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Autore: SinisterKid    18/07/2014    2 recensioni
“Charles?”
“Sì?”
“Non dimenticatelo mai”.
“Cosa?”
“Che la mia casa è dovunque io sia con voi”.
E puoi scommetterci, caro Erik Lehnsherr, che Charles Xavier non lo dimenticherà mai.
[A Gabriella, per il suo compleanno]
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Charles Xavier/Professor X, Erik Lehnsherr/Magneto, Nuovo personaggio, Pietro Maximoff/Quicksilver
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sweet surrender

Dentro l’oscuro e fitto buio di una notte tormentata, una sola e unica cosa va bramata e ricercata con tutte le proprie forze: la pace.
Si sa, la pace per Erik Lehnsherr non è mai stata un’opzione. Lui è un guerriero, uno di quelli veri, forte invincibile e instancabile. Lui è un leader, carismatico e disarmante, capace di gettare ai propri piedi chiunque con qualche bella parola e un affabile sorriso. Lui non smetterà mai di lottare, no. Mai. Nemmeno la resa è mai stata un’opzione nella sua vita. Non c’è alternativa alla causa per cui combatte, non c’è mai stata un’alternativa valida alla guerra che porta avanti da anni ormai. O forse sì, forse esiste, forse è più vicina di quanto possa pensare.
Perché Erik Lehnsherr, alla fine, è pur sempre un uomo e un uomo – per quanto geneticamente modificato possa essere – avrà sempre bisogno di un posto, qualcuno, da chiamare casa. Avrà sempre bisogno di tendere una mano nelle tenebre e vedere cosa riesce ad afferrare.
Erik quella mano l’ha tesa, spaventato dal vuoto che tutto ingoia e nulla riporta indietro, e ha atteso di raggiungere ciò che più gli è caro al mondo. Qualche secondo di insicurezza, ansia, angoscia. E se fosse andato via? Dio, sarebbe la volta buona che se ne andasse, in fondo. Ma lui non se ne andrebbe mai, è diverso da Erik e dal suo spirito vagabondo.
Erik accarezza prima le dita e poi il dorso della mano di Charles con estrema delicatezza: è ancora lì, al suo fianco, così bello e pieno di speranza. È lì, al suo fianco, nel posto dove ogni sera gli promette di restare fino al mattino successivo. Charles gliel’ha giurato solennemente che non gli permetterà mai di trascorrere da solo una notte insonne o una pigra domenica mattina ed Erik non ha nessun valido motivo per non credergli.
Ah, quella mano! Non la lascerebbe mai – e perché mai dovrebbe, poi? Continua ad accarezzarla, la bacia, se la porta al viso: in cuor suo, teme ancora che questo sia un sogno, che questa serenità, questo amore, sia solo un’illusione. E se un’altra guerra gli portasse nuovamente via tutto? Sarebbe in grado di sopportare un’altra perdita e ritornare a vivere per conto proprio?
Bacia il palmo della mano di Charles e la porta alla guancia, stringendo forte il suo polso. Charles fa una smorfia, mugugnando qualcosa. Anche se non può vederla, quella espressione, Erik la ritiene la cosa più dolce dell’universo. Oh, Cielo, cosa gli ha fatto quest’uomo per ridurlo così?
“Vorrei dire lo stesso di te, ma la tua stretta è, come dire, piuttosto minacciosa”.
Charles scoppia a ridere e il suono della sua adorabile risata riempie la stanza di gioia.
Frena un momento. Adorabile? Erik ha davvero pensato che la quella risata sia adorabile? Impossibile. Fa’ che Charles non abbia captato questa frase, per favore. Sarebbe imbarazzante.
Charles si avvicina e allaccia le dita dietro la nuca di Erik: naso contro naso, il respiro di Charles sulla pelle di un Erik che, nel frattempo, ha dimenticato come si respira.
Oh, sì, il professore ha sentito tutto. Dannazione!
“Lo sai che …”
Erik interrompe Charles per rubargli un bacio e vendicarsi di ciò che gli sta facendo passare. Ma perché deve staccarsi da quella bocca, perché non possono restare uniti così fino alla morte? Se solo questa pace avesse potuto conoscerla prima! Potrebbe morire anche adesso tra le braccia di Charles, unito indissolubilmente alle sue labbra, e non gliene importerebbe nulla. Non gli importa neppure che Charles stia leggendo ogni suo singolo e smielato pensiero tanto è annebbiato dai sentimenti che prova per lui.
