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Autore: Koori_chan    13/07/2014    1 recensioni
E' il quindici Settembre, e gli studenti di un'anonima cittadina in riva al mare si vedono costretti a dire addio alle vacanze e a tornare fra i banchi di scuola.
L'unica persona a sembrarne entusiasta è la sedicenne Marianna Ferrari, secchiona per eccellenza nonché sfigata numero uno al Liceo Pertini. Si da il caso, però, che sin dal primo giorno di scuola la sua tanto adorata routine venga messa in pericolo da Alessandro Terrini, ragazzo irriverente e incomprensibile che si ritrova a frequentare per la seconda volta la Terza Liceo.
Marianna e Alessandro, la prima della classe e il ripetente, due ragazzi agli antipodi che si ritroveranno inaspettatamente alleati.
Un racconto di maschere, errori, opinioni sbagliate e giudizi affrettati.
Una storia di amicizia, incomprensioni, affetto e perdono.
Risate, lacrime, quotidianità e una promessa più tenace della solitudine, mentre si impara che ogni scelta ha il suo prezzo.
Una storiella banale, dopotutto, perché è così che va il mondo...
Genere: Angst, Commedia, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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Debite premesse:
Salve a tutti, popolo di EFP!
Questa è la prima fanfiction che pubblico in questa sezione e vi confesserò subito il perchè: io e il romanticismo veniamo da due pianeti completamente diversi, e mi sono sempre ritenuta piuttosto incapace -nonostante adori il genere- di produrre qualcosa che possa andar bene pubblicato in questa categoria.
E' proprio per questo che ho deciso di lavorare a questa storia e condividere con voi ciò che ha partorito la mia povera mente stravolta.
Insomma, quella che vi apprestate a leggere non sarà certamente la Storia della Vita e anzi, come dice il titolo parte da premesse piuttosto banali, ma per me rappresenta più che altro una sfida: riuscire ad appassionare qualcuno raccontando le vicende di persone normali, che conducono vite ordinarie in una città che potrebbe tranquillamente essere la vostra.
E vedere se, in tutta questa normalità, descrivere un sentimento complesso e delicato come l'amore smetterà di essere il mio grande problema.
Detto questo, vi ringrazio per la pazienza e vi auguro buona lettura! <3













 
Ricordati di Essere Felice
- Storiella banale perchè così va il Mondo-






 
 
Tutta la vita umana non è se non una commedia,
in cui ognuno recita con una maschera diversa,
e continua nella parte, finché il gran direttore di scena
gli fa lasciare il palcoscenico.

