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Autore: Ale_R    13/07/2014    0 recensioni
Sidia non sapeva ancora chi era, lo scoprirà un giorno, quando nella sua vita entrerà Chay: un amico o un nemico? E proprio quel ragazzo la porterà in quel nuovo mondo di cui lei nemmeno sospettava l'esistenza.
Genere: Fantasy, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hotaru/Ottavia, Setsuna/Sidia
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima dell'inizio
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Chay sembrava nuovamente scomparso, anche se questa volta ne fui meno preoccupata in quanto nella scuola stava nuovamente girando una strana infuluenza.
  • Sidia hai visto?-
  • Cosa?-
Hellen, una mia amica dai tempi delle medie, mi passò sotto banco l’ultimo numero dell’ Asahi Shimbun, il quotidiano di Tokio: in copertina si poteva vedere uno strano mantello e un ragazzo con una maschera.
  • Sai chi è?-
  • Ma Sidia! Lo conoscono tutti oramai!-
  • Ah si?-
Provai a guardarlo meglio, ma non riuscivo a capire chi potesse essere.
  • Si dice si chiami Nightman, e il nuovo collaboratore della polizia di Tokio penso.-
  • Ah ok; sembra interessante sai?-
Stava succedendo qualcosa di assurdo nella sua testa, qualcosa che nemmeno lei riusciva a capire: continuava a pensare a lui giorno e notte e moriva per il desiderio di rivederlo.
  • ... che poi in realtà non è il primo collaboratore della polizia, ce ne sono stati moltri altri, ma poi improvvisamente sono scomparsi.-
  • Scusa Hellen, stavi dicendo?-
  • Niente lascia stare. Ti vedo molto distratta sai?-
  • Sono solamente stanca.-
“Stanca di questa situazione”.
 
 
Chay era un personaggio molto strano, ma che subito mi incuriosì, ora però dovevo cercare di distrarsìmi e pensare ad altro prima di farne una vera e propria ossessione.
Decisi di accendere il televisore per guardare il telegiornale del quartiere cercando di capire cosa stesse successo e se ci fossero notizie degne di nota, nel frattempo mi spostai verso la cucina per lavare il piatto che avevo utilizzato quella sera.
Avevo appena finito di asciugare il lavello quando sentii dalla stanza a fianco un nome che mi pareva familiare, corsi davanti al televisore e subito alzai il volume...
“... dobbiamo quindi ringraziare Nightman per il soccorso che ha dato ancora in questa giornata alla polizia locale nel salvare il negozio dalle fiamme.
E per oggi è tutto.”
Spensi l’apparecchio e mi spostai nella mia camera con l’idea di studiare per l’esame di astronomia tropicale, ma dopo essermi ritrovata a rileggere continuamente la stessa frase capii che era tutto inutile.
Mi sdraiai sul letto e iniziai a fissare il soffitto.
“Cosa ti succede Sidia?”
Non potevo rispondere a quella domanda, non ne ero in grado, eppure mi sentivo sfinita anche se in quella giornata non avevo fatto nulla: non avevo studiato, non avevo fatto le mille e più commissioni che dovevo svolgere.
“Mi andrebbe un gelato ecco, un bel gelato proprio ci starebbe.”
Guardai l’ora e notai che non era poi cosi tanto tardi, se facevo in fretta avrei potuto prendere la metro, comprarmi una vaschetta di gelato in qualche shop ancora aperto per poi tornare a casa e gustarmelo davanti ad un film di Toshiro Mifune.
Mi sembrava proprio un’ottima idea.
Indossai una sciarpa color cacchi e una mantellina leggera, mi specchiai e feci un lungo sorrisi nel notare i lunghi capelli, dopo ciò corsi fuori casa e, giunti alla strada, camminai con più calma.
Mi piaceva vedere i negozi di Tokyo ancora aperti, le luci delle vetrine e le strade affollate: la città non dormiva mai.
In pochi minuti raggiunsi la fermata della metro e cercai nella borsa il portafoglio con l’abbonamento che, grazie al fatto che ero una studentessa, utilizzavo quasi ogni mattina, mentre mi incurvavo sentii una toccò gelido sul petto: si trattava ovviamente della chiave che avevo ricevuto giorni prima. Salii sulla metro mentre osservavo l’oggetto che tenevo al collo: era bellissima nel suo color argento.
Sedutami riaprii la borsa e presi l’ Asahi Shimbun che quella mattina Hellen mi aveva lasciato, sfogliandolo notai vari articoli tra cui quello di una ragazzina prodigio che aveva fatto il massimo dei punti al test di ingresso al liceo, sebbene avesse meno di dieci anni, sebbene quel voto aveva deciso di non velocizzare le cose e, l’articolo citava, avrebbe continuato il regolare persorso di studio.
Mi fermai a guardare la foto di Ami Mizuno, così si chiamava la ragazza: i capelli blu e la pella candida davano l’idea di una persona molto cagionevole e timida, ma l’articolo invece la descriveva come una persona grintosa che desiderava intrapprendere la carriera medica.
La metro si fermò e l’interfono annunciò l’arrivo alla fermata desiderata, ci misi poco a scendere e salire i gradini fino a ritrovarmi nel quartiere centrale della città: la torre di Tokyo si ergeva maestosa ed imponente, dando un senso di piccolezza a chi la osservava.
“Adesso dove vado?”
Entrai in un piccolo vicolo dove sapevo si doveva trovare una buonissima gelateria che faceva anche servizio a portar via di vaschette, richiesi alcuni gusti curiosi (una crema con la cioccolata a pezzi, la più sobria fragola e una strana cosa verde che il gelataio aveva giurato fosse meravigliosa) e iniziai ad incamminarmi verso la metro per tornare a casa.
Giunta nuovamente davanti alla torre però qualcosa era cambiato: innanzitutto questa era spenta, ma la cosa più spaventosa era la gente a terra che sembrava stessero perdendo una strana schiuma bianca dalla bocca.
“Ma cosa...”
Rimasi bloccato, mi destai rapida e cercai nella borsa il cellulare, ma appena lo presi tra le mani iniziai a sentire che quel gelo che poco prima avevo sentito sul petto adesso era diventato rovente: la chiave aveva iniziato a scottare.
   
 
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