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Autore: Kaimy_11    10/07/2014    2 recensioni
Si può scoprire come una guerra possa unire, invece che dividere.
In un mondo tanto attento alle regole, alle leggi, una trasgressione può diventare bella e importante quanto un fiore nel deserto.
Forse amare significa trasgredire, forse per un capofazione degli Intrepidi proteggere qualcuno per lui importante potrebbe essere un rischio troppo grande.
Ma come rinunciare ad una persona capace di essere forte e testarda quanto lui, ma che al tempo stesso sa come dare pace al suo cuore tormentato?
Sarà davvero il fuoco che scioglie il ghiaccio, o il ghiaccio a spegnere il fuoco?
In guerra e in amore tutto è permesso...
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Eric, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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- Questa storia fa parte della serie 'The reason '
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1. Da quando

 

 

 

-Perché?-

Quando le mani del ragazzo le si serrarono con un fremito attorno al  viso, poté scorgere quello stesso tremolio di rabbia e tormento rispecchiarsi in quegli occhi grigi, gli stessi occhi con cui la teneva incollata al suo sguardo. Una luce pallida balenò nelle sue iridi la seconda volta che quelle mani rudi e forti si serrarono maggiormente sulle sue guance, senza tuttavia ferirla.

Lui prese fiato e, con quello che le parve uno sforzo immane, lo vide risponderle. -Perché erano questi gli accordi. Avresti superato l’ultimo test e, invece di raggiungere gli altri iniziati per la cerimonia di ingresso alla fazione, saresti corsa nel mio alloggio e saresti rimasta chiusa lì fino al mio arrivo.-

La ragazza scosse la testa e la malinconia negli occhi del suo interlocutore raggiunse i suoi. Non riusciva a capire, non riusciva a comprendere ciò che stava succedendo senza sospettare qualcosa di molto grave nascosto dietro l’insolito comportamento del ragazzo.

-Gli accordi, Eric? Perché dovrei separarmi dal gruppo per nascondermi nella tua camera? Non ha senso!-

Eric lasciò la presa attorno al suo viso diafano come se si fosse improvvisamente scottato, restò per qualche secondo attonito, apparentemente privo della forza che solitamente lo contraddistingueva.

-Non nascondermi la verità, so benissimo che c’è qualcosa che non va!- insistette lei.

A quel punto, come se il mondo avesse smesso di girare, Eric guidò la sua mano lungo la guancia della ragazza che gli stava ad un palmo dal viso, aggrappandosi a quel contatto come se da quello dipendesse tutta la sua esistenza. Immergendosi poi in quegli occhi cobalto, che erano sempre stati capaci di trasmettergli sicurezza e conforto, si ritrovò a chiedersi da quando quella presenza fosse per lui una vera e propria dipendenza.

Quando aveva iniziato a mettere al secondo posto la sua fazione, i suoi obiettivi e suoi doveri, solo per una ragazza il cui sguardo esprimeva un coraggio ed una determinazioni quasi pari alla sua?

Fu in quel preciso istante che capì che c’erano due cose che gli stavano realmente a cuore, una era la sua fazione e la guerra che stava per iniziare per togliere il potere agli Abneganti, e l’altra gli stava difronte. In un secondo momento, perdendosi a studiare quel viso di cui ormai conosceva ogni centimetro, sentì dentro di sé una cocente rabbia crescere, al pensiero che rischiava di perdere entrambe le cose che per lui erano essenziali se solo il suo piano non fosse andato a buon fine in ogni minima parte.

Prese un profondo respiro per trattenersi e per impedire che la sua rabbia si focalizzasse su l’unica persona che non meritava di soffrire per mano sua, ma l’afferrò dalle spalle avvicinando i loro volti nel tentativo di apparire più deciso che poteva. Era cosciente che in quel modo l’avrebbe spaventata, ma non gli restavano altre carte da giocarsi, e ciò che c’era in ballo era troppo importante per permettersi il rischio di fallire.

