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Autore: Blacky46    15/07/2014    0 recensioni
Questa storia è la continuazione di: Student vs Zombies.
L'avventura di un gruppo di ragazzi che, dopo un'invasione di zombie, cerca di salvarsi in ogni modo possibile. Inizialmente in una scuola, i ragazzi scappano e dopo una lunga serie di peripezie finalmente riescono a barricarsi all'interno di un supermercato. Ma, fino a quando potranno restare lì dentro? Quando sarà il prossimo attacco degli zombie? Seguite la storie per vedere cosa il destino ha in serbo per i nostri sopravvissuti
Genere: Azione, Horror, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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L’Aliper, il supermercato che avevamo cercato con fatica di ripulire e organizzare come nostra nuova casa, era ora sotto attacco. All’esterno, centinaia di zombie si stavano radunando attorno alle mura in cerca di un ingresso, mentre, una creatura mostruosa, simile quasi ad una grande lucertola, stavano distruggendo quel poco che restava di una saracinesca per poter entrare.
“E ora che facciamo?” Si chiesero i ragazzi che stavano con me sul tetto.
“Cosa volete fare” risposi stringendo i denti, “Dobbiamo muoverci ed abbandonare il supermercato!”
Uno dei ragazzi che erano li: “Ma cosa stai dicendo, dopo tutta la fatica che abbiamo fatto.”
“E cosa vorresti fare, pensi forse di riuscire a fermare tutti quegli zombie e quelle due creature…. Beh se lo pensi davvero ti prego dimmelo, che qui non vedo proprio nessun modo” gridai abbastanza irritato.
“Si ma…non so come, ma io non lascerò certo questo posto senza combattere” Disse, dopo di che si voltò e iniziò a correre giù, verso il secondo piano, fino a scomparire dalla nostra vista.
Io e gli altri due ragazzi restammo in silenzio.
“E voi che volete fare?”
 
Prima che mi riuscissero a rispondere, sentii la voce di Alessio alla trasmittente
“Ohi  -disse con voce affannata, mentre cercava di riprendere fiato- Ho svegliato quasi tutti ormai, ci stiamo preparando, presto scendete….- un'altra pausa- Se continua così, abbiamo all’incirca quindici minuti prima che sfondino la saracinesca e arrivino qui, dobbiamo muoverci ed andarcene.”
“Arrivo subito.” Dissi, mentre mi apprestavo a scendere le scale.
 
Mentre stavo per scendere al piano inferiore vidi un gruppetto di ragazzi, riuniti davanti all’armeria, con le armi in mano. Stavano tutti ascoltando un ragazzo.
“Che state facendo!” gridai.
“Ancora tu?!” disse il ragazzo che prima stava sul tetto e che era probabilmente a capo del gruppetto. “Te l’ho detto, non lascerò questo posto”
“Ma non hai ancora capito che qui non si può fare nulla, morirai e basta. Invece di perdere tempo e di farmi perdere tempo aiuta gli altri a portare le ultime cose alle corriere.”
 
Il ragazzo si fece largo tra il gruppetto, corse verso di me e mi tirò un pugno in faccia, tanto forte da farmi cadere.
“Deciderò io come usare la mia vita, se vuoi scappare scappa codardo!”
 Rimasi steso al suolo qualche secondo. La guancia mi faceva un male terribile, però, non era quello il motivo per cui non mi rialzai. Pensavo alle parole di quel ragazzo. Non ero un codardo, stavo solo cercando di salvare più persone possibili. Combattere una battaglia già persa non aveva senso, per non parlare che l’intero gruppo ne avrebbe risentito se fossero morti tutti quei ragazzi. Eppure….eppure non riuscivo ad essere pienamente convinto della mia idea.
 Quando mi rialzai il gruppetto era già sceso. Corsi al piano di sotto e incontrai Alessio.
“Hei, allora, come siamo messi?” gli chiesi.
“Abbiamo quasi finito, se solo quegli stupidi ci avessero aiutato avremmo già finito. Ma cosa credono di fare!” gridò con tono irritato.
“Ti riferisci a quelli che vogliono combattere?”
“Certo, a chi altro…. Ma che ti sei fatto in faccia?”
“Mi è arrivato un pugno…comunque più importante credo sia ora di andare alle corriere, che dici…”
Si sentì un forte rumore provenire dal piano inferiore, subito dopo dei colpi da fuoco. Era il segno inequivocabile che la saracinesca aveva ceduto.
“Prestoooooo!!!! Tutti via. Correte tutti alle corriere.” Gridò Alessio con tutta la voce che aveva.
Iniziammo tutti a scendere le scale, in preda alla paura, fino a raggiungere il piano terra. Lungo la strada alle corriere eliminammo svariati zombie, i prima ad essere entrati erano già arrivati fin lì.
In prossimità dei garage incontrammo Andrea e Davide assieme ad altri ragazzi.
Appena entrati ci dirigemmo alle corriere. Due uomini salirono e le accesero, partirono al primo colpo. Finimmo di riempire i serbatoi con la poca benzina che ci restava e controllammo se avevamo caricato tutto. Fortunatamente eravamo riusciti ad arrivare tutti in tempo….tutti tranne quel gruppetto che era rimasto a combattere.
“Ok siamo pronti. Tutti a bordo presto!”
Tentennai per qualche secondo, non potevo andarmene sapendo che altri del gruppo erano rimasti indietro, anche se per loro scelta.
“Io resto qui.” Dissi ai miei compagni.
“Gli altri sono rimasti indietro. Io torno indietro e provo a convincerli a scappare.”
“Ma sei impazzito, hanno scelto loro di restare. Lascia che si arrangino e scappiamo, se non vieni adesso morirai qui” mi disse Davide.
Scossi la testa in segno di dissenso. “Non cambia, non meritano comunque di morire intrappolati qui.”
“Fai quello che vuoi, noi ce ne andiamo” disse Patrick con tono scocciato
 
