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Autore: jas_    09/07/2014    6 recensioni
[Nico Mirallegro]
Infondo che cos’era lei? Cos’erano i suoi capelli sfibrati, deboli e crespi in confronto a quelli perfetti di Taylor? Cos’erano i suoi occhi di un comune marrone in confronto a quelli azzurro cielo di Taylor? Cos’erano i suoi denti un po’ da criceto, come la prendevano in giro al liceo, in confronto a quelli perfetti di Taylor? Per non parlare del suo fisico minuto, la sua assenza di curve, la sua risata a maialino e il suo smalto perennemente rovinato. Nemmeno il suo vestito – quello della damigella d’onore, di un banale blu – era bello tanto quello di Taylor. E lo aveva visto, il sorriso che lei e Nico si erano scambiati quando lui l’aveva invitata a ballare. E Holly li aveva osservati ondeggiare al ritmo della musica con i loro corpi che si sfioravano, ma si era vergognata dei suoi stessi pensieri: che diritto aveva di essere gelosa?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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The Wedding


 
L’aria era fredda, la pelle di Holly era d’oca eppure lei era seduta su quella panchina da quarantasei minuti esatti. La luna piena splendeva alta nel cielo scuro e ai suoi piedi le luci di Manchester schiarivano un po’ quella sera di fine settembre. Erano le undici passate, il vento le scompigliava i capelli e l’acconciatura che si era fatta quella mattina era ormai disfatta.
Holly strinse la sua pochette tra le mani e sospirò, abbassando lo sguardo sui suoi piedi nudi e poi su quelle scarpe col tacco abbandonate lì accanto.
Sarebbe dovuta essere a festeggiare in quel ristorante che distava un centinaio di metri da lì, sarebbe dovuta essere dentro a ballare con la sua migliore amica che si era appena sposata a soli ventitré anni, sarebbe dovuta essere dentro a ridere, divertirsi, bere, e invece era lì, seduta al freddo con la mente troppo occupata e il morale troppo basso per rientrare e prendere almeno la sua giacca.
Aveva provato a ignorarlo. Aveva provato a resistere. Aveva provato a far finta di niente, a sforzarsi di sorridere, di non far battute acide, di non guardare quelle mani intrecciate tra di loro durante un lento senza provare invidia e sentire la mente annebbiata alla gelosia. Ci aveva provato davvero a non comportarsi male, a sorridere, ma aveva finito per uscire da quella sala di corsa, senza che nessuno si accorgesse di lei. Erano passati quarantasei minuti e il suo cellulare non aveva ancora vibrato, non uno squillo o un sms, nessun “dove sei?”, niente.
Holly sospirò, non voleva incolpare Meredith, era il suo matrimonio, gli invitati erano molti ed era normale che non potesse concentrarsi su ognuno di essi – sebbene fosse lei la sua damigella d’onore – e lui… Holly scosse la testa.
«No» disse a se stessa, sebbene ad alta voce. Nemmeno lui. Era sicuramente occupato con Taylor, troppo occupato per accorgersi della sua assenza al tavolo dei testimoni degli sposi. Infondo che cos’era lei? Cos’erano i suoi capelli sfibrati, deboli e crespi in confronto a quelli perfetti di Taylor? Cos’erano i suoi occhi di un comune marrone in confronto a quelli azzurro cielo di Taylor? Cos’erano i suoi denti un po’ da criceto, come la prendevano in giro al liceo, in confronto a quelli perfetti di Taylor? Per non parlare del suo fisico minuto, la sua assenza di curve, la sua risata a maialino e il suo smalto perennemente rovinato. Nemmeno il suo vestito – quello della damigella d’onore, di un banale blu – era bello tanto quello di Taylor. E lo aveva visto, il sorriso che lei e Nico si erano scambiati quando lui l’aveva invitata a ballare. E Holly li aveva osservati ondeggiare al ritmo della musica con i loro corpi che si sfioravano, ma si era vergognata dei suoi stessi pensieri: che diritto aveva di essere gelosa? Nico sapeva a malapena il suo nome, si erano visti tre volte, in una cena con Meredith e suo marito Derek, alla scelta del posto in cui festeggiare e agli assaggi per la decisione del menu del matrimonio e della torta nuziale.
Si erano scambiati sì e no tre parole, dei saluti cordiali e poco altro, frasi di circostanza che Holly nemmeno ricordava.
Nico l’aveva colpita subito: il suo sorriso gentile, la sua voce, il suo accento di Manchester – ovviamente lì tutti parlavano così ma le aveva fatto comunque un certo effetto sentirlo, soprattutto perché anche lei avrebbe voluto parlare così e perdere completamente il suo accento scozzese. Era una persona solare, la sua risata sì che era bella, e non assomigliava di certo a quella di un maialino. Holly aveva scoperto che era appassionato di calcio, tifava il Manchester United come Derek e, con lui e altri amici, giocava a calcio tutti i giovedì sera. Era all’ultimo anno dell’università, studiava architettura, era appassionato di cinema e aveva origini italiane. Holly aveva cercato di immaginarselo più volte parlare italiano, una lingua così sensuale parlata da lui sarebbe stato il massimo ma lei non sapeva altro se non “ciao” “bellissima” e “vaffanculo”, e non sapeva se Nico era madrelingua o se il suo accento inglese si sentisse anche quando parlava italiano.
