Fumetti/Cartoni americani > Adventure Time
Ricorda la storia  |       
Autore: Majakovskij    13/07/2014    2 recensioni
Premetto che non sono un grandissimo fan delle Fan Fiction. Scrivo questa solo per allenarmi nella scrittura di un romanzo mio.
La storia si ambienta nel futuro rispetto alla trama canonica Adventure Time: Finn è adulto e non vede suo fratello da anni. Il cane vive ormai in compagnia di Lady Iridella, mentre l'umano vive nel Regno di Fuoco, che però lascerà quando verrà a sapere della morte del Signor Maiale: allora si riunirà a Jake, alla ricerca del Lich, primo sospettato. Non ci sono sottotrame romantiche, non fanno per me: se sei qui per vedere i risvolti della relazione tra Finn e la Principessa Fiamma puoi lasciar stare, non ne troverai.
Due indicazioni importanti: 1) Io Adventure Time lo guardo in americano e in contemporanea con l'America: ho iniziato a scrivere dopo aver visto la puntata "Something Big", così, se non sei già arrivato lì, non leggere questa storia, rischi degli spoiler (anche se in generale non credo ce ne saranno molti della sesta stagione);
2) Per lo stesso motivo, ho un po' di difficoltà con i nomi italiani. Li ho tradotti cercando sulla Wiki italiana e ho fatto quel che ho potuto.
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Finn, Jake, Sorpresa, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Quando mi sveglio la testa mi fa malissimo. Questa notte ho dormito male, ho l'impressione di aver avuto un brutto sogno, ma non ricordo assolutamente cosa io abbia sognato. Lo stomaco è pesante. Faticosamente mi alzo e mi stiracchio, poi prendo il braccio meccanico sopra il tavolo e lo connetto alla spalla. Ruoto il gomito, la mano. Apro e chiudo le dita. Questo braccio va sempre peggio, ma non saprei proprio dove procurarmene uno nuovo. Pian piano mi trascino verso le cucine reali. Sono ancora intontito dal sonno, e ho fame.

Il cuoco non mi è mai piaciuto. Non so perché. Ha l'aspetto di uno che debba tradire tutti da un momento all'altro. Mi serve una zuppa probabilmente avanzata dal giorno prima. A me va bene. Mi piacciono gli avanzi. Solo, odio dover mangiare prima dell'alba. Come un ladro. Prima che si sveglino i reali.

Finisco di mangiare presto. Il cuoco mi ha fissato tutto il tempo, mettendomi pesantemente in soggezione, il cibo era poco e poi sono di pessimo umore. Per via del sogno. Chi sa cosa diamine ho sognato. Fatto sta che quando esco dalle cucine dormono ancora tutti, e io posso tranquillamente aspettare davanti alla stanza della Regina Fiamma. Per farlo una sorpresa, come sono dolce. Ho bisogno di una pausa.

Una sedia davanti alla porta, me sulla sedia, aspetto. No sia mai che qualcuno attenti alla sua vita proprio questa mattina. Come se non sapessero difendersi, lei e il re.

Non so quanto tempo passi, prima che qualcuno si svegli. Però poi la porta si apre e la Regina Fiamma esce, mi vede.

-Finn! Cosa fai qui davanti?-. Fa male vederla. È così bella.

Sorrido: -Non sia mai che qualcuno cerchi di ucciderti nel sonno.

-Saprei eliminare la minaccia da sola. E se non io, il Re Cannello.

.Mi piace pensare che nessuno possa turbare nemmeno il tuo sonno.

-Sei così carino, Finn.

Lo so. Lo so che sono carino. Allora perché hai sposato Cannello? Hai idea del male che mi fai? Ma non dico nulla.

 

Che bella, la processione dei reali. Centinaia di fiamme che camminano in un corridoio. Verso le cucine. Di queste, solo due sono importanti Gli altri, servi, lacchè, poveri che chiedono. Guardie. Assassini. E, in fondo, io.

La colazione si consuma in allegria. Un lauto banchetto. Risate. Molta carne e, sul palco, si recita Shakespeare. Come ogni mattina. Ripeto: ho bisogno di una paura. Tornare all'avventura, come tanti anni fa. È chieder tanto? Forse sì. Oggi in particolare, la giornata sarà noiosissima. Colazione. Accogli l'ambasciatore del Conte Limoncello. Pranzo. Trattative. Cena. Congeda l'ambasciatore. Non so nemmeno che trattative si debbano svolgere. Qui mi tengono all'oscuro di tutto. Compio solo il mio lavoro, cioè far nulla, attendendo un assassino, un ladro, una disputa, una minaccia.