Erasmo da Rotterdam, Elogio della follia
 








Capitolo Primo 




Settembre era sempre stato un mese quieto in città.
Le ultime rondini di stagione spiccavano il volo lanciandosi nell’azzurro del cielo limpido fra i loro acuti gridi di addio, e la brezza in arrivo dal mare, tiepida e molle, portava con sé gli ultimi strascichi di un’estate in lento declino.
Quello era giorno di rientro: rientro dalle vacanze, rientro negli schemi ordinari di una piccola provincia che respirava salsedine e pettegolezzi, rientro al lavoro e, per alcuni, fra i banchi di scuola.
Marianna Ferrari, seduta composta sul seggiolino giallo dell’autobus numero trentaquattro, ascoltava la musica distrattamente, gli occhi appena velati di sonno. Aveva trascorso un’intera estate in totale libertà, immersa in romanzi avventurosi e accarezzata dalla più rigogliosa natura che le Alpi potessero offrirle, aveva preso l’abitudine di passare le notti sveglia, a scrivere, mentre con la coda dell’occhio sbirciava le stelle affievolirsi e l’alba divampare sulla linea lattiginosa dell’orizzonte. Adesso, al sorgere del sole di quel ben poco atteso quindici Settembre, la ragazza iniziava a pentirsi di quella frenesia creatrice che l’aveva privata di utili se non vitali ore di sonno.
Con un sorriso appena accennato appoggiò il capo al finestrino, lasciando che il suo sguardo percorresse la striscia chiara della spiaggia lambita dalle onde e si posasse sul porto, laggiù in lontananza.
Era una città piccola, la sua, ma le piaceva. Era tranquilla, eppure sapeva ancora infiammarsi dei colori del tramonto, tremare di fronte allo schiocco dei fulmini nella tempesta.
Fu con un po’ di dispiacere che si riscosse dai suoi pensieri e raggiunse la porta dell’autobus, scendendo con un piccolo balzo quando questo si arrestò con uno sbuffo.
Il vocio degli studenti radunati di fronte alla scuola la accolse come un abbraccio mentre estraeva con un gesto fluido il cellulare dalla tasca dei jeans e controllava l’ora: le otto meno dieci, in perfetto orario!
Si fece strada fra la massa di studenti accalcati in cortile, gli occhi assottigliati alla ricerca dell’unico viso che le premesse individuare, e si illuminò quando i suoi sforzi vennero soddisfatti.
- Alice! – esclamò, sbracciando per farsi individuare.
Una ragazza alta e magra, le gambe lunghe e il viso rotondo circondato da una cascata di ricci scuri, si voltò di scatto in sua direzione.
Riconosciutala, le rivolse un sorriso solare e le corse incontro, stritolandola in un abbraccio affettuoso.
- Buongiorno, Mari! Allora? Sei pronta per un nuovo ed entusiasmante anno scolastico? – scherzò prima di pulirsi gli occhiali nell’accesa maglietta arancione.
Marianna rise, l’apparecchio ai denti bene in mostra nonostante i suoi continui sforzi di nasconderlo.
- Ovviamente! Non vedo l’ora che incominci Filosofia, sento che sarà un corso interessantissimo! – zufolò, prima di lanciarsi in un resoconto dettagliato delle sue aspettative riguardo il triennio imminente.
Alice sospirò e la condusse verso il grande portone d’ingresso.
Se avesse dovuto descrivere Marianna in una sola parola, probabilmente l’avrebbe definita una “strana”.
Si erano conosciute in Prima Liceo, due anni prima, e in tutta onestà l’aveva subito trovata odiosa.
Sembrava che quella ragazzina mingherlina, i capelli di un colore indefinito che probabilmente doveva essere biondo cenere e la postura un po’ gobba, quasi avesse voluto nascondersi al mondo, avesse dentro di sé un’intera enciclopedia.
Non vi era domanda dei professori a cui non sapesse rispondere, la sua mano era sempre la prima ad alzarsi durante le interrogazioni e la sua voce l’ultima a sentirsi nel corso dei dibattiti.
Un’insopportabile secchiona, ecco cosa.
Non sarebbe mai successo che lei, una ragazza sportiva e piena di vitalità, potesse fare amicizia con quell’agghiacciante topo di biblioteca!
Eppure, a nemmeno due settimane dall’inizio dei corsi, la scattante e dinamica Alice LaTorre aveva dovuto ricredersi, e Marianna Ferrari, la saccente ragazzina del primo banco, era diventata la sua migliore amica.
- Io sono curiosa di vedere come sarà Chimica, da quello che mi ha detto mio padre sembra molto divertente! – azzardò nel tentativo di interrompere il flusso di parole dell’amica.
Marianna tacque e portò una mano al mento con fare pensoso.
- Dici che avremo tante ore di laboratorio? Mi piacerebbe se… - ma il suono della campanella la interruppe, mentre le porte si aprivano con solennità e i ragazzi si riversavano riluttanti all’interno del vecchio edificio.
Marianna e Alice sgusciarono veloci lungo i corridoi, fino a trovarsi davanti a una porta verniciata di rosso dove un foglio di stampante appiccicato con un po’ di nastro adesivo recava la scritta “3° B”.
Alla fine del secondo anno la loro sezione si era ritrovata ridotta ad un terzo degli studenti di partenza, così la direzione aveva deciso di smembrarla, liberando alcuni ragazzi dall’incubo della succursale e trasferendoli in sede. Le due amiche avevano avuto la fortuna di capitare nella stessa classe, ed entrambe avevano deciso di ricominciare da zero, approfittando della loro condizione di outsider per fare nuove amicizie.
Non che Alice avesse bisogno di simili scuse per fare comunella, ma Marianna era una persona decisamente più timida e riservata, e la consapevolezza che i suoi nuovi compagni di classe non fossero in possesso di alcuna informazione su di lei la tranquillizzava molto.
In realtà non che le importasse poi più di tanto far parte di un gruppo numeroso e variegato: si era sempre considerata una persona chiusa e amante della solitudine, e poi non aveva così tanti interessi in comune con le ragazze della sua età: non si truccava, le sue conoscenze di moda erano fossilizzate agli anni Novanta e detestava la musica commerciale che tanto piaceva a tutti gli altri.
