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Autore: Tomocchi    14/07/2014    1 recensioni
Raccolta di One-Shot della storia Another Way- un altro modo di essere vampiro
Niklas Reiter è un vampiro e un nerd.
Ma com’era la sua vita prima che Jackie la bimbaminkia gli rompesse le scat…ehm, lo rendesse un vampiro bello come doveva essere?
Questa raccolta contiene vecchi ricordi, ma anche avventure di personaggi secondari, più o meno divertenti.
Queste storie possono anche essere lette senza essere a conoscenza della storia principale…vi auguro buona lettura e divertimento! :3
Genere: Commedia, Generale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Another Way- Un altro modo di essere vampiro'
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ANOTHER WAY
UN ALTRO MODO DI ESSERE VAMPIRO

 

Capitolo bonus 3
Punch rosso

 

 

Provincia di Dublino, venerdì 30 Maggio 2014

Era una serata tranquilla, in quella zona residenziale, dove le case erano già illuminate e le famiglie finivano di consumare la cena.
Ma non tutte stavano ancora mangiando.
Mancava circa un’oretta alle otto e Jackie O’Moore stava seduta sul divano con indosso un abito elegante, un vestito il cui corpetto le fasciava il petto e la gonna di tulle di un blu Prussia molto cupo ma che, come aveva pensato la ragazza, si sarebbe perfettamente intonato con gli occhi del suo ragazzo, Niklas Reiter.
“Non dovrebbe essere già qui?” domandò Marion, sua madre, pensierosa.
La brunetta, che aveva iniziato a lisciarsi i lunghi capelli mossi per distrarsi, si morse il labbro inferiore, nervosa.
Come poteva spiegare che non sarebbe arrivato finché il sole non fosse calato, visto che Nik era un vampiro?
Guardò i suoi genitori, vicini a lei, soprattutto il padre Howard, che teneva tra le mani una fotocamera digitale che non vedeva l’ora di immortalare la coppietta che da lì a poco si sarebbe recata al Pre-Debs, il piccolo ballo dell’ultimo anno tipico di alcune scuole irlandesi.
Jackie, doveva ammetterlo, stava escogitando un modo per poter evitare quella foto, non tanto per l’essere immortalata –nonostante i chiletti di troppo il vestito era stupendo e si era rimirata allo specchio per tre quarti d’ora in camera- ma più che altro per il fatto che Niklas non sarebbe venuto in foto.
Ogni volta che ripensava a quel particolare se ne dispiaceva; tra tutte le caratteristiche che avevano i vampiri dei libri, lui aveva le più sfigate: non poteva sopportare l’aglio, la rosa canina e il biancospino; non veniva in foto, non poteva entrare senza essere invitato e non poteva stare alla luce del sole.
Eppure Edward Cullen e Stefan Salvatore potevano!
Con un verso lamentoso ringraziò il nulla che il Pre-Debs si sarebbe tenuto di sera, almeno quel musone di Niklas non avrebbe potuto tirare fuori la scusa del non poter uscire per attaccarsi al quello stupido pc portatile a cui era solito giocare.
Niklas era un vampiro di 313 anni con l’aspetto di un diciasettenne, scontroso, asociale e fanatico di videogiochi per il computer. Per cinque anni non lo aveva degnato di attenzione, per cinque anni lo aveva creduto normale, ma quando Daniel Hill, un suo compagno di classe, le aveva confessato che quel ragazzo che si teneva peggio di un barbone era un vampiro, aveva deciso di rimetterlo in riga e di renderlo come una vera creatura della notte doveva essere: affascinante, bello e dannato!
Come fan di Twilight e di molte altre saghe simili, Jackie aveva stilato un programmino e si era presentata alla sua porta per convincerlo a cambiare, promettendogli che lo avrebbe aiutato a conquistare la bella ragazza per cui il vampiro aveva una cotta, ovvero Rogan Macklemore.
