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Autore: Mia Renard    15/07/2014    1 recensioni
Miles a Bass decidono di concedersi qualche giorno di vacanza lontano da casa
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Miles Matheson, Sebastian Monroe
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era un po’ che volevano prendersi un week end libero. Due o tre giorni solo per loro. Per stare insieme. Lontano dalla milizia, dagli impegni, dai pensieri, dagli orari…
L’occasione ideale si presentò quando trovarono un annuncio appeso nella bacheca di un bar: “Affittasi villa di campagna, completamente arredata. Esclusivamente periodo estivo. Ampio giardino, proprio sulla riva di un lago. Zona isolata. Ideale per che cerca pace e tranquillità”.
Entrambi si trovarono d’accordo.
Miles si mise in contatto subito col padrone di casa. Questo avrebbe preferito qualcuno che gli tenesse l’abitazione per tutto il mese ma, visto che non aveva trovato nessuno per il momento potava andare bene. Si accordarono per il fine settimana prima di Ferragosto, dal 9 al 12. Si incontrarono un paio di giorni dopo la telefonata di Miles. Descrisse loro la casa: completamente in legno. Al piano si sotto salotto e sala da pranzo con angolo cottura , al piano di sopra due camere da letto e bagno. Gli interruttori della corrente, dall’acqua e del gas erano tutti in cantina, proprio all’entrata. Dietro alla casa c’era un terreno adibito a orto, ma era in disuso perché non era stato seminato niente, davanti un ‘ampio giardino con sdraio, ombrelloni e un piccolo gazebo con un tavolino.
Al di là del muretto che delimitava il confine dell’orto, avrebbero trovato subito la spiaggia. Anche se era estate non ci sarebbe stato nessuno perché a poco distanza era stato aperto un lido e la gente preferiva andare dove c’era tutta l’attrezzatura ideale per prendere il sole fare il bagno. Poi consegnò loro una cartina con le indicazioni e le chiavi.
Bass non stava più nella pelle. Non vedeva l’ora di essere sul posto e Miles era felice di vederlo così entusiasta per un semplice viaggetto fuori porta. Addirittura preparò la sua sacca una settimana prima della partenza. Prese, come sempre, più del necessario: due paia di jeans, sette magliette, due bermuda, tre paia di scarpe…
E poi assillava l’amato con continue domande del tipo: -Lo shampoo lo prendi tu? E il gel da barba? No perché la mia borsa è già piena. Cavolo, non so che costume prendere .Quello blu o quello a righe? Tira su anche il libro delle Dragonlance che stiamo leggendo. Si, I Draghi dell’ Abisso de Nani, così l’abbiamo per la sera. Prendi anche i racchettoni ed il pallone-.
-Bass, stiamo via solo tre giorni- si lamentò l’altro.
-E allora? Tu sai già cosa ti andrà di fare? Possono essere lunghissimi tre giorni e non possiamo fare previsioni…-
Miles lo raggiunse con un balzo e lo zittì baciandolo con passione, prima di aggiungere: -Io so già cosa mi andrà di fare.-
Bass gli trapassò il cuore con un sorriso e si ributtò tra le sua braccia.
Però non riuscì a parlare d’altro tutto il tempo.
La sera prima della partenza decisero di andare a letto presto, per dormire un po’ di più, per essere riposati per affrontare il viaggio.  Lui stava sdraiato a pancia in giù , con la testa appoggiata sul petto dell’uomo che amava e una gamba infilata tra le sue. Aveva comunque gli occhi sbarrati. Il sonno non accennava ad arrivare.
Miles lo teneva a sé, appoggiandogli una mano su un fianco e l’altre su una spalla. Aveva la testa piegata da un lato e gli occhi chiusi. Stava per addormentarsi quando improvvisamente si sentì scuotere con forza. Nella prima frazione di secondo pensò fosse un terremoto. Poi realizzò che era Bass che stava facendo ballare il materasso perché si era rizzato di scatto sulle ginocchia imprecando: -No, sono un idiota!-
-Che c’è? Che succede?- chiese l’altro allarmato accendendo la abat-jour sul comodino.
