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Autore: slice    10/07/2014    4 recensioni
Gaara, Temari e Kankuro cercano di risolvere problemi internazionali con pazienza, tanta tensione e una mappa.
Quest'intro non è corta di proposito, è che la lunghezza della stessa shot non mi permette di scrivere altro senza svelare tutto. Chiedo venia.
Seconda classificata al "Naruto triangle's contest" indetto da cranium sul forum di Efp.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Kankuro, Sabaku no Gaara, Temari
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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Triangolo scelto: numero dieci - Kankuro, Gaara, Temari.
Note: è corta!

Gemma ametista:
“Quando sono diventato Kazekage”





I nemici degli alleati



Gaara inforca gli occhiali e scruta la mappa con attenzione.
Il silenzio nel suo studio è rotto solo dall'ansimare del chuunin che è corso a dare l'allarme a Suna. Un avamposto al confine con il paese del Fiume è stato spazzato via e lui è l'unico sopravvissuto poiché non era sulla torretta al momento dell'imboscata. L'uomo si era assentato per fare rifornimento al corso d'acqua più vicino, l'esplosione lo ha allertato, le grida dei suoi compagni lo hanno spinto a non fare ritorno. Avvicinandosi più che ha potuto per raccogliere informazioni da riportare, ha scoperto gli shinobi della Roccia intenti a far sembrare l'accaduto opera del Fuoco.
“Puoi andare, ora.” La voce di Kankuro rompe quel silenzio con delicatezza, ma il ninja sembra ancora troppo scosso per accorgersene. Il jounin poggia una mano sulla spalla dell'uomo e ne guadagna l'attenzione, “hai fatto bene il tuo dovere, adesso puoi andare.”
“Questo dovrebbe dirlo Gaara!”
Temari è tesa, la notizia l'ha innervosita e si è scioccata scoprendosi a pensare che, se non avesse avuto conferme che era stato qualcun altro, magari avrebbe davvero creduto che potesse essere opera del Fuoco. Il fatto è che il nemico si è premurato di far girare voce, mesi prima, di una possibile alleanza con Konoha e senza le informazioni di quel soldato il consiglio avrebbe dato per scontato il tradimento da parte della Foglia. La missiva non ha ancora avuto risposta e dall'Hokage tutto tace.
Gaara alza gli occhi dalla piantina senza sollevare la testa, scavalcando l'ostacolo degli occhiali per fissare sua sorella con la fronte aggrottata. Dopo un momento passa a osservare lo shinobi ancora presente nel suo ufficio. Annuisce.
“Puoi andare, ora,” dice, con un tono morbido e un'espressione piatta, “hai fatto bene il tuo dovere, adesso puoi andare.”
Quello rimane un po' lì, colto alla sprovvista dal siparietto nervoso tra i vertici di Suna, ma poi s'inchina ed esce dall'ufficio.
Gaara è già tornato sulla mappa quando Temari sbuffa.
“Ma che hai?” bisbiglia Kankuro, preoccupato per i suoi nervi sempre super tesi.
“Che vuoi che abbia?” ringhia lei, stizzita, poiché l'interessamento del fratello la irrita ulteriormente.
“C'è qualcosa che ti preoccupa, Temari?”
La voce di Gaara è alta e calma e Temari è costretta a deglutire prima di aprire bocca. La sua non è paura, ma sa benissimo che la tensione nell'aria non è solo la sua e questo può voler dire solo che la situazione è davvero delicata come crede. Non rischiano solo di andare nuovamente in guerra, a così poca distanza, ma di commettere l'errore che li renderà prede ancora prima dello scontro. Suo fratello sta infatti guardando l'area interessata ed è sicura che stia calcolando il percorso meno ovvio per essere sul posto all'alba, ma Suna, come altri Paesi, è ancora militarmente debole.
Che cosa abbia in mente la Roccia, tuttavia è abbastanza ovvio.
“Un'operazione del genere richiede tempo e ricognizione, servono informazioni precise, non è possibile che non sapessero dell'assenza del chuunin dal suo posto. Se le voci sull'alleanza con Konoha sono vere...”
S'interrompe un momento, lanciando un'occhiata furtiva al fratello minore, poiché la missiva è stata mandata per accontentare il consiglio e Gaara non era affatto incline a sospettare del loro tradimento. Quando vede che però lui non accenna a riprenderla, prosegue.
“Non avrebbe senso far in modo che la colpa ricada sulla Foglia, come non lo avrebbe lasciar scappare qualcuno che riferisca gli sforzi della Roccia. Questo tipo di confusione è chiaramente per far sì-”
“Che vada là, di persona,” Gaara annuisce, comunicando così che ha preso in considerazione quella mossa.
“Ma è esattamente quello che vogliono!”
“Lo sappiamo, Temari,” dice il Kazegake, con un sospiro, “siamo shinobi anche noi.”
Kankuro trattiene a stento le risa e le sopracciglia della sorella quasi si toccano nel tentativo di incenerirlo con lo sguardo.