Ad ogni modo la colpevole era proprio lei, ed era solo sua la colpa se adesso stava rischiando la propria posizione, e forse anche la propria vita, solo per proteggere una ragazzina testarda. Era colpa sua se, ad ogni secondo che passavano lì a discutere, i rischi per entrambi aumentavano.

Fu sull’onda di quel risentimento che parlò in maniera letale, mirando il suo sguardo adirato dritto in quello della ragazza, incatenandola.

-Adesso farai come ti ho detto. Sei ufficialmente un’Intrepida adesso, ed io sono un tuo capofazione che ti da un ordine, e non hai altra scelta che eseguirlo. Perciò corri.-

Stretta fra quelle mani che in altre circostanze erano state capaci di accarezzarla e di proteggerla, la giovane si lasciò andare alla superiorità di Eric e, mordendosi il labbro inferiore, sentì i proprio occhi inumidirsi. Nessuno avrebbe creduto quel capofazione capace di mettere da parte la propria durezza per difendere qualcun altro, ma con lei lo aveva fatto. Era riuscita a far breccia nel suo muro impenetrabile e a raggiungerlo nelle profondità del suo essere, a tal punto da avere imparato a riconoscere ogni segnale di allarme nel suo comportamento.

E, da quello che vedeva, i segnali presagivano una catastrofe.

-Perché?- Sussurrò ancora, ad un palmo delle labbra di Eric.

Suo malgrado, e nonostante gli sforzi per controllare la voce, calde lacrime erano sfuggite al suo controllo.

Eric prese un respiro profondo, non voleva arrivare a tanto, era disposto a spaventarla ma avrebbe preferito non doversi imporre con la forza.

Avrebbe preferito farla ragionare ma, dacché quella soluzione era ormai esclusa, la strada della cattiveria era l’unica da percorrere.

-Non ti riguarda. Ora fai come ti ho ordinato e sappi solo che, se potessi, ti ci trascinerei io con la forza. Vedi di fare un favore ad entrambi e obbediscimi.-

-Non ha senso…- Sussurrò la ragazza e, nell’abbassare lentamente la testa, diede quasi ad Eric l’illusione di essere stata sconfitta. -Perché mi stai chiedendo di allontanarmi adesso per andare nella tua camera?-

-Perché?- chiese Eric, deciso a non lasciar trapelare alcuna emozione anche mentre un guizzo intrigante gli attraversava lo sguardo. -Non te l’ho mai chiesto?-

La ragazza scosse bruscamente il capo e, con un unico gesto stizzito, si liberò della presa del ragazzo attorno alla sue spalle. -Non così! Perché cerchi di nascondermi? Da cosa vuoi che io…-

Nell’istante che passò, Eric trattenne il fiato. Era a conoscenza che la realtà dei fatti rappresentava un ulteriore rischio, ma sperò con tutto sé stesso che la mente brillante della giovane non la conducesse alla verità.

-Gli Eruditi!- Esclamò lei in un soffio, spazzando via ogni speranza di Eric. -La guerra… il potere che vogliono togliere agli Abneganti… Santo cielo! Non fidarti di loro!-

Proprio mentre la ragazza stava per indietreggiare, terrorizzata dalle sue stesse affermazioni, Eric la riafferrò dalle spalle e con uno scossone la riportò in sé.

-Adesso piantala e vai via di qui prima che possano scoprirci!-

La ragazza scosse la testa. -Stavano studiando un sistema di controllo, ho contribuito alla sua creazione. Tu non puoi neanche immaginare quanto io sia dentro a questa storia, io so tutto! Eric, non fidarti di loro!-

-È l’unico modo che ho per proteggerti, Aria!-

Quando con un gesto improvviso le mani di Eric tornarono a cingerle il viso, Aria capì che ogni suo incubo si era avverato, e che ciò che ancora non sapeva era peggiore di quanto potesse immaginare. Sentì altre lacrime caderle dagli occhi, poi la presa di Eric si rafforzò e sentì le sue labbra scivolarle sulla fronte, posandole un bacio rude e carico di significati.