Poi finalmente, oggi, arriva.

Qualche ora dopo la colazione giunge il tanto atteso ambasciatore. A me è stato affidato l'onore di accoglierlo. I reali hanno scelto un'accoglienza in grande stile. C'è l'orchestra, il giullare e, tanto per cambiare, c'è il teatro. Shakespeare. Qui si fanno almeno quattro spettacolo al giorno, e, invariabilmente, tutti di Shakespeare. Comunque, appena vedo l'ambasciatore, sento subito puzza di bugiardo. Di assassino a pagamento. Gli stringo calorosamente la mano, mi guarda sorridendo. È orribile. Mi disgusta, questa gente limone. Deforme, brutta, magra. Questo in particolare ha un occhio più grosso dell'altro, delle braccia lunghe, quattro gambe esili e veloci e una bocca più grossa della mia testa. Mentre lo guardo realizzo che potrebbe anche essere femmina. Non ne sono certo. Non che mi importi. Comunque gli (o le) faccio segno di seguirmi, parlando il meno possibile. Appena siamo effettivamente dentro il regno metto da parte il ribrezzo e mi rivolgo a quella cosa. Prima mi guardo le unghie meccaniche, ci soffio sopra come a pulirle, sorrido e chiedo:- Sai quale è la parte davvero bella del Regno di Fuoco?

Risponde con quella voce stridente che mi fa rabbrividire:- no, ma, onestamente, non mi interessa. Io sono qui soltanto per fare quel che mi è stato ordinato di fare. Poi potrò andarmene sperando una ricompensa dal Conte Limoncello.

-Eh eh. È appunto qui il bello di questo Regno. È -sottolineo la parola successiva- assolutamente impossibile qualsiasi forma di menzogna. Se sia una magia o scienza, non lo so. Mi piace credere sia una magia. Fatto sta che sei una creatura rivoltante. Lo dicono nonostante io tema che, se le mie ipotesi fossero sbagliate, tu potresti offenderti e interrompere ogni trattativa. Quindi, le cose stanno così: hai un'aria così orripilante da trasudare immoralità. Qui sta la domanda: sei una creatura immorale? Perché sei qui?

Quella faccia orribile si deforma in quello che interpreto come stupore. Evidentemente avevo ragione io: questa è una creatura cattiva. Mentre attendo che arrivi una risposta, porto la mano all'elsa della spada. Lo stupore si trasforma in rabbia e poi in fatica mentale. La stessa fatica mentale che mostravo io cinque anni fa, prima di imparare a arrendermi al gusto per la sincerità. Già questo mi basta per decidere cosa fare. Ma sarebbe sbagliato attaccare per primo. Balbettante, inizia a articolare:- Io... io sono qui.. sono qui per... uccidere il lord protettore e la famiglia reale!

Ah ah! Avevo ragione. Sguaino la spada, gliela punto a quella cosa che più mi sembra una gola, e chiedo:- E perché devi ucciderci?

-Di preciso non lo so. Le informazioni sono limitate. Hanno inviato me solo perché sapevano che posso ammazzarti.

Il bastardo è forte. E quelle zampette rivoltanti sono veloci. Così, prima che io possa accorgermene, indietreggia e salta. In un attimo è sopra di me, e una zampata mi colpisce il mento. Cado in terra, sbatto la nuca, e tutto si annebbia per qualche momento. Lo sento corricchiare, si allontana. Sfilo la balestra dalla fondina e sparo: credo di averlo mancato, ma non so per certo, ho la resta ancora annebbiata. Seguendo i suoni continuo a correre, e quando recupero la vista mi è di un po' davanti.

Sparo un altro dardo, e gli colpisco una zampa. Urla, rallenta, inciampa e rotola. Sono su di lui. Con la spada faccio per infilzarlo, ma mi getta qualcosa negli occhi. Non so cosa sia, ma brucia. I ruoli si invertono: si aggrappa sulle mie spalle e inizia a tempestarmi la faccia di pugni. Quando tira fuori un coltello tento di toccargli la faccia col braccio meccanico. Si tira indietro come se fossi la peste. Evidentemente sa bene con chi ha a che fare. Per altre due volte tento di toccarlo e per altre due volte mi schiva. Poi estrae qualcosa con un pulsante: preme il bottone e il mio braccio cade giù, inerte.

