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Autore: DrunkBunny    18/07/2014    3 recensioni
La semplice e tranquilla vita di Alison verrà presto sconvolta da degli strani avvenimenti che la porteranno a conoscere Nathan, un ragazzo con un gran segreto alle spalle…
Dalla storia:
Sentivo il sangue affluire dal mio corpo. Il dolore era insopportabile. Urlavo, piangevo disperata ma lui non aveva nessuna intenzione di mettere fine a quella tortura. Continuava a succhiare il mio sangue con insistenza.
Caddi per terra, col sangue che sentivo scivolare via dal mio corpo.
Un botto, un urlo, poi più niente. Attorno a me solo buio e silenzio…
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A volte le tue scelte ti portano a cambiare totalmente vita…
Genere: Fantasy, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jay McGuiness, Max George, Nathan Sykes, Siva Kaneswaran, Tom Parker
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Your Dark Side


Capitolo 14


Max, Personal Trainer

 

La sua bocca si muoveva piano sulla mia. Stranamente quel bacio sembrava una fresca carezza sulle mie labbra. Era strano per un vampiro, ma sapevo anche che Tyler, il mio Tyler, era capace di dimostrare affetto anche nelle vesti di un demone.
Non lo fermai, non volevo fermarlo. Dopotutto ci tenevo ancora a lui, e in quel momento mi era sembrato così fragile. Erano poche le volte nelle quali si dimostrava così sensibile, e mai mi sarei aspettato che lo facesse proprio adesso che era un vampiro.
Non volevo ferirlo, infatti gli poggiai una mano sul collo, causandogli un brivido dovuto alla visibile differenza di temperature, e lo avvicinai ancora di più a me. in fondo l’unica cosa che voleva era un contatto con la ragazza che era stata la sua migliore amica. Avvertì il respiro di Tyler farsi pesante e la sua lingua chiedere accesso nella mia bocca. Lo lasciai fare ma appena tentò di sollevarmi i lembi della maglietta mi allontanai.
“Non esagerare” ansimai. “Avevi chiesto un solo bacio”
Tyler rimase con lo sguardo fisso sul punto in cui la mia bocca e la sua si erano toccate. Si morse il labbro inferiore lasciandomi un ultimo e delicato bacio a stampo.
“Non avrei dovuto farlo” bisbigliò, incatenando il suo sguardi al mio. “Adesso dovrò usare tutta la mia buona volontà per non saltarti addosso” ammise, facendomi perfino arrossire.
Tyler mi voltò le spalle, camminando via da me.
“Mi prometti una cosa” intervenni improvvisamente, afferrandolo per la manica della sua camicia nera.
“Dipende” fece lui, con quel pizzico di arroganza che oramai era tipico della sua personalità da vampiro.
“Non uccidere più gente innocente” Si voltò nuovamente nella mia direzione fissandomi incredulo. “Ti prego Tyler, non voglio più che ammazzi qualcuno solo per il gusto di farlo. È una cosa orribile”
“Sono un vampiro” rispose freddo. “È nella mia natura”
“Ma non è nella natura del mio Tyler” replicai. “Perché so che da qualche parte dentro di te qualcosa di lui c’è ancora”
“Devi smetterla di vivere di speranza” mormorò deciso, voltandomi le spalle. “Non serve a niente”
La vista cominciò ad appannarsi. Non volevo ammetterlo, ma non riuscivo ancora ad accettare il fatto di averlo perso, soprattutto dopo quel bacio che mi aveva dimostrato cosa Tyler provasse per me. un sentimento represso per troppo tempo che era sfociato dalle sue labbra con così tanta malinconia come un fiume sfocia nel mare, finalmente libero ma così impaurito ne dipendere da qualcosa più grande di sé.
Serrai gli occhi: non volevo mostrarmi debole, non lo ero.
“Dove vai?” dissi, tamponando col polso la mia guancia bagnata da un innocente lacrima.
“Sei libera” rispose. “Puoi tornare dal tuo lupo. La porta è lì” Con un cenno indicò un punto indefinito di fronte ad egli, prima di sparire lasciando nient’altro che un senso di vuoto.