Era stata una sciocca a sperare e, l’improvvisa consapevolezza che il suo errore avesse rischiato di mettere in pericolo Eric, le piombò addosso come un pugno allo stomaco.

Perché sapeva che era quella la verità, sapeva benissimo che lui stava rischiando tutto e allontanarla era l’unico modo per salvarla, dato che non avrebbe certo potuto agire liberamente senza rischiare di compromettere la sua posizione.

-Non noteranno la mia assenza?- Provò a dire, sperando che lui la tenesse con sé e che le permettesse di affrontare qualsiasi cosa a cui andavano incontro senza farla fuggire via come una codarda.

-Tengo io i registri degli iniziati…-

Ogni speranza persa.

-Corri e non voltarti indietro- Le ordinò, mentre con un braccio solo la stringeva bruscamente a sé.

Persa nei suoi tormenti, Aria rimase a fissare il pavimento mentre Eric scioglieva il fugace abbraccio e si voltava, pronto ad andarsene.

Ma non si lasciò sfuggire un ultima promessa.

Con una mano si allungò per bloccarlo dal polso e, quando lui si voltò a guardarla, lei si concesse poche parole.

-Promettimi che dopo mi dirai tutta la verità.-

Senza risponderle, ma con uno sguardo che valeva più di mille spiegazioni, Eric si sottrasse alla presa e si allontanò deciso, perdendosi fra le ombre del cunicolo.

 

Mentre avanzava per lo stretto corridoio, Aria decise che era più opportuno trasformare l’angoscia che provava in energia per andare avanti. Avrebbe anche potuto farsi sopraffare dalla rabbia, o dalla paura, ma non poteva permettersi nessuna incertezza.

Lo stretto passaggio che si snodava verso il Pozzo, il punto di raccolta per gli Intrepidi, era più buio e silenzioso del solito e, ad ogni passo, poteva sentire il battito del suo cuore rimbombarle nelle orecchie, nelle tempie, nei polsi e lungo le pareti di roccia.

Non poteva fare a meno di essere spaventata all’idea che qualcuno avrebbe potuto scoprire la sua assenza, o intercettarla lungo il suo percorso, perciò non le rimaneva che affrettarsi e sperare che niente andasse storto.

Se l’avessero vista dirigersi dalla parte opposta al luogo della cerimonia avrebbero potuto insospettirsi, tuttavia, se avesse seguito la scorciatoia che Eric le aveva suggerito, le possibilità di raggiungere la sua camera di nascosto e in poco tempo, sarebbero decisamente aumentate.

Immaginò di potersi già considerare al sicuro e, nel ripercorre quei passi che già tante altre volte l’avevano condotta da Eric senza che nessuno fosse a conoscenza del loro rapporto segreto, dovette veder crollare davanti ai propri occhi il castello di sabbia che aveva costruito mentalmente quando, di fronte a lei, si materializzarono due uomini che azzerarono completamente le sue probabilità di salvezza.

Decisa com’era, non si era accorta dei due che avanzavano verso di lei, fino a quando non se li era ritrovati a pochi passi di distanza.

Ma il problema non era stata la sua distrazione, d'altronde, che differenza avrebbe fatto tornare sui suoi passi?

Il vero problema, tuttavia, stava nel fatto che, tra tutte le persone al mondo che avrebbero potuto intercettarla, non poteva capitarle niente di peggio.

Finn era un uomo alto e dal fisico asciutto, con folti capelli grigi e mento spigoloso. Aveva sicuramente più di quarant’anni ed era uno dei capifazione più temuto e rispettato fra tutti quelli al comando. Già una volta in passato, Aria, aveva avuto a che fare con la furia di quell’uomo quando, ad un suo comportamento sbagliato, era stato egli stesso ad impartirle la punizione che meritava. Il tutto era avvenuto sotto gli occhi di Eric che non aveva potuto fare altro che acconsentire in silenzio e assire a quella tortura.

