Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: emotjon    15/07/2014    17 recensioni
Un angelo. Capelli ricci, occhi smeraldo.
Un demone. Pelle ambrata, occhi cioccolato fuso.
E lei. La ragazza da cui dipende il destino di... tutto.
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
*allora... non so come, ma sono di nuovo qui.
non vi dico più di tanto, se non di leggere in fondo.
ci saranno i ringraziamenti, gli avvisi e le note.
non mi uccidete prima di aver letto tutto, please.
intanto un abbraccio,
- emotjon.*



20. Only the beginning.
 
 

Cade
la piuma
ritmica attesa del disastro
a inabissarsi
nelle spume originarie
donde già s’innalzò il suo delirio sino a una vetta colpita
dalla neutralità identica dell’abisso.
- S. Mallarmè.
 


Aveva insistito talmente tanto che alla fine il demone dai capelli scuri e gli occhi cioccolato aveva acconsentito. Era buio, e l’unica luce proveniva dalle stelle, dalla luna, e dalla piuma candida che teneva delicatamente tra le dita. Le lacrime le si erano ormai seccate sulle guance, ed erano finite. Non ne aveva più. Era probabile che i suoi occhi non ne avrebbero più prodotte; in fondo, era proprio quello che sperava.
C’è una poesia di Mallarmè che dice che una piuma che cade sia la ritmica attesa del disastro. Questa piuma poi si inabissa nel mare. In quel momento, dalla cima di una delle colonne del ponte di San Francisco, sembrava che la castana volesse prenderlo alla lettera. Lasciò che Zayn intrecciasse le dita con quelle della sua mano libera, per poi lasciar cadere la piuma.
Videro il leggero biancore spegnersi a mano a mano che quella cadeva. Pesante. In linea retta, come se il vento non potesse scalfirla. Bianco contro nero, sino a sprofondare nelle acque tumultuose del mare parecchi metri sotto di loro. Nelle spume originarie dove si era già innalzato il suo delirio, come avrebbe detto il vecchio poeta francese.
Silenzio disturbato solo dal fischiare del vento. Silenzio rotto solo dal frusciare dei vestiti contro la pelle, dai respiri che uscivano lenti a mischiarsi con l’aria della sera. Silenzio distrutto dallo schiocco di un bacio contro il collo della ragazza.
Non c’era nulla da dire. Niente che servisse. Avrebbe detto tutto il vento, o la spuma del mare che si infrangeva contro i piloni del ponte, o quella piuma che non avrebbero mai più rivisto – se essa avesse potuto parlare.
Nulla da dire, se non un “ti amo” appena sussurrato, forse portato dal vento stesso.
Al proprietario di quella piuma per un momento era parso come di affogare. Gli era sembrato davvero come se stesse annegando, e non come se fosse solo una parte di lui a farlo. Si sentì mancare l’aria, costretto a chiudere gli occhi per il dolore al petto. E una lacrima gli era scivolata indisturbata lungo la guancia, mentre la sua migliore amica gli stringeva una mano cercando di dargli la forza.
Madeleine doveva aver gettato la sua piuma. Era l’unica cosa di lui che le rimaneva, e l’aveva gettata in mare. Era l’unica cosa che gli avrebbe permesso tra i suoi pensieri ancora molto a lungo, e ora non c’era più. Forse aveva esagerato, e ci stava male da morirne, ad averla vista in quello stato.
Le aveva fatto male in tutti i modi possibili.
Altro respiro rotto dal dolore, seguito da un singhiozzo.
Poi il respiro gli era tornato regolare, insieme con la consapevolezza di averla persa. Insieme con la consapevolezza di aver fatto di tutto per perderla, quasi fosse vero che per lui non contasse nulla.
Altri respiri, non spezzati. Respiri che viaggiano all’unisono.
