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Autore: Hazel_    11/07/2014    5 recensioni
“Innamorarmi io? - le chiese lui ridendo subito dopo - Ma che ti passa per la testa?”
“Si chiamano supposizioni” gli fece presente lei.
“Sono supposizioni sbagliate, tesoro” appoggiò la mano sulla rete di ferro che li divideva e si voltò indietro per sputare un pò di quel tabacco che stava masticando.
“E chi sei, il ragazzo che non troverà mai l’amore?” ribattè Lexi facendolo voltare verso di sè per quelle parole dette.
“Potresti contarci” ghignò Kendall, poi lasciò il cortile e Lexi ancora più perplessa di prima.
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“Ho visto più droga che ragazze nella mia vita, ma quando ho visto te per la prima volta ero tipo: oh merda, guarda Dio che diamine ha fatto.”
-
Doped!Kendall
***
https://www.youtube.com/watch?v=pOj1ddTMiyQ
Trailer youtube fan fiction.
Genere: Azione, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Kendall, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Attenzione: I comportamenti di Kendall e di altri personaggi descritti in questa fan fiction non sono assolutamente da imitare.
Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro,
non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di queste persone, nè offenderle in alcun modo.
E’ tutto frutto della mia immaginazione, perciò cercherò di rendere il meno esplicito possibile l’argomento della droga per evitare che vi urti in qualche modo.
E se siete facilmente influenzabili, questa storia non è adatta a voi.
In ogni caso, buona lettura!



I - Selfish.





 

Lexi camminava per il corridoio silenzioso accompagnata da uno sbirro, con le manette che le davano un tremendo fastidio ai polsi e con l’odore pungente di chiuso dentro al naso.
Era il suo secondo giorno in quel carcere, e Fletcher era andato a trovarla, così lei si stava dirigendo da lui, sperando con tutto il cuore che la potesse tirar fuori di lì.
Il poliziotto aprì la porta di una stanzetta semi-buia, in cui c’erano un tavolo e due sedie, e in una c’era seduto suo fratello, che si alzò non appena la vide arrivare.
“Fletch - disse lei andandolo ad abbracciare - finalmente sei arrivato”
Il ragazzo le sorrise ed annui, poi sospirò pesantemente, così Lexi capì che qualcosa non andava.
“Che succede?” gli domandò sedendosi, e lui fece lo stesso.
“Devo dirti una cosa - le prese le mani e lei lo guardò negli occhi -ho parlato col procuratore, mi ha detto che se vuoi uscire al più presto ti occorre un avvocato”
“Questo lo sapevo - disse Lexi passandosi con nervosismo una mano tra i capelli - ma io sono innocente Fletcher, e tu lo sai bene” 
“Lexi, mi dispiace - sospirò lui leccandosi le labbra - non posso pagare la cauzione per farti uscire adesso, devono prima processarti, e mi servono altri soldi per trovarti un avvocato”
“Fletcher cazzo, io non voglio un avvocato, voglio che tu ti costituisca! - sbraitò la bruna - E’ solo colpa tua se sono quà dentro, e voglio uscire”
“Puoi non fare l’egoista e l’immatura per una volta ed ascoltarmi?” borbottò Fletcher.
La voglia di prenderlo a pedate le era salita così tanto da credere di non potersi più controllare.
“Con quale coraggio dai dell’egoista e dell’immatura a me? - disse Lexi ridendo amaramente - Mi stai prendendo in giro, non è vero?”
Il ragazzo si leccò il labbro inferiore, incapace di risponderle.
“Sai una cosa? Fanculo Fletcher, il tuo cervello è così pieno di sostanze stupefacenti che non hai nemmeno la lucidità per pensare, potevi risparmiare parecchi minuti di questa giornata stando a casa, non perdere tempo ad aiutarmi- sussurrò fiebilmente lei con le lacrime pronte a scendere - sempre se si può definire un aiuto questo”
Si alzò e lasciò la stanzetta seguita dal poliziotto, abbassò lo sguardo ed iniziò a camminare e a piangere silenziosamente, quando all’improvviso andò a sbattere contro qualcuno.
“Bambolina, sta’ attenta” vide il biondo di ieri mattina con un ghigno stampato sul viso e quando incontrò i suoi occhi, subito le lacrime cessarono.
“Muoviti, Schmidt” gli disse lo sbirro tirandolo per un braccio, e lui ricominciò a camminare, senza togliere gli occhi da Lexi, lo stesso fece lei.
Perchè quel tipo la incuriosiva così tanto?