Inseguito, Aria era venuta a sapere che il comandante Finn aveva scoperto l’unione clandestina tra lei ed Eric, e che aveva appesantito la sua punizione proprio per punire Eric per la sua trasgressione alle regole e per sfidarlo ad opporsi al volere di un suo superiore, disubbidendo ancora alle leggi della fazione.

-Dove va così di fretta, signorina? La cerimonia di ammissione si svolge dall’altra parte…- La canzonò il capofazione, con quella sua aria falsamente affabile.

La ragazza indietreggiò, sapeva che oramai ogni speranza era persa, il suo piano di fuga era stato intercettato e nessuna scusa avrebbe funzionato perché, semplicemente, quell’uomo era troppo furbo per essere ingannato.

-Io…- Provò facendo appello a tutto il suo coraggio. -Ho dimenticato di prendere una cosa…-

Mentre parlava tutto il suo corpo si era immobilizzato, vittima di un fastidioso torpore che le impediva di apparire rilassata. Ogni suo muscolo era teso, le braccia ricadevano saldamente lungo i fianchi, ma i suoi occhi erano spalancati a tradire il terrore che provava.

La sua paura triplicò quando l’altro uomo, un ragazzino smilzo e con i capelli rasati, si avvicinò all’orecchio del comandante Finn per sussurrargli qualcosa. Qual ragazzo era il suo tirapiedi più fidato e, forse, la sua intenzione non era propriamente quella di nascondere alla ragazza ciò che aveva da dire, considerato il fatto che quest’ultima colse ogni parola.

Non solo Aria poté ascoltare ciò che il ragazzino aveva da dire, ma riuscì anche a cogliere la nota di scherno e la cattiveria con cui sussurrò il suo messaggio al capofazione.

-…Forse ha perso qualcosa nella stanza di Eric…-

Aria impallidì.

Si accorse troppo tardi, e con un suo rammarico, di aver fatto un passo indietro. La più banale delle scuse aveva ovviamente fallito. Se avesse realmente dimenticato un qualsiasi oggetto, non era certo quella la direzione verso cui avrebbe dovuto correre. I dormitori degli iniziati non erano lì, da quella parte, c’erano solo quelli degli istruttori e dei capifazione.

Venne richiamata all’attenzione da una sottile risata da parte di Finn. -Sì, e scommetto che lui sarà felicissimo di vederla…-

Non c’era più speranza, avevano  fallito.

Prese un respiro profondo e sperò con tutta sé stessa che Eric non finisse in guai seri a causa sua. Quei due uomini sapevano tutto, sapevano che Eric teneva a lei più di quanto avrebbe dovuto, e avrebbero usato quella debolezza contro di lui.

-Vieni, non perdiamo tempo!-

Detto ciò Finn si avvicinò a lei, seguito dal suo fedele braccio destro e, insieme a lui, l’afferrarono bruscamente e la fecero voltare, trascinandola poi verso la direzione da cui era appena arrivata.

Mentre veniva portata via, senza alcuna speranza di opporsi, Aria si lasciò sfuggire un’occhiata alla sue spalle verso la meta che avrebbe dovuto raggiungere ma alla quale non sarebbe mai arrivata.

Tutta la fatica che aveva fatto per arrivare fino a lì era stata inutile, adesso stava tornado esattamente nel posto dalla quale Eric aveva tentato, con tanto impegno, di allontanarla.

Chiuse gli occhi, alla fine sarebbe riuscita davvero a deluderlo.

Ma come erano arrivati a quel punto? Cosa li aveva legati fino a condurli a quella miserevole fine?

Da quando il loro rapporto era diventato così profondo da essere pericoloso?

 

Fra i suoi primi ricordi che potevano spiegare l’inizio del suo rapporto con Eric, Aria non poteva fare a meno di pensare al loro primo incontro.

Era il giorno della Scelta, il giorno in cui avrebbe finalmente potuto liberarsi della sua vecchia fazione e passare a quella a cui si era sempre sentita di appartenere veramente.

Un’arrampicata per prendere un treno in corsa e un salto sul tetto, senza che quello stesso treno si fermasse, non era certo ciò che immaginava, ma niente le avrebbe fatto cambiare idea.