-Mi sono dimenticato di chiedere al padrone di casa se c’è un barbecue!-
Miles, esasperato, prese il cuscino e glielo tirò addosso.
-Bass, ma sei impazzito! Mi hai quasi fatto venire un infarto.-
-Ma è importante. Dobbiamo comprare la carbonella. E poi le salamelle, la carne con l’osso, la pancetta. E anche le verdure. Adoro le melanzane ed i peperoni fatti alla piastra. Mi piacerebbe tanto farmi una grigliata insieme a te, noi due da soli.-
Nonostante la situazione, l’altro non riuscì a non sorridere. L’entusiasmo quasi infantile di Bass lo inteneriva ed era contagioso.
-Lo vedremo sul momento se c’è un barbecue, piccolo.-
-Ma se non ci portiamo quello che ci serve…-
-Lo compreremo sul posto. Non andiamo mica sulle montagne rocciose. Hai sentito cosa ha detto il padrone di casa. A quattro chilometri c’è un paese con ogni tipo di negozio. Faremo la spesa arrivati lì, ok? Ora dormi, per favore- supplicò spegnendo la luce.
-Non ho sonno, Miles- mugolò Bass sdraiandosi sopra di lui e puntando gli occhi celesti in quelli di lui con un lieve sorriso.
L’altro inarcò un sopraciglio:  -Conta le pecore- scherzò.
-Preferisco fare questo- rispose l’altro cominciando a baciarlo, sulle labbra, sul mento, sul collo.
-Dai, Bass- provò a sottrarsi Miles ma senza la minima convinzione.-Abbiamo bisogno di riposare. Dobbiamo alzarci presto e dovremo guidare quasi tutto il giorno, domani.-
-Riposeremo dopo- protestò l’altro, tornando sulle labbra dell’amato e spingendo il bacino contro il suo.
Miles, eccitato all’istante, non si fece pregare. Gli circondò i fianchi con un braccio e gli portò l’altra mano sulla nuca, stringendolo e trattenendolo a sé. Poi, senza fatica, lo ribaltò sul letto e troneggiò sopra di lui. Dalla bocca di Bass sfuggì un verso divertito. Sorrideva trionfante. Poi inarcò la schiena portando le braccia sopra la testa. L’altro lo assalì, ricoprendo il suo corpo di baci mentre con le mani cominciava a sfilargli i boxer.
Venerdì mattina Bass aveva l’argento vivo addosso. Prima della partenza controllò quattro volte la sua parte dell’armadio, per essere sicuro di non aver dimenticato nulla. Si assicurò di aver chiuso il gas e spento lo scaldabagno. Prese dallo scaffale almeno venti cd per il viaggio (anche se Miles sapeva che, alla fine, avrebbero ascoltato per intero solo quello do Billy Burke. Removed, era il suo preferito).
Miles lo aspettò pazientemente seduto in macchina, per nulla indispettito comunque.
Quando finalmente chiuse il bagagliaio e si sedette al suo fianco, gli chiese:
-Hai preso tutto? Sei sicuro di non avere dimenticato niente? Fossi in te ricontrollerei un’altra volta.-
-Vuoi fare lo spiritoso?Meno male che mi sono occupato io di tutto. Se avessi dovuto aspettare te avremmo dovuto fare tutto all’ultimo momento.
-Tutto cosa?- continuò Miles. – Ti sei preparato lo zaino. Io fatto il pieno alla macchina e controllato la strada da fare. Inoltre ho dovuto mettere nella mia sacca da viaggio metà della tua roba, dal momento che la tua sta per esplodere.-
Bass ammutolì fingendosi offeso.
L’altro adorava quell’espressione: le labbra contratte in contrasto con gli occhi che sprizzavano scintille di gioia.
Il buon umore influì anche sul suo appetito: quando si fermarono ad un bar per il pranzo, riuscì a mangiare tre piadine più una ciotola stracolma di patatine fritte.