Alla fine, dopo avventure, baci inaspettati e tanto altro, Niklas aveva conquistato la sua amata, ma anche lei nel frattempo si era innamorata di lui, perciò aveva deciso di troncare ogni rapporto per non poter più soffrire nel vederlo con un’altra.
I ricordi di quei momenti si facevano vaghi, ma, non sapeva come, erano tornati a parlarsi ed a essere amici; Nik nel frattempo aveva chiuso la relazione con Rogan, o per meglio dire, Rogan aveva lasciato lui, visto quant’era stato freddo con lei.
Col tempo, si erano accorti di provare qualcosa l’uno per l’altra, ma ci avevano messo parecchio per potersi dichiarare.
Alla fine erano lì.
Ce la avevano fatta.
“Se non arriva presto, farete tardi…”aggiunse ancora sua madre, preoccupata, gettando uno sguardo all’orologio e interrompendo così il flusso di pensieri della ragazza.
Jackie sospirò, tirando fuori il cellulare dalla pochette intonata al vestito per vedere se erano arrivati dei messaggi.
Uno era di Leenane, la sua migliore amica nonché parrucchiera emergente: la avvisava che sarebbe arrivata entro un minuto a prenderla con l’auto per accompagnarla all’hotel dove si sarebbe tenuto il ballo.
L’altro era di Niklas, semplice e conciso, che le diceva di venire fuori, che lui non sarebbe entrato per paura di venir appunto fotografato: il poveretto conosceva la numerosa e strampalata famiglia O’Moore, doveva dargli atto che non aveva tutti i torti.
“Mamma, papà, io esco. Lee è già arrivata e passiamo a prendere Nik!” avvisò la ragazza bruna, alzandosi in piedi di scatto.
Sarebbe volentieri fuggita, ma con i tacchi alti era un pochino difficile.
“D’accordo… Le solite cose, fai attenzione, non metterti nei guai e niente cose affrettate…” la reguardì la madre, salutandola con un sonoro bacio sulla guancia.
“Non vogliamo nipotini troppo presto.” Si aggiunse il padre, facendo così arrossire la figlia.
“Tranquilli! A-Andrà tutto bene!” balbettò la ragazza, distogliendo lo sguardo rossa come un peperone.
Il suo vampiro non poteva avere figli… un’altra caratteristica stupenda! Poteva dare la “vita” solo attraverso il sangue…
“Io vado!” salutò ancora, dirigendosi alla porta mentre le scarpe dello stesso blu del vestito picchettavano sul parquet facendo un rumore impressionante.
“È un peccato per la foto, però… ci tenevo…” piagnucolò la donna, con le mani congiunte.
“Sarà per un’altra volta!” liquidò in fretta la ragazza. Aprì la porta e uscì, camminando a passo svelto lungo il vialetto che l’avrebbe portata al marciapiede, dove era già presente la Suzuki nera della sua amica e Niklas davanti alla porta del passeggero che la attendeva nel suo completo blu -aveva insistito perché indossassero lo stesso colore- e un piccolo bouquet di rose rosse.
Con un sorriso lo raggiunse, gli mise le braccia al collo e si alzò appena sulle punte dei piedi per scoccargli un bacio, che lui accettò ben volentieri.
Il suo Nik! Con quei suoi capelli castani mossi un po’ disordinati, quegli occhiali spessi perché cieco come una talpa, quegli occhi blu che adorava... aveva iniziato ad apprezzare tutte quelle piccole cose.
“Aspetta che ti metto questo...” mormorò il ragazzo, prima di prenderle il polso e allacciarle il piccolo bouquet ad esso, come era usanza fare per quei tipi di balli.
“Grazie... però potevi entrare un attimo a salutare i miei genitori!” si lamentò la brunetta, mentre lui sospirava, già stanco ancor prima di iniziare la discussione:” Non avevo voglia di inventarmi scuse per evitare la foto... su, sali.”
Una volta in auto, Jackie salutò l’amica con un bacio sulla guancia entusiasta, che mise in moto dopo aver acceso la radio e aver fatto partire un cd che entrambe adoravano.