Ogni fibra del suo essere le urlava che era fatta per appartenere Intrepidi.

Radunati tutti davanti ad un muretto basso che segnava la fine del tetto, i nuovi arrivati cercavano di non guardare troppo a lungo i volti dei dirigenti che li avevano accolti e, in particolare, fuggivano con lo sguardo da colui che aveva parlato.

Aveva detto di chiamarsi Eric e si era presentato come uno dei capifazione. Era alto e l’insieme di muscoli, tatuaggi e piercing che esibiva, sembrava studiato a tavolino per incrementare la sua aura minacciosa.

Sembrava uno di quegli uomini a cui puoi dare fastidio anche solo respirando, e che è meglio non fare arrabbiare troppo, se non si vuole finire all’altro mondo. Nessuno sarebbe stato così pazzo da avvicinarglisi, e nemmeno Aria voleva farlo, eppure non poteva fare a meno di guardarlo.

Era come il fuoco per lei, intrigante e affasciante proprio per la sua pericolosità. Non lo si può toccare senza bruciarsi, ma lei avrebbe volentieri corso il rischio.

Lui rappresentava perfettamente tutto il mondo degli Intrepidi che per anni aveva sognato, senza tuttavia poter mai raggiungere.

Esprimeva forza, coraggio, determinazione e potenza. E lei desiderava con tutta sé stessa quella forza.

Voleva quella potenza, e avrebbe fatto di tutta per ottenerla e per diventare una vera Intrepida.

-Vado io, adesso!- Esclamò senza paura.

Prima di lei avevano saltato una ragazza Abnegante e un altro ragazzo che non conosceva.

Era stato detto che il modo che avevano per accedere alla nuova fazione era quello di saltare nel vuoto, e lei avrebbe fatto quello e non solo pur di dimostrarsi degna di entrare.

Quando avanzò tra gli altri ragazzi, qualcuno il cui intelletto era contenibile all’interno di una noce, decise bene di lasciarsi scappare un apprezzamento poco educato ad alta voce.

-Però, niente male!- fece seguire ad un fischio volgare.

Aria fece un altro passo in avanti come se nulla fosse, poi si fermò per un istante, si riabbottonò la sua giacca blu notte e prese un respiro profondo.

In quello che potrebbe essere definito come una frazione di secondo, la ragazza si voltò e con un gesto fulmineo fece scattare il pugno verso il volto del ragazzo che aveva parlato. Il mal capitato non immaginava che Aria non avesse alcuna intenzione di colpirlo e che si sarebbe fermata con il pugno ad un soffio dal suo naso. Perciò si lasciò scappare un gridolino spaventato e, nel tentativo di sottrarsi al colpo, fece un passo indietro che gli fece perdere l’equilibrio e che per poco non lo spedì gambe all’aria.

Quando il giovane con la divisa degli Intrepidi addosso si accorse della figuraccia che aveva fatto, fece una smorfia mentre cercava di ricomporsi. Qualcuno si fece scappare qualche risolino, erano rimasti tutti senza fiato pensando ad una rissa, e una donna adulta lì presente si era già preparata ad intervenire, ma tutto si era risolto tranquillizzando i presenti.

Una ragazza bionda vestita di giallo e arancio mostrò entrambi i pollici ad Aria che, come se nulla fosse successo, ritrasse il pugno fermo a mezz’aria e si ricompose con tranquillità.

Con passo fermo e deciso si avvicinò al cornicione, vi si aggrappò sopra e attesa qualche secondo in piedi mentre fissava il vuoto. Stava calcolando l’altezza e chiedendosi cosa le avrebbe impedito di farsi del male, quando si accorse di colui che la stava osservando.

Girò piano la testa, attenta a non perdere l’equilibrio, e si ritrovò con il capofazione Eric a fissarla.

Le stava donando uno sguardo freddo e tagliente come una lama ma, nell’arricciatura delle sue labbra e nello scintillio dei suoi occhi ghiacciati, Aria colse una punta di divertimento.