Due demoni, finalmente vicini; tanto vicini da far ridere lui e far ansimare lei, nello stesso istante. I capelli biondi di uno a solleticare il collo candido dell’altra, mentre la teneva ferma contro la parete di un’anonima camera da letto. E la toccava come mai aveva osato toccarla. E la amava come mai l’aveva amata, per la prima volta in vita sua senza il pensiero di Lynn a disturbare quello che voleva davvero.
Ci aveva messo un po’ a capirlo, ma Soraya era la persona che avesse desiderato di più, da sempre. Forse il pensiero di perderla nella battaglia di qualche ora prima gli aveva dato la spinta giusta. Fatto sta che Storm non riusciva a staccare le labbra da quelle zuccherine di lei, che a loro volta l’avevano desiderato tanto, forse troppo.
Demoni innamorati. Demoni che si desiderano. E no, la lussuria non vale solo per loro; essi non sono gli unici a sapere che cosa sia. Per quanto si possa pensare agli angeli come gli esseri più puri che esistano, la lussuria vale per tutti, anche per loro.
In fondo, tra lussuria e amore la linea è piuttosto sottile.
E quella notte le dita di un angelo dai capelli biondi e gli occhi azzurri non sembravano voler smettere di sfiorare la schiena nuda dell’angelo con cui avrebbe fatto l’amore ogni notte, fin quasi a non poterne più. La vide sorridere, con la guancia premuta contro il cuscino e i lunghi capelli castani sparpagliati su di esso.
Si chinò su di lei per lasciarle una scia di baci su una delle due cicatrici lasciata dalle ali. Appena visibile da occhi umani, ma luminescente e come brillante di luce propria, per un altro angelo, o per chiunque sapesse della sua esistenza. Eveline ridacchiò, al solletico provocato dalle labbra di Niall sulla schiena, con le ali che premevano per uscire, mentre quelle di lui erano già libere e brillanti, ampie abbastanza da piegarsi in avanti e sfiorarle i capelli sul cuscino.
Un altro “ti amo” appena mormorato, era tutto quel che serviva.
Più ci pensava, più Cherubiel era arrivata alla conclusione di non aver mai fumato erba del diavolo in vita sua. E più guardava quella sigaretta posata sul tavolino davanti a sé più le veniva voglia di provare. Si diceva che aiutasse a dimenticare, che facesse evaporare i pensieri per qualche ora, che ti facesse sentire leggera e libera e un altro milione o più di cliché.
Di certo non si aspettava che Skylar fosse ancora nei paraggi. Come non si aspettava di vederlo sedersi sul divano accanto a lei e passarle un accendino. Con la coda dell’occhio lo vide accendere la propria sigaretta e inspirare il fumo, prima di tenerlo qualche secondo nei polmoni ed espirare in una nuvoletta di fumo bianco, denso.
«Fa passare anche il dolore, Cher…», le sussurrò chiudendo gli occhi e posando la testa contro lo schienale del divano.
E se voleva essere un incoraggiamento, funzionò. Tanto da spingerla a prendere quella sigaretta che stava fissando da minuti interi e accenderla. Tanto da prendere un tiro e posare la testa sulla spalla del demone, cacciando indietro le lacrime e il senso di colpa. Tanto da continuare a fumare fino a non sentire più il dolore alla gamba, o il dolore più forte che sentiva al centro del petto per aver perso Remember, e forse anche Liam.
Continuò a fumare, ignara che proprio Liam li stesse guardando dalla cima della scalinata. Fregandosene di tutto, per una volta. Perché tutto quel che voleva era smettere di pensare, e Skylar sembrava l’unico in grado di aiutarla a farlo.
«Grazie», fu tutto quel che riuscì a sussurrare, sentendo il demone al suo fianco stringerle una mano. Quel piccolo e timido “grazie” era tutto quel che serviva, in quel momento.
