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Autore: Iaiasdream    10/07/2014    11 recensioni
IN REVISIONE
I sogni, chi può vivere senza? Non riesco proprio ad immaginarmelo. Possono essere: dolci, lugubri, nascondigli per i tuoi più profondi pensieri, ma fanno sempre parte di te, rappresentano l’io di una persona, e anche se non si vuole credere, loro sono inevitabili... rieccolo lì, il mio passato. Arciere che scocca la freccia nel mio punto debole: l’inconscio. Di sicuro è lui che lo manovra. Lui, con quegli occhi taglienti e beffardi, con quel sorriso strafottente, disegnati su un viso irresistibilmente affascinante, è ritornato repentinamente a invadere la mia vita, lui artefice della sofferenza che mi aveva imprigionato per un po’ di tempo. Perché stava ricomparendo senza alcun pudore? Perché ricordarlo in quegli atteggiamenti? Che cosa vuole da me dopo tutti questi anni, che non sono molti ma, ancora oggi mi sembrano un’eternità?
Genere: Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'A quel punto... mi sarei fermato '
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49° capitolo: MANCATO AMORE
 


La realtà è più dolorosa di quanto avrei potuto mai immaginare. I miei occhi si sono ormai abituati a questo piatto vuoto che si trova di fronte a me e che sembra cristallino grazie alla luce del lampadario che lo illumina. Non li ho distolti per niente da lui neanche quando l’ospite ha preso posto a tavola salutando con voce vittoriosa, con quella stessa voce che anni fa piantò una ferita proprio al centro del mio cuore, e in questo preciso istante sento che la sta riaprendo inesorabile.
Soltanto il mio udito funziona, e lo concentro su Castiel, che, ancora in piedi, ha sbattuto i pugni sul tavolo facendo tintinnare la porcellana.
<< Che cazzo significa tutto questo?! >> esclama. Nella sua voce riesco a sentire il tremito di rabbia, che la rende quasi rauca.
<< Cerca di calmarti Castiel! >> cerca di ammonirlo il padre, ma il rosso non lo ascolta.
<< E tu che cazzo sei venuta a fare qui? >>
Trasalisco, capendo che si è rivolto all’ospite, chiudo gli occhi per prepararmi a sentire la risposta, come un’altra ferita inferta nel mio petto.
<< Che maniere Castiel… >> risponde lei con voce provocante << … eppure dovresti essere felice >>
<< Tzé… mamma, tu lo sapevi?... perché non mi rispondi?... >>
<< Castiel, io… >>
<< Tua madre non lo sapeva >> interviene il padre, interrompendo le sibilate parole della moglie << Smettila di agitarti Castiel, non ne vale la pena >>
<< Non ne vale la pena? Avevamo un patto! >> urla Castiel.
<< Quindi dovrei appellarmi anche io? >> chiede il padre quasi scettico.
<< E di cosa? >>
<< Ti avevo detto di portare qui una persona, e invece ne hai portate due >>
Apro gli occhi sentendo di essere la protagonista di questo ragionamento. Rimango con il capo chino.
<< Ho fatto soltanto ciò che hai fatto tu. >> continua il padre con voce rilassata << Hai voluto fare la tua mossa, muovendo la tua più importante pedina nella parte in cui la mia ha campo libero per toglierla di mezzo >>
Inghiottisco, capendo al volo quelle parole. Finalmente alzo la testa dopo aver sentito un leggero sorrisino da parte dell’ospite, e non appena le ho rivolto lo sguardo, ho incrociato quei suoi occhi maligni e allo stesso tempo pieni di malizia.
<< Ci si rivede, cameriera >> mi sussurra sorridendo beffarda. La fulmino con gli occhi e non la rispondo. Volgo lo sguardo verso Castiel, che si è seduto e guarda il suo piatto con occhi spenti.
<< Potete servire la cena >> ordina il padre ad un certo punto. Il cameriere mi porge il piatto, ma non guardo il contenuto, il suo odore mi da il voltastomaco. La voglia di andarmene si fa ancora più sentire, e il pensiero che Castiel non sta reagendo come dovrebbe è una cosa che mi fa imbestialire. Sento la rabbia crescere dentro di me bussando alla bocca vogliosa di fuori uscire tramite parole taglienti.
Ginevra continua a fissarmi, ed è un motivo in più per sbraitare. Poi la vedo volgere lo sguardo verso Castiel, gli sorride.
<< Dimmi una cosa, Cass. Questa ragazza che ti sei portato dietro sa che… >>
<< Sta zitta! >> l’ammonisce Castiel, volgendole uno sguardo fulminante.
“Perché la interrompi?” gli chiedo nella mia mente senza guardarlo “perché lo fai? Perché continui a nascondermi segreti?”.
