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Autore: Larryx    15/07/2014    1 recensioni
Per quanto tempo avevi desiderato quel bacio?
Quante volte l'avevi sognato?
Quante volte avresti voluto posare le tue labbra sulle mie per sentirne il sapore?
Quante volte avresti voluto essere tu la protagonista dei miei sogni?
Quante volte hai voluto perderti tra le mie braccia?
Tu, Mia, avevi lottato con tutte le tue forze per raggiungere il tuo scopo.
Tu non ti eri mai arresa.
Avresti fatto di tutto per vincere.
Avevi vinto.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Per quanto tempo avevi desiderato quel bacio?
Quante volte l'avevi sognato?

Quante volte avresti voluto posare le tue labbra sulle mie per sentirne il sapore?

Quante volte avresti voluto essere tu la protagonista dei miei sogni?

Quante volte hai voluto perderti tra le mie braccia?
Tu, Mia, avevi lottato con tutte le tue forze per raggiungere il tuo scopo.

Tu non ti eri mai arresa.

Avresti fatto di tutto per vincere.

Avevi vinto.

Il mio cuore era tra le tue mani, tu hai saputo dargli tutte le attenzioni di cui aveva bisogno.

Mi amavi davvero, ne sono sicuro.

Tu eri la ragazza più originale del tuo gruppo, hai sempre voluto fare di testa tua.

Scontrosa e gentile, acida e dolce a modo tuo.

Tutte le ragazze ti disprezzavano, ma tu avevi imparato a stare al loro gioco.

Sapevi controbattere, avevi gli artigli per difenderti, le armi per vincere.

Io questo l'avevo notato, non ho potuto fare a meno di notarlo.

E ti ho amata.

Dal primo momento in cui ti ho rivolto parola, i nostri cuori sono entrati in sintonia.

Ero attratto da te, da ogni tuo sguardo, ogni tua movenza.

Sentivo il bisogno di passare i miei giorni con te.

Eravamo felici, riesci a ricordarlo?
Ti ricordi i sorrisi, i baci, le promesse?

Ti ricordi di tutte le notti passate insieme?

Tutte le notti passate ad abbracciarci?

Ricordi il nostro primo bacio?
Io sì. Ricordo perfettamente la voglia che avevo di baciarti.

Ricordo perfettamente il mio orgoglio che mi frenava.

Ricordo le parole che, quella sera, finisti per urlarmi contro.

Eri adorabile anche quando eri arrabbiata.

Dicevi che non ero mai presente, che ero solo uno stupido egoista, che pensavo solo a me stesso e alla mia reputazione, che ti eri affezionata troppo a me.

Dicevi che non avevi mai incontrato un ragazzo più orgoglioso di me.

Quanto avevi ragione, Mia.

Quelle tue parole mi toccarono l'anima e, in quel momento, non riuscii a fare nient'altro che baciarti.

Mi avvicinai lentamente al tuo viso e ti baciai.

Ricordo ancora il profumo dei tuoi capelli, ricordo il tuo sorriso raggiante, ricordo ogni difetto di te.

Io amavo i tuoi difetti.

Ricordo ogni momento, ogni abbraccio, ogni discussione.

Eri sempre più bella ai miei occhi, avrei dovuto dirtelo più spesso finché ne avevo l'occasione.

Sono stato così stupido, ti ho lasciata andare via, sei scappata via da me.

Dicevi che avevi bisogno di spazio.

Io sono stato uno sciocco.

Avrei dovuto fare di più per evitare il peggio.

Avrei dovuto fare di più per tenerti stretta al mio cuore.

Avrei dovuto farlo, ma non l'ho fatto.

E tu ti sei arresa.

Ti sei persa nel mondo sbagliato, hai scelto il percorso meno indicabile per andare avanti.

Droga e alcol.

Non era quello che avevi sempre sognato, Mia.

In un soffio perdevi conoscenza, continuavi a vivere impostando il pilota automatico e la tua vita volava via in una nuvola di fumo.