Quell’ammasso di stupidi luoghi comuni sull’amore sembrano essere veri, dopo tutto.
“Lo so”, risponde Erik. “E dovresti saperlo anche tu”.
Quanto ti amo e che non ho intenzione di andare da nessuna parte lontano da te.
Charles gli bacia la fronte e sfrega il suo naso contro quello di Erik. “Ovvio che lo so. È solo che a volte è bello sentirlo dire”.
“O origliarlo nei miei pensieri”.
I due romanticoni scoppiano fragorosamente a ridere e i loro occhi brillano di quella gioia finalmente ritrovata. Sembra tutto perfetto, ma manca ancora qualcosa.
O meglio, qualcuno.
“Papà, non riesco a dormire”, brontola Pietro che in men che non si dica si è catapultato nel letto dei suoi genitori e si fa spazio tra i due. “C’è una strana ombra sul soffitto che non vuole andare via!”.
Pietro abbraccia papà Charles e strizza gli occhietti, terrorizzato dal ricordo della strana visione che aleggiava nella sua stanzetta. Papà Charles ricambia l’abbraccio mentre papà Erik gli spettina scherzosamente la chioma argentea.
“Un ometto speciale come te non dovrebbe avere paura”.
Pietro apre gli occhi e gesticola nervoso. “Parli così perché non l’hai vista, papà! Era terrificante!”
“Domani ti prometto che chiameremo gli acchiappa fantasmi e la manderemo via, okay?”, risponde Erik comprensivo sotto lo sguardo attento di Charles.
Pietro annuisce e affonda il volto nel cuscino. Le ore notturne rendono la sua irrequietezza piuttosto inoffensiva.
“Papà”, mormora una flebile e dolce vocina. “Pietro è sparito”.
Erik non ci pensa due volte a saltare giù dal materasso e correre verso la sua piccola Wanda: non lo ammetterebbe nemmeno a se stesso di avere un debole nei confronti di questa amabile streghetta.
“Quel fifone è qui, è corso dalle braccia della sua mammina”, scherza Erik prendendo per mano Wanda e guidandola verso il loro confortevole e sicuro lettone.
“Ehi!”, rispondono all’unisono Charles e Pietro, apparentemente offesi dall’affermazione del signor Lehnsherr.
“Uh, come sono suscettibili questi uomini, vero Wanda?”
La piccola ride alla battuta del genitore e gli stampa un bacio sulla guancia. Erik sospira: la sua sopportazione ha raggiunto il limite, questa famiglia – la sua – è ridicolamente tenera. Ricambia la dimostrazione d’affetto della sua bambina e lascia che quest’ultima abbracci il fratello – a sua volta stretto a Charles – che aveva creduto perduto. I due bambini non ci mettono molto ad addormentarsi adesso che sono insieme, al sicuro da quella terribile ombra.
Ai loro genitori non resta che ammirarli con devozione e meraviglia. Erik abbraccia stupito la piccola Wanda per completare un quadretto familiare che non avrebbe mai pensato di avere. Questa situazione è così dannatamente surreale, anche dopo anni.
“Charles?”
“Sì?”
“Non dimenticatelo mai”.
“Cosa?”
“Che la mia casa è dovunque io sia con voi”.
E puoi scommetterci, caro Erik Lehnsherr, che Charles Xavier non lo dimenticherà mai.





Note: Questa storia è davvero davvero davvero importante: è il regalo di compleanno per la persona più bella e meravigliosa che potessi incontrare su questo sito. E' un regalo che sto consegnando con un ritardo terribile *disonore su di me e sulle mie mucche*, ma come dico sempre (per giustificarmi): "i regali migliori arrivano sempre in ritardo". Ora non so se questo sarà proprio un regalo "migliore", ma ci ho messo tanto impegno e tanto amore durante la composizione di questa storia e spero davvero che Gabriella lo apprezzi *cuore*. Non lo so, ormai è diventata una tradizione dedicarle one shot su queste adorabili famigliole, ahahaha. Spero davvero che saprete sopportare l'incredibile tasso di dolcezza che questa storia contiene, questa volta ho davvero esagerato!
   
 
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