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Autore: Aki_chan_97    17/07/2014    3 recensioni
Aki era più insolente del solito quando stava male.
Faithshipping - YuseixAki
(traduzione! anche della frase introduttiva XD)
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aki/Akiza, Un po' tutti, Yusei Fudo
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Defiance - Provocazione

Premessa importante: questa One shot non l’ho scritta io, l’ho tradotta dal sito di fanfiction.net! L’autrice (o autore? boh) originale è “I am Lu”, ok? Sia ben chiaro XD Il link originale è questo: 
https://www.fanfiction.net/s/5081982/1/Defiance. Volevo giusto condividere qualche perla che si trova nel corrispettivo sito inglese con voi/noi italiani (?) XD
 
La traduzione non sarà perfetta o professionale, le lingue non sono nate per corrispondersi perfettamente... riadatterò il tutto così che sia il più fluido possibile ^^” comunque... spero vi piaccia :D (state tranquilli, non sono la 4kids -____-“)
 
Pov: Aki
 
Aprii pigramente gli occhi verso la luce del sole che filtrava dalla finestra della camera in cui ero. Sbattei le palpebre, strofinandomi gli occhi assonnati e schiarendo la vista. Dov’ero? Mentre mi sedetti per esaminare i dintorni, improvvisamente mi sentii stordita. La testa mi girava, e sentivo la gola asciutta. Nonostante questo, mi rimisi lentamente in piedi, cercando di riordinare le idee. I miei occhi esaminarono la stanza attentamente. Mi fermai, e risi tra me e me silenziosamente, ricadendo sul materasso del letto.
 
Certo; ero nella camera degli ospiti della villa dei gemelli. Avevano offerto a me, Jack e Yusei di restare qui per un po’ almeno finché non fossimo riusciti a sistemarci da qualche altra parte. È stato solo pochi giorni fa che abbiamo sconfitto i Predestinati Oscuri, quindi la sistemazione era come una fuga da tutto il resto: dal Satellite, dalla battaglia, da tutto...
 
Scossi la testa dall’influsso di cattivi ricordi che avevano cominciato a invadere la mia mente, sentendo ritornare il mal di testa. Mi rimisi in piedi un’altra volta, nonostante mi sentissi ancora intontita. Ad un tratto, sentii il profumo della colazione salire dalle scale, ma il cibo appetitoso mi faceva venire la nausea.
 
Ugh, stavo male.
 
Tirai su col naso e mi vestii, prima di pettinarmi i capelli magenta con un pettine. Erano anni che non mi ammalavo. Normalmente ero una persona sempre in buona salute con un forte sistema immunitario, quindi le malattie erano cosa rara per me. E quando venivano, fingevo di stare bene. Odiavo starmene inchiodata a letto per un giorno intero, o più.
 
Scesi le scale ed entrai nella stanza di fronte. Potevo vedere Mikage ai fornelli, a cucinare. Ci aveva fatto visita più volte negli ultimi giorni per tenere sott’occhio Jack su ordine di Goodwin. Nonostante ciò, le sue visite sembravano più per amicizia che per lavoro. Rua e il suo amico Tempei stavano facendo un rapido duello sul tavolo, mentre Ruka li osservava. Himuro e Yanagi, gli amici di Yusei del centro di detenzione, erano seduti sul divano portando avanti una specie di conversazione. Jack era seduto da solo al tavolo. Stava così per i fatti suoi sin dalla morte di quella ragazza Predestinata Oscura, il cui nome ora mi sfuggiva. Yusei però non era in vista.
 
“Buongiorno, Aki-san.” disse Ruka, alzando gli occhi a me e sorridendo.
 
“Buongiorno.” le replicai debolmente. Ruka sbatté le ciglia e inclinò la testa.
 
“Stai bene?” chiese lei innocentemente. Sospirai e mi massaggiai le tempie.
 
“Sì, sto bene. Sono solo stanca, tutto qua.” le risposi.
 
“Dopo aver dormito?” domandò Yusei, entrando nella stanza. Tutti gli occhi si fissarono su di lui, mentre si appoggiava contro il muro con le braccia conserte.
 
“Non è così tardi.” dissi, sedendomi sul divano.
 
“Normalmente ti alzi molto presto.” replicò Yusei freddamente.
 
“ Da quand’è che studi le mie abitudini?” gli chiesi con aria di sfida. Yusei fece spallucce.
 
“Non l’ho fatto. È solo che io e te siamo i primi ad alzarci, di solito.” ribatté Yusei con disinvoltura. Strinsi gli occhi ma non gli dissi niente. Yusei mi fissò per un momento, prima di sospirare e spingersi gentilmente via dal muro verso di me.
 
