto anela.

E tutti i dubbi li scanserà via, perché in questa situazione ci si è messo con le proprie mani e basta. Spera solo sia un bel sogno. Spera solo quel “per sempre” non si infranga troppo presto.

« Lo voglio. »

 

Hum hallelujah.

 

 

 

 

 

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Stavo sentendo in loop la canzone (Hum Hallelujah dei Fall Out Boy che -disclaimer!- chiaramente non è mia) quando sono stata folgorata. Perché è perfetta: è quello che Remus è, secondo me, per tutto il sesto e l’inizio del settimo libro. Perfezione che non sarò riuscita a rendere, probabilmente, ma andate a leggere il testo della canzone senza le mie scemenze in mezzo, sentitela, e ditemi che non è loro.

Sì, insomma, lo sanno persino in Alaska che non approvo l’unione di Moony e quella Tonks. Il mio canon si interrompe alla fine del quinto volume, per quanto riguarda Remus. E Sirius. *tira fuori stendardo dell’OTP*

Rowling, io non mi arrendo!

Will

   
 
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