Una volta raggiunta la strada sterrata, ci vollero ancora trenta minuti per arrivare alla villa anche se già si intravedeva il laghetto. All’ultimo bivio girarono a sinistra e, in pochi attimi, raggiunsero la casa. Era una costruzione in legno, col tetto spiovente. Il giardino era delimitato da un recinto fatto di siepi. Un vialetto di ciottoli bianchi conduceva all’entrata. All’estremo lato destro c’era un tavolino in plastica, sovrastato da un gazebo che sembrava essere stato ridipinto in bianco da poco e, a sinistra, erano disposte 2 sdraio e tre sedie, anch’esse in plastica, attorno ad un ombrellone.
Bass, appena l’altro fermò la macchina, senza neanche prendere il suo zaino, si precipitò verso la porta con la chiavi in mano.
Miles prese i bagagli e lo seguì, volendo anch’esso ispezionare subito l’abitazione.
L’ingresso si apriva su un salottino: tre divanetti a due posti, con cuscini di stoffa, davanti ad un mobile con la televisione. In fondo alla stanza c’era un tavolo da pranzo con panca e sedie. Un piccolo angolo cucina a destra. Una scala a chiocciola portava al piano di sopra. Era mansardato. C’erano due camere da letto e un bagno grande.
La voce di Bass provenne dal piano di sotto: -Miles, vieni a vedere…-
Si trovava fuori, oltre l’orto sul retro, attaccato al muro di recinzione a guardare al di là.
-Siamo praticamente sulla spiaggia!- continuò una volta raggiunto.
Era tutta in sassi ma l’acqua non distava più di cento metri.
-Si passa da questa porticina- precisò indicando un cancelletto a destra –e siamo in spiaggia. Inoltre è tutta nostra. Il padrone di casa ha detto che non viene mai nessuno perché hanno aperto un lido qui vicino.-
-Fantastico!- esclamò Miles deciso ad assecondare l’entusiasmo di Bass
-Davvero, è stata la scelta giusta. E poi non hai visto la parte migliore. Guarda là.
In un angolo, tra il terreno privato ed il muretto, c’era un piccolo barbecue. La pietra su cui cucinare era rotta in più punti ma era ancora utilizzabile.
-Bene, ci toglieremo lo sfizio della grigliata. Domani a pranzo?- propose Miles.
Esaudire ogni desiderio di Bass era la cosa che prediligeva fare.
-Sarà il caso di andare a fare la spesa, allora- considerò quest’ultimo.  –Facciamo così: io vado a fare la spesa e tu intanto disfi i bagagli. Così faremo prima.-
Per fortuna Miles non sollevò obiezioni.  Bass voleva andare da solo a far provviste per comprare anche gli ingredienti per preparare all’uomo che amava il suo piatto preferito. Era un’idea che aveva avuto durante il viaggio. Sarebbe stata una sorpresa che avrebbe gradito.
Quando l’altro fu uscito, Miles scese in cantina per attaccare la corrente ed aprire l’acqua.
Poi raccolse le borse e salì al piano di sopra. Aprì tutte le finestre per arieggiare le stanze. Scelse la camera da letto più grande. Sistemò tutto nell’armadio, le sue cose a sinistra, quelle di Bass a destra, come facevano a casa. Fece il letto. Poi andò in bagno a sistemare nello specchio il gel da barba, i rasoi ed il dopobarba. Prima di riporre l’acqua di colonia di Bass non resistette, svitò il tappo ed inspirò il suo profumo. Se ne inebriava sempre quando gli baciava il collo. Mise nel box doccia il bagnoschiuma e lo shampoo e gli asciugamani puliti appesi a fianco.
Una volta finito, considerò che la cosa migliore da fare, mentre aspettava che Bass tornasse, era cominciare a godersi la vacanza. Prese i loro materassini di spugna ed i due teli da mare. Lasciò un bigliettino sul tavolo : “Sono in spiaggia. Ti aspetto qui davanti.”
Prese dalla credenza la chiave del cancelletto dal retro, oltre l’orto che dava sul lago. Sistemò i materassini proprio sulla riva, uno a fianco all’altro, girandoli verso il sole.  Li fissò mettendo dai sassi sugli angoli e si sdraiò sul proprio, con un sospiro.