***


Subito Niklas alzò gli occhi al soffitto, coprendosi le orecchie con le mani, infastidito.
Non sopportava molto quel gruppo di bimbetti, quei cinque dilettanti di nome One Direction, non avevano nulla a che vedere con i grandi quali Frank Sinatra, tanto per dirne una, ma Jackie li adorava quasi fossero stati divinità scese in terra.
Non la capiva, ma accettava. Dopotutto i gusti erano gusti, almeno Jackie non gli contestava troppo i suoi giochi del pc a patto che lui limitasse i propri commenti su quel gruppo.
Mentre le due ragazze si dilettavano in urletti cantando le loro canzoni preferite, il vampiro guardava fuori dal finestrino, osservando il paesaggio cambiare mano a mano che il tempo passava, pensieroso.
Il primo pre-Debs, il primo ballo organizzato prima di quello dei debuttanti vero e proprio, a cui partecipava...
Quando una persona veniva trasformata in vampiro, perdeva tutti i ricordi della sua vita umana, rimanendo solo con mere sensazioni che contavano poco o nulla, ma chiuse un attimo gli occhi, ricordando ciò che gli aveva raccontato il proprio creatore, un paio di mesi prima.
L’uomo gli aveva parlato del suo primo ballo, nel lontano 1700, dove era rimasto in disparte, limitandosi ad osservare danzare suo fratello Dietrich con una ragazza. Tutti si erano divertiti, meno che lui, troppo timido per interagire.
Ripensò quella atmosfera allegra che aveva paura di sfiorare, di entrare e di ritrovarsi coinvolto, senza sapere come agire e come muoversi...
“Siamo arrivati!” cinguettò Jackie, riportandolo bruscamente alla realtà come se avesse ricevuto uno schiaffo.
Quelle sensazioni si erano impadronite di lui, avvolgendolo come una coperta calda e accogliente, tanto da fargli dimenticare la realtà.
Sospirando per l’ennesima volta, scese dall’auto e salutò Leenane, ringraziandola con un grugnito e un cenno della mano, prima di dirigersi a braccetto -quant’era imbarazzante!- con la propria ragazza all’interno dell’hotel.
L’atrio era luminoso e accogliente, una volta superate le porte scorrevoli di vetro: il pavimento, di un rosso mattone, si sposava perfettamente con il giallo tenue delle pareti, ornate da una deliziosa cornicetta di fiori al centro, mentre sul soffitto campeggiava un bellissimo ed enorme lampadario fatto di piccoli cristalli.
Alcuni dei loro compagni erano già presenti, così come altri studenti dell’ultimo anno che Niklas conosceva solo di vista.
In quell’enorme salone adibito per il ballo già risuonava della musica tranquilla in attesa dell’arrivo della band che si sarebbe esibita sul palco.
Tavole imbandite di stuzzichini e bibite poste contro il muro a destra, il palchetto per il gruppo ingaggiato a sinistra.
“Direi che non è niente male, no?” cinguettò ancora Jackie, trascinandolo subito al centro della pista con una forza incredibile.
Riusciva sempre a sottometterlo, in un modo o nell’altro...
“Sì, carino.” grugnì l’austriaco, sentendosi osservato da tutte le persone presenti in sala.
Probabilmente li stavano guardando perché erano gli unici due cretini che si erano già messi a ballare... o perlomeno, perché aveva a fianco l’unica cretina che stava già ballando.
Lui si sentiva rigido come un palo, non sapeva assolutamente come muoversi e non voleva fare figuracce che avrebbero potuto attirare l’attenzione di fotografi che avrebbero immortalato quella scena epica, scoprendo così la sua natura...
Sentì delle risate alle sue spalle, e quando si voltò per guardare, scoprì che l’autrice era Rogan, la sua ex ragazza.
Si erano lasciati in malo modo, ma non riusciva a sentirsi in colpa: lei si era mostrata sempre diversa da come appariva, aveva venduto false illusioni... certo anche lui non era stato del tutto sincero -non aveva ammesso di provare qualcosa per Jackie ancor prima di mettersi con la bella dai capelli rossi- ma nemmeno sforzandosi poteva rimpiangere quello che aveva perso.
Già, lui aveva tutto quello che desiderava.
Sorrise, senza poterselo impedire, osservando la faccia stupita della sua ex che lo guardava con un misto di curiosità e confusione per quello sguardo.
Probabilmente si erano messe a ridere per il comportamento ridicolo di Jackie, dei suoi movimenti goffi, ma a lui non importava, ed era certo che lo pensasse anche la brunetta.
Stava per iniziare a muoversi anche lui, dopo aver preso un minimo di coraggio, quando udì delle nuove voci che si fecero sentire una volta varcata la porta di vetro.