Diamine, questa non me l'aspettavo. Mi resta solo il braccio sinistro, la balestra e la spada. E i pugnali. Ne tiro fuori uno e lo lancio, ma mi schiva. È troppo veloce. Anche con la balestra sono lento. Ogni volta che sparo un dardo devo ricaricare con una sola mano. Così urlo e gli corro incontro. Tiro un fendente, si scansa. Un altro, e si scansa ancora. Poi colpisce me: mi fa un taglio sul braccio. Niente di che, ma inizio a inferocirmi. È un combattente rapido e preciso, e sembra conoscere ogni mia mossa in anticipo. Sa che non deve lasciarsi toccare, sa che senza il braccio destro combatto con difficoltà, e conosce il mio stile. Deve essere moltissimo tempo che viene addestrato appositamente a uccidermi, e probabilmente io sono ancora vivo solo grazie alla magia che impone la sincerità. Così, quando tento un affondo, scarta a sinistra, afferra la lama con una mano e il mio braccio con l'altra. Preme il nervo, tira via la spada e con le tre zampe sane mi colpisce il petto. In un attimo mi ritrovo in terra, senza spada, senza fiato e con il braccio sinistro dolorante. Ora, la cosa che mi verrebbe più naturale è continuare a combattere con i pugnali a distanza ravvicinata. Quindi non lo farò: è esattamente quel che si aspetta da me. Devo pensare a qualcosa che è totalmente fuori dal mio stile.

Nella mia vita ho utilizzato molte armi. Principalmente spade, più o meno affilate. Negli ultimi anni ho iniziato a destreggiarmi con le balestre. Ma armi come bastoni e mazze? Mai sopportate. Sono in grado di utilizzarne una? C'è un solo modo per scoprirlo. Si avvicina a me correndo, è sicuro di sé perché non posso difendermi. Quando è a pochi passi da me porto la mano sinistra alla spalla destra e sgancio il braccio. Sta per colpirmi, ma io sono più veloce. Afferro la mano destra, sfilo il braccio e lo uso per una spazzata. Credo, dal suono, che un'altra zampa gli si sia rotta. Cade, e io inizio a colpire sempre più violentemente la sua faccia. Succo di limone schizza ovunque. Mi dà un calcio nello stomaco, poi si rialza e si allontana sulle zampe rimanente. Nella corsa gli cade qualcosa e quando, inseguendolo, la raccolgo, mi accorgo che è quel dispositivo che mi ha paralizzato il braccio. A vederlo è tecnologico, non magico. Premo il bottone e il braccio torna a muoversi. Perfetto.

Così azzoppato non è molto veloce, e in pochi secondi lo raggiungo. Regolo l'energia del braccio alla massima potenza e lo tocco. Una volta Bonnibel mi aveva detto esattamente quanti volt può rilasciare, ma ormai non ne ho idea. Comunque, la parte divertente è che non ho mai provato a dare la scossa a una persona limone. Lo spettacolo è orribile: l'elettricità lo fa gonfiare e poi esplodere. Il suolo si dissemina di pezzi di limone, così come il muro e il soffitto. Appena vedo il risultato inizio a vomitare.

 

Alcuni servi mi trovano così: ancora sotto shock. Non è per il cadavere in sé, ho già visto molti morti, nella mia vita. Tanti li ho uccisi io. No, un cadavere non è un problema. Il problema è che ho appena ricordato il sogno. Proprio quel cadavere me lo ha riportato alla mente.

 

Entravo in casa di Melaverde allarmato. Urlavo “C'è nessuno?”. Poi vedevo Melaverde: piangeva, e guardava in terra. Il Signor Maiale in terra. La faccia macellata, la pancia aperta. A vedere le ferite, doveva aver sofferto a lungo, poveraccio. Melaverde piangeva e urlava. Io non sapevo cosa fare, volevo scoprire chi fosse stato, ma ero bravo a uccidere, non a indagare. Era Jake il cervello. Poi, il Gufo Cosmico ci fissava, seduto su una sedia, mentre mangiava torta di mele. Ohw, ohw.

 

Chiedo udienza ai reali. Non sembrano felici. Li ho interrotti mentre guardavano Shakespeare, dopotutto. Che novità. È il re Cannello a parlare:- Cosa cerchi da noi, Finn l'umano?

Alzo la testa e parlo:- Re Cannello, Regina Fiamma: sono al vostro servizio da cinque anni. In cinque anni non ho mai messo piede fuori dal regno. In cinque anni ho ucciso quando volevate che uccidessi, ho messo la mia spada e le mie braccia al vostro servizio. Ora, vi chiedo di interrompere il legame che ci unisce.

-Per quanto?

-Questo non lo so.

-E perché vuoi allontanarti?