Dei dolori gli scesero lungo la spina dorsale appena rilassò la schiena. Era stato seduto in macchina troppo a lungo per i suoi gusti ed aveva guidato per quasi sette ore, con una sola sosta per il pranzo, senza contare che la notte precedente non aveva dormito molto. Bass non aveva chiuso occhio, eccitato per la partenza, e aveva tenuto sveglio anche lui. Anche dopo aver fatto l’amore non era riuscito a prendere sonno. Si era girato e rigirato  nel letto, svegliandolo di continuo con un calcio o con una gomitata.
Chiuse gli occhi ed assaporò il calore del sole, tiepido e piacevole a quell’ora del tardo pomeriggio. Godette del silenzio e della tranquillità, il cinguettare dei passeri ed il lieve rumore dell’acqua.
 
Bass tornò un’ora e mezza dopo, carico di pacchi. Prima di tutto li sistemò nel frigo. In un sacchetto chiuso col nodo mise gli ingredienti per il piatto preferito dell’amato. Vide il bigliettino e si avviò verso la spiaggia.
Intendeva convincerlo a lasciargli preparare la cena da solo, per non rovinare la sorpresa. Non sarebbe stato facile perché Miles insisteva per occuparsi sempre di tutto ma era convinto che, con qualche sforzo, ci sarebbe  riuscito. Era probabile che lui fosse stanco. Aveva guidato tutto il giorno.Si era offerto di dargli il cambio ma Miles non aveva voluto farsi sostituire. Infatti non si stupì quando lo trovò addormentato. Si avvicinò in punta di piedi, per non svegliarlo. Voleva lasciarlo riposare. Era disteso sul suo materassino, girato su un fianco. Il petto si alzava ed abbassava al ritmo del respiro. Lo guardò, con gli occhi che traboccavano d’amore, pensando di non aver mai visto niente di più bello al mondo. Gi fece una lieve carezza sulla guancia. L’altro non si mosse.
Poi Bass tornò sui suoi passi, silenzioso come un gatto, felice di aver evitato una discussione.  Arrivato nell’angolo cottura si mise al lavoro con entusiasmo .Tagliò gli avocadi e li svuotò della polpa, mettendola in una ciotola. Triturò la cipolla, spremette i limoni ed unì il tutto. Poi aggiunse una bella manciata di sale. Lavorò il tutto col cucchiaio di legno fino a formare una crema uniforme. Taglio numerose fette di pane e le fece abbrustolire, successivamente gli fregò sopra queste uno spicchio d’aglio. Le dispose su un vassoio. Apparecchiò velocemente il tavolino sotto il gazebo bianco e portò il tutto in tavola.
Fiero di sé stesso, si avviò di nuovo verso la spiaggia.
Miles dormiva ancora. A quanto pare ne aveva davvero bisogno.
 Per un momento pensò di non disturbarlo e portarlo a letto di peso ma gli aveva preparato una sorpresa. Inoltre lui aveva mangiato poco e niente a pranzo. Era già troppo magro, almeno a cena doveva assicurarsi che si nutrisse a sufficienza.
Gli passò delicatamente una mano tra i capelli scuri.
-Miles- chiamò piano.
L’altro si mosse appena.
Bass si chinò su di lui e lo baciò dolcemente
-Miles- chiamò un po’ più forte. –Dai…svegliati- lo scosse leggermente per una spalle.
L’altro sbatté le palpebre.
-Stavi facendo un bel sogno?- gli chiese con un sorriso.
Lui sembrò per un attimo spaesato. Si guardò attorno mettendosi a sedere.
-Bass, sei tornato. Devo essermi assopito un momento. Ma che ore sono?-
-Le otto, bell’addormentato. Sembravi un po’ più che assopito.-
Miles parve imbarazzato: -Ma perché non mi hai svegliato subito?-
-Volevo lasciarti riposare. Non c’è niente di male schiacciare un pisolino se si è un po’ stanchi- affermò con decisione. Un attimo dopo, mentre raccoglievano i materassini, gli chiese : -Hai fame?-
-Da lupi. Cosa hai preso per cena?_
-Abbiamo una minestra pronta da scaldare- mentì Bass
-Cosa? La minestra? Tu odi la minestra!- esclamò l’altro.