<< oh-oh! Non lo sa? Ah-ah-ah! Poverina, chissà allora come starà morendo di curiosità in questo momento >>.
Guardo le posate sul tavolo, e mi soffermo sul coltello. Inizio ad immaginare tutta la scena di quel desiderato omicidio, e in quel momento riesco a capire come si possa sentirsi tentato un assassino.
<< Ho sempre saputo che in fin dei conti sei un sadico Castiel. Ti piace che la gente in torno a te, soffra. E tu perché l’hai seguito? >> chiede rivolgendosi a me << pensavi che ti avrebbe presentata ai suoi genitori come sua futura moglie? >>
<< Ginevra chiudi il becco! >> dice Castiel digrignando i denti.
<< Mi dispiace deluderti, mia cara, ma Castiel ha già presentato la sua un anno fa >>
<< C-cosa? >> sibilo. La mia voce non viene sentita, ché la rumorosa reazione di Castiel, l’ha sommessa. Si è alzato di scatto, e quasi saltando sul tavolo, ha afferrato per il colletto la ragazza sollevandola.
<< Ho detto di chiudere quella maledetta fogna! >>
<< Castiel lasciami mi stai facendo male! >> esclama quella recitando bene la sua parte.
Vedo il padre alzarsi e prendere suo figlio per le spalle, cercando di distaccarlo da Ginevra.
Sento i miei occhi riempirsi di lacrime, ed è in questo preciso istante che decido di farla finita. Mi alzo, indietreggiando la sedia rumorosamente, attirando l’attenzione di tutti i presenti.
<< Scusate >> dico cercando di calmare la voce per non far capire che sto soffrendo << Tolgo il disturbo >> detto questo mi allontano raggiungendo a passo svelto la porta.
<< Rea, non azzardarti ad uscire da quella porta! >> esclama con rabbia Castiel, io non lo ascolto, e mi affretto ad andare. Sento il mio nome riecheggiare nel corridoio. Stringo i pugni e inizio a correre per raggiungere l’uscita. Quando finalmente mi ritrovo nel giardino accanto al cancello, permetto alle lacrime di fuoriuscire. Piango, e lo faccio rumorosamente senza curarmi di essere sentita. Afferro le sbarre di metallo e le muovo per aprire, ma queste non accennano ad accontentarmi. << Maledizione! >> esclamo tirando un calcio. Le sbatto con forza ma inutilmente. Alla fine, stanca e straziata, mi accascio a terra poggiando la fronte tra le fredde sbarre e accompagno il mio pianto con lamenti. Mi siedo, appoggiandomi di spalle al cancello, alzo lo sguardo al cielo e osservo incantata la luna. Per la seconda volta, i miei occhi si sono prosciugati. Sorrido amaramente sibilando << è finita, e questa volta per davvero >>. Se all’inizio, dopo essere ritornata al paesello e aver riallacciato i rapporti con Castiel, il mio cuore di ghiaccio, si era di poco sciolto, adesso, questa folata di freddo e pungente vento, l’ha ricongelato del tutto.
Chiudo gli occhi tirando dei profondi respiri, e ascolto il lontananza chiamare il mio nome. Più la voce si fa vicina, più mi accorgo che è di Castiel.
<< Rea! >> esclama. Mia guarda, lo guardo. Si avvicina, rimango immobile e impassibile. << Che ci fai qui? Ti ho cercata per tutta la villa >>
Mi alzo barcollante, e quando sono di fronte a lui, lo guardo con occhi stanchi << Accompagnami a casa mia, adesso! >>. Lui mi fissa, non mi risponde, forse non sa cosa dire.
<< Non voglio stare un minuto di più in questa casa >> sbuffo facendo due passi in avanti per incamminarmi verso l’entrata. Lui mi ferma, afferrandomi il polso. Sento quel tocco tagliente.
<< Rea, che cosa vuoi fare? >>
Sbuffo un sorriso incredula << Castiel? Ma ti sei rincoglionito? >> chiedo spiazzandolo.
<< C-come? >>
<< Ma che cosa ti è preso da quando hai messo piede in questa casa?... secondo te cosa voglio fare? >> lo guardo quasi con supplica << pensi che non l’abbia capito? Devi sposare Ginevra, quindi io sono di troppo >> affermo cercando di farmi lasciare il polso.
<< Che vuoi dire? >> chiede lui stringendo la presa.