“Resto anche io”  Ci girammo a guardare Andrea
Tirò un sospiro e continuò “Non lo lascio qui, voi andate, noi vi raggiungeremo sicuramente dopo”
 
Non appena la saracinesca si alzò un ondata di zombie iniziò a riversarsi all’interno dei garage. Fortunatamente, grazie ai rinforzi e alla massa, le corriere  riuscirono a passare attraverso il gruppo di zombie senza problemi e ad ucciderne un buon numero. I sopravvissuti o restarono a terra per i danni subiti o si misero a seguire le corriere, attirati dal rumore, dando così a me e ad Andrea il tempo per riuscire ad uscire dai garage.
Non potevamo infatti uscire dalla porta dalla quale eravamo entrati dato che gli zombie orami avevano intasato il corridoio dall’altro lato;  l’unico modo per entrare era tramite una delle uscite d’emergenza posta in cima alle scale antincendio. Le scale più vicine erano ad un centinaio di metri dall’uscita dei garage, così decidemmo di usare quelle.
Lungo la strada uccidemmo una ventina di non morti che erano rimasti lì a ciondolare.
Salimmo in fretta le scale in modo da non essere raggiunti, aprimmo la porta e la richiudemmo dietro di noi, bloccandola con una sedia che si trovava poco lontano da lì.
“Bene, ora cosa facciamo?”
Si sentirono degli spari
“Ok, gli spari venivano dall’altra parte del piano mi è sembrato, presto andiamo”
Iniziammo a correre lungo il corridoio.
“Senti, perché mi hai seguito, non ce n’era bisogno, ora anche tu sei intrappolato qui, cosa ti è passato per la testa?”
“Dovrei chiedertelo io. A cosa cazzo pensavi? Tornare indietro per questi stronzi!”
Rimasi in silenzio qualche secondo, poi lo guardai “Non ti dirò che sono venuto perché era la cosa giusta da fare. Io mi trovo qui solo per dimostrarmi che sono ancora un essere umano, e non solo un essere vuoto che attende la morte. Se qualcuno ha bisogno di aiuto, voglio poterlo aiutare….. o qualcosa di simile….. E tu?”
Andrea abbassò lo sguardo “Io… io sono qui perché non lascio da soli gli amici nel bisogno.
E poi era la cosa giusta da fare, no?!” mi disse accennando un sorriso.
“Certo, la cosa giusta” sussurrai.
 “Dovremmo esserci, stai pronto!”
 
