Buondì! In primis mi scuso per aver impiegato ere geologiche per pubblicare quest'ultimo capitolo, senza contare che l'avevo scritto da tempo. Per tutti quelli che pensavano che la storia continuasse, purtroppo era stata strutturata così per ragioni di tempo del fest, ma ciò non implica che io non possa tornare su questo crossover e su questi pairing in futuro (anche se mi sto orientando su altri esperimenti, al momento). Vi ringrazio di cuore per avermi seguito!
7
– Epilogue
L’uomo
di fronte a lei aveva gli occhi spenti, come
se avesse visto talmente tante cose da voler semplicemente serrare le
palpebre
e procedere a tentoni. Erano occhi stanchi e provati e Erika si chiese
come mai
il mondo fosse pieno di persone così: uomini e donne che non
avevano fatto
altro che combattere tutta la vita e si erano ritrovati vecchi e
svuotati ben
prima del previsto. Anche quell’uomo vestito completamente di
nero aveva quello
sguardo, le poche volte che aveva sollevato la tesa del cappello quel
che
bastava per lasciarsi osservare per bene. Doveva essere una malattia
parecchio
diffusa, visto quante volte l’aveva incrociata negli ultimi
tempi.
Compilò
i moduli che l’agente – aveva detto di
chiamarsi Akai, giusto? Non riusciva a ricordare bene – le
passava man mano.
Più firme apponeva su quei fogli e più confusa si
sentiva: Lupin le aveva detto
che era la cosa migliore da fare, che presto o tardi
l’Organizzazione si
sarebbe resa conto che lei era ancora in vita. Il programma di
protezione
testimoni era la scelta più adatta, ma più carte
le passavano davanti e più
aumentava il senso di claustrofobia che provava.
Era
la tempesta che tornava a tormentarla.
Chiuse
gli occhi e sentì nuovamente la mano di quel
ladro così strano sulla sua spalla. Ancora una volta sarebbe
riuscita a non
annegare.
*
<
Uffa, però… tutto
quell’oro…>
Jigen
si concesse un mezzo sorriso mentre Lupin, con
la sua aria affranta di chi ha appena fallito il colpo del secolo,
sorseggiava
la sua granita alla birra.
<
Tutto perduto…
una vera e propria maledizione, no? E poi questa volta non mi sono
neanche
tanto divertito… non c’era nemmeno
Zazà!>
Dall’altro
capo della stanza Fujiko si esibì in un
sorriso smagliante e tirò fuori dalla scollatura un
sacchettino di pelle.
<
Un vero peccato davvero… per fortuna che ho
pensato di prendere un po’ di quei diamanti, prima che
arrivassero quei brutti
ceffi!>
Jigen
non badò alla situazione che andava man mano
degenerando, con Lupin che ripeteva alla donna quanto l’amava
e allungava le mani,
non si sa bene se ad afferrarle la refurtiva o il seno, mentre lei lo
schivava
senza alcuno sforzo e si allontanava trionfante. Si limitò
ad accendersi una
sigaretta e a guardare fuori dalla finestra: il cielo era di un azzurro
intenso, privo di nuvole.
Avrebbe
avuto tempo per riposare, prima che la
tempesta riprendesse.