Prima di rispondere lo guardo, e sorrido amaramente << … è finita Castiel! >>
<< No! >>
<< Sì invece… Non so per quale motivo tu debba sposare per forza quella sgualdrina, ché per l’ennesima volta, mi hai nascosto quest’altro segreto. Ma adesso è tutto chiaro, ecco spiegato il motivo per il quale mi hai chiesto di fare un figlio. Così da poter per forza sposare me, non potendoti ritirare dall’obbligo di essere padre. Ma le cose non sono come le desideravi… che intenzioni hai? Cosa vuoi fare adesso? Sposarti con lei, e avere un’altra camera in casa tua, per me, per soddisfare le tue voglie da amante. Ho sentito bene ciò che ha detto tuo padre… beh, avete fatto un madornale errore. Tuo padre mi ha scambiata per una di quelle sgualdrinelle mantenute, e tu non hai fatto niente! >>
<< Ti ho difesa! >>
<< Avresti dovuto non portarmi in questa casa! >> urlo tremante di rabbia << cosa credevi di fare, portandomi insieme? Che il tuo caro paparino avrebbe applaudito a questa nostra messa in scena di fidanzamento? >>
<< Io ti amo, e anche tu! >>
<< Dimmi solo una cosa, Castiel >> mormoro guardandolo dritto negli occhi << voglio la verità, adesso! >>
<< Che cos’è che vuoi sapere? >> esclama lasciandomi il polso << che sono stato un grandissimo bastardo fin dall’inizio? Sì lo ammetto, e ammetto anche che questa situazione mi sta letteralmente uccidendo! >>
<< Non mi hai risposto! >>
Lui mi riafferra di nuovo il polso interrompendomi, tirandomi a se e stringendomi forte fra le sue braccia.
Non ce la faccio più, scoppio a piangere un’altra volta e gli tiro dei piccoli pugni ai fianchi.
<< Perché, perché Castiel, non mi dici niente? Perché stai ancora tacendo? >>
<< Già Castiel, che cosa aspetti a dire la verità? >> interviene una voce dietro di noi. Sento Castiel allentare la presa lentamente, permettendomi di girarmi alle spalle e incrociare ancora una volta gli occhi di quella donnaccia.
<< Che cosa vuoi? >> chiede Castiel tagliente.
<< Voglio anche io sentirti dire la verità. Ma se vuoi la racconto io… vedi, mia cara, un anno fa Castiel, ha firmato un contratto con suo padre, ma questo non è uno di quei contratti semplici, come potrei chiamarlo? Ah, ecco: contratto di matrimonio >>
Sgrano gli occhi allibita, volgendo lo sguardo verso Castiel che continua a fulminare quella ragazza.
<< In poche parole >> prosegue lei atteggiandosi a gran donna << Castiel accettò di sposarsi con me >>
<< è… è la verità, Castiel? >> balbetto con voce flebile.
<< Perché non le racconti anche il motivo? >> chiede lui non rispondendo alla mia domanda << perché non le racconti di quanto sei meschina, calcolatrice e anche puttana?! >>
<< Attento a come parli! Non puoi avere questo atteggiamento con la tua futura moglie >>
<< Moglie? Ma quale moglie? Tu per me vali meno di zero, e ti permetti di paragonarti a una moglie >>
<< … e ti avviso che non ti permetterò certo di farti un’amante…  >>
<< Figlia di puttana! >>
<< Ah-ah-ah… anzi, perché non la liquidi adesso questa sciacquetta >>
Non do a Castiel neanche il tempo di parlare, che mi fiondo, minacciosa, su Ginevra e le sferro un pugno sentendo le mie ossa schioccare al violento contatto con le sue. Le dita mi fanno male, ma il pensiero di essermi tolta quel peso di dosso mi fa gioire.
La stronza cade a terra gemendo di dolore e mantenendosi il viso. Mi avvicino a lei guardandola dal basso con aria fulminante.
<< Come diavolo ti sei permessa?! >>
<< Taci! Azzardati un’altra volta a chiamarmi in questo modo, e ti faccio pentire di avermi anche solo rivolto lo sguardo! >> poi volgendomi verso Castiel << Non scomodarti più per me. Non c’è n’è più bisogno >> esclamo con voce rude.
<< Che vuoi dire? Rea fermati, dove stai andando? >>
<< Lasciami Castiel, fra noi è tutto finito e questa volta per davvero >>
<< è soltanto colpa mia! Non avrei mai dovuto firmare quel contratto! Se l’ho fatto è per salvare l’onore di mio padre e per Erich! Ginevra ha minacciato un’altra volta mio padre di far pubblicare sui giornali che esiste un figlio fuori dal matrimonio. E se solo questo accadrebbe, le azioni di mio padre cadrebbero a vista d’occhio… io, io pensavo di averti persa per sempre. È per questo che avevo accettato di sposarla. Facendo così, avrei riconosciuto Erich come mio figlio, liberando mio padre dalla vergogna. Avremmo detto a tutti che fu un’avventura adolescenziale e che aspettavamo il momento della maggiore età per unirci come una famiglia. Ginevra doveva arrivare tra qualche mese >>. Quella rivelazione, diventa l’ennesima scudisciata sul mio cuore.