Con un enorme sforzo, trascinando la mia gamba, zoppicai fino all’uscita. Il dolore lancinante alla coscia mi provocò nausea e i miei occhi iniziarono a lacrimare.
Appena varcata la soglia di quel terribile luogo serrai d’istinto lo sguardo a causa della troppa luce. Mi ero quasi abituata alla profonda oscurità di quella stanza. Chiamai Nath mentre, essendomi accorta di essere in una sperduta casa nel bosco, mi sedetti per terra con la schiena poggiata sul grosso tronco di un alto pino tenendo la gamba ben distesa. Perdevo troppo sangue e cominciava a girarmi terribilmente la testa. Gli squilli del cellulare risuonavano acuti e profondi nella mia mente provocando un insopportabile dolore alle tempie.
“Alison? Dio mio, ma che fine hai fatto? Ci hai fatto impazzire! Ti abbiamo cercato per tutto il paese” disse Nath tutto ad un fiato. “Dove sei?”
“Nel bosco…N-Nath ti prego, vieni” balbettai con la coscia che faceva sempre più male. Ora anche sporca di terra, cosa che non migliorava le condizioni già critiche della ferita.
“Che hai? Alison, che succede?!” mi chiese lui allarmato.
“C-corri!” Fu la mia ultima parola prima di chiudere la chiamata e lanciai il cellulare lontano così da poter coprire la mia gamba evitano che prendesse un’infezione. Diamine, credevo che il sangue di vampiro mi avrebbe guarita del tutto, e invece è servito solo a far rimarginare il morso di quella bastarda. In fondo la colpa era solo mia, avevo vomitato più sangue di quanto ne avessi bevuto.
Nel momento in cui stavo per svenire mi sentì sollevare da terra. Sbirciai dalla piccola fessura che riuscì ad aprire con gli occhi, essendo sfinita e debole dopo tutto quello che era successo, e riconobbi le sue labbra così vicine alle mie.
“Ma chi ti ha ridotta in questo stato?” sussurrò Nath, quasi spaventato.
Nascosi il mio volto nell’incavo del suo collo, premendo la punta del mio naso contro la sua calda pelle. “Portami a casa Nath” bisbigliai. “Sono stanca”
 
 
 
“Ahia Nath..” mormorai, arricciando il naso. “NATH AHIA” Gli tirai un innocente calcio sul polpaccio.
“Scusami Ali, sto cercando le chiavi che sembrano essersela data a gambe” si giustificò, mentre frugava nelle tasche dei suoi jeans. “Trovate!” esultò, portando il braccio in aria in segno di vittori. Sfortunatamente avevo un ragazzo con l’intelligenza corta, perché rischiai di scivolargli via dall’unico suo braccio che mi sosteneva e finimmo entrambi per terra. Non so per quale grazia divina atterrai sulla sua pancia, cosa che attutì il colpo, ed evitai di sbattere contro il pavimento la gamba.
“Hai l’equilibrio di un elefante su un filo di lana, Nath” Scoppiai a ridere. Esausta mi stesi su di lui.
“Dio che botta!” si lamentò lui, massaggiandosi la schiena. “La prossima volta uso il campanello, almeno per quello serve un solo dito”
All’improvviso la porta di casa si spalancò ed entrambi alzammo lo sguardo.
“Mi dite cosa diamine ci fate stesi per terra?!” esclamò Jay, portando le mani sui fianchi.
“Chiedilo all’equilibrista da circo, qui” scherzai, afferrando la mano che mi era appena stata offerta per rimettermi in piedi. Cercai di poggiai il meno possibile il piede per terra, o sarei finita nuovamente col fondoschiena sulla gambe si Nath.
“ALISON!” Un urlo inaspettato mi traforò un timpano. “Cosa ti è successo?”
“Benvenuto sulla Terra, riccio” mi aggrappai al suo muscoloso braccio. “Ma dove ce l’hai la testa?”
“Perdi molto sangue…” E’ arrivato Capitan Ovvio. “Vieni” si propose per prendermi in braccio e portarmi in camera.