Anche se non aveva abbandonato il suo muro di glaciale autorevolezza, aveva in qualche modo gradito lo spettacolo che gli aveva fornito e glielo stava comunicando.

Non era certo cosa di tutti i giorni vedere una ragazzina Erudita riuscire a fingere di colpire un giovane Intrepido per terrorizzarlo.  

Non la stava ammonendo, ritenendo quel comportamento fuori regola, ma si stava addirittura dimostrando complice di quel gesto tanto sfrontato eppure così follemente intrepido come solo lui poteva apprezzare.

Mai uno sguardo aveva comunicato tanto, mai due iridi grigie erano entrate tanto in simbiosi con lei dopo un solo istante.

Eric piegò ancora le labbra in un sempre più evidente sorriso, per quanto minaccioso apparisse in realtà, poi inarcò le sopracciglia con decisione.

Forse, altri al suo posto avrebbero fatto diversamente, ma lei fece ciò che le venne più naturale: ricambiò il suo sguardo e sollevò la bocca in un breve sorriso.

Si sentiva felice come mai prima d’ora, aveva quasi aggredito un suo coetaneo e nessuno era corso a rimproverarla. Per una volta, nonostante ciò che avesse fatto fosse sbagliato, aveva ricevuto un piccolo gesto d’ approvazione, e non era arrivato da un Erudito.

Ma da un Intrepido.

Un mezzo sorriso nascosto dietro uno sguardo arrogante era riuscito a liberarla e a farla finalmente sentire a casa dopo sedici anni.

Prima di voltarsi rivolse ad Eric un’ ultima occhiata maliziosa, poi si voltò verso il vuoto davanti a sé, chiuse gli occhi e provò ad immaginare la sua tunica e la sua giacca blu, sapendo che quella era l’ultima volta che la indossava. Non serviva a nulla calcolare la distanza o la velocità d’impatto che l’attendeva, adesso non era più parte degli Eruditi.

Adesso era un’ Intrepida.

Un Intrepida che, mentre saltava nel vuoto per la sua prima volta, era già schiva di uno sguardo che le aveva fatto battere il cuore.

 

Inutile chiedersi, arrivati a quel punto, se fosse stato quello l’inizio di un’attrazione pericolosa.

A nulla serviva sapere cosa avesse innescato la valanga di emozioni e sensazioni che avevano portato lei, una trasfazione, a perdersi tra le fiamme del fuoco.

Mentre ad ogni passo si avvicinava alla sua fine, trascinata a forza dai due uomini, non poteva fare altro che immaginarsi, con un nodo alla gola, la reazione di Eric quando avrebbe scoperto che il loro piano era fallito.

E in più si domandò, da quando Eric era pronto a rischiare per proteggere qualcun altro?

Forse era amore? E, se lo era, da quando era iniziato?

 

 

 

 

Continua…

 

 

 

 

 

*****

Brevi note:

buon inizio di storia a tutti, spero che abbiate trovato piacevole la lettura e che vi abbia incuriosito per leggere i capitoli successivi.

Volevo, oltre a ringraziarvi per aver letto, precisare alcuni adattamenti per poter seguire al meglio la Fic.

Tanto per iniziare, io seguirò principalmente la trama del film, e poco il libro. Perciò, se trovate alcuni particolari fuori testo rispetto alla storia narrata nel romanzo, non preoccupatevi ma fate riferimento al riadattamento cinematografico.

In oltre ci saranno nuovi personaggi e alcuni particolari di quelli già conosciuti, come l’età e altri piccoli dettagli, che verranno modificati per garantire un adattamento migliore per questa piccola storiella.

Il mio intento è quello di rimanere il più fedele possibile al film, perciò non vorrei modificare i caratteri dei protagonisti o stravolgere il tutto con eventi troppo fantasiosi. Qualche ritocco sì, ma niente di stravolgente!

 

Detto questo, grazie ancora, spero di poter sapere le vostre opinioni attraverso qualche commento =)

Baci!

   
 
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