Akane non poteva crederci.
Stava succedendo a lei.

Che poi stesse accadendo con Ranma ancora svenuto e inconsapevole di quell'avvenimento, non lo trovava un particolare di grande impatto.
Si guardò un'altra volta allo specchio a figura intera portato in camera sua per l'occasione: in modo tale che "vedesse quanto era femminile e graziosa", a detta di Nodoka.

Osservò la propria immagine e scoprì che si trovava davvero bella.
A dirla tutta, era addirittura sicura che il codinato non avrebbe attaccato con i soliti vezzeggiativi, il che di certo non era una cosa da poco.

Ma quanto bianco!, si era ritrovata a pensare. Immediatamente però aveva scosso la testa, mettendosi inconsciamente un sorriso di derisione sul viso appena truccato: che razza di frase era? Ovvio che vedesse tutto quel bianco.
Era un abito da sposa, non uno qualsiasi.

-Akane, posso entrare?-

Kasumi alla porta. Sbucava solo la testa e la mano sinistra: evidentemente aveva sorpreso la propria sorellina specchiarsi e non voleva interrompere il momento speciale che si era creato.

-Certo, vieni.-

Nella destra teneva un piccolo cofanetto blu: allo sguardo interrogativo della minore, sorrise.

-Questo, Akane,- cominciò -era della mamma: lo aveva ricevuto il giorno del suo matrimonio. E' una tradizione di famiglia, sai? Passa di generazione in generazione. Così, ora, hai anche qualcosa di vecchio da portare all'altare: ti mancava solo quello, no?-

-Ma che cos'è?-
-Aprilo.-

La più piccola delle Tendo prese in mano ciò che le tendeva la sorella e lo aprì non senza un misto di tristezza, felicità e malinconia.
Era una collana di perle con il suo abbinamento di orecchini.

-Kasumi, ma sei sicura?-
-Certo che lo sono. Forza, ti aiuto a mettere questa: col tuo abito starà benissimo.-

In silenzio, dunque, mentre una sistemava gli orecchini, l'altra era alle prese con la collana.

Appena terminati gli ultimi ritocchi, si fermarono entrambe davanti all'immagine riflessa.
Gli occhi sulla stoffa leggera e allo stesso vaporosa della gonna, sul pizzo del corpetto a cuore che evidenziava il seno, sui fiori applicati sulle spalle.

-Sorellina... cosa ne pensi?-
-Semplicemente che sei bellissima. Ranma ne sarà molto colpito, tranquilla.-
-No... io intendevo un'altra cosa.-
-Ovvero?-
-Cosa ne pensi... di quello che stiamo facendo. Di quello che sto facendo.- Un sorriso rassicurante si fece strada sul viso della maggiore, mentre le sue mani andavano ad accarezzare con fare materno le braccia dell'altra.
-Intendi il matrimonio?-
-Si.-
-Cosa ti preoccupa?-

Akane si girò verso di lei, puntando il proprio sguardo nell'altro.

-E' giusto che io abbia deciso per entrambi? Voglio dire... fino ad ora ci siamo sempre opposti a questa unione. Non in modo così tenace come i primi tempi, ma appena si parlava di matrimonio, Ranma e io evitavamo che avvenisse. Senza contare che il mio comportamento potrebbe essere considerato simile a quello delle altre fidanzate...-
-Akane. Ascoltami. Questa tua incertezza la possiamo risolvere con una semplice domanda: perchè hai acconsentito?-

Akane aveva la risposta pronta.

-Papà come regalo di nozze darà l'acqua della nannichuan... potrebbe non capitare più a Ranma un'occasione del genere.-
-E hai accettato solo per questo?-

E già. Che domanda. Solo per quello? Ovvio che no.
C'era quel ti amo non detto, ma sentito come se urlato direttamente nelle orecchie.

-Ehm... si! Per cos'altro avrei dovuto accettare?-
-Sorellina... ti conosco bene. Sei buona e altruista, ma accetteresti mai di sposare qualcuno per un secondo fine? -
-E perchè dovrei sposare quell'idiota, se non per la cura della maledizione?-

Era arrivata quasi a urlare, completamente rossa in volto e strizzando gli occhi fino a farli diventare due fessure.

-Akane, il tuo viso parla per te... la risposta la conosci. Ed ecco perchè non sarai mai come le altre pretendenti. - Concluse Kasumi, accarezzandole la testa. -Ora scendo. Mi pare di aver sentito la voce di Ranma. Credo proprio che sarà qui a momenti, che dici?-

E affermato questo, se ne andò, sorridente e felice per aver ancora una volta fatto quello che le riusciva meglio.

Akane si girò di nuovo davanti allo specchio.
E si guardò ancora, osservando ogni dettaglio del vestito e del proprio corpo.
Lasciò per ultimi gli occhi.

Lo faresti, sorellina? Sposeresti un altro, sacrificando te stessa?

-No.-

E perchè lo fai?

-Perchè io credo di...no... sono sicura di amare...-

SLAM

-EHI, AKANE!-

-Ranma....-

-E...Ehm...-

Akane, in quell'esatto istante, dimenticò ogni ripensamento: stava facendo la cosa giusta.

D'altronde, se non poteva considerarsi un segno dei Kami l'improvvisa assenza di parole di Ranma, quale altro avrebbe potuto?

Lo so. Sono imperdonabile. Non solo ho abbandonato una long sul nascere dopo aver promesso di finirla, sparendo per mesi e rimanendo indietrissimo con le recensioni (davvero, mi dispiace tantissimo, ho letto ogni singolo capitolo e provvederò a recensire!), ma poi, dopo tutto questo tempo, mi ripresento con questa one-shot. Abbastanza inutile, suppongo.

Non so perchè mi sia venuta in mente. Semplicemente ieri ho sentito il bisogno di scriverla.

Bah.

Forse volevo dare la mia versione, secondo la quale Akane non ha accettato per puro egoismo. Sapeva che Ranma l'amava. Lei amava Ranma. Il dono di nozze era quella fantomatica acqua. Ranma non si sarebbe mai svegliato per primo.

Questo bastava.
Poi, purtroppo, i Kami non avevano tenuto conto della furia dei pretendenti vari. 

Ehm ehm, dite che al manicomio accettano anche in piena estate?

Ad ogni modo: se vi va, lasciatemi una recensione. E grazie per essere giunti fino a qui. :)