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Autore: Happy_Ely    17/07/2014    1 recensioni
Un piccolo paesino sperduto nella campagna inglese.
Una ragazza di diciannove anni e un ragazzo di ventanni, che iniziano a collabrare per risolvere casi.
Un gruppo di amici, una banda nata per gioco al tempo del liceo e poi trasformatasi in una vera banda poliziesca.
Un Uomo coroto, senza scrupoli, pronto a tutto pur di vincere.
MIschiate tutti questi elementi e guardate cosa ne esce fuori.
Tra intrighi, odio, amicizia e amore quel piccolo paesino di campagna riuscirà a sopravvivere?
Dal primo capitolo:
...
vidi un uomo steso a terra, inerme, con la giacca intrisa di sangue e lo sguardo perso nel vuoto....
Genere: Azione, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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L’inizio di qualcosa



Era una tranquilla giornata nel piccolo paesino di campagna dove abitavo.

Come al solito mi ero svegliata presto per portare il mio cane, Birillo, a fare una passeggiata; dopo essermi preparata, presi la bici e ci incamminammo verso il parco.

Mentre percorrevamo le sue vie piene di fiori dai mille colori, ad un tratto vidi Birillo arrestarsi di colpo: << Birillo, che succede? >> chiesi; Birillo oltrepassò la siepe ed incominciò ad abbaiare; temendo che si fosse fatto del male, andai a controllare e lo vidi,  vidi un uomo steso a terra, inerme, con la giacca intrisa di sangue e lo sguardo perso nel vuoto.

Lo riconobbi subito, era il Signor Smith, non persi tempo e chiamai la polizia.

Dopo dieci minuti arrivarono ed il commissario Peter Black,un giovane con i  capelli neri ricci e gli occhi di un azzurro inteso, incominciò ad interrogarmi:<< Signorina Elena, è vero che la sua famiglia e quella del  signor Smith si conoscevano? Sa se per caso avesse dei nemici? >> << Si, mio padre e il signor Smith si conoscevano, non so niente, se avesse dei nemici o meno >> risposi io guardando la scientifica analizzare il luogo.

Proprio in  quel momento notai qualcosa e, prima che il commissario potesse farmi qualche altra domanda, andai a vedere che cosa era quell'oggetto,  lo presi e vidi che era un ciondolo a forma di cuore. Il commissario si avvicinò a me e chiese: << Sa  di chi è quell'oggetto? >> , io annuii: << Era il ciondolo che il signor Smith aveva regalato a sua moglie per il loro anniversario di nozze >>.

Restammo nel luogo del delitto per altri dieci minuti, poi il commissario mi riaccompagnò a casa, dove trovai mia madre in lacrime, mentre mio padre era immobile e dal suo viso non trasparivano sensazioni: la notizia si era già diffusa in tutto il paese; io salii nella mia camera, mi appoggiai alla finestra e iniziai a pensare a quello che era successo.

Ad un tratto ricordai di un libro che avevo letto tempo fa nel quale era narrata una situazione analoga a quella in cui mi trovavo; pensai, però, che non poteva essere così, insomma, in quel libro, l'assassino, il colpevole era la moglie! Ma ecco che mi venne in mente qualcosa, ricordai un odore particolare che avevo sentito nell'aria.

I miei pensieri vennero interrotti da Birillo che aveva iniziato ad abbaiare,  girai lo sguardo e vidi dalla finestra l’ombra rapida di un uomo vestito di nero, il volto coperto e in mano qualcosa; non ci misi molto a capire che quell’ombra  doveva avere a che fare con l'assassinio: forse pensava che io lo avessi visto uccidere il signor Smith, ero in serio pericolo!

C’era qualcosa, però, che mi impediva di scendere ed andare ad avvertire Black; nella mia mente  si era fatta largo una domanda, e se tutto quello che avevo pensato prima era vero, se fosse lei la colpevole?

Non persi tempo, scesi le scale e uscii dalla porta sul retro, avevo bisogno di risposte, ma non mi accorsi che due occhi azzurro intenso mi stavano osservando.

 Dopo essere uscita dal cancello del mio giardino, io e Birillo ci incamminammo nella direzione nella quale l’ombra si  era diretta, camminammo per circa mezz’ora e alla fine giungemmo in un vecchio capannone che sarebbe potuto crollare da un momento all’altro. Entrai e, immediatamente, sentii qualcosa colpirmi alla spalle e tutto si fece nero.

