Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
Segui la storia  |       
Autore: lunadelpassato    12/07/2014    5 recensioni
E se Anna non fosse mai andata a cercare Elsa?
La vera storia della Regina delle Nevi. Solo un' atto di vero amore scioglierà un cuore di ghiaccio.
Genere: Drammatico, Thriller, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Anna, Elsa
Note: Otherverse, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Lo sapeva. Cristo, se lo sapeva. Non doveva lasciarli andare via così facilmente. Avrebbe potuto sguinzagliarli dietro i suoi peggiori mostri di neve o avrebbe potuto gelargli il cuore, avrebbe potuto ucciderli! E invece no, li aveva lasciati andare.

 

La regina delle nevi camminava nervosamente avanti e indietro per la sala principale del castello di ghiaccio. Aveva appena ricevuto una notizia sconvolgente da parre di una delle sue sentinelle segrete posizionate a palazzo. Sua sorella sapeva che era viva.

Elsa non voleva vendetta né tantomeno il trono di Arendelle, voleva solo essere lasciata in pace, e adesso invece sicuramente quella reginetta faccio-la-prima-cosa-che-mi-passa-per-la-testa di sua sorella minacciava di fare la cosa per cui era taaanto rinomata.

 

Cioè fare per l'appunto quello che le passava per la testa. E se Elsa conosceva abbastanza sua sorella, allora voleva dire che presto Anna si sarebbe fiondata al suo castello con un' intero esercito per romperle le scatole con domande insulse e per ucciderla.

 

Tale usurpatrice qual'era, cosa poteva fare per tenersi il suo regale sedere posato nel trono rivestito di raso? Elsa non lo sapeva, ma lo immaginava. Ancora piena di sgomento sedette sul trono di ghiaccio che si era auto-costruita. Altro che raso! A lei spettava solo ghiaccio duro e una manciata di neve buttata sopra a mo' di cuscino.

 

Con un gesto scocciato lanciò la mano nell'aria e nello stesso istante con un sibilo una freccia ghiacciata andò a schiantarsi un pelo sopra la porta d'ingresso. Nonostante il rancore e la rabbia che Elsa possedeva contro ogni creatura umana, era sempre stata aperta.

 

Forse aspettava soltanto che qualcuno la cercasse, la trovasse e la riportasse ad Arendelle, o forse semplicemente era stufa di dover tenere sempre la porta chiusa quando viveva ancora nel suo regno.

 

La regina cominciò a torturarsi le mani. Si, in effetti aveva sempre rimproverato alla sorella il fatto che non fosse mai venuta a cercarla, più che il fatto che il regno fosse passato a lei.

-Per me potrebbe essere anche la regina del mondo. Ho sempre pensato che fosse l'unica persona che mi capisse, anche se evidentemente mi sbagliavo di grosso.

 

Aveva tenuto una sola cosa in ricordo della sorella: la treccia. Anna adorava quando da piccola Elsa si faceva la treccia. Era nel suo ricordo che si era disfatta la crocchia, subito dopo aver costruito il castello in cui ora abitava, e nel ricordo della speranza inutile di essere a cuore a qualcuno che l'aveva tenuta sino a quel momento. Ora la speranza l'aveva totalmente persa.

 

Con un gesto rabbioso creò una lama di ghiaccio dalla mano sinistra e con uno sguardo pieno di tante cose si mise a rimirarla. Il suo riflesso la guardava.

-Non si può tornare indietro. Quando smetti di sperare per davvero? Ora lo so. Smetti di sperare quando ti convinci di non avere più nulla in cui credere.

 

La mano prese a tremare. Non voleva uccidersi, no. Non voleva dare quella soddisfazione alla sua sorellina. Voleva solo dimostrare a tutti che aveva perso la cosa più importante. Si prese con la mano libera la treccia candida.

 

Con l'età era diventata più lunga e più regale e le dava una certa aria da essere mitologico (quello che in effetti era diventata).

