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Autore: mafiaromano    10/07/2014    1 recensioni
Questa storia è tratta dall'anime, nell'episodio dove Conrand dice ad Adalbert che Julia risiede nel corpo dell'attuale Re dei Demoni. La mia personale interpretazione di quell'episodio. E' la prima volta che scrivo per questo fandom!
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Con te ci sono io

Che ci faceva lì Conrad? Era molto felice del fatto che fosse vivo ma… Perché non era al suo fianco, Dove gli aveva promesso di restare fino alla morte? Non riusciva a capire, nella testa l’immagine di quando aveva dato il suo braccio sinistro per salvarlo. Gli arrivavano ovattate le voci dei suoi amici mentre combatteva come un automa contro Aldabert, quando ad un tratto sentì il grido di Conrad.
“In lui c’è l’anima di Julia!” queste le parole, che gli fecere sgranare gli occhi all’inverosimile. Julia… la donna amata da Conrad... la fidanzata del traditore… era dentro di lui? Lascia cadere Morgif al suolo, scioccato da quella rivelazione.
Adesso tutto aveva più senso, ecco perché Conrad ci teneva tanto a lui, soltanto perché praticamente era il contenitore dell’anima della donna che aveva sempre amato e a cui non aveva avuto il coraggio di dichiararsi. Quindi lui non teneva a lui, Yuri Shibuya, no, a lui interessava solo Julia, la sua anima.
Un’ aura di potere avvolge il corpo del doppio nero scaraventando tutti i presenti lontano da lui di qualche metro, dove si può notare la crescita dei capelli neri e una forza che fa spaventare tutte le persone del torneo sugli spalti, facendole scappare via. Gli unici rimasti nell’arena erano T-Zou, la pecora, Wolfram, Josak, il Grande Saggio, Murata Ken, Conrad e Adalbert.
“Vostra Eminenza, cosa dobbiamo fare?” Chiese Josak al Grande Saggio, che aveva un’espressione preoccupata sul volto.
“Dobbiamo fermarlo, sta usando troppo potere in territorio umano, è troppo pericoloso, sta rischiando la vita.” Professa serio, mordendosi appena il labbro. Gli piaceva Yuri, gli era molto simpatico, lo considerava un fratello. Lui era l’unico che conosceva il Grande Primo, infondo erano intimi amici, avrebbe potuto fermarlo a modo suo.
“Ci penso io!” Sussurra il biondo, facendo un passo avanti ed entrando in quel vortice di potere, che gli fece strizzare gli occhi.
“Wolfram… D’accordo, lasciamo Yuuri a te.” Accetta di buon grado Murata, guardandolo interessato, per poi notare lo sguardo preoccupato di Josak e rassicurandolo gli dice:
“Interverrò io se le cose si metteranno male, voglio dare una possibilità a Wolfram.”
Il biondo si avvicina lento al fidanzato, riuscendo ad arrivargli di fronte senza però che questo gli rivolgesse lo sguardo, era troppo impegnato ad osservare Conrad con una freddezza che non aveva mai scorto nei suoi occhi, figurarsi verso la persona più importante per lui! Gli poggia le mani sul viso e lo volta verso di sé, incatenando gli occhi ai suoi, rimanendo sconcertato da tutti quei sentimenti contrastanti.
“Yuuri…” Sussurra il nome dell’altro dolcemente, direttamente sulle sue labbra, cercando di focalizzare la sua attenzione su di sé. “Andrà tutto bene, risolveremo tutto, insieme…” Continua, asciugandogli con i pollici le lacrime birichine che avevano iniziato a solcare le guance del moro, che pian piano ritornava in se stesso, facendo evaporare quasi completamente quell’aura di rabbia e potere che lo aveva precedentemente avvolto.
“Ci è riuscito…” Sussurra stupito Josak, non avrebbe mai pensato che quel ragazzino viziato avesse potuto riuscire in un impresa tanto importante, lo aveva sottovalutato.
“Già, ce l’ha fatta…” Sorride il Grande Saggio, guardando i due con interesse. Lui poteva pur aver conquistato il cuore del Grande Primo, ma a quanto sembrava buona parte del cuore di Yuri era occupato da Wolfram.
“Conrad…” Riesce a sussurrare il ragazzo dagli intensi occhi neri, resi lucidi dal pianto, indispettendo il biondo di fronte a sé, che gli poggia dolcemente le labbra sulle sue, in un casto bacio che vale più di mille parole.
“Ci sono io con te!” sorride appena il biondino, sorreggendo il moro quando questo sviene, avendo usato troppo potere per giunta in territorio umano, dove lui non poteva neanche accendere un fuoco. Wolfram gli circonda la vita con un braccio, passandosi invece un braccio dell’incosciente intorno il collo, con lo sguardo fisso in quello di Conrad.
“Hai osato puntare la spada verso di lui, me la pagherai conte Weller.”

 
 

  
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