***

 

Jackie non poteva credere ai propri occhi.
Quello era Kevin, il suo ex ragazzo! Quello con cui era stata insieme per una settimana quando era alle medie, prima di mollarlo perché insultava Justin Bieber -che lei al contrario adorava, ovviamente-.
D’istinto si nascose dietro Niklas, in modo da non farsi vedere.
Ricordava che suonava la chitarra, ma non sapeva che avesse messo su addirittura un gruppo!
Osservò il quintetto di ragazzi camminare fino al palco e iniziare a sistemare gli strumenti, abbastanza frettolosi perché a breve avrebbero dovuto iniziare.
La sala si stava riempiendo sempre più, finché le luci non vennero abbassate e  prese parola il presidente del comitato scolastico che aveva organizzato l’evento.
Picchiettò con l’indice sul microfono, fece qualche versaccio di prova e poi parlò.
“Benvenuti al pre-Debs, organizzato prima del ballo dei debuttanti vero e proprio, che ti terrà in autunno! Stasera ci si scatena, grazie alla musica dei Pink Bullet, per festeggiare insieme l’ultimo anno del liceo! Yu-uh!”
Certo che quel ragazzo biondo belloccio sembrava già matto di suo... o era soltanto eccitato anche lui per l’occasione?
Jackie sorrise appena, nonostante l’ombra del suo ex a pungolarle il pensiero in modo fastidioso, come uno spillo.
Prese le mani di Niklas nelle sue, sempre nascosta dietro di lui, e le strinse, cercando di recuperare un po’ di entusiasmo.
Non voleva rovinarsi la festa con un umore simile, non lo avrebbe permesso.
La musica pop-rock iniziò a riempire la sala, invitando tutti gli studenti a muoversi a ritmo con entusiasmo, cosa che gli invitati accettarono volentieri.
Risa, coretti idioti ed esclamazioni eccitate si unirono a quei suoni allegri, mentre si alternavano luci colorate che andavano dal fucsia all’azzurro illuminando così le figure dei presenti in modo bizzarro.
Si respirava un’aria più leggera, quasi frivola, che aiutò Jackie a sciogliersi e ad immergersi completamente in quel momento, lasciando le preoccupazioni alle proprie spalle.
Lei era lì con Niklas, il suo Niklas che aveva iniziato a muoversi a sua volta con incertezza, con il viso talmente concentrato da risultare buffo.
La ragazza si lasciò sfuggire un risolino, dandogli un pizzicotto al fianco e sussurrandogli, vicino: “E bravo il vampiretto nerd che prova a essere normale!”

 

***

 

Beh certo che ci provava. Sarebbe stato più imbarazzante fare il palo, dritto in piedi, in mezzo a gente che si scatenava tanto da risultare ridicola.
Invece, se provava a ballare, seppur goffamente, si mischiava e confondeva con la massa ed evitava di attirare sguardi curiosi o, peggio, ancora foto.
Ne aveva il terrore, davvero.
Vedeva macchinette digitali e cellulari ovunque, sprazzi di flash e rumori di click, suggeriti dal suo maledetto udito più sviluppato del normale.
Doveva ammettere che la musica non era male, anche se non era il suo genere.
Ma tutto quel movimento lo stava rendendo affamato e perciò decise di comunicarlo a Jackie.
“Ho fame.” disse solo, asciutto, una volta allontanati dalla folla, vicino al ai tavoli delle vivande.
“Ho capito Nik, ma non posso darti il succo di frutta così, davanti a tutti! Ci potrebbero vedere, sarebbe strano e anche imbarazzante!” sibilò la brunetta, con il rossore presente sulle guance leggermente paffute.
Il succo di frutta era un modo di dire esclusivamente loro.
All’inizio della loro amicizia, una sera dopo essere tornati dalla lezione di nuoto per perdere peso e rafforzare i muscoli, si erano recati alla casa dell’austriaco, passando a prendere ogni sorta di cibo al fast-food più vicino -mandando a quel paese tutto l’esercizio che avevano fatto-.