<< P-perché non me lo hai detto dall’inizio. Perché hai accettato di ritornare insieme? >> chiedo piangendo.
<< Perché il solo averti rivista, mi ha riacceso il cuore. Io amo solo te Rea >>
Scuoto la testa respirando tra i singhiozzi << No, non dirmelo più. Non le voglio più sentire quelle parole. Mi fa male il cuore… è finita Castiel >>
<< No! Non te lo permetterò! >>
<< E cosa vuoi fare? Non lo capisci che è il nostro destino che ci impedisce di stare insieme? Basta Castiel, basta >>
<< No, non puoi dire questo! >>
<< E cosa dovrei dire? Che accetto di farti da amante? Puoi scordartelo Castiel >> mi avvicino a passo lento verso di lui e mi fermo a pochi centimetri dal suo viso, glielo accarezzo con una mano e cerco di fermare le lacrime << è stato bello amarti Castiel. Non fermarmi. Avrei potuto combattere per il nostro amore, se non ci fosse stato Erich. A questo punto mi fermo, e lo faccio solo e soltanto per quella creatura, ti vuole un mondo di bene. Dagli l’affetto che quel vigliacco di tuo padre non gli ha saputo dare. E insegnalo anche a Ginevra. Insegnale ad amare suo fratello come se fosse suo figlio >>, sfioro le sue labbra con le mie, poi me ne vado, Castiel non mi segue, e allora capisco che ha preso la sua decisione. Raggiungo in fretta la mia camera e inizio a prendere le mie cose. Sto piangendo in silenzio e me ne sono accorta dopo aver sentito bussare alla porta. Do il permesso per entrare. È Erich. Mi asciugo velocemente le lacrime e mi sforzo di sorridere.
<< Cosa c’è piccolino? >>
<< Stai andando da qualche parte? >>
Annuisco << Devo ritornare a casa >>
Il piccolo si avvicina al letto << Io… volevo chiederti scusa >>
<< E di cosa? >> chiedo avvicinandomi a lui.
<< Di come mi sono comportato e delle parole che ti ho detto >>
Istintivamente lo abbraccio stringendolo al petto << Non devi scusarti, Erich. Sei un bambino così dolce >>
<< Davvero? >>
<< Sì >>
<< Sei la prima che me lo dice >>
<< Ne sono contenta >>
<< Rea? >>
<< Dimmi >>
<< Tornerai a trovarmi? >>
Esito nel rispondere, chiudo gli occhi e lo bacio tra i capelli << Sarai sempre nei miei pensieri >> dico con voce di pianto.
<< Ti voglio bene, Rea >>
<< Anche io Erich >>
 
 
Il taxi sta percorrendo velocemente questo lungo rettilineo che raggiunge il paesello. Guardo l’ora sul cellulare, sono le due di notte. Il cielo e stellato e la luna continua a sfoggiare il suo eterno sorriso. Guardandola ripenso a quella sera di tre anni fa. Anche quel giorno lei si trovava lì, senza alcuna nuvola a coprirla e come quella volta, anche adesso è l’unica a sapere tutto e a confortarmi con quel dolce e incantevole sorriso.
Me ne sono andata dopo aver salutato solo Erich. Ho preferito non incontrare più nessuno. Quando ho sorpassato la soglia del cancello e mi sono girata per richiuderlo, ho notato un’ombra in controluce da dietro le vetrate che mi guardava. Sapevo che era lui. << Ciao Castiel >> ho sussurrato. Questa volta non gli ho voluto dire addio, perché addio si dice solo a chi non c’è più, e anche se lui adesso e in futuro non sarà più davanti ai miei occhi, so che lo avrò per sempre nel mio cuore. A quei pensieri accompagno la mano al mio petto, stringendola in pugno, come per abbracciare il mio mancato amore.
 
 
 
 
Note: ciao a tutti. Bene, come avrete già notato questo è l’ultimo capitolo. Ora, sicuramente, molte di voi, mi avrete maledetta fino allo svenimento, e molto probabilmente avrete cancellato questa ff dalla lista dei preferiti. Lo dico da me: sono una grandissima BAKA DIABOLICA… Ho corso il mio rischio pubblicando questo capitolo, però vi voglio avvisare che la storia non è finita qui… eh sì! Ci sarà una… come chiamarla? Ah, SECONDA STAGIONE (sperando sempre di avere ancora qualche lettrice interessata a leggerla).
Comunque ringrazio tutte le ragazze che hanno letto, recensito e/o taciuto. Alla prossima!!
   
 
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