“Kendall, sai che mia madre può tranquillamente farti da avvocato” gli disse Logan; nonostante fosse il più arrabbiato, dispiaciuto e deluso per ciò che il suo migliore amico aveva combinato, era anche l’unico che era andato a trovarlo in carcere.
“Ti ringrazio Logan per quello che fai - gli sorrise il biondo - te ne sono molto grato”
In realtà, non aveva ascoltato per nulla il suo amico: aveva troppo la testa altrove.
Altrove uguale a: la brunetta piangente del corridoio.
“Figurati, sei il mio migliore amico - rispose il moro scrollando le spalle - e poi sai che mia madre è professionalmente il migliore avvocato di Los Angeles, ti farà assolvere in poco tempo”
Speriamo non prima della brunetta, pensò mordendosi il labbro inferiore.
“Ma adesso penso di dover andare” disse Logan controllando l’orologio sul polso.
“Va bene, ci vediamo amico, grazie di nuovo” Kendall gli dette un pugno amichevole sulla spalla, che Logan ricambiò.





“Mi fa paura il modo in cui ti guarda quel ragazzo” sussurrò Vanessa a Lexi, mentre l’inserviente serviva la solita zuppa tutta acqua niente verdure del pranzo.
La bruna si voltò e vide quel tipo seduto qualche tavolo più indietro che la fissava con un sorrisetto sghembo sulle labbra; infondo quella scena le ricordava parecchio il liceo, quando Mason Byers, il capitano della squadra di football di allora, non che suo ex ragazzo, cercava di riconquistarla rivolgendole sguardi e frecciatine che la facevano soltanto incazzare di più: l’aveva tradita con un’altra, tra loro era finita e lui ancora non se l’era infilato in testa.
Solo che quel ragazzo era moooooolto più figo di Mason, doveva ammetterlo.
E in più non era al liceo, anche se avrebbe preferito esserci, piuttosto che stare lì a marcire in un lurido carcere, per giunta anche ingiustamente.
“Se continua così gli verrà una paralisi facciale” esordì Vanessa, facendo ridere una ragazza che le stava accanto, Paige.
“Magari gli piaci” la prese in giro quest’ultima; Paige Adams aveva la sua stessa età, i capelli biondi come il miele, due occhi azzurri come il mare, un piercing al lato del labbro inferiore e un cerchietto al naso, e chissà quanti anni di galera per essere stata complice ad un omicidio.
Questa cosa le metteva i brividi, perchè oltre a lei, tutte le ragazze di quel carcere avevano sicuramente la fedina penale sporca a causa di omicidi, numerose guide in stato di ebbrezza e veri traffici illegali, non fasulli come i suoi, dovuti all’egoismo di suo fratello.
“Vuoi che glielo vadi a chiedere?” proseguì la bionda facendo ridere Lexi ma non Vanessa; lì le battute le poteva fare solo lei.
“E sta’ zitta, mucca” borbottò Vanessa stanca delle sue battutine squallide ed infantili, ma in effetti Paige pareva proprio un bovino svizzero, con quel cerchietto al centro del naso.
“Hey Buckett, non è perchè se hai ucciso la tua compagna d’università puoi fare la simpaticona” la riprese Paige, e Vanessa si trattenne dal tirarle la zuppa bollente fra quei capelli color urina sporchi e crespi.
“Buona Van, buona” la placò Lexi vedendola alzarsi.
“E lasciami, tu” la mora si alzò e si fece riportare in cella dallo sbirro di turno; quella vacca dai capelli biondi l’aveva fatta incazzare, e non poco.





“Francamente non capisco perchè Vanessa si alteri così tanto quando qualcuno che non sia lei faccia ridere le persone - sbuffò Paige seduta su un masso nel cortile, rivolta a Lexi e ad altre due ragazze more, Bobby e Jill, le sue due compagne di cella - insomma, da quando la conosco è insopportabile”
“Secondo me è bipolare” intervenne Jill palleggiando col pallone da basket fregato da sotto le chiappe di Bobby.
“Ragazze - sussurrò Lexi - io sono sua amica...potremmo parlare d’altro?” domandò loro, e le tre si guardarono perplesse e scoppiarono a ridere.
“Si vede che sei nuova, cara Lexi” ridacchiò Paige.
“E tu si vede che sei una stronza patentata - biascicò Vanessa arrivando in cortile - ti prendi gioco di lei solo perchè non è una stronzetta che ti regge il gioco quando mi sfotti”
A quel punto si alzò un coro di “oooooh” da parte di Bobby e Jill, che assistevano alla scena circondando Paige, mentre Lexi era già pronta per intervenire.
La bionda si alzò e rise, poi scosse la testa.
“Stronza a chi, eh?” con entrambe le mani prese i capelli di Vanessa e li iniziò a tirare, mentre tutte le ragazze si erano avvicinate formando una cerchia, gridando e fischiando, e i ragazzi si erano accalcati alla rete che li divideva dalle femmine, per guardare chi vincesse quel match.
Ovviamente Vanessa reagì, iniziando a tirare spintoni e pugni a Paige, che non accennava toglierle le mani dai capelli.
Vedendo tutto quel baccano, tre sbirri si avvicinarono e fecero dividere le due, poi furono portate dentro, e messe in isolamento per due giorni.
E fu così che Lexi rimase senza una compagna di cella.
“Tornate a fare quello che stavate facendo - disse lo sbirro capo del blocco - non c’è niente da vedere”
La bruna si rimise a sedere nel solito punto di prima, solitaria come sempre; non si era nemmeno unita a Jill e Bobby, ormai aveva capito che era meglio stare lontana da quei corvi del malaugurio e della malasorte.
“Hey, brunetta” sentì una voce roca dall’altra parte della rete, così alzò lo sguardo e si guardò intorno, per vedere da chi provenissero quelle parole.
“Sono di quà” Lexi si voltò in quella direzione e vide il ragazzo biondo della mensa che le faceva cenno con la mano di avvicinarsi, ma lei rimase al suo posto.
“Dai avvicinati, mica avrai paura” ridacchiò quel ragazzo, così Lexi si alzò.
“Io n-non ho paura” balbettò grattandosi il braccio con nervosismo.
Certo come no, non ci credeva manco lei.
“Io sono Kendall, babe” le disse prendendo qualcosa dalla tasca logora della tuta arancione per poi infilarsela in bocca, disgustoso.
“Cosa?” disse lei con voce stridula, continuando a fissare ogni singolo movimento del ragazzo che aveva di fronte: era alto, biondo, carino e con uno strato leggermente più folto di barba, rispetto al giorno precedente.
“Dimmi il tuo nome” le ordinò lui, non togliendole gli occhi di dosso.
“Lexi” gli rispose ingoiando quel groppo pesante che aveva in gola.
“Lexi - ripetè lui annuendo con la testa - ti ho vista piangere stamattina, il fidanzato è venuto a trovarti e ti ha lasciata?”
Certo che quel ragazzo era proprio la stronzaggine maschile in persona: la femminile era Paige, come aveva detto Vanessa.
Lexi pensò che arrabbiarsi e discutere con quell’energumeno sarebbe servito a poco e a niente, così fece un respiro molto profondo e tornò a calmarsi.
“Era venuto a trovarmi mio fratello” gli rispose, di sicuro non gli avrebbe detto la verità.
“E ti sei innamorata di lui” ghignò masticando quella roba che teneva in bocca.
Ma che era pazzo?
“E tu invece ti sei mai innamorato?” gli chiese Lexi così dal nulla, sperando di farlo tacere.
“Innamorarmi io? - le chiese lui ridendo subito dopo - Ma che ti passa per la testa?”
“Si chiamano supposizioni” gli fece presente lei.
“Sono supposizioni sbagliate, tesoro” appoggiò la mano sulla rete di ferro che li divideva e si voltò indietro per sputare un pò di quel tabacco che stava masticando.
Lexi fece una smorfia di disgusto e non capì come potesse averne lì in prigione, di tabacco.
“E chi sei, il ragazzo che non troverà mai l’amore?” ribattè Lexi facendolo voltare verso di sè per quelle parole dette.
“Potresti contarci” ghignò Kendall, poi lasciò il cortile e Lexi ancora più perplessa di prima.
Quel ragazzo era veramente strano ed insopportabile.





Passarono due giorni, così come passò l’isolamento di Paige e Vanessa, che tornò in cella con Lexi, e per fortuna prima che quest’ultima iniziasse a soffrire di attacchi di solitudine.
“Stronza, ti sono mancata?” le domandò Vanessa abbracciandola.
“Da morire - rispose Lexi ridacchiando - ho da raccontarti una cosa”
Entrambe si sedettero sul letto di Vanessa ed aspettarono che la guardia se ne fu andata, poi incominciarono a parlare.
“Dopo che gli sbirri avevano portato via te e Paige, il tipo della mensa mi ha chiesto di avvicinarmi” iniziò Lexi, e Vanessa la guardò con due occhi che sembravano fessure.
“Wo-oah, la stronza ha fatto conquiste! - esordì spintonando leggermente Lexi, che subito si mise a ridacchiare - E poi?”
“E poi si è presentato, ha voluto sapere il mio nome e ha detto di avermi vista piangere nel corridoio, quando Fletcher è venuto a trovarmi, perciò mi ha chiesto se era per via del mio fidanzato - si soffermò per riprendere aria - e sinceramente le sue domande mi innervosivano, perciò gli ho chiesto se lui si era mai innamorato, così ha iniziato a dire che erano sciocchezze, ed infine se n’è andato”
“Però, suscettibile il tipo” ammiccò Vanessa.
“Già, e la cosa più strana era il fatto che avesse del tabacco con sè, insomma quì è viet...” ma prima che potesse finire la frase, la mora la interruppe.
“Del tabacco? Cazzo Lexi, portami a far conoscere quel tipo, anche io voglio qualcosa da masticare” si alzò in piedi e si mise la mani nei capelli, con fare nervoso.
“Hey, non sapevo che tu fumassi” le disse Lexi.
“Sì, invece - ribattè Vanessa - sniffavo e prendevo le pasticche, ero una completa drogata, i medici dicono che sono andata fuori dai gangheri per questo”
Lexi rimase sconvolta; insomma, sapeva che Vanessa non era una tipa da poco, che aveva problemi mentali, che era ribelle, dura e che aveva ucciso una ragazza, ma non pensava che fosse la copia femminile di suo fratello.
“Lexi - la mora si rimise a sedere e si leccò le labbra - quando ci siamo raccontate le nostre storie a vicenda, non ti ho detto la verità. In realtà, ho questi disturbi psicologici dal penultimo anno di liceo, quando presi per la prima volta le pasticche, e lo feci per rimanere sveglia la notte per studiare, durante gli ultimi tre mesi di scuola, ma mi promisi di non rifarlo mai più”
Lexi l’ascoltava e la guardava attentamente, lo trovava interessante.
“Però poi a fine estate ci ricaddi, quelle pillole mi piacevano, prendere quelle era come prendere delle caramelle normali, e più ne prendevo più mi veniva la voglia - si soffermò e si inumidì la lingua con le labbra - ma poi un mio amico mi passò un po’ di cocaina ed iniziai a sniffare, poi passai alla marijuana, all’eroina e...insomma hai capito, diventai una drogata vera e propria”
La mora guardò Lexi in viso, che ancora non riusciva a credere alle parole dell’amica, che nel frattempo era scoppiata in un silenzioso pianto disperatorio.
“Mi dispiace, non dovevo mentirti - singhiozzò abbracciandola - sei stata sincera con me, e io non lo sono stata abbastanza”
“Ma no, tranquilla - le disse Lexi accarezzandole i capelli - è tutto finito Vanessa, adesso ne sei uscita, non ricaderci, ti prego”
Infondo, quelle erano le parole che avrebbe tanto voluto dire a suo fratello, che in quel momento odiava così tanto, per non averla salvata; però le stava dicendo a Vanessa, a cui stava iniziando a volere bene come ad una sorella, sorella che in fin dei conti era molto pericolosa.
“Ci sono io, adesso”



 
Ciao!
Eccomi quì con il secondo capitolo di questa fan fiction :)
Sono contenta delle prime 4 recensioni per il prologo: so che sembrano poche, ma come inizio per me sono più che buone ahahah
Mi preoccupa un pò questo capitolo, perchè l
’ho postato dopo due settimane, ed in più è anche corto, spero possiate perdonarmi.
Ci tenevo a dirvi che la fan fic terminerà al decimo capitolo (compresi prologo ed epiologo), ma se mi assicurate che vi piacerà, allora potrei scrivere l’altra storia sui BTR che ho già pronta!
Anyway, nel capitolo abbiamo visto un’altra comparsa: Paige, che è interpretata da Taylor Momsen, e subito ha mostrato a Lexi il suo odio verso Vanessa lol
A proposito, che ve ne pare di Vanessa?
Secondo voi ricadrà nella tentazione della droga e del fumo, che le hanno causate problemi psicologici?
Ditemelo pure nelle recensioni :)
E poi, di Kendall e Lexi che ne pensate?
Io -personalmente- shippo già Kexi, o Lendall, come preferite ahahah ;)
Adesso vado, vi lascio con le foto di Vanessa e Paige, giusto per farvi vedere chi sono, con il link del trailer e con i link delle mie storie sui oned, una il sequel dell’altra: se ci sono Directioner passate pure se volete, non mordo!
A presto, un bacione!
Schmidt.




 
Paige:




Vanessa:




 
   
 
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