“Ho ancora fame.” aveva mormorato il moro, dopo aver finito l’ultimo trancio di pizza.
“Ma abbiamo ordinato una marea di roba.” aveva obbiettato Jackie.
“Non intendo questa ‘fame’! Insomma, è da domenica che non metto del sangue sotto i denti!” aveva spiegato lui, frustato.
Il suo sguardo era andato a posarsi su Jackie che si era portata le mani al collo per istinto.
“Non vuoi farmi una donazione? Dai, non ho voglia di uscire.” aveva detto, mentre si avvicinava a lei, lentamente.
“Uhm... maaaa... senti, non...”
“Ah, tanto amica e amante dei vampiri, ma ora ti tiri indietro!” aveva recriminato Niklas, pungolandole un braccio col dito.
“Scommetto che se te lo chiedesse il tuo amato Ernie Callie...”
“Edward Cullen!”
“Ah, ho sbagliato di poco. Comunque, non cambia la mia domanda.”
“N-no, non lo... non lo darei nemmeno a lui.”
“Vigliacca.”
“No, beh, dai aspetta! Senti un po’, ho il ciclo ora... Se io ti do il mio assorbente, non è la stessa cosa?” aveva domandato incerta la ragazza, dopo aver bevuto un sorso d’acqua.
La faccia di Niklas era cambiata nel giro di pochi attimi.
“Ma che schifo! CHE SCHIFO!” aveva esclamato, dopo essersi passato una mano sul viso, incredulo, ed essersi allontanato da lei con orrore.
“Accidenti, mi fai vomitare ora! Ma ti sembrano cose da dire?” aveva aggiunto, boccheggiando in cerca d’aria.
“Ma non far tanto lo schizzinoso! Non è la stessa cosa?”
“Scherzi? Ma ti pare? Dai Jackie, è come se io passassi tutto il giorno con una maglietta addosso a fare sport: a fine giornata tu mi dici che hai sete, che hai bisogno di bere, io mi tolgo questa maglietta e ti dò il mio sudore! CHE-SCHI-FO!” ed era toccata a Jackie la faccia nauseata. “Ok, ok, ho capito ora! Prometto che non te lo chiederò più!”
“Ecco! Grazie!”
“C... comunque... va bene insomma... un goccino!”
“Tu credi che un goccino mi basti?”
“Te lo farai bastare!”.
La ragazza aveva cercato uno spillo e si era punta un dito, da cui era fuoriuscita subito una goccia di sangue.
Niklas lo aveva preso tra le proprie mani e si era avvicinato con la bocca, iniziando a succhiare avidamente.
Jackie faceva fatto una smorfia, aveva provato una sensazione stranissima, vederlo lì, su di sé, con il proprio indice tra le labbra.
La ragazza era arrossita, forse perché era una cosa piuttosto intima, ma lui non ci aveva dato molta importanza.
“Beh, è stato come bere un succo di frutta.” aveva ammesso il vampiro, dopo essersi passato nuovamente la lingua attorno alla bocca come a cercare qualche residuo.

Da quel momento in poi, era diventato un rituale solo loro, bastava dire “Succo di frutta?” e si capivano al volo, qualche sorriso e la brunetta offriva il suo indice al ragazzo.
Ma lì erano in un luogo pubblico, non potevano certo dare spettacolo...
Niklas osservò il tavolo per qualche minuto, pensieroso, prima di prendere un bicchiere di plastica e avvicinarsi alla bacinella del punch, prendere un mestolo e versarselo con nonchalance.
“Puoi metterlo qui dentro.” suggerì, avvicinando il bicchiere a lei.
Jackie guardò Niklas, guardò il punch, rivolse di nuovo la propria attenzione a Nik e poi ancora a quel liquido così rosso.
Sarebbe stato perfetto, in effetti.
“Va bene.” mugugnò. “Ma solo per questa volta.”
“Beh, non bevo punch tutti i giorni.” commentò sarcastico il ragazzo, impaziente.
La brunetta sospirò, si mordicchiò il labbro inferiore e si punse con uno spillo che teneva nella piccola pochette a tracolla.
Appoggiò il dito sul bordo del bicchiere e vide gocce di sangue scendere dentro di esso, andando a fondersi con il punch.
Doveva essere delizioso...
A operazione finita, Niklas prese il bicchiere e bevve, bevve come un assetato nel deserto, sentendo tornare il vigore già dai primi sorsi, dolci e corposi.
Si sentiva meglio, decisamente.
Si volse verso Jackie, che nel frattempo aveva arraffato panini, dolciumi e bibite per recuperare energie e liquidi, per offrirle il braccio e accompagnarla a sedersi tranquilla da una parte.