-Che scelta vuoi che ci sia in questo posto…rustico? C’erano solo minestre liofilizzate.-
-Ma dovevi prendere le salsicce e le verdure.-
-Quelle sono per domani da fare sulla griglia. Non si toccano!-
-Uff…-sbuffò Miles. –Vada per la minestra, allora. Meglio che niente.-
-Lo so che avresti preferito…il guaca mole, magari –
-Già, magari- sospirò.
-Mi dispiace. Ho preso quello che ho trovato. Comunque l’ho già scaldata. E’ in tavola sotto il gazebo.Ti va di mangiare fuori, no?-
-Si, certo.-
Uscirono in giardino davanti alla casa per la cena. Bass stava qualche passo dietro a Miles ma si affrettò per non perdersi lo sguardo dell’altro, una volta svelato l’inganno.
Miles afferrò il mestolo e sollevò il coperchio della terrina. Rimase per un attimo incredulo davanti al contenuto. Alzò gli occhi su Bass, che gongolava con espressione trionfante.
-…guaca mole- fu la parola strozzata che uscì dalla bocca dell’amato.
-Con molto limone e pieno di sale, come piace a te- concluse per lui.
Il sorriso che incurvò le labbra di Miles, lo ripagò di tutto. Vederlo sorridere era come vedere un lampo inondare di luce la notte più scura. Inoltre non era una cosa che faceva spesso. Era fatto così: chiuso, riservato, il più delle volte incapace di esternare le emozioni. Persino lui, ogni tanto, doveva tirargli fuori le parole con le tenaglie. Ma lo conosceva così bene che ormai non servivano più. Gli bastava guardarlo negli occhi per sapere tutto quello che gli passava per la testa. Era un libro aperto per lui.
Miles lasciò andare il mestolo e lo afferrò per i fianchi attirandolo a sé. Lo baciò con passione stringendolo tra le braccia.
-Era proprio il tipo di ricompensa che speravo di ricevere- scherzò Bass appena si staccarono.
-Non è solo per il guaca mole e lo sai. E’ stato un pensiero dolcissimo da parte tua. E ricevere una sorpresa dalla persona che più amo al mondo…beh, mi gonfia il cuore.-
Mangiarono avidamente e con gusto.
Dopo avere sparecchiato decisero di stendere una coperta in giardino, per evitare l’umidità del terreno, e di mettersi un po’ lì a godersi il cielo stellato. Non ricordavano quando era l’ultima volta che l’avevano fatto.
-Non ho mai visto tante stelle in vita mia- osservò Bass mentre si accoccolava contro Miles, appoggiando la testa fra la sua spalla ed il mento, tenendo comunque lo sguardo rivolto verso l’alto. L’aria della sera era frizzante e trovò conforto nel calore del corpo dell’altro. –Quella deve essere addirittura la via lattea. L’aveva mai vista, tu?-
-No, Bass. Credo di no- rispose semplicemente l’altro, anch’esso incantato da tutti quei punti luminosi.
Il suono della lieve brezza tra le foglie degli alberi, del leggero movimento dell’acqua del lago e il canto dei grilli, li fece assopire. Quando Miles riaprì gli occhi guardò l’orologio. Era la una del mattino. L’altro dormiva, letteralmente aggrappato ad un suo braccio.
-Bass…-Miles gli accarezzò la fronte con la mano libera.
-Mmmhhh- fece lui.
-Andiamo a letto. Se dormiamo qui ci verranno i reumatismi prima del tempo.-
Dopo aver chiuso tutto si spogliarono e si infilarono sotto le lenzuola.
-Buonanotte, Miles- sbadigliò Bass, sdraiandosi al suo fianco e circondandogli la vita con un braccio. -Fai bei sogni- biascicò prima di crollare addormentato.
-Anche tu, piccolo- gli rispose l’altro passandogli la mano sulla schiena.
Prima di chiudere gli occhi a sua volta, pensò, guardandolo: -Va bene. Per questa sera ti lascio riposare. Vorrà dire che domani pretenderò razione doppia.-
 
 
 
 
 
  
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