Quando ripresi i sensi mi guardai intorno spaventata, vidi che ero legata e imbavagliata; sentii un rumore di tacchi venire verso di me, alzai lo sguardo e vidi quell’ombra avvicinarsi.

Sentii allora lo stesso odore particolare che avevo sentito prima; bastò poco per riconoscerla, quello era il profumo inconfondibile della Signora Smith.

 Si avvicinò a me e mi tolse il bavaglio, dicendo:<< Avanti, ti aspettavo, chiedimi quello che vuoi. >>

Non era una cortesia, era un ordine.                      

<< Perché…perché avete ucciso vostro marito? >>   << Mia cara ragazza, secondo te a questo mondo tutti si amano veramente? Ho sposato quell’uomo solo per interesse, ora tutti i suoi  soldi sono miei, non l’ho mai amato, ma dimmi un po’ come mai mi hai seguito? >> chiese lei.

<< Per vedere se i miei sospetti erano fondati, lei è davvero un’assassina crudele e poi ha lasciato dello prove così evidenti che anche Peter Black avrà sospettato di lei e… >> Venni zittita da un suo schiaffo: << Secondo te quello stupido commissario ha capito tutto? >> 

<< Si, ne sono certa, e ritiri quello che ha detto, non è uno stupido! E a chi vuole fare paura con quel suo tono? >>  dissi dimenandomi.

 La signora Smith estrasse allora dal suo cappotto una revolver, che mi puntò alla tempia: << Ora hai paura? >>.

 Risposi, fingendo di non aver paura: << Mi uccida pure, se c’è una cosa che ho imparato da mio padre è che non bisogna farsi mettere i piedi in faccia da nessuno,  lo faccia, prema il grilletto, avanti cosa aspetta? >>.  La guardai dritta negli occhi, nei quali notavo rabbia mista a paura. << Brutta ragazzina viziata e ficcanaso,  chi avrebbe paura … >>. Ma non finì in tempo la frase:  qualcuno all’improvviso l’aveva tramortita con un colpo e la Signora Smith era caduta a terra. Era Black. Si avvicinò e dopo avermi slegato  uscimmo mentre due uomini prendevano la signora Smith.

Dopo breve la Signora Smith venne giudicata colpevole e mandata in carcere.

Mentre mi apprestavo ad uscire dal tribunale, sentii una voce chiamarmi.

<< Elena, aspetta >>, mi girai e vidi Peter Black.

<< Come mai ora mi dai del tu? >>. 

<< Beh, ero nelle vesti di commissario, ma posso sapere perché hai seguito quella donna? >>                  

<< Volevo la verità sai dovevo molto al Signor Smith, mi sembrava d’obbligo cercare una risposta, ma tu come hai fatto a trovarmi? >> chiesi io.  

<< Dovresti far ricompensare il tuo Birillo con tre bistecche al  giorno! All’inizio ti ho vista uscire e ho avuto un brivido  lungo la schiena, così ti ho seguita, ma tue sei stata troppo veloce e ti avevo perso di vista; mentre cercavo di capire dov’eri è arrivato il tuo pastore tedesco e mi ha indicato la via. Naturalmente avevo chiamato i rinforzi e, una volta  giunto al capannone, sono entrato e ho registrato tutto, poi sai come va a finire … ah grazie per avermi difeso >>.

<< Di niente, ma come mai quel sorriso? >>  chiesi io  diventando leggermente rossa.

<< Il mio capo ha chiesto se tu  per caso … vorresti aiutarci in qualche altra indagine, dopo tutto hai risolto tu il caso, accetti?>>  rispose sorridendo.

<< Secondo te, dopo tutto quello che è successo,  qual è la mia risposta? >> Peter fece spallucce, evidentemente sapeva già la mia risposta. << Si accetto,  di cosa si tratta? >>

<< Una donna è sparita senza lasciare tracce e il marito è disperato, ironia della sorte … interessante, no? Vieni, ti illustro meglio il caso? >>.

Così si chiudeva un'altra avventura nel nostro tranquillo  paesino,  ma un’altra ne stava per iniziare…

 

 


Angolo autrice

Salve a tutti, mi  presento sono ElychanEleven, ma per poi Eleychan.

Era da un po’ di  tempo che volevo pubblicare questa storiella, spero che vi piaccia =).

Ora devo andare ci si vede al prossimo capitolo.

A…prima di scordarmelo accetto qualunque tipo di recensione, anche le critiche =).
   
 
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