Una volta ripresi, erano tornati a scatenarsi in pista e con qualche goccio di alcool in corpo, il vampiro non sembrava più un rigido pezzo di legno, cosa che fece sorridere la brunetta, entusiasta nel vederlo così sciolto.
L’atmosfera non era mai stata così distesa tra loro, entrambi stavano vivendo quel momento.
Non il passato. Non il futuro.
Il presente era la cosa più importante, il divertimento e la gioia di vivere in compagnia di chi amavano e a cui volevano bene...
Il ballo andò avanti per tutta la notte. Nessuno sembrava stanco, anche se ricordava vagamente di aver accompagnato Jackie in una stanza e averla aiutata a stendersi su un letto, e, perché no, ci si era sistemato anche lui.

***

 

Jackie si era risvegliata con un leggero mal di testa e giramento, insieme al suo ragazzo si era recata nel salone dove molti di loro stavano già facendo colazione insieme, com’era usanza fare: l’odore del cibo le dava la nausea, ma doveva sforzarsi di mangiare, se voleva stare in piedi.
Niklas sembrava messo peggio di lei, ma solo perché lui di giorno doveva dormire, non stare in piedi a fingere di nutrirsi di comuni cibarie umane.
“Ci siamo divertiti dai.”
Era anche riuscita ad evitare il suo ex fino alla fine. E quella antipatica di Rogan si era tenuta al largo da suo Nik. Meglio di così si moriva.
“Già.” l’austriaco concordò con un grugnito stanco, il completo stropicciato che reclamava un ferro da stiro ma che avrebbe dovuto aspettare il ritorno a casa.
“Vabbeh, passami quelle crepés, mi ispirano...” mugugnò, prima di accorgersi di una cosa.
Che mancava qualcosa.
“Nik hai... visto la mia pochette?” domandò con un senso di panico che le attanagliava lo stomaco.
Ok. Non aveva più voglia di crepés.
Niklas parve assumere un colorito più pallido del solito.
“Io... io non ne ho idea...”
Jackie si passò stancamente la mano sulla faccia. Ricordava poco o nulla...
“Perfetto... ci mancava solo il furto da parte di qualche ladro imbecille...” piagnucolò, appoggiandosi al suo ragazzo in cerca di conforto.
“Magari l’hai solo persa qui in giro, quando ti ho praticamente raccolto da terra non ce la avevi...”
Rimasero per qualche minuto in silenzio, accorgendosi di un rumore che li raggelò.
Dapprima sottile e quasi impalpabile, si era fatto sempre più insistente lo scrosciare della pioggia.
Tutti avevano iniziato a lamentarsi, mentre i più previdenti sghignazzavano vantandosi di essersi portati dietro l’ombrello.
“...Il cellulare per poter avvisare qualcuno di venire a prenderci era nella tua borsettina, vero?”
“Pochette Nik, è una pochette. Sì.”
“Che differenza fa? Siamo fregati e bloccati qui finché non smette. Perfetto. Perfetto!”

Tanto era bella la serata passata...
Quanto era stata sfortunata la mattina dopo!
Ma avrebbero ricordato quei momenti per sempre, insieme.

 

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Note Finali:
Questo capitolo partecipa al contest “Frammenti di Feste” organizzato sul forum di EFP >v< avevo già voglia di scrivere un capitolo così su un qualche ballo ed è arrivata l’occasione xD ringrazio le giudicE per l’occasione e spero possa piacervi! :D
Alla prossima <3

   
 
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