“No in bagno, portami in bagno” dissi. “Ho bisogno di una doccia”
Nathan si avvicinò a me e accarezzandomi i capelli mi disse: “Io prendo il disinfettante e qualche fascia, ti aspetto in camera mia” Dopodiché mi lasciò un bacio sulla fronte e sparì in cucina.
Jay mi accompagnò gentilmente al piano di sopra. Entrai con molta calma in bagno e lentamente mi svestì, facendo attenzione a non sfiorare neanche con la stoffa dei pantaloni la ferita alla coscia. Lasciai tutto per terra, ai piedi della vasca ed entrai con attenzione nella doccia. Non volevo neanche immaginare il dolore che mi sarei causata se per sbaglio l’avessi sbattuta distrattamente contro qualcosa: quel bagno era un labirinto, non c’era neanche un metro quadro dove muoversi liberamente.
Non appena il flusso d’acqua cominciò ad accarezzare la mia pelle chiusi gli occhi e tentai di rilassarmi, cosa che fortunatamente non mi risultò molto difficile.
Allungai il braccio e presi la verde spugna difronte a me. la bagnai fino a quando non si appesantì per bene e iniziai a strofinare delicatamente sulla gamba per lavare il sangue in eccesso.
“Dio quanto brucia” mi lamentai. “Se solo riuscirò mai a diventare un licantropo la squarto viva” dissi alludendo alla vampira che mi aveva lasciato quel doloroso ricordino.
Finito la ferita si notava meno, anche se prima il sangue nascondeva il fatto che quei buchi fossero en profondi.
Afferrai la bottiglia del bagnoschiuma e ne versai qualche goccia sul palmo della mano. Sfregai fino a creare una soffice schiuma bianca e mi preparai a lavare il mio corpo. Subito però il mio sguardo venne catturato dalla strana cicatrice a forma di lupo che avevo attorno all’ombelico. Seguì la traccia di quel segno col dito: non faceva più male.
“È da un po’ che non ci faccio caso a te” dissi tra me e me.
Chissà come sarebbe sul serio essere il capo licantropo di un branco come il loro. Avrei un sacco di vantaggi: Nathan non avrebbe più paura di toccarmi, potrei fargliela pagare a Maia, potrei correre spensierata per i boschi e raggiungere velocemente più luoghi, anche a chilometri di distanza da River Land, e poi potrei anche dare ordini a tutti loro. Al solo pensiero mi scappò un ghigno divertito.
Mi sciacquai per bene ed uscì dalla doccia, sempre con molta calma. Non appena afferrai l’asciugamano la porta si spalancò.
“Alison ho fatto un salto a casa tua e ti ho pres…” Nath arrossì rovinosamente vedendomi completamente nuda davanti ai suoi occhi. Si voltò di scatto lasciando cadere per terra i vestiti che aveva tra le braccia. Scoppiai a ridere.
“Oh avanti Nath, non è mica la prima volta che mi vedi senza nulla addosso” lo stuzzicai.
“Ehm…Ti prego Alison, copriti” mi supplicò, alquanto imbarazzato.
Mi avvolsi nel mio morbido asciugamano bianco e gli diedi dei piccoli colpetti sulla spalla. “Ti puoi girare” dissi.
“Dicevo, prima di trovarti in queste…” gesticolò confusamente con le mani. “…condizioni”
Roteai gli occhi al cielo, divertita. “La smetti di essere così timido e di pensare alla parola sesso come a un taboo?”
“Solo se la smetti di sculettarmi davanti agli occhi mezza nuda”
“Oh ma smettila!” lo colpì sul petto, ridendo. “Comunque cosa ci sei andato a fare a casa mia?”
“Ti ho preso una maglietta e un paio di pantaloncini” disse, sventolando per aria i miei vestiti. “Ed ho anche rassicurato tua madre. Per poco non le veniva un attacco isterico, a quella povera donna”
“Dovrei tornare a casa e rassicurarla” riflettei.
