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Autore: The Sorrow    14/07/2014    4 recensioni
Facciamo un applauso alle belle persone.
Genere: Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Voglio strappare l'intonaco a morsi e avere un coniglio che ride. Mi sento osservato, devo ruotare la mia testa quadrata a 360° e rimanere serio. Ma non ci riesco e allora arrivano le delusioni, quelle riservate alle persone non-belle. D'altronde gli umanoidi carismatici diventano sempre più grandi e si aspettano che gli diamo una medaglia, una di quelle color oro e porpora, con il loro nome e la firma di un sindaco corrotto e di un direttore triste. E se lo meritano perché hanno giocato al gioco delle sedie nascendo già seduti e poi sono affamati e mangiano di tutto, ma proprio di tutto. E le persone non-belle devono azzannarsi e stringere patti con un diavolo vestito come l'insegnante dei Pink Floyd, quello che ci butta tutti in un tritacarne e ci trasforma in martelli. Ma le belle persone non fanno niente, nuotano nel fango di diamanti, gettano stracci verdi e si autoconvincono di essere fumatori. Sono perfettamente capaci di fare tutte queste cose, specialmente l'ultima e la penultima. Ma anche quella prima della penultima e quella prima ancora. Io direi di alzarci sulle mani e fare loro un grande applauso. Con i piedi.




Adesso la faccenda è molto scura, prima era troppo chiara. Una delle belle persone continua a ripetere:
"Guarda che bello il nostro trofeo. Ci sono parole sotto, sopra e sottosopra".
Io vorrei lavorare in una fabbrica di oro fuso e stampargli in faccia il suo trofeo. Ma non posso e quindi mi devo limitare a non odiare.
Tutti i giorni parlo con il mio non-fratello. Nessuno l'ha mai liberato dalla sacca e il sole è stato così arrogante da non baciargli la fronte. Ha visto solo un bagliore rosso. Poi l'abisso nero.
E lui non mi vuole e mi guarda male. Di notte lo sento piangere dalla disperazione ma a me va peggio perché non ho mai raggiunto il podio e devo continuare a camminare lo stesso.
Però posso sempre guardare le belle persone e applaudire.




E scrivo senza cervello, con l'unico scopo di darmi soddisfazione. La mia casa è viva, gli elettrodomestici parlano tra di loro. E tutto tace mentre un pettirosso canta guidato dal fantasma di una ragazza. Ma io ho un amnesia semi-involontaria e non mi ricordo chi è che sto guardando. Il metallo esce dalle casse dello stereo, ingorgando la mia gola con frasi tutte nere e grigie ma di forme diverse tra di loro. Il mio collo è stato sovraccaricato di concetti troppo reali quindi li vomito fuori, sporcando lo sporco e amando il Nonsense serio.
Ad ore alterne e puntuali vado in piazza e uso due lenti per cercare le belle persone. Mi inchino e applaudo.
"Diamo loro il mal-sentimento che chiedono" mi dicevo. Stavo facendo una buona azione. O forse imitavo semplicemente gli altri.
E il gruppetto di belle persone cresceva e cresceva, fino a diventare un pallone gonfiabile blu con uno stemma dorato che occupò la piazza e soffocò i non-belli. Però dovevamo essere tutti felici, no?




Mi ritrovarono morto e autosepolto in mezzo alla strada. Avrei voluto alzarmi e non riuscire a dormire, ma la falce scuoteva la lama e diceva di no. Allora continuai ad applaudire le belle persone, mentre la mia anima le insultava. E parlavo ripetendo sempre le stesse cose, ero in astinenza da vernice.
Il mio applauso non sarebbe mai terminato. Serviva per aiutare e sostenere le povere, belle persone.
Credo.








  
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