Questa è la cresta a est, zuccone, quello è il sud.”
Temari incrocia le braccia al petto e riporta l'attenzione sul fratello con stizza crescente.
“Prima stavo parlando della cresta a sud, infatti,” sbuffa Kankuro, “se smettessi di masticarmi per un momento e ascoltassi...”
“Cosa dovrei ascoltare, calarci dall'alto quando non guardano? La strategia del secolo!”
Gaara sospira, spingendosi gli occhiali sul naso, prima di raccogliere la penna e fare una lunga linea retta sulla mappa che separi la cresta est e quella sud dalla vallata in cui è situato l'avamposto. Poi si schiarisce la gola.
“Né l'una né l'altra, o miei utilissimi consiglieri,” dice, “avete intenzione di iniziare a pensare, prima di cena?”
Kankuro gli lancia un'occhiataccia e borbotta qualcosa sul fatto che lui non stia propriamente vomitando strategie.
Non ha più timore di suo fratello, ma questo non significa che trovi produttivo indulgere nei battibecchi come fa Temari; tuttavia Gaara lo indispone sempre con la sua freddezza nei confronti della sorella, e più di tutto lo irrita quando risponde al suo posto, rendendolo così maggiormente detestabile proprio agli occhi di lei.
“Be'...” concorda invece per una volta Temari, abbastanza seccata da essere pronta a dividere le loro colpe con il fratellino preferito.
In risposta, Gaara alza gli occhi su di lei e assottiglia lo sguardo, costringendola a spostare il suo altrove, cosicché a lei non resta altro da fare che tornare a concentrarsi sulla mappa. In un primo momento la colpisce il fregio d'inchiostro fatto con la penna, ma subito dopo è la simmetria con la linea quasi retta che c'è sul lato opposto della vallata a destare il suo interesse. Avvicina il volto alla mappa per essere certa di non aver visto male e con le dita traccia la linea montuosa a nord ovest della gola.
“Credo anch'io,” le concede Gaara, prendendo a scrivere su un taccuino.
Kankuro si sporge sulla scrivania. La luce del sole quasi perpendicolare del tardo pomeriggio gli rende difficile vedere quello che vedono loro e per colpa di alcuni giochi di ombre, a causa anche del fatto che la mappa è un po' anziana e molto sgualcita, stringe gli occhi nel tentativo di capire.
“Porremo l'unità d'assalto sulla cresta nord ovest e i rinforzi nel bosco ai piedi della collina a sud est,” supplisce Gaara.
“Tutto questo da dove, Sua Grazia?”
Temari lancia un'occhiata irritata a Kankuro, prima di rispondere al posto del fratello.
“Quello era terreno d'estrazione un centinaio di anni fa, useremo le vecchie miniere,” sospira, “tsk, non sai proprio nulla!”
“Grazie, Temari, per offrirci sempre il tuo caldo punto di vista,” dice Gaara, spiazzando la sorella.
“Mh, prego,” mormora lei, confusa.
Kankuro sta per porre un'altra domanda, cercando di ignorare il fatto che ancora una volta il fratello abbia preso le sue difese in modo così sfacciato, tanto più che Temari ha ragione riguardo la sua ignoranza sul territorio al confine con il Fiume, quando la porta si spalanca.
“Gaaraaaaah!” urla Naruto, entrando nell'ufficio del Kazekage esattamente come fa da Ichiraku. “Ho trovato della gente della Roccia, mentre venivo qua e...”
Abbiamo trovato, testa di legno,” bofonchia Uchiha, subito dietro.
Matsuri entra trafelata subito dopo Sakura e Sai, che si inchinano in segno di rispetto.
“Mi dispiace... Gli ho detto di... ma non ascolta... e non aspetta, nessuno... Lui!” si riprende Matsuri, puntando il dito sulla faccia di Naruto, “Non ascolta e non aspetta nessuno e mi fa fare sette rampe di scale di corsa per-”
“Va bene, Matsuri, lascia stare.”
La ragazza rilassa la postura in modo così repentino da suscitare un po' di sconforto anche in alcuni dei presenti, poi rassegnata se ne torna ai suoi compiti, maledicendo jinchuuriki chiassosi.
Gaara in piedi accanto a Naruto, con entrambe le sue mani strette in quelle dell'amico, rivolge finalmente lo sguardo a Sakura; notoriamente e tristemente quella più sana e attendibile del gruppo.
Sakura fa rapporto, ma è con l'aiuto mimico dell'eroe che i vertici di Suna apprendono fino in fondo dove siano stati trovati questi ninja della Roccia.
“Ecco,” bercia Naruto, avvicinandosi alla mappa sulla scrivania, “la vedi questa parte, tutta questa parte?” dice, tracciando con le dita un'area vasta come la città di Suna stessa, “adesso c'è un buco!” E mima l'esplosione emettendo un'onomatopea congrua.
In quel momento Sakura consegna la lettera al Kazekage, cercando di rompere lo stupore generale nel modo meno brusco possibile.
“Questa avrei dovuto sbatacchiargliela in testa!” continua Naruto, indicando la lettera, “Ma li avevo già uccisi tutti, quando mi è venuto in mente.” E fa spallucce.
Gaara sorride e né Temari né Kankuro provano a sgridare il jinchuuriki, visto che non vogliono ricevere occhiatacce raggelanti.







I personaggi e i luoghi non mi appartengono. Avrebbero dormito sedici ore al giorno e bevuto ettolitri di tè, altrimenti.


  
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