 

Non era facile separasi da tante delusioni che le ispirava. Si ritrovò a pensare a tutte le sconfitte che aveva avuto nella sua vita da quando era al mondo, e questo le diede la forza necessaria per compiere un gesto tanto aspro. Con un solo colpo preciso tagliò l'unica cosa che ancora la legava alla famiglia.

 

-Marshmallow?

Il gigante di neve si presentò al cospetto della sua regina. Era abbastanza vecchio per sapere che l'ultima luce di giustizia si era spenta negli occhi della donna che aveva davanti. Lei gli porse qualcosa di lungo e intrecciato.

-Falla sparire. Subito.

Il golem si affrettò a prendere l'oggetto che Elsa gli porgeva. Appena capì di che cosa si trattava, per poco non gli venne un colpo, ma si inchinò e andò a buttarla nel dirupo sotto il castello come gli era stato comandato.

 

-Ora sapranno cosa vuol dire lasciarlo andare.

La regina uscì fuori dal castello di ghiaccio. Nell'aria del tramonto, la vasta distesa di neve perenne che ricopriva la cima della sua montagna brillava di luce propria. Elsa schioccò le dita e alla luce rosata si aggiunsero piccoli barlumi scintillanti di fiocchi di neve. Un leggero vento soffiava favorevole.

 

Le braccia della regina ripetevano lo stesso gesto da ormai una decina di minuti. Ad ogni nuovo gesto un piccolo cumulo di neve prendeva la forma di un soldatino di stagno formato gigante, così che a quel punto si ritrovava ad avere ormai un piccolo esercito.

 

Probabilmente erano le creature più mansuete che aveva mai creato (a parte la primissima creatura, che portava ai tempi il simpatico nome di Olaf), e questo perché il loro ruolo era marginale rispetto alla guerra che sarebbe venuta poi.

 

-Andate verso i confini più settentrionali di Arendelle e lì distruggete tutto quello che incontrate.

Questo era l'unico ordine che Elsa impartì alle creature, che in tutta risposta si inchinarono meccanicamente e partirono alla volta della Scala, unico collegamento tra il regno di Elsa e quello appartenente alla sorella.

 

La regina pensava così di distrarre la sorella dall'idea vana di venirla a cercare. Dopo i soldatini di neve sarebbero arrivati i suoi fedeli mostri silenziosi, e dopo loro... non c'era da preoccuparsi più di regni con il nome di Arendelle.

 

Il suo Regno di Ghiaccio si sarebbe esteso fino al fiordo.

 

Mentre i soldatino di Elsa erano ancora allo stadio di creazione, Anna si trovava ormai a metà strada. I due bambini le facevano da guida dalla groppa del cavallo migliore che fosse mai entrato nelle scuderie reali, mentre lei gli seguiva a cavallo di Sven, la renna più mansueta e curata del reame.

 

-Non vedo l'ora di chiarire con mia sorella, - aveva confidato ai bambini la sera prima,

-Merita di sapere la verità.

Kai la descriveva ora come una donna che aveva solo bisogno di amore, mentre ad Anna ronzavano in testa le parole che una volta aveva letto: solo un atto di vero amore scioglierà un cuore di ghiaccio.

 

Era ancora valido il tempo degli atti d'amore? Oppure il ghiaccio residente nel cuore della sorella era ormai perenne? Anna non sapeva come rispondersi. Riusciva solo a cavalcare mesta sulla renna, pronta a recarsi a fare una cosa che avrebbe dovuto fare tanto tempo prima. Troppo tempo prima.

 

L'esercito di soldatini arrivò in città. I loro corpi erano di soffice neve, ma le loro lance erano di ghiaccio scintillante e mortale. Distrussero i confini di Arendelle, come dettato dalla loro regina, ma non toccarono una vita umana: avevano imparato a loro spese di dover prendere alla lettera le parole di Elsa.

