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Autore: nals    12/07/2014    1 recensioni
Il suo biascicare incomprensibile sa tanto di "non rompermi le scatole" o "chi sei tu?". Si gira dall'altro lato lasciandoti a fissargli le spalle strette.
Genere: Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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"Oddio, hai visto? Guarda! ehi!... Guarda!"
Il suo biascicare incomprensibile sa tanto di "non rompermi le scatole" o "chi sei tu?". Si gira dall'altro lato lasciandoti a fissargli le spalle strette.
"Senti. Facciamo che te le racconto domani okay? Le stelle. Idrogeno e fusione nucleare. Okay?"
"..."
"Dormiente?"
"..."

Che poi vorresti solo che le cose fossero più semplici. Vorresti che lui fosse più felice di così. Perché sì, perché magari ti sei riscoperta egoista. 
Perché avresti la prova che il mondo non sia tutto questo schifo, che ci sarebbe spazio per tutti i suoi figli. Proprio non lo capisci, il mondo fuori. Lui e le sue paure del cazzo. 
Eppure ci hai provato così tante volte.
Non hai grossi problemi d'immedesimazione. Vesti i panni altrui con assoluta facilità; così, per provare a capire cosa si provi. E sei cresciuta tanto in questo giro di scampoli di stoffa e camerini (ma quelli del mondo... beh, i suoi stringono troppo).
Dopo anni di cecità autoimposta o geneticamente trasferita, ti sei scoperta empatica e fottuta. Perché la fregatura, come i due punti d'orlo sfilato nella roba da grande magazzino, è coattiva. 
Anche l'ignoranza massificata è coattiva, e s'accresce come l'alto tasso di tumori nella vostra regione e c'è gente che continua ancora a voler far soldi. Per chi? Per cosa?
Dicevi: fottuta. Già. Finisci per giustificare tutto e tutti; perché: "forse non e' andata così"/ "forse son io. Sono io. Sono sempre io"/ "Io e i miei errori di valutazione."/ "L'inamovibile convinzione che tutto dipenda e dipenderà sempre da me; io, io, io."/
"Ridiamoci insieme, ti va?".
Come per quello: "adesso studio, adesso", che più passa il tempo più trovi ridicolo.
Ridicolo, anche, è il modo di aggrapparsi con ingiustificata ostinazione a idee e situazioni e modi ( e persone); impantanarvisi. 
Guadagnarci in sola immobilità, schermandosi dietro alla definizione enciclopedica e passivamente teorica di coerenza. 
Che tu ci credi nella coerenza. 
Ma i coerentemente stronzi non riesci proprio a farteli andare bene, oh. Sei per la coerenza bella e genuina, invece. Di quelli che non corrono mentre il mondo corre, ma solo perché non è il momento. 
Perché bisogna, è giusto camminare. Non conveniente, no. Giusto.
Ecco, sei per la coerenza giusta, tu. 
Giusta.

E hai paura. Non di quella che ti fa ammutolire prima d'ogni esame; di quella paura da "non ho più pensieri miei" o "mi si son sfasciate le cuffie. Ancora", piuttosto.
Vorresti vederlo più felice di così.
Ché lo saresti anche tu. Ché la bellezza vera esiste e non va bene coprirla di bugie e omissioni. 
Vorresti che il mondo fosse meno insensibile e puritano di così. Ché non c'è motivo di prendersi per il culo. 
E' meravigliosamente facile visualizzare bene; e non serve il doppio obbiettivo d'uno smartphone che costi quanto buona parte dei libri che un giorno faranno da parete al mondo tuo. Tuo. 
Come il Respiro. Un giorno glielo presenterai, il tuo Respiro. E riderete insieme, della tua stupidità da ventenne bambina che non sa ancora quali scarpe indossare su per le salite.
Vorresti guardarlo mentre ascolti suonare la serenità e l'amore al piano. Tutti i giorni, per tutti i giorni felici della sua vita.


"Oh, dio.
Che m'hai messo nel bicchiere?"


"Facciamo che te le racconto domani, okay? Le stelle. Idrogeno e fusione nucleare. E tu mi racconterai ancora com'è il resto. Che io non lo so.
Io, che gli soffio addosso e 'nessuno' mi sente."

   
 
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