Non eri più la stessa.
La vera Mia era persa ormai, si era nascosta nel labirinto che avevi creato con le tue stesse mani, spaventata.

Io, però, lo vedevo chiaramente.

Mia era ancora lì dentro.

Non sapeva come uscire.

Voleva uscire.

Ricordo quell'ultima volta, quando venisti piangendo da me, cercando un po' di conforto.

Le lacrime ti bagnavano il viso, avevi gli occhi arrossati, i capelli in disordine, i vestiti stropicciati.

Ti gettasti tra le mie braccia, avevi bisogno di affetto e di un po' di umanità.

Se avessi saputo che quello sarebbe stato il nostro ultimo abbraccio non ti avrei più lasciata andare.

Ti strinsi forte al mio petto e cercai di fermare le tue lacrime, ma ogni tentativo fu vano.

Iniziasti a parlare, la tua voce era incrinata, singhiozzavi.

Eri la creatura più dolce che avessi mai visto.

Mi raccontasti che, la sera prima, eri andata ad una festa, che quella non era una festa normale, che avevi assunto sostanze nocive per te, che avevi perso la cognizione di tutto quello che ti circondava.

Eri finita in un vicolo buio, senza un come, né un perché.

Avevi aperto gli occhi e ti eri ritrovata qualcuno davanti.

Qualcuno che ti stava baciando, e non ero io.

Avevi una sigaretta accesa nella mano destra che pian piano si stava spegnendo, così come la tua anima.

Tutto ciò che ti avvolgeva era formato da smog, fumo e confusione.

Com'eri arrivata a quel punto?
Preferii non chiedertelo. Volevo seguire la tua narrazione parola per parola, senza perdermi neanche una pausa tra un singhiozzo e l'altro.

Mi raccontasti tutto.

Quel ragazzo si trovava lì, dinanzi a te, e tu eri immobile.

Lui ti stringeva la vita, ti carezzava la lingua soavemente, le sue mani ti percorrevano il corpo, voleva di più.

Tu non volevi andare oltre, avresti voluto girarti e iniziare a correre veloce come il vento, ma i fatti si svolsero diversamente.

Ti eri lasciata domare, Mia.

Lui ti aveva usata a suo piacimento e tu non ti eri ribellata, dopo di ché ti aveva abbandonata in quel vicolo polveroso, sola, senza protezione alcuna.

Dopo quella lunga notte avevi già preso una decisione.

Tu, però, quella sera, non mi raccontasti di quella decisione, altrimenti so che saresti ancora qui con me.

Una volta finito di parlare ti strinsi più forte tra le mie braccia.

Ricordi ancora il mio profumo, Mia?
Ricordi i miei occhi?
Il mio sorriso?
Il mio amore?
Tu hai deciso di lasciarmi.

Hai deciso di lasciare tutto.

Tornasti a casa e decidesti che quello era il momento adatto.

Prendesti un coltello affilato e scavasti a fondo nel tuo polso, tanto a fondo da permettere a quel che restava della tua anima di abbandonare il tuo fragile corpo.

Quella sera, in una pozza di sangue, mi abbandonasti.

Perché l'hai fatto?
Perché mi hai lasciato?
Io avevo bisogno di te, io ho ancora bisogno di te.

Ora non posso far altro che venire a piangere sulla tua lapide ogni giorno, con un fiore diverso tra le mani.

A te piacevano tanto i fiori.

Ormai è primavera, ce ne sono ovunque.

Sento il tuo odore che impregna l'aria.

Torna indietro.

Apri gli occhi.

Sei in un mondo in cui non avresti dovuto finire.

Non così presto.

 

Dove sei ora?
Mi manca la mia Mia.








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Note: La ripetizione finale della parola ''mia'' (anche se con due funzioni ovviamente diverse) è voluta.

Il motivo per cui Mia è entrata nel mondo della droga e dell'alcool non è ben precisato perché colui che parla e che, quindi, descrive la storia della ragazza non conosceva questo dettaglio, anche se avrebbe tanto voluto.
  
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