“Sei sicura di stare bene? Sembri un po’ pallida...” chiese. Sentii i miei muscoli tendersi.
 
“Sto bene.” risposi seccamente.
 
“Non stai male, vero?” continuò, ignorando la mia replica. Il mio labbro si contorse dall’irritazione per la sua invadenza.
 
“Sto bene, Yusei. Sono solo stanca. Anzi, penso che una doccia mi sveglierà.” dissi mentre mi rimettevo in piedi andando verso le scale.
 
“E va bene... ma lo sai, Aki, se stai male, fare nulla non ti farà stare meglio.” fece Yusei con un tono da “dato di fatto” dietro di me. Non mi preoccupai di guardarlo ancora. Aprii la porta del bagno e mi spogliai completamente prima di girare la manopola della doccia. Immediatamente, un getto d’acqua uscì dal beccuccio della doccia. Sorrisi tra me e me mettendomi sotto l’acqua fredda, sentendola lavar via tutto lo stress dal mio corpo.
 
Starnutii. Dannazione. Ero ancora congestionata.
 
Così girai la manopola così che l’acqua diventasse calda, per purificare le mie vie respiratorie col vapore. Eppure, non accadde niente. Strinsi i denti e girai la manopola ancora più su. Finalmente, i dolori nella mia gola cominciarono a rilassarsi mentre il muco cominciava a sparire. Però, l’acqua divenne così calda che cominciò a scottarmi la pelle. Mi sentii di nuovo stordita. Realizzai che non mi stava facendo affatto bene, e chiusi il getto d’ acqua completamente.
 
Uscii dalla doccia, sentendo il mio corpo già bagnato iniziare a sudare. Che cos’avevo che non andava? Inciampai in avanti, e tutto diventò nero.
 
 
Pov: Yusei

 
“È lì dentro da un sacco di tempo.” disse Ruka pensierosamente, lanciando un veloce sguardo alle scale. Puntai lo sguardo nella stessa direzione.
 
“Hm.” mormorai in risposta.
 
“Chi è dove?” chiese Mikage, arrivando dalla cucina.
 
“Aki; è andata su a fare una doccia ‘per svegliarsi’.” spiegai alla donna più grande. Mikage mi osservò con circospezione.
 
“Da quand’è che è lì?” chiese curiosamente.
 
“Circa venti minuti.” le replicai. Mikage portò un dito alle labbra, pensierosa.
 
“Forse dovresti andare a controllare...” suggerì Mikage, con la voce che andava affievolendosi.
 
“Sono sicuro che sta bene.” grugnì Jack dall’altra parte della stanza. Mikage scrollò le spalle.
 
“Beh... meglio prevenire che curare.” disse lei silenziosamente, prima di tornare in cucina. Fissai il punto in cui lei era scomparsa per un breve istante, prima di sospirare e rimettermi in piedi.
 
“Ha ragione.” dissi prima di salire la rampa di scale. Sentii gli occhi di tutti seguirmi finché non ero più in vista. Andai rapidamente verso il corridoio e la porta del bagno, alzando il pugno per bussare.
 
Pov: Aki
 
“Aki? Ci sei?”
 
Quella voce familiare mi richiamò dalla mia incoscienza, forzandomi ad aprire gli occhi. La mia vista era sfocata, e la mia testa pulsava di nuovo.
 
“Sì, sono qui.” replicai debolmente.
 
“Stai bene?” chiese la voce dall’altra parte della porta, che riconobbi come quella di Yusei.
 
“Sto bene.” risposi nettamente.
 
“Posso entrare?” domandò lui, la sua voce piena di sincera preoccupazione. Chiusi gli occhi e sospirai.
 
“Certo.” dissi, sconfitta. Stava per accorgersi che stavo male, e che ero svenuta. E allora mi avrebbe forzata a restare a letto per il resto del giorno, condannata a guardare cattive soap opera e bere zuppa acquosa. Allegria.
 
Il pomello si girò lentamente e la porta cominciò ad aprirsi, prima che la mia mente realizzasse appieno che non indossavo ancora niente.
 
“No! Non entrare! Sono nuda!” gridai all’improvviso, facendo un veloce tentativo per coprirmi. La porta si sbatté rapidamente. Arrossii dall’imbarazzo, e dal silenzio di Yusei dall’altro lato della porta potevo dire che anche lui era arrossito.
 
“Aki... perché sei stesa nuda sul pavimento?” chiese Yusei silenziosamente dopo un breve momento.
 
