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Autore: Maybeisyou    16/07/2014    3 recensioni
Luke: "Un mese fa ho incontrato una ragazza. Era così diversa da tutte quelle che ci seguono di solito..”
Calum: “Oh si, la ragazza del McDonald!”.
Smetto di scarabocchiare e alzo lo sguardo.
Luke mi guarda, io lo guardo. Riprende a parlare: “Si, lei Calum. Dicevo, ho incontrato questa ragazza per caso e.. Beh la storia la sapete.. Avrei voluto chiederle il suo numero di telefono, o la sua mail, o almeno il suo nome. Mentre non ne ho avuto la possibilità. E ancora oggi non ho idea di quale sia, il suo nome; o di che suono abbia, o se renda giustizia al suo sorriso timido..” dice mentre appoggia i gomiti alle ginocchia ed accenna ad un sorriso sbilenco, proprio come quando mi ha rivolto la parola per la prima volta.
“Quindi, signorina White, come si chiama?”
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"She took a chance and packed her bags
She left town and didn't look back
So tired if wishing on the stars"


White coffee.

Con la musica che mi rimbomba nelle orecchie prendo la mia borsa di pelle marrone e me la risistemo sulla spalla mentre cammino verso l’entrata dell’edificio con i fascicoli in mano. È il primo giorno di Università e sono dannatamente spaventata. Non so cosa mi aspetterà dentro queste mura, e non so se tutti gli ottimi voti che ho accumulato negli anni delle scuole superiori mi possono essere davvero d’aiuto. E se non ho talento? E se finirò a scrivere articoli per il giornale locale per la ricerca di animali domestici scomparsi? “Ok, calma! Non andare in panico ora, respira Vanessa, respira..”

Faccio un respiro profondo mentre attraverso il grande portone ripetendomi meccanicamente questa frase in testa. Stringo forte al petto i fascicoli che contengono tutti i documenti da presentare al primo corso. Spaesata seguo la massa e salgo le scale, fino a quando non mi ritrovo nella classe giusta, senza nemmeno rendermene conto. Prendo posto a metà, per non condannarmi ad indossare un’etichetta fin dal primo giorno: non voglio esser considerata né secchiona, né casinista, tantomeno una menefreghista. Sono la Svizzera in questo momento. E lo sarò per il resto dell’anno. Voglio semplicemente passare inosservata, ecco il motivo del mio banalissimo abbigliamento: jeans né troppo chiari né troppo scuri, maglietta bianca e giubbotto di pelle marrone. Le mie All Star bianche continuano a muoversi sotto il banco, dando segno di tutto il nervosismo che mi scorre nelle vene in questo momento. Entra il Professor Rossi, che insegna Lettere Moderne. Ci chiede di presentarci e, quando arriva il mio turno, semplicemente dico:
“Ciao a tutti, io sono Vanessa, vengo da Bergamo e non ho idea di che altro aggiungere.”

“Signorina, mi sembra una presentazione piuttosto breve, quindi la voglio aiutare: come mai ha scelto questo corso?” dice il Professore con un sorriso incoraggiante.
“Beh ho scelto questo corso perché da tutta la vita ho provato a usare le parole come scudo, come salvagente, come cibo. Ho vissuto di parole e credo che alla fine noi esseri umani siamo così: viviamo di parole, siamo parole. Non c’è altra spiegazione..” rispondo imbarazzata ma sicura di ciò che ho appena affermato.
La classe mi guarda: chi è seduto nelle prime file si volta e sento gli sguardi di chi sta dietro di me bruciarmi le spalle. Il professore sorride, batte le mani per due secondi e riprende il giro delle presentazioni con un: “Molto bene come prima interrogazione signorina White.. Il prossimo!”

Sorrido e torno a scarabocchiare il mio quaderno.

La mattinata passa in fretta e in poco tempo entro in casa. Infilo l’IPod nell’amplificatore e mi butto sotto la doccia. È metà ottobre, l’aria fuori comincia a cambiare e le foglie iniziano a cambiar colore. Le note di “Wherever you are” dei 5SOS mi fanno spuntare un sorriso in mezzo a tutto quel vapore. Esco dalla doccia e mi infilo la mia maglietta preferita per andare a letto. Mi sdraio con i capelli ancora bagnati, anche se domani mi pentirò di averlo fatto perché sarò più simile ad un leone che ad una matricola. Prendo in mano il mio diario e sfoglio le pagine, rivivendo le mie emozioni, quelle che hanno caratterizzato i mesi precedenti. Sono sola, in una grande città, e la musica è la mia unica compagnia. Trovo una pagina in cui ho descritto me stessa, la rileggo e mi rendo conto che, nonostante siano passati mesi, sono ancora la stessa.


Vanessa è come l'estate:  calda, solare, felice. Ma l'estate è caratterizzata da tanti temporali, vere e proprie tempeste. Vanessa è un uragano e nessuno è mai riuscito a domarla. E' incontrollabile, vivace eppure calma e rilassata. Vanessa è una libreria piena di libri con le parole evidenziate e le pagine piegate per ricordare qualcosa. Vanessa è il tempo che corre veloce eppure sembra non passare mai. Vanessa è confusa, e per questo confonde. Vanessa è un mix esplosivo tra bianco e nero, chiaro e scuro, spaventoso e meraviglioso. Vanessa è come il caffèlatte. Indefinibile.


                                                                                 

Ciao bellezze!
Questo è quello che comunemente viene chiamato lo "spazio autore". Ci tengo a ringraziare chiunque abbia letto fino in fondo il capitolo, e chi continuerà a leggere gli altri. Spero di farvi sognare con le mie parole, anche se non sono molto sicura dell'effetto che dà alle persone ciò che scrivo. Quindiiiii.. Lasciate una recensione! Accetto qualsiasi cosa, basta che sia sincera. Vi ringrazio di cuore, V. 

 
   
 
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