E mentre il sussurro della bionda arrivava alle orecchie del demone dalla pelle scura, mentre il castano si sedeva in cima alla scalinata e si passava esausto le mani tra i capelli, un demone dai capelli castani – forse resi rossicci dalla luce delle lampade al neon – passava l’indice sul bordo di un bicchiere di vetro colmo di un liquido scuro, forse vino rosso.
La mora al suo fianco aveva il busto fasciato e si rigirava un bicchiere tra le dita, indecisa se bere anche quello o meno. Indecisa se tentare di dimenticare tutto con l’alcool o se tornare a casa e mettersi a dormire ignorando le lacrime. Indecisa se smettere di pensare o meno, perché per quanto potesse far male aveva sempre avuto bisogno del pensiero dell’angelo biondo per andare avanti.
Stava per portare l’ennesimo bicchiere alle labbra, quando il ragazzo seduto sullo sgabello al suo fianco la fermò, obbligandola a far tintinnare il bicchiere col suo. Vetro contro vetro, come se effettivamente avessero qualcosa o qualcuno a cui dedicare quel brindisi. «Ad Akielah, per averci messo tutti in questa situazione di merda», mormorò Louis, alzando il bicchiere e facendolo scontrare contro quello della ragazza, lasciandone zampillare fuori qualche goccia.
«A Madeleine, per essere sopravvissuta», ribattè Remember, facendo ridere l’altro demone. Non sapeva se stesse ridendo per il vino o per altro. Magari rideva per non piangere, proprio come stava facendo lei. Magari le lacrime all’angolo dell’occhio erano lacrime vere, e semplicemente gli mancava Cassiel. «A te, Louis… per essere rimasto con la ragazza dal cuore distrutto».
Non disse nient’altro, prima di portare il bicchiere alle labbra e bere tutto d’un fiato.
Fuori città si vedevano solo le stelle. Era buio, tanto da non distinguere l’iride di qualcuno dalla pupilla. Tanto da far fatica a vedere ad un palmo dal naso, non ci fosse stata la luna, non ci fossero state le stelle. Tanto da confondere la mano della ragazza dalle ali nere con quella del ragazzo dalle ali bianche, le dita intrecciate come a suggellare una promessa che nessuno avrebbe pronunciato e che nessuno avrebbe potuto sentire.
Kismet spiegò le ali con un sospiro, nere quanto la notte. Forse ancora più nere.
Celestine tenne le ali al proprio posto, cambiando la presa sulla mano della ragazza al suo fianco, in quel prato, su quel promontorio che nessun’altro a parte loro avrebbe potuto vedere, quella sera. La tirò a sé, vedendola poi sorridere e riportare le ali al proprio posto. Belle quanto ingombranti, in certi casi.
E non si dissero una parola. Si limitarono a guardare le stesse stelle e lo stesso cielo, immaginando di essere dalla stessa parte. Rimpiangendo le scelte che li avevano portati ad essere dov’erano in quel momento. Rimpiangendo tutto. Tutto tranne l’amore che li univa; quell’amore che era riuscito ad andare oltre al loro essere così diversi, opposti.
Quella sera era così. Poche parole, parecchi pensieri.
C’era chi pensava a come sarebbe potuta andare a finire, chi non riusciva a smettere di baciare, o di sussurrare parole degne della migliore poesia francese. C’era chi aveva appena perso l’unica persona che avesse mai amato, chi quella persona ce l’aveva tra le braccia e chi l’aveva appena rivendicata come propria.
C’era chi perdeva, chi trovava.
Chi amava.
Chi pensava al passato e chi al futuro.
C’era chi non pensava affatto.
L’importante era che loro ci fossero. Non importava come.
Perché quello era solo l’inizio.