“Questa sera ti ci accompagno io” Nath mi baciò la fronte. “Vestiti ora, io sono in camera”
"No, aspetta" gli afferrai il polso, avvicinandolo lentamente a me. Gli portai le braccia al collo, stringendolo dolcemente contro il mio petto. "Resta con me"
"Alison, non..."
"Giuro che starò buona" promisi accorciando le distanze tra le sue labbra e le mie. Avvertì il respiro di Nath farsi pesante, così come il mio. Lo spinsi delicatamente
contro la liscia parete dietro di lui premendo il mio corpo contro il suo, affinché ogni centimetro della mia pelle combaciasse con la sua. "Voglio solo un...bacio" soffiai contro la sua bocca già socchiusa, pronta ad intrecciarsi con la mia.
Non mi sorprese il fatto che Nathan ricambiasse il bacio con così tanta enfasi: mi piacque il modo con il quale mi avvolse tra le sue braccia, dandomi piccole carezze sulla parte bassa della schiena ancora umida. Cominciai ad avvertire piccole scosse di eccitazione al bassoventre non appena la sua mano scivolò inaspettatamente sotto al mio asciugamano, andandosi a posare sul mio fianco sinistro.
"Tu non sei il mio Nath" sussurrai col fiato pesante, mentre le sue dita solleticavano la mia pancia. "Dove è andata a finire la timidezza di poco fa?"
"E' scappata nel momento in cui mi hai baciato"
Sorrisi maliziosa; cosa non da me. Ma in quel momento, come anche la prima notte passata con lui, la mia razionalità mi aveva abbandonata.
Nathan si riappropriò della mia bocca, prendendo ad accarezzarmi anche i capelli bagnati, mentre la sua mano destra continuava ad accarezzare il mio ventre, tracciando segni circolari attorno all'ombelico. Ansimai nella sua bocca, con conseguenza la visuale celestiale di Nath che si mordeva il labbro inferiore, soddisfatto, e gli occhi che traboccavano di voglia. Okay, credo che entrerò in iperventilazione.
"Mi sembrava tu non volessi.." bisbigliai.
"Infatti ho solo voglia di un pò di...coccole" L'ultima parola venne sussurrata al mio orecchio, facendomi perdere la restante goccia di autocontrollo che mi era rimasta.
Riuscì a comprendere di quale tipo di coccole stesse parlando non appena il mio asciugamano venne sollevato di qualche centimetro, così da scoprire le mie intere gambe.
Deglutì, ansiosa, sentendo la mano di Nath che dal ginocchio saliva sempre più vicina al suo obbiettivo.
"Nath.." ansimai, sentendolo troppo vicino alla mia intimità; così vicino da star male.
"Ssh" mormorò lui, lasciandomi un leggero bacio sulla spalla. "Rilassati. Sono solo coccole" Ancora quella parola. Coccole. Chissà perchè ero più che convinta che quelle fossero più che semplici coccole che ci si scambia tra fidanzatini sdolcinati.
Venni travolta da una miriade di forti sensazioni non appena la mano di Nathan entrò a contatto con la mia parte più nascosta. Gemetti, sostenendomi al muro alle spalle del ragazzo che con pochi gesti mi stava facendo toccare il cielo con un dito.
"S-sei...fantastico" balbettai, estasiata. Nathan sorrise, mostrando per la prima volta un ghigno divertito. Non lo vedevo, ma potevo sentirlo contro la pelle del mio collo.
Nel momento in cui mi poggiai sulla sua spalla qualcuno bussò alla porta, facendomi ritornare alla realtà all'istante. Nath non si fermò bensì intensificò le "carezze" tanto che fui costretta a nascondere il viso nell'incavo del suo collo e morderlo per evitare di urlare.
"Chi è?" fece lui con voce roca. Era eccitato a causa della mia reazione.
"Nano dovrei usare il bagno" urlò Jay dall'esterno.
"Non ora!" rispose lui. Intanto io temevo avrei lasciato i segni dei miei denti sulla sua pelle nonostante la buona volontà che ci stessi mettendo nel non gridare ai sette venti il mio immenso piacere.
"E dai Nath, è urgente!" si lamentò il riccio.
"Vai a farla da qualche altra parte!"
Sