Revenge
[…
Zia Petunia, che aveva sepolto il viso nel
fazzoletto, al tonfo si riscosse. Era chiaro che non si era aspettata
di
ritrovarsi sola con Harry. Ficcò rapida il fazzoletto umido
nella tasca,
balbettò: <
<
Lei si fermò e si voltò. Per un istante Harry
ebbe la curiosa sensazione che
volesse dirgli qualcosa; gli rivolse uno strano sguardo tremulo e parve
esitare, ma poi, con un piccolo scatto della testa, seguì in
fretta marito e
figlio. …](Harry
Potter e i Doni della
Morte – J.K. Rowling)
Salì
in macchina, con un turbine di
pensieri per la testa. Qualcosa dentro di lei -
di profondo… nascosto
nell’oscurità del suo cuore – si era
smosso e
voleva farle esprimere la sensazione che da anni soffocava.
Sì, perché lei anni
fa aveva deciso di sopprimere gran parte dei suoi sentimenti, delle sue
paure
e, soprattutto, dei suoi desideri.
Eppure avrebbe voluto urlare ad Harry, quelle parole che ancora non si
erano
neanche formate del tutto nella sua testa. Lei, che non poteva fare
niente… lei
che non era un mostro. Lei, che era la normalissima Petunia Evans in
Dursley,
non poteva fare niente. Però
quel
ragazzo poteva. E avrebbe voluto urlare in quel momento, mentre erano
da soli, nella
sua immacolata cucina. Anzi… ormai non più sua.
In quel momento erano solo lei
e Harry, mentre lo guardava fisso negli occhi di colei che, da quasi
tutta la
vita, detestava . -
Davvero? Davvero la
detestavi? – le sussurrò quel
‘qualcosa’ di poco prima.
Un magone le salì alla gola, insieme al groviglio delle cose
non dette, dei
sentimenti e desideri inespressi, che le fece quasi venire voglia di
piangere.
Ma soppresse anche quello, era diventata troppo brava per lasciarsi
andare
proprio ora. Ma dentro di sé, quel pensiero era nato, era
germogliato,
insidiandosi nel cervello e nell’anima, spingendo contro di
lei, facendole
nascere una piccola speranza. Odiosa, odiosa speranza.
Perché provava tutto
ciò? Perché, nonostante tutto voleva…
Cosa voleva? E lo voleva davvero? Certo… perché
quel sangue era più forte.
‘Vendica la sua
morte…’
Vendetta.
Era questo quello che stava cercando disperatamente di uscire dalle sue
labbra,
mentre guardava il nipote. Ma era davvero solo il sangue? O il
pentimento per
la sua assenza? Cosa aveva provato quando era morta? Il sentimento fu
soffocato
e soppresso così in profondità da essere stato
persino dimenticato. Quasi le
venne voglia di indagare sé stessa.
Ma lei era Petunia Dursley. E la solita, normale, non mostro, Petunia
Dursley
era troppo brava a sopprimere i propri sentimenti, per farlo. E
così, oltre che
la sua vecchia casa, si lasciò alle spalle anche quella
parte del suo passato.
[353
parole]
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Salve!
è una vita che non scrivevo una fanfiction! E mentre leggevo
per l’ennesima
volta Harry Potter, mi è nata quest’idea
(malsana?)!
Mi sono chiesta: cosa stava per dire Petunia ad Harry prima di
andarsene per
sempre? E la risposta mi è subito sorta spontanea:
è impossibile che davvero
non volesse più bene a sua sorella…
Chissà cosa deve aver provato quando è
morta… Sicuramente vorrà dire a Harry di
distruggere quel mostro.
Ma non ne ha avuto il coraggio, o forse ormai, era troppo tardi per
lei. Quei
sentimenti erano troppo sommersi dall’odio e
dall’invidia per riuscire a venir
fuori.
Povera Petunia… Se dovessi paragonarla a qualcuno,
probabilmente sarebbe la
Wicked Witch of the West. La Perfida strega dell’Ovest, del
Mago di Oz.
è un personaggio tanto facile da odiare quanto difficile da
capire… e chissà se
ci sono riuscita?
Voi che ne pensate? ^_^ intanto vi ringrazio per averla letta!
Alla prossima!
*-._Kalie_.-*