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Autore: GreMisia    10/07/2014    2 recensioni
["Se avesse dovuto dire con precisione il giorno in cui aveva iniziato a farlo, sinceramente, non ne aveva la più pallida idea.Semplicemente, una volta terminate le lezioni all’università, in accordo con il suo migliore amico e coinquilino Niall, ognuno usciva di casa diretto in direzioni diverse con la chitarra sulla spalla, un capello di paglia pronto a raccogliere le eventuali monetine e a strimpellare qualche canzone."] Diabete alert!!! Zarry, piccola piccola e dolce dolce XD
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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PLEASE DON’T TAKE MY SUNSHINE AWAY
 







Se avesse dovuto dire con precisione il giorno in cui aveva iniziato a farlo, sinceramente, non ne aveva la più pallida idea.
 
Semplicemente, una volta terminate le lezioni all’università, in accordo con il suo migliore amico e coinquilino Niall, ognuno usciva di casa diretto in direzioni diverse  con la chitarra sulla spalla, un capello di paglia pronto a raccogliere le eventuali monetine e  a strimpellare qualche canzone.
 
Harry  aveva scelto una delle entrate alla metropolitana e da lì non si era più spostato, Niall, invece, un parco vicino ad un piccolo campetto da calcio e un venditore ambulante di  panini.
 
Con il passare del tempo, avrebbe potuto tranquillamente affermare  che fosse stata una delle idee più geniali che avessero avuto: perché di tutta la giornata, non vedeva mai l’ora che arrivasse quel momento, quando si sarebbe posizionato al solito angolino, appoggiando il cappello di paglia logoro per terra e avrebbe tirato fuori la sua chitarra.
 
La cosa più bella di tutte, oltre naturalmente il poter suonare qualsiasi canzone avesse voluto e ricevere a volte della reale gratitudine e qualche spontaneo applauso, era il poter osservare tranquillamente la gente passare.
 
E ne passava davvero di tutti i tipi: dagli uomini e le donne vestiti di tutto punto, appena usciti dal lavoro e pronti a rincasare dopo una giornata dura, ai ragazzini riuniti in gruppi che ritornavano a casa per il coprifuoco e l’ora di cena.
 
Mamme con i bambini piene di buste della spesa, gruppi di ragazze colme di pacchi e pacchetti dopo un pazzo e disperato shopping che ridacchiavano felici tra di loro e ragazzi ancora con lo zaino sulla spalla.
 
E mentre lasciava scorrere tranquillamente le dita sulle corde e intonava con la voce roca qualche nota, con la mente gli era permesso di pensare qualsiasi cosa.
 
Immaginare una storia per l’uomo appena passato in giacca e cravatta tutto trafelato, forse  era appena stato dall’amante e aveva  trascorso ore di sesso sfrenato, o al contrario, non vedeva l’ora di tornare a casa e riabbracciare i propri figli e forse, proprio lì, dentro quella busta di plastica che teneva in mano, c’era qualche regalo per loro.
 
Pensare che la donna alta e con i tacchi di un rosa sfavillante che l’aveva quasi intossicato con il suo profumo dolciastro, mentre si chinava per lasciar cadere qualche monetina nel suo capello di paglia e gli sorrideva distendendo le labbra di un profondo rossetto rosso, era appena stata dal parrucchiere, dato l’effetto vaporoso dei capelli biondi e quella sera sarebbe uscita per un appuntamento galante con un bell’uomo.
 
Ma la cosa che gli piaceva più di tutte, il momento che attendeva quasi con impazienza, arrivava sistematicamente alle sette in punto.
 
Quando le lancette dell’orologio toccavano quell’ora lì, gli veniva quasi automatico lisciarsi la maglietta trasandata e vecchia dei Beatles, passarsi freneticamente le dita tra i capelli sempre spettinati, lunghi e ribelli e si preparava a riprodurre  con la sua fedele chitarra  la stessa canzone, come un mantra o un allarme.
 
You are my sunshine , My only sunshine …
 
Ma quella volta non se ne sarebbe stato con le mani in mano.
***
 
Quando ebbe inizio tutto quello strano giochetto, ad essere sincero, proprio non lo sapeva, semplicemente, una sera, facendo oscillare la chitarra come cullato da una ninna nanna, seguendo le dolci e malinconiche parole di You are my sunshine nella versione di Johnny Cash all’improvviso, lo vide passare, come una cometa.
 
Pensò che fosse la creatura più bella che avesse mai visto  (e di persone o creature ne vedeva veramente tante, durante il giorno) un passo tranquillo e noncurante, le mani piene di fogli e cartelloni più grandi di lui, una macchia di vernice verde sulla guancia destra e lo sguardo quieto ma guardingo.
 
Riflettendoci bene, non seppe cosa lo attrasse di più, beh, naturalmente il fatto che il ragazzo avesse il viso degno di uno scultore, aveva sicuramente giocato la sua parte, con quel mazzo di ciglia lunghe spesse e nere e quegli zigomi perfetti e quelle labbra carnose  e scure, ma quell’ aria indifferente che lo faceva sembrare come se fosse rinchiuso in una bolla lontano dal mondo, lo aveva attirato come una calamita.
 
Così da quella volta aspettava il ragazzo misterioso tutti i santi giorni, chiedendosi se sarebbe passato nuovamente pieno di carta, macchiato di vernice  o con le buste della spesa ingombranti e più pesanti di lui, o come qualche giorno prima, in compagnia di un amico più basso e abbastanza rumoroso che era stato in grado di farlo ridere e quasi gli si era frantumato il cuore, perché, wow, anche lui ne era in grado e no, non era stato lui l’artefice di quel miracolo.
 