 

La popolazione si rifugiò sempre più all'interno finché non restò un solo luogo al sicuro da quelle creature glaciali, e quel luogo era il castello. Kristoff non ci pensò due volte a fa entrare tutti quelli che ci stavano dentro al palazzo, e a che quando sembrava pieno continuava a far entrare le donne ed i bambini, pregando gli uomini di combattere per le loro famiglie sotto la sua guida.

 

Scoprirono così che le creature ignoravano le creature viventi e si limitavano ad abbattere case ed ogni oggetto che passava loro sotto tiro.

-Non possiamo combattere contro esseri che non vogliono farci del male. - urlò Kristoff.

Tutti gli uomini erano d'accordo con lui, così tornarono al castello, posizionandosi sopra le spesse mura di protezione per lasciare più spazio alle loro famiglie e fare la guardia.

 

Passò la notte di veglia e la mattina servì loro per riposarsi. I soldati se n'erano andati da pochi minuti dal regno, lasciando dietro di loro una scia di distruzione totale e di famiglie senza più una casa. Precisamente nessuno aveva una casa agibile.

 

Il cielo prometteva neve.

 

Le ci volle un po' per capire che quella che aveva davanti non era un'illusione ottica. Davanti alla regina Anna si stagliava limpida nell'aria del primo pomeriggio una scala fatta interamente di ghiaccio. La forma era sinuosa e perfetta, tanto che nemmeno una squadra intera composta dai migliori scultori del regno avrebbe potuto creare una meraviglia del genere.

 

-Ha fatto tutto lei? - chiese stupefatta ai bambini. Kai annuì.

Anna scese da Sven e aiutò i bambini a scendere dal loro cavallo, per poi avvicinarsi alla scala e accarezzare il freddo materiale, ipnotizzata dal fascino magnetico del ghiaccio. Sapeva di essere vicino a sua sorella.

 

Attraversarono la scala lentamente e stando attenti a cadere il meno possibile. Kai scivolò al tredicesimo gradino, ma Gerda con una mossa fulminea aveva evitato la caduta. Anna intanto faceva strada.

 

I golem di neve si nascosero a poche ore dal confine con Arendelle. Non era ancora tempo.

Degli uomini un terzo aveva rimontato la guardia al castello, mentre il restante era intento a recuperare il recuperabile dalle case distrutte. Kristoff faceva parte di questi ultimi.

 

Trovò un cuscino a forma di fiocco di neve ed un ciondolo: tutto il resto era rotto o polverizzato. Anche il bottino degli altri non fu migliore. Quando tornarono al castello decisero di abbandonare quella terra. Fu decisa la fine di Arendelle.

 

Elsa piangeva. Lacrime agrodolci le scendevano lungo le guance e diventavano ghiaccio che le si appiccicava alla pelle. Era stato Marshmallow, l'unica sua creatura vivente in grado di parlare ad avvisarla.

 

Anna era alle porte del castello di ghiaccio. Era nel suo regno, pronta a chiederle perdono, a scusare il suo comportamento idiota di tanti anni prima. Elsa non era pronta a ricevere le scuse e probabilmente non lo sarebbe stata mai.

 

Entrò nell'ala superiore del suo castello con passo rabbioso. Quasi ricordava quando, tanti anni prima, aveva provato a perdonare Anna, aveva provato a riprendere il controllo sui suoi poteri, ma l'unica cosa che era riuscita a fare erano delle piccole stalattiti che ancora quel giorno ricoprivano il soffitto.

 

-Non è lei che deve delle scuse a me. Sono io che le devo a lei.

Sarebbe bastato uno schiocco di dita e quelle stalattiti sarebbero cadute sopra di lei, rendendola cibo per vermi in pochi istanti. Quello schiocco non ci fu mai.

 

Anna esitava. Bussare o non bussare? Questo è il dilemma. Alla fine decise per la prima opzione, e la porta, come per miracolo, si aprì sotto le sue nocche.

-Aperta? Mai successo. - si sistemò il vestito regale togliendo la neve che si era accumulata, poi ringraziò i bambini e gli disse di aspettare fuori. Loro annuirono, ma in realtà non ubbidirono ad Anna: appena videro la sua figura sparire inghiottita dal castello fecero le scale a ritroso e una volta sopra il cavallo (la renna non voleva saperne), scapparono via.