 


Forse me la cavo a scrivere, a lavorare di fantasia, a immaginare cose che non esistono e non esisteranno mai. Forse potrò essere brava a descrivere il colore delle iridi di qualcuno, o il profumo particolare che emana la pelle di qualcun altro. Forse e ripeto forse, non sono male nel descrivere due persone che si baciano, che si scoprono, che fanno l'amore... e chi più ne ha più ne metta.
Di sicuro però, non sono brava coi ringraziamenti.
Proprio non sono capace, per quanto io sia solita dire grazie tre volte ogni due parole.
Ho deciso che ci voglio provare lo stesso, un po' perché provare non costa nulla, e un po' perché ci tenevi davvero tanto a ringraziare, anche se magari in modo tanto prolisso e un po' inutile, dallo schermo di un pc.
Non vi dirò che questo fa parte del capitolo, perché non è vero.
Ma già che siete qui, vi chiedo solo di leggere un'altra manciata di parole, fazzoletti alla mano. 

Cominciamo coi grazie più semplici da dire, quelli che escono dalle labbra quasi da soli, come un fiume in piena.
Grazie a chi ha letto questi venti capitoli.
A chi all'inizio non capiva un'accidente.
A chi ha recensito il primo capitolo e poi se l'è data a gambe.
A chi ha continuato col secondo, e il terzo e così via perché era curiosa di sapere.
A chi non si è arreso alla confusione e ha lottato per la verità.
A chi si è rivista in Madeleine, per quanto strana possa essere quella povera ragazza.
A chi ha riso, pianto, trattenuto il fiato.
A chi voleva baciare Harry in spiaggia, e chi voleva saltare addosso a Zayn in ascensore.
A chi ha amato uno, e a chi ha amato l'altro.
A chi li ha amati entrambi, perché proprio come Madeleine non è riuscita a scegliere.
A chi voleva maledirmi quando si è accorta di quanti personaggi ci fossero.
A chi ha shippato Cassiel e Louis, Kismet e Celestine. Perché per quanto opposti e diversi e non destinati a stare insieme magari a voi sono piaciuti dal primo istante. Da quando Louis cinge le spalle di Cas, o da quando Kis compare mezza nuda con addosso la camicia di Cel.
chi ha adorato Storm e Soraya, non solo per i prestavolto.
A chi non ha abbandonato la storia per la presenza di Remember e Cherubiel. Perché l'amore va oltre il sesso di chi ama, e perché io sono più Remember di quanto possiate immaginare. Quindi non potete capire quanto valga il commento di qualcuno che ama quelle due ragazze.
A chi ha amato Eveline e Niall, per quanto poco si siano visti.
A
chi ha immaginato di essere una delle ragazze, solo per ricevere un bacio da uno dei ragazzi.
A chi... Dio, sto perdendo il filo. E sto piangendo come una fontana.
A chi avrebbe voluto volare tra le braccia di Skylar ad un passo dalla fine di tutto.
A voi tutte, grazie. Dal profondo del cuore.
A chi ha continuato a seguire la storia restando senza fiato un capitolo dopo l'altro, pensando che valesse la pena continuare a seguire le avventure della povera sciagurata, dei due spasimanti, e della scrittrice sclerotica.
A chi ha trovato il tempo per recensire quando avrebbe dovuto studiare.
A chi ha perso tempo a leggere, recensire, commentare, sclerare, urlare...
A chi ha messo le storia tra le seguite/ricordate e preferite, perché quando ho iniziato a scrivere di certo non mi aspettavo che potesse essere così tante, come non mi aspettavo che una storia del genere potesse piacere.
Grazie a chi ha aiutato la mia poca autostima a raggiungere livelli accettabili.
Grazie a Lauren Kate per aver scritto la saga di Fallen e aver ispirato in parte Higher.
Grazie alla religione islamica, per avere un certo Malik come "angelo della morte e della distruzione", perché a dire il vero tutto nasce da lì e dalle mie ricerche senza senso alle tre di notte su siti che normalmente non si calcolerebbe nessuno.
Grazie. Lo ripeterei fino a non avere fiato.
Ma non è finita, e so di star scrivendo un poema. Il bello è che non mi interessa, perché ora arrivano i ringraziamenti difficili, quelli dai quali non uscirò senza lacrime e mascara sbavato e probabilmente anche singhiozzi.
Grazie ad Anna Chiara e Marta, per avermi costretta a pubblicare il prologo di Higher e a vedere come sarebbe andata. Grazie per aver letto in anteprima, per aver insistito tanto da farmi cedere e anche per avermi minacciata. Meno male che vi ho ascoltate, va. Vi voglio bene, tanto.
Grazie alle ragazze del gruppo su Facebook e a quelle del gruppo whatsapp, che non sto a fare i nomi una ad una perché se no finisco domani. Però grazie, vi voglio bene una per una, anche se vi conosco a malapena. Grazie, perché se non ci fosse state voi non sarei andata avanti.
Grazie ad Aurora, Blue, Milla, Mimì, Mary, Elena e Elena, Giorgia, Annarita, Federica, Valentina, Francesca, Sofia, e sicuramente sto dimenticando qualcuno.
Grazie ad Helena. Grazie per avermi ispirata per quello che verrà. Grazie per aver insultato Zayn fino allo sfinimento e fino alle lacrime, perché per quanto possa sembrare assurdo, dopo i tuoi insulti all'immigrato vengono in mente dialoghi indimenticabili che devono necessariamente essere trascritti su carta. Grazie per il tuo amore per lui che supera anche quello che provo io. Grazie per avermi fatto pensare "cosa farebbe Hel se non volare a Londra e prenderlo a sprangate?" quando mi svegliavo alle tre di notte piangendo e pensando a lui. E grazie per un'altra infinità di cose che se le elenco tutte finiamo domani. Grazie tesoro, ti voglio un bene infinito.
Grazie al mio migliore amico, che mi ha tenuta sveglia al telefono fino a notte fonda per finire certi capitoli. Grazie per avermi aiutata con la trama, un pizzico con le descrizioni e soprattutto grazie per avermi aiutata coi prestavolto. Grazie per non aver mollato, perché in caso contrario l'avrei fatto anche io.
Grazie alla mia ex ragazza, per aver sopportato gli scleri quando stavano insieme e per aver creato senza nemmeno saperlo i personaggi di Cherubiel e Remember. Non sto a dire altro, tanto nemmeno lo leggerai.
Grazie a... Zayn.
Grazie ad Harry.
Grazie a Madeleine, per essersi fatta plasmare sotto l'attacco dei miei neuroni impazzito senza fiatare e senza la minima protesta. Grazie per avermi fatta piangere, ridere, imbarazzare e desiderare di essere te. 

