16/07/2014
2 recensioniViva l’Italia
“Io solo sono colpevole, salvate le loro vite, prendete in cambio la mia”
Lacrime d’impotenza sgorgarono dagl’occhi verdi del ragazzo. Vide l’ufficiale delle SS guardare, con sguardo scettico, il giovane militare che aveva proferito quelle parole.
Lovino lo vide temporeggiare, muovere il peso da un pieda all’altro, rimurginando su qualcosa, lo vide sviare lo sguardo determinato del giovane.
Poi sospiró e tornó a fissarlo negl’occhi ed annuí soltanto.
Come puó un solo cenno distruggere il futuro di una persona, annientare tutto: come puó decidere chi vive e chi muore?
Il giovane militare si voltó e tornó vicino ai ventidue compagni di sventuara: ventidue anime rastrellate a caso, in giro per quel piccolo pezzo di terra, ventidue persone a cui qualcuno ha voluto dare una mano, senza dir loro nulla, agendo di nascosto, senza chiedere niente in cambio.
Sei ore passarono.
Sei ore in cui ventitré persone scavarono senza fermarsi, senza quasi guardarsi, non reggendo la consapevolezza di dover guardare la paura che albergava negl’occhi di tutti; lavorarono in silenzio, sotto il sole cocente, sotto la minaccia di quei mitra stranieri dietro di loro.
Il ragazzo moro vide un soldato tedesco avvicinarsi alla fossa “Dice il signor Maggiore che oggi non é nervoso, siete liberi. Ora farà l’appello”
Vennero chiamati ventidue nomi, solo a loro fu concesso d’uscire da quell’inferno. Salvo era rimasto lí, fermo, ad aspettare.
A quei ventidue fu detto d’allontanarsi. Il cuore sospettava qualcosa, ma non si sarebbero mai aspettati di sentire un grido, prima d’esser riusciti ad andare piú in là d’un centinaio di metri. Un grido che si levó alto nel cielo limpido di quel 23 Settembre.
“VIVA L’ITALIA”
Una raffica di mitra.
Silenzio.
Silenzio opprimente.
Il silenzio che attanagliava il cuore di Lovino, i suoi occhi avevano incontrato quelli del vicebrigadiere prima di quel grido.
Sembrava quasi che quel giovane ragazzo volesse rendergli omaggio, anche prima di quel gesto estremo.
Lovino cadde in ginocchio ed un urlo rabbioso gli scaturí in gola.
I soldati tedeschi coprirono il corpo con la terra che c’era accanto alla fossa. In silenzio, con lo sguardo puntato sul corpo del ragazzo disteso in quella fossa. Una SS s’avvicino alla Nazione e alla donna che aveva accanto, unici testimoni del sacrificio di quell’innocente. “Il vostro brigadiere é morto da eroe. Impassibile anche di fronte alla morte”. Detto questo fece un saluto con il capo e se ne andó.
Lovino si rialzó e guardó fisso quella fossa dove ora giaceva Salvo.
I tedeschi se ne andarono, lanciandogli sguardi di sfuggita e bisbigliando qualcosa nella loro lingua.
Li lasciarono da soli. Il ragazzo guardó l’orizzonte dove il mare si muoveva e spumeggiava.
“Il tuo sacrificio e quello di chiunque altro non saranno vani, te lo prometto”
23 Settembre 1943 Torre di Palidoro, Salvo D’Acquisto si sacrifica per salvare la vita a 22 abitanti del luogo, che i soldati nazisti avevano scelto per vendicare la morte di un loro soldato e il ferimento di altri due dop l’esplosione accidentale di una bomba a mano.
“Se muoio per altri cento, rinasco altre cento volte: Dio é con me ed io no ho paura!”
(Salvo D’Acquisto)
“Se muoio per altri cento, rinasco altre cento volte: Dio é con me ed io no ho paura!”
(Salvo D’Acquisto)