 

La stanza era bellissima. Di ghiaccio erano le pareti, il pavimento, perfino una piccola fontana interna era dello stesso materiale. Anna notò molte statue di ghiaccio. Rappresentavano perlopiù mostri di neve di tutte le misure, ma fu una ad incuriosirla davvero.

 

Un piccolo pupazzo di neve cristallizzato la fissava con occhi dolci. Sembrava essere ancora vivo sotto lo strato di ghiaccio che ne faceva di lui una statua. Ancora? Anna scosse la testa. Un conto era vedere con i propri occhi la sorella creare il ghiaccio il giorno dell'incoronazione, un' altro era credere che le sue creature di neve fossero dotate di vita.

 

Trovò un nome per il piccolo congelato.

-Olaf- sussurrò sorridendo. Non sapeva da dove le spuntasse quel nome. Si rese conto più tardi che al contrario sarebbe stato “Falò”, cioè “grande fuoco”, veramente l'opposto per un pupazzo di neve.

 

Il ghiaccio attorno a lei era sempre più blu. C'era solo un modo per avere la felicità di Anna una volta per tutte, finalmente l'aveva capito. Elsa conosceva il prezzo da pagare per non destare in lei preoccupazioni.

 

La verità era che per tutto questo tempo aveva aspettato lei. Anna, così innocente da volere la sorella con sé e da credere ancora in lei dopo quello che aveva fatto. Non poteva ingannarla di nuovo, doveva mettere fine alla sofferenza di sua sorella.

 

-Voglio soltanto che sia felice. - sussurrò la regina delle Nevi. Si inginocchiò al centro della stanza.

Sopra di lei, un bellissimo lampadario simmetrico di ghiaccio ondeggiava lentamente ma innocuo. Il peso del gesto che stava per fare la opprimeva.

 

-Dopo nessun peso mi schiaccerà più. Devo farlo solo per lei. Per Anna. - cercò di convincersi. I capelli, candidi e corti dopo il taglio della treccia, le ondeggiarono lenti mentre il braccio sinistro della regina si alzava lento e tremante.

 

-Elsa?

Anna chiamò la sorella tre volte in tutto il tempo che restò al castello di ghiaccio. Quella fu la prima. L'eco le rispose beffardo da ogni centimetro delle pareti di fronte a lei. Avanzò di un passo, trovandosi davanti a lunghe scale a chiocciola.

 

-Non sei un mostro – sussurrò nella solitudine.

 

Nel palmo di Elsa, un nugolo di piccoli cristalli di neve volteggiarono per un' attimo, prima di unirsi candidi in un' oggetto di ghiaccio più sottile ad un'estremità e più largo nell'altra. Era ruvido per non scivolare via dalla mano nel momento più importante.

 

Anna saliva le scale. I suoi passi leggeri da regina echeggiavano per tutto il castello, creando in Elsa un'agitazione che, stranamente, non ebbe conseguenze nel piano temporale. La temperatura rimase costante.

 

Rimirò il pugnale di ghiaccio che teneva stretto nel palmo tremante. Una lacrima leggera le scivolò via agli occhi, ma non se ne curò. La lacrima scese giù per la sua guancia senza ghiacciarsi, per poi cadere per terra liquida e calda. La prima e ultima lacrima calda di Elsa.

 

Impugnò il pugnale con entrambe le mani, poi chiuse gli occhi per non vedere cosa sarebbe successo. La luce che emanava il castello rendeva ogni cosa all'interno del colore del cielo, come se sapesse già cosa stesse per succedere.

 

Prese un respiro profondo, poi si assicurò che il pugnale puntasse dritto al suo cuore. Solo per Anna, pensava ossessivamente, solo per mia sorella. Il suo cervello diede l'impulso ai muscoli delle braccia di comprimersi in uno scatto fulmineo. Elsa poté sentire ogni singola fibra dei muscoli interessati contrarsi, perfino l'impulso nervoso che arrivava a destinazione le sembrò assordante.