Bene, penso di aver finito. Se ho dimenticato qualcuno a cui l'avevo promesso chiedo venia.
E ora, la notizia bomba.
Come avrete potuto notare, la storia ora come ora è incompleta. Mancano pezzo del puzzle, Madeleine deve ancora scegliere, Harry è un coglione patentato e Zayn è diventato il cioccolatino più dolce dell'universo conosciuto.
Quindi, dato questo insieme di cose...
Vi annuncio che ci sarà un seguito!!
Un seguito che si intitolerà "Deeper", che sarà anch'esso di 20 capitoli e che penso inizierò a pubblicare dopo essere tornata dalle quasi tre settimane in Calabria. In sostanza scrivo qualche capitolo, riprendo una delle storie sospese e ci rivediamo a fine agosto, massimo inizio settembre.
Vi voglio bene piccolette.
A presto, un abbraccio immenso... 

- emotjon.



 


twitter:  @_emotjon
facebook: https://www.facebook.com/federica.efp
gruppo facebook: https://www.facebook.com/groups/598553143554452/?fref=ts
ask: www.ask.fm/FedericaEfp
tumblr: www.emotjon.tumblr.com
wattpad: http://www.wattpad.com/user/emotjon

gruppo whatsapp: se volete essere aggiunte basta che mi mandiate un messaggio privato col vostro nome e numero :))
   
 
Leggi le 17 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: emotjon