Guardandosi attorno curiosa prese posto in prima fila, fingendo di non notare il mugolio contrariato di Alice.
- Mari, ti prego, non in bocca ai prof! – si lamentò tirandole appena una manica nella speranza di schiodarla dalla vecchia seggiola di legno tutta paciugata.
Quella scosse la testa con vigore, la coda bassa e mortificante a spazzarle la schiena.
- Oggi è il primo giorno di scuola, è di vitale importanza fare una buona impressione ai professori! Su, siediti accanto a me e non fare storie! – ordinò, saccente come al solito, mentre sistemava ordinatamente sul banco astuccio, diario e un quaderno nuovo.
L’amica si lasciò cadere sulla sedia e sospirò sconsolata, mentre un’orda di sedicenni faceva irruzione in classe e si disputava i banchi migliori, in ultima fila o vicino alle finestre.
- Un branco di gnu sarebbe più discreto… - osservò acida Marianna.
In quel momento un ragazzo alto, i capelli biondi e gli occhi color del cielo, fece il suo ingresso in classe, salutando i nuovi compagni con un ampio gesto della mano a andando a sedersi in seconda fila, proprio dietro alla secchioncella di turno.
Marianna, non appena se ne fu accorta, abbassò lo sguardo e si ingobbì ancora di più, per poi estrarre un libro dallo zaino e fingersi tutta interessata dalla lettura.
Alice le diede una gomitatina amichevole e trattenne un risolino.
- Ma come, non saluti Matteo? – le sussurrò all’orecchio.
Marianna le rivolse un’occhiataccia.
Alice era l’unica a conoscenza della sua cotta spaventosa per il bellissimo, intelligentissimo nonché stella del club di atletica Matteo Arcieri, e davvero era più che sufficiente.
Sarebbe stato un vero disastro se qualcuno dei nuovi compagni avesse dovuto scoprire i suoi sentimenti nei confronti del biondino!
Insomma: lei, la più sfigata della scuola, cotta marcia del più ambito fra le ragazze? Tutti avrebbero riso di lei, e piuttosto di vedere il suo orgoglio ferito a quel modo di sarebbe tagliata la lingua a morsi.
No, avrebbe dovuto mantenere un basso profilo e salvaguardare il suo caro anonimato. Dopotutto ormai aveva fatto l’abitudine all’indifferenza dei compagni, non era nemmeno più così fastidioso sentirsi rivolgere la parola solamente per poter copiare le versioni di Latino…
- Ciao LaTorre! Ah, Marianna, ci sei anche tu! –
Niente da fare, il suo tentativo di mimetizzarsi con il libro di algebra era miseramente fallito.
Mentre Alice salutava con allegria, riemerse dalle pagine e fece un cenno imbarazzato con la mano.
- Arcieri, non… non sapevo fossi finito a Francese… - balbettò, le guance paonazze.
A salvarla da morte certa fu la seconda campanella, quella che segnava l’inizio delle lezioni.
Rivolse un ultimo sorriso imbarazzato al compagno e si voltò nuovamente verso la cattedra, premurandosi di spegnere il cellulare appena prima che la porta si aprisse e rivelasse una professoressa bassa e tarchiata.
- Buongiorno a tutti! – salutò marciando spedita verso la cattedra.
Appese la borsa a tracolla allo schienale della seggiola e diede un’occhiata alla classe, individuando alcuni volti nuovi.
Prese a fare l’appello e regalò sorrisi gentili ai nuovi arrivati, ma sull’ultimo nome la sua espressione mutò radicalmente.
- Terrini? –
Silenzio.
La professoressa alzò lo sguardo dal registro, ricercando il volto fra i banchi.
- Terrini Alessandro? – domandò ancora.
Nessuno rispose, mentre i ragazzi si guardavano fra loro un po’ spaesati e la donna segnava l’assenza con aria contrariata.
Assente il primo giorno di scuola… Marianna non aveva dubbi, quel Terrini doveva essere sicuramente un gran perdigiorno, di quegli individui che esistevano solamente per scaldare i banchi ed interrompere le lezioni con le loro infantili bravate.
Poco male, almeno il primo giorno di scuola sarebbe stato privo di episodi spiacevoli…
La professoressa firmò il registro e lo ripose in un cassetto, poi tornò ad abbracciare la classe con lo sguardo.
- Ah, vedo che abbiamo dei nuovi ragazzi! Bene, io sono la professoressa Pignaro e insegno Francese, benvenuti in sede! – si presentò per poi sedersi e trafficare con la cerniera della borsa.
Mentre raspava alla ricerca di chissà cosa, ordinò agli alunni di prendere il libro dei compiti delle vacanze e di iniziare a correggere ad alta voce.
Qualcuno, compresi Matteo e Alice, notò con stupore che Marianna era in possesso del libro e aveva svolto tutti gli esercizi.
- Scusa? – sibilò Alice inarcando un sopracciglio di stupore.
- Lo so che noi della succursale non avevamo compiti, ma ho preferito tenermi un po’ allenata! – replicò con un sorrisetto imbarazzato.
Era giunto proprio il suo turno di leggere ad alta voce, quando la porta si spalancò di scatto con un tonfo.
Tutti si voltarono istintivamente per vedere cosa fosse successo e rimasero piuttosto interdetti di fronte alla figura di un ragazzo alto, con i capelli scuri e lo zaino caricato su una spalla sola, che mangiava svogliatamente una brioche al cioccolato.
- Salve, prof! – masticò a bocca aperta senza particolare riguardo.
Alessandro Terrini aveva appena fatto il suo ingresso in aula.















 
Note

Eccoci qua, giunti a fine capitolo!
Innanzitutto ringrazio infinitamente chi è arrivato fin qui, mi posso ritenere soddisfatta! xD
Questo capitolo, me ne rendo conto, è decisamente cortino, ma mi è servito principalmente per presentare la protagonista della nostra storia, Marianna.
Una tipetta scialba, rasente all'antipatia, direi... Ma sarà davvero tutto qui?
Nei prossimi capitoli avremo modo di conoscerla un po' meglio e curiosare nella sua vita, studiando da vicino gli strani individui che la circondano e Terrini, questo losco individuo apparso come dal nulla...
Spero che questo piccolo assaggio della mia storia vi abbia incuriositi un pochino, critiche e pareri sono sempre bene accetti! <3

Kisses,
Koori-chan
  
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