 

Il pugnale affondò nel petto della regina delle Nevi.

 

Sentì un bruciore terribile che dal cuore presto si espanse a tutto il petto. La sensazione fu tale che l'espressione di Elsa mutò completamente, con gli occhi strabuzzati e la bocca aperta in una vocale che non fu mai pronunciata.

 

Il mondo si stava oscurando. Cercò inutilmente e istintivamente di tirare fuori dal suo corpo l'oggetto causa di quell'insopportabile bruciore, ma dovette arrendersi quando capì di non avere abbastanza forze per il gesto. La sua vita scorreva via veloce come il sangue sempre più copioso dal suo petto.

 

Sentì i muscoli rilassarsi e il suo cuore emanare l'ultimo, solitario battito.

L'ultima cosa che udì fu il tonfo del suo corpo nel ghiaccio. Poi il buio.

 

Anna sentì il tonfo mentre saliva gli ultimi gradini. Accelerò il passo, certa che sua sorella la stesse spiando o la stesse aspettando per poi abbracciarla o per tenderle un' agguato e ammazzarla. Non le importava più vivere o morire: voleva solo rivedere Elsa. Si appoggiò due secondi alla colonna per riprendere fiato, poi si affacciò nella stanza che vedeva davanti a sé.

 

L'ultima chiamata esplose dalle sue labbra come una bolla:

-Elsa?

L'accenno di sorriso si spense sulle sue labbra. La sorella era coricata al centro della stanza. Dalla posizione in cui era, si poteva intuire che fosse in ginocchio e che fosse svenuta improvvisamente lasciandosi cadere nel pavimento congelato. Ma Anna osservò tante cose insieme.

 

L'odore di sangue si faceva sempre più forte mentre la pozza rossa che si allargava nel ghiaccio dal corpo della regina la diceva lunga sul suo stato. Anna poté vedere anche la punta di un' oggetto appuntito che sporgeva dalla schiena di Elsa. Era trasparente ma ricoperto di sangue chiaro.

 

-Attenta!

Elsa creò con un lieve gesto incerto delle dita un nuovo cumulo sotto la furia che era sua sorella.

Non pensava a cosa era giusto o cosa poteva fare male: a lei interessava solo giocare. Anna saltava strillando da un cumulo all'altro. Elsa non l'aveva mai vita così felice.

Elsa scivola nel ghiaccio. Sente il pericolo, quasi vede sua sorella schiantarsi contro il nudo pavimento. Subito punta le dita verso la sorella, che cade a terra lo stesso, ma con una piccola striscia bianca tra i capelli.

-Anna?

 

Quando Elsa aveva deciso di sacrificare la sua vita per la felicità della sorella, il cuore le si era scongelato. Tutto il ghiaccio accumulato in anni di dolore era scomparso. Quindi Elsa era morta felice, dimentica di tutti gli incidenti che erano passati nella sua vita.

 

Ricordava solo quell'ultima scena, la scena in cui giocava tranquilla con la sorella, ma non ricordava la fine. Non ricordava l'ultimo cumulo di neve fallito, né la sorella che cadeva a terra. I suoi ricordi finivano lì, all'improvviso, come se fosse morta bambina mentre scivolava nel ghiaccio da lei stessa creata.

 

-Solo un' atto di vero amore scioglierà un cuore di ghiaccio – sussurrò dentro di sé, mentre anche gli ultimi neuroni affaticati si spegnevano pacifici.







Ecco il secondo ed ultimo capitolo. Riconosco che questo genere di storie non è certo il più apprezzato tra i fan di Frozen, ma mi sembra un po' indecoroso non regalarle nemmeno una piccola recensione. Anche negativa, per carita! So di non essere perfetta nello scrivere.
Con speranza e dita incrociate,
la vostra Lunadelpassato.

  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio / Vai alla pagina dell'autore: lunadelpassato