-Un... una... una persona che una volta conoscevo, potrebbe essere in pericolo. Un sogno... era morto, poi c'era il Gufo Cosmico... Io... potrebbe essere già morto, non lo so. Credo sia urgente.

Risponde la Regina Fiamma:- In cinque anni ci hai serviti molto bene, Finn l'umano. Sei un abile guerriero. Un fedele compagno. E un buon amico. Ora, hai bisogno di andare. Il tuo amico è in situazione di bisogno, e quindi sì, ti concederò il diritto di partire. Prendi tutto il tempo di cui hai bisogno -sorride- e salvalo. Io credo tu possa farcela. Chiedi qualsiasi cosa ti serva per il viaggio, e ti sarà data.

Il re Cannello non pare aver nulla da aggiungere. Solo sorride, accondiscendente.

Parto in tutta fretta. Mi faccio dare del cibo, dico che va bene tutto purché si conservi. Dardi, una balestra e una spada. E dell'acqua. Sono cinque anni che bevo solo acqua calda. Sarà strano berla tiepida o fredda, una volta fuori di qui.

Esco come un ladro. Non saluto nessuno, non ho tempo di spiegare nulla.

-Finn?

Mi volto. È la Regina Fiamma:- Torna presto. E torna vincitore. Mi mancherai.

Sorrido, non rispondo, e mondo a cavallo del Lupo di Lava gentilmente concessomi. Il viaggio è veloce, questi lupi sono fenomenali. Dopo due giorni, contando una larga deviazione per evitare il Regno di Ghiaccio, sono nelle Pianure Verdeggianti. Ora devo solo cercare di ricordare dove si trovi la nuova casa di Melaverde e del Signor Maiale. Da quanto non li vedo? Sette anni, da quando hanno lasciato la zona di dominio di Bonnibel, stanchi delle tasse insostenibili. Solo una volta sono stato lì, speriamo di ricordarmi. Era sul finire delle Pianure, a est. Ai piedi della montagna parlante.

Il lupo necessita pochissimo riposo e al terzo giorno di marcia trovo la montagna.

Sgroppo. Sono teso. Ancora di più quando noto la porta aperta. Entro in casa di Melaverde allarmato. Urlo: -C'è nessuno?- Poi vedo Melaverde: piange, e guarda in terra. Il Signor Maiale in terra. La faccia macellata, la pancia aperta. A vedere le ferite, deve aver sofferto a lungo, poveraccio. Melaverde piange e urla. Io non so cosa fare, voglio scoprire chi sia stato, ma sono bravo a uccidere, non a indagare. È Jake il cervello. Per qualche secondo resto lì, incerto. Non so che dire. Non so che fare. Poi Melaverde inizia a parlare: -E tu chi sei?

Oh Glob. Non mi riconosce. Sono passati sette anni dall'ultima volta che mi vede. Ma da quanti anni Io non mi vedo? Non ho idea del mio aspetto. Quindi, con tono più che gentile, mi chino verso di lei e dico: -Melaverde, non mi riconosci? Sono io, Finn l'umano.

Sviene.

Quando si risveglia mi guarda allibita. Dapprima non capisco. Poi realizzo: dopotutto, mentre era KO, nell'attesa mi sono messo comodo e sto mangiando la torta di mele che era sul tavolo. Diamine, manco di tatto. Oh Glob, a pensarci quella poteva anche essere la torta che suo marito stava mangiando quando è stato ammazzato.

-Finn, io... io... sei così cambiato...

-Lo so. Il tempo passa e non è gentile- Pessima frase da dire a una della sua età. Chi sa quanto è vecchia. Ha le rughe, la pelle si è scurita, e sembra secca e asciutta. -Melaverde, voglio risolvere tutto. Voglio aiutarti, cosa è successo? Dimmi tutto quello che sai, vendicherò il Signor Maiale.

-Io non lo so cosa sia successo. Ero appena arrivata in casa. Non lo so, ma so che tu non c'entri nulla in tutta questa storia. Non indagare, vattene!

Inizio a essere confuso:-Perché Melaverde? Posso essere d'aiuto. Sono un abile guerriero-. Evidentemente la vecchiaia e il dolore la fanno delirare.

Lei risponde:- Tu... tu e il tuo cane, avete portato quel gigante qui... la colpa è sua, ne sono certa.

-Che gigante?

-Quel bambino! Il bambino-demonio! Bambino-demonio, bambino-demonio! Lo avete portato qui senza dare spiegazioni. Senza dire nulla. Era così bello, all'inizio. Così carino. Poi si è fatto sempre più inquietante. Sai dirmi perché lo avete portato qui da noi?