Svoltato l’angolo ci trovammo alle spalle dei ragazzi, i quali indietreggiavano  cercando di respingere i non morti, che però sembravano non finire mai. In lontananza vidi anche quella creatura, intenta a farsi largo tra gli zombie, quasi schifata dalla loro presenza.
“Presto, indietro.”
“Moriremo tutti qui, CAZZO.”
“TRA POCO FINIREMO I COLPI, SCAPPIAMO”
“Non indietreggiate, dobbiamo difendere questo posto a costo della vita”
Ormai i ragazzi sopravvissuti, sopraffatti dalla paura, o forse dal buonsenso, non ascoltavano più le parole del loro capo. Non appena la massa di zombie si avvicinò a qualche metro di distanza uno alla volta i membri del gruppo iniziarono tutti a scappare verso di noi. I più fortunati ci raggiunsero, gli altri divennero parte dell’armata di non morti.
“MUOVETEVI, se volete salvarvi seguiteci” Gridò Andrea.
Il gruppo, orami ridotto ad una dozzina di ragazzi, non esitò un secondo ad abbandonare la postazione e a raggiungerci, solo uno restò.
“Avanti brutto idiota, muoviti e vieni qui anche tu” gridai
Anche se mi aveva tirato un pugno e dato del codardo non lo odiavo sicuramente, anche lui come tutti gli altri meritava di essere salvato….o almeno così pensavo.
Il ragazzo si girò, mi guardò, dopo di che prese una specie di bomba artigianale che avevamo fatto noi precedentemente e si buttò in mezzo agli zombie.
La bomba funzionò, e ci fu un’esplosione, niente di che, ma riuscì a far saltare in aria diversi zombie e a far crollare una parte del pavimento.
Vedendo la scena rimasi di stucco, li fermo, con gli occhi sbarrati.
“Pier..ohi Pier, presto, dobbiamo andarcene da qui!”
“Si” risposi riprendendomi “Si, presto andiamocene.”
Ripercorremmo il lungo corridoio fino a raggiungere la porta dalla quale eravamo entrati. Dall’altra parte si sentivano gemiti e si vedeva la sedia muoversi.
“Da qui non si passa, dov’è la prossima porta”
“Di qua, seguitemi” disse uno dei ragazzi
Ad una ventina di metri effettivamente c’era un’altra porta.
“Andiamo facciamo in fretta.”
Uscimmo dalla porta, e prima che gli zombie ci raggiungessero scendemmo le scale.
Fuori dal parcheggio vedemmo entrambe le corriere, ci stavano aspettando, ma non potevano fermarsi dato che dietro a loro c’era un gran numero di zombie.
“Ok, ora correte quanto più potete, fino a raggiungere le corriere, non fermatevi per nessuna ragione.” Gridai, poi iniziammo tutti a correre attraverso le macchine e gli zombie.
Ad un certo punto dietro di noi si sentì un boato, dopo di che vidi volare la porta, dalla quale eravamo usciti, davanti a me. Mi girai un secondo e vidi quella lucertolona uscire e lanciarsi verso di noi.
Sarà stata ad una trentina di metri da noi e si avvicinava. Io ero quello rimasto più indietro, essendo l’ultimo ad essere uscito dalla porta e forse il più lento.
La creatura iniziò ad inseguirmi, potevo sentirla avvicinarsi alle mie spalle. Iniziai a correre tra le macchine in modo da farle perdere tempo, ma niente, sembrava anzi avvicinarsi sempre di più.
Guardai gli altri ragazzi, ormai avevano quasi tutti raggiunto le corriere.
Iniziai a correre con tutto il fiato che avevo, come non avevo mai fatto, tuttavia sentivo le gambe orami mancarmi e mi sembrava che le corriere fossero lontane centinai di metri.
 
“Presto Pier!” Mi gridò Marco da una delle corriere.
 Ripresi brevemente i sensi, le corriere erano a circa quaranta metri davanti a me, potevo farcela. Corsi, corsi e corsi, gli altri orami non potevano più aspettarmi. Ero a circa dieci metri di distanza quando vidi un ombra sopra di me. In un istante capii che si trattava di un arto del mostro, stavo per morire…così vicino alla salvezza.
“Avanti, sparate!” non riuscii a capire di chi fosse la voce, ormai mi girava la testa dalla fatica.
Poi sentii degli spari, l’ombra sopra di me scomparve improvvisamente, probabilmente i ragazzi avevano colpito il mostro. Con le ultime forze che mi restavano mi lanciai verso l’ingresso di una corriere. Sentii qualcosa afferrarmi e trascinarmi all’interno, ricordo il rumore del motore della corriere e poi persi i sensi.
Eravamo finalmente riusciti a scappare. Benché a malincuore ci stavamo allontanando lasciando alle nostre spalle l’Aliper, la nostre “casa”.
Dopo mezza giornata d’inferno potevamo finalmente riposarci, anche se la tristezza e la paura si facevano avanti ora come non mai.
“Esiste veramente un posto sicuro?” con questa domanda nella mente ce ne andavamo da Rovigo seguendo la mappa che Andrea aveva trovato sul computer.
  
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