Fumava, gesticolava molto ma a Holly non dava fastidio, soprattutto perché le sue mani erano bellissime. Le aveva osservate per diversi minuti quando avevano assaggiato il menu per il matrimonio e non aveva trovato loro nemmeno un difetto. Sospirò e alzò entrambe le mani sulla sua testa cominciando a togliere una ad una le forcine che la parrucchiera le aveva letteralmente conficcato in testa. Si scompigliò leggermente i capelli per cercare di far passare il senso di fastidio che sentiva ed aprì la pochette per mettere dentro tutti i fermagli.
Sbadigliò e si alzò da quella panchina, prese le scarpe in mano e decise di tornare dentro. Aveva perso la sensibilità alle braccia e non avrebbe concluso niente stando seduta lì fuori al freddo, avrebbe potuto deprimersi al caldo e guardando Nico e Taylor insieme, così da farlo per bene.
Si avvicinò all’entrata del salone ma si arrestò alcuni metri prima della porta, si diresse verso destra e si avvicinò alla veranda occupata da pochi invitati che peraltro lei non conosceva. Si appoggiò al muro e buttò le scarpe per terra senza preoccuparsi dei sacrifici che aveva dovuto fare per comprarle.
«Deve essere proprio brutto camminare sui tacchi.»
Holly alzò la testa di scatto sebbene i suoi sensi avessero riconosciuto quella voce prima che il suo cervello ne fosse pienamente consapevole.
Nico stava rollando una sigaretta, la cartina si muoveva tra le sue dita esperte ma il suo sguardo era su di lei.
«Non puoi capire» mormorò Holly abbozzando un sorriso imbarazzato che lui ricambiò. Nico avvicinò poi la sigaretta alle labbra e leccò l’estremità con la colla senza distogliere lo sguardo da quello di Holly. Lei si ritrovò a respirare più velocemente, trovando quel gesto particolarmente sensuale, e il suo cuore accelerò il battito. Probabilmente Nico non si era nemmeno reso conto di che cosa fosse ma forse era meglio così, sarebbe stato più difficile per lui accorgersi delle reazioni di Holly.
«Ti stai divertendo?» domandò dopo essersi portato la sigaretta alle labbra ed aver aspirato la prima boccata di fumo.
Holly avrebbe potuto dire che aveva passato l’ora precedente seduta su una panchina a congelare e a pensare a lui con quella, e che quindi non si stava divertendo per niente, che sebbene quello fosse il matrimonio della sua migliore amica era una serata di merda, invece si ritrovò ad annuire. «Te?»
Nico si strinse nelle spalle. «Sì. Meredith e Derek sembrano divertirsi, ballano da ore. È quello l’importante.»
Holly abbassò lo sguardo sui suoi piedi nudi e rabbrividì quando una folata di vento la colpì.
«Hai freddo?» le chiese Nico, ma senza aspettare una risposta tenne la sigaretta ferma tra le labbra e si tolse la sua giacca di dosso appoggiandola poi sulle sue spalle.
Il cuore di Holly perse un battito e non seppe se era per le mani perfette di Nico che le avevano sfiorato le spalle, per il suo profumo del quale era improvvisamente avvolta o se per la sua giacca che nel giro di due secondi si era ritrovata addosso.
«Tu sei matta a stare qui fuori così con questo freddo. E scusa se non me ne sono accorto prima ma ho bevuto un po’» spiegò Nico, togliendosi la sigaretta dalle labbra ed espirando il fumo lontano da Holly. «Non ti piace il fumo, vero?»
Lei scosse la testa.
«E non parli nemmeno tanto.»
Holly sorrise.
«Beh, ci sono io che parlo per entrambi. Già da sobrio sono chiacchierone, quando bevo divento logorroico.»
Alla ragazza scappò una risata. «Non preoccuparti, non mi dà fastidio.»
«Non ci credo» ribatté lui.
«No davvero. Mi piace sentiti parlare.»
Holly si morse il labbro inferiore l’istante dopo. Aveva pronunciato tre sillabe in totale ed era riuscita a fare una figuraccia lo stesso. Cosa c’era che non andava in lei? Chissà cos’avrebbe pensato Nico, non riusciva a decifrare quell’inarcamento delle sue folte sopracciglia.
«Davvero?» domandò.
«Beh…» Holly cominciò a pensare a qualcosa di sensato da dire per giustificare quella sua uscita imbarazzante ma si ritrovò a balbettare cose senza senso fino a quando Nico non la interruppe.
«Mi fa piacere sentirtelo dire, anche se potresti pentirtene ben presto.»
Nico finì la sigaretta e la buttò nel posacenere lì accanto.
«Rientriamo?» propose.
«Io sto qui ancora un po’» fu la risposta di Holly.
Nico la guardò perplesso, sembrava voler aggiungere altro ma alla fine annuì. «Ci vediamo dopo allora» disse, facendole l’occhiolino prima di tornare dentro.
Holly sospirò e chiuse gli occhi, appoggiando la testa al muro col cuore che le batteva nel petto come un martello pneumatico. Le serviva un attimo per digerire gli inaspettati avvenimenti degli ultimi minuti. Cercò di ripercorrere mentalmente ogni singolo scambio di sguardi e di parole che c’era stato tra di loro e più lo faceva più era convinta che Nico fosse il ragazzo per lei. Sembrava colmare le sue lacune, lo aveva detto lui stesso, sebbene indirettamente, sebbene probabilmente non si fosse nemmeno reso conto di ciò che aveva detto.
Holly si ritrovò a sorridere tra sé e sé, raccolse le scarpe da terra e le indossò, stava per rientrare ma Taylor tra le braccia di Nico attirò di nuovo la sua attenzione.


 

   
 
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