“Hai visto?!” esclamai, trattenendo di nascosto la speranza che Yusei non avesse aperto abbastanza la porta per aver visto niente.
 
“Ehm... sì...” replicò imbarazzato. Il mio rossore aumentò, ma non dissi niente.
 
“Aki...?” fece Yusei. Sospirai.
 
“E va bene. Sto male. Sono svenuta dopo essere uscita dalla doccia.” confessai nella mia irritazione. Riuscii a sentire Yusei sospirare.
 
“L’avevo pensato. Stai bene? Non hai sbattuto la testa, vero?” chiese.
 
“No, non penso.” replicai.
 
“Beh, vestiti ed esci. Devi tornare a letto.” comandò in tono gentile. Ignorai la tenerezza nella sua voce però, dando ascolto al mio solo verdetto.
 
“Mi vestirò, ma non tornerò a letto.” borbottai mentre mi rimettevo le calze, cercando di ignorare il mio stordimento.
 
“Ne hai bisogno.” replicò con semplicità.
 
“Non mi importa.” ribattei senza tanti giri di parole, infilandomi la mia maglietta bordeaux dalla testa.
 
“Non farmiti forzare.” mi avvertì Yusei.
 
“Ha, ti vorrei vedere.” gli dissi mentre mi riabbottonavo il vestito.
 
“Sei vestita adesso?” chiese lui, cambiando argomento.
 
“Sì, ma cos’ha questo a che fare con-“  cominciai, ma prima che potessi finire, Yusei entrò nella stanza, mi sollevò e mi tirò sulle spalle, come se fossi stata un animale catturato con successo.
 
Pov: Jack
 
“Mettimi giù, bastardo!”
 
Le veementi grida di Aki erano abbastanza alte da farsi sentire da tutti noi sotto alle scale. Mikage sembrava sorpresa, e fece quasi rovesciare il tè che mi stava servendo.
 
“C-che sta succedendo?” balbettò Rua, con gli occhi spalancati sentendo il forte linguaggio del suo idolo femminile.
 
“Non lo so...” replicò sinceramente Himuro. Dopo pochi secondi, Yusei comparve sulla cima delle scale con Aki sulle spalle, che scalciava e lo colpiva sulla schiena. Sembrava vedere una bambina di due anni infuriata.
 
“Qualcuno ha un Advil? O un tranquillante?” chiese cercando di ignorare la furia fisica di Aki. Ruka annuì e corse in cucina, tornando con una piccola bottiglia delle suddette pillole. Yusei annuì in gratitudine prima di voltarsi e andar via.
 
La stanza divenne silenziosa, benché si potessero ancora sentire gli incoerenti strilli di Aki.
 
“Ma il figliolo e la signorina fanno sempre così...?” chiese Yanagi dopo un breve momento, spezzando l’imbarazzante silenzio. Sospirai e bevvi un piccolo sorso del mio tè.
 
“Probabilmente.” Fu tutto quello che dissi.
 
Pov: Yusei

 
Aki stava ancora cercando di farmi male in diversi modi, mentre la poggiavo sul letto dove aveva dormito la notte precedente.
 
“Uffa, Aki, non è la fine del mondo.” dissi, mentre aprivo la bottiglia di Advil, facendo cadere due pillole nel palmo della mano. Aki brontolò, ma non disse niente mentre le davo le pillole. Allora lei prese il bicchiere d’acqua che era a fianco a lei sul tavolo e le ingoiò velocemente.
 
“Perché detesti così tanto essere ammalata, comunque? A parte per ciò che è ovvio, intendo...” dissi, abbassando il tono di voce. Aki rimase in silenzio meditando sulla risposta.
 
“Perché devo stare tutto il giorno a letto senza produrre niente. E mi fa sentire sola.” spiegò lei. Alzai le spalle.
 
“Ti terrò compagnia.” le dissi. Potei vedere la sua testa alzarsi leggermente.
 
“Cosa? Perché?” chiese incredula.
 
“Sono quello che ti sta forzando a restare qua, è il minimo che possa fare.” risposi, mentre mi stendevo casualmente sul letto affianco a lei. Potei vedere le sue guance tingersi di rosa.
 
“Y-Yusei...” balbettò lei, leggermente arrossita. Sorrisi tra me e me. Era davvero carina quando era imbarazzata. Le presi la mano e la strinsi leggermente.
 
“Ricorda che io e te saremo sempre amici.” le dissi silenziosamente. Lei sorrise e appoggiò la testa sulla mia spalla.
 
“Sono felice.”

 
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...considerando che è appena terminata la saga dei Dark Signer, direi che la scena sia molto verosimile XD voi che ne pensate? :)
  
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