Ma, Harry, era semplicemente un ragazzo che si divertiva a cantare in un angolo all’uscita della metropolitana, così, l’unica cosa che gli era venuta in mente di fare. era stata suonare sempre la stessa canzone ogni volta che l’avesse visto, proprio quella di Jonny cash che aveva fatto un po’ da cupido e sperare  di attirare prima o poi la sua attenzione.
 
Ma nonostante ci mettesse tutto l’impegno e calcasse in modo per niente non sottile la voce, quando, felicemente cantava you make me happy when my skies are grey, era tutto inutile, nemmeno una volta, neanche un nanosecondo quegl' occhi si erano girati verso di lui o gli avevano dato un piccolo riconoscimento.
 
Così, continuò per questa strada per molto tempo, fino a che non divenne davvero un ossessione e Niall esasperato dalle sue chiacchiere, gli suggerì una terapia d’urto: falla finita Harry!
 
E, dunque.
 
Smetterla con i sunshine. Smetterla con i Johnny Cash. Smetterla con i giacchetti di pelle, le ciglia lunghe e gli zigomi alti.
 
Alla proposta del suo migliore amico di cambiare zona e di unirsi a lui vicino al campetto da calcio, però, rispose di no, perché a lui piaceva quel posto, quindi, niente, doveva solo cambiare canzone e tornare alla normalità.
 
Passo numero uno: smettere di guardare ansiosamente l’orologio sperando l’arrivo imminente delle ore sette.
 
Passo numero due: concentrarsi solo sulla sua chitarra e ritornare a pensare a qualsiasi altra cosa, su qualsiasi altra persona.
 
Passo numero tre: davvero, davvero basta con Johnny Cash.
 
Il risultato fu  che si ritrovò a cantare semplicemente una canzone diversa alle ore sette.
Perché l’orologio finì per guardarlo comunque e quella giacca di pelle in mezzo a quel gruppo di gente  era per lui come il richiamo di una sirena e l’avrebbe intravisto anche in mezzo una folla di un milione di persone.
 
Ma per non pensare a you are my sunshine e  esorcizzare il tutto, arrivò perfino a cantare la macarena e a guadagnarsi un discreto numero di fan dai cinque ai sette anni che ballarono felici intorno a lui, minacciando di pestare più di una volta il suo amato cappello di paglia.
 
Nonostante, però, quel piano sembrasse  così pazzo e veramente senza senso, iniziò a funzionare:  impegnato nella  ricerca di nuove canzone e sforzandosi a non guardare più l’orologio, per ben due giorni, non era andato con lo sguardo alla ricerca del ragazzo misterioso.
 
Così un giorno fiero di sé stesso, non sapendo minimante che ore fossero e incurante della folla intorno, si buttò in una versione piuttosto personale di Obladì Obladà, tra l’altro aveva avuto anche la geniale idea di mettere un piccolo cartone di carta accanto al cappello e scrivere con un pennarello nero accettasi richieste, perché, ormai, aveva quasi esaurito il repertorio e le idee con tutti quegli sforzi e suonando come un matto a testa bassa, quasi non si accorse, quando, delle monetine nuove scivolarono scintillanti all’interno del suo cappello.
 
“Dimmi pure!” esclamò, entusiasta,  continuando a suonare.
 
“You are my sunshine” disse una voce calda e nasale, senza mostrare nessuna emozione nel tono di voce.
 
Avrebbe voluto spaccargli la chitarra in testa, ma quando alzò lo sguardo e vide il ragazzo misterioso con la sua giacca di pelle e le sue ciglia lunghe, si limitò semplicemente ad annuire come un ebete  e suonare, vedendolo andare via, subito dopo, senza dire altro e accennare niente.

***

E adesso, no, non sarebbe stato con le mani in mano.

Perciò, non era per niente da rimproverare, se questa volta, ingannando il tempo e aspettando ansiosamente le sette, iniziò a strimpellare quella benedetta canzone di Cash e quando iniziò a intravedere un ciuffo di capelli neri da lontano, subito, smise, raccolse il cappello e tutto trafelato si diresse verso di lui con ancora la chitarra sulla spalla.

E dannazione, così da vicino le ciglia erano ancora più lunghe e le labbra ancora più carnose e aveva calcolato tutto nel minimo dettaglio e sognato quel momento dalla prima volta che l'aveva visto passare pieno di carte e cartoni, macchiato di vernice, ma non aveva la più pallida idea di cosa dire.

"Sono Harry!" sbottò, agitando le mani senza senso per impedirgli di andare avanti per la sua strada e ignorarlo " io ecco... non so come chiederlo... dannazione!" imprecò come un cretino davanti a lui, beccandosi uno sguardo veramente scettico " ma ecco io..." abbassò la testa arreso " vorrei chiederti di uscire" si lasciò scappare, vergognandosi come un cane.

il ragazzo lo guardò, naturalmente, senza mostrare nessuna reazione e avrebbe voluto sbatterlo al muro, ma poi, uno strano rossore, si formo sulle guance dalla pelle scura, che lo sorprese.

"Si" disse, calmo.

"Davvero?" chiese, incredulo.

"Si,ok" confermò l'altro " sono Zayn tra l'altro" porgendogli una mano.

Harry sorrise e la strinse, felice " ok" .

"Ok".






Hem.... 

E' tutta colpa di Johnny Cash... scusate per questa schifezza ma  mi è saltata alla mente come un proiettile.... veramente, veramente chiedo pietà!
E' una cosuccia diabetica così ... XD 

Va beneeeee ! Alla prossima

Se ancora avrete il coraggio...

Un bacione 

Gre 

 
  
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