Oh Glob. Oh Glob. Il bambino-demonio. Il Lich. Melaverde non sta delirando. Tanti anni fa io e Jake sapevamo essere così stupidi. Jake lo è ancora, probabilmente. Come abbiamo potuto portarle il Lich in casa? Neanche sapevamo se fosse pericoloso o meno. Le abbiamo portato quel mostro come fosse un dono del cielo. Le chiedo:- Melaverde, ora dove è quel bambino?

Risponde, acida:- E io che ne so? Un giorno è scomparso. Anni fa. Fu una liberazione. Per me e... per me...- scoppia di nuovo a piangere.

Mi alzo:- Melaverde, non temere. Qualsiasi cosa accada, troverò quel mostro. Negli ultimi anni sono stato addestrato. So combattere, e farò del mio meglio per indagare. Il mio scopo è devastare tutto quello che è immorale. Tu resta qui. Non so quanto ci metterò. Ma ammazzerò chiunque abbia ucciso tuo marito. Lo ammazzerò come un cane.

Lei risponde con una risata totalmente priva di allegria:- Finn. Una volta eri tutto gentilezza e rettitudine. Che fine ha fatto quel ragazzino buono e onesto?

-Quel ragazzino è cresciuto, Melaverde. Ormai ho 41 anni. Sono ancora onesto. In realtà, sono al momento di massima onestà nella mia vita. E sono ancora buono. Semplicemente ho imparato che uccidere non è sempre sbagliato. A volte uccidendo si salvano delle vite. Billy è morto perché io non ho saputo uccidere.

-Hai sempre saputo risolvere tutto soltanto con la violenza. Solo che questa violenza è diventata più grande di te.

-Ora vado, Melaverde. Tornerò quando tuo marito sarà stato vendicato.

Sta per rispondere, ma esco. Si sta facendo notte. Avrei potuto chiedere un letto a Melaverde, ma non mi va. È vecchia e non capisce i miei metodi, non voglio passare un notte a discutere di moralità. Se qualcuno è immorale va ucciso, semplice e lineare. Così cammino, con calma, al fianco del lupo di lava. Quando mi stanco mi fermo e dormiamo.

La mattina mi sveglio col sole negli occhi. Più che con il sole, con qualcosa che fa scintillare il sole, sul pelo del lupo. Controllo: è una targhetta. Dice “Jake IV”. Eh eh, il re Cannello mi ha dato niente di meno che il suo personale lupo di fuoco. Come se mi dicesse “mi fido di te: so che tornerai”. Dopo i primi attriti, ho imparato presto a amare il re cannello. È uno dei più grandi sovrani di Ooo, se non il migliore. Monto su Jake IV.

L'aria nei capelli. Ogni volta che cavalco uno di questi lupi ripenso a quello che è stato probabilmente il giorno più bello della mia vita. Cavalcare Jake, con Billy. Salvare il mondo dal Lich. E invece stavamo aiutando il Lich stesso. Be', ora sto andando a distruggerlo, no? Prima, però, una tappa importante.

L'aria nei capelli e nella barba. L'aria colpisce il braccio buono, e mi sferza sul viso. Chi sa se abita ancora lì. Prima le divergenze d'opinione, e lui che si è spinto verso una strada che io non volevo nemmeno conoscere. Poi il servizio presso Bonnibel. Infine nel Regno di fuoco. Così il tempo è passato, e da quanti anni non vedo mio fratello? L'ultima volta è statoi prima di andare a Dolcelandia. Lì c'è stato il punto di rottura. Almeno sedici anni che non lo vedo, quindi. Possibile che io non l'abbia cercato nemmeno una volta? Be', la vita fra noi era diventata difficile. Tesa.

 

Sono qui, davanti alla sua porta. Uno, due, tre e busso. No, troppo tempo. Se conto fino a tre ho tutto il tempo di ripensarci e scappare. Inspiro. Espiro. Ho ucciso senza aiuti le bestie del deserto. Mi sono strappato un braccio con le mie sole forze. Ho ammazzato a mani nude diverse persone. Una volta, per errore, ho ucciso anche una bambina. Possibile che ora io non riesca a trovare il coraggio di bussare a una porta?

Alzo il braccio.

Sto per farlo.

No, quello meccanico è troppo pesante. Lo spaventerei.

Alzo il braccio sinistro. Inspiro. Espiro.

E se non abita più qui?

Oh Glob, suvvia, devo smettere di aver paura!

Busso.

 
   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > Adventure Time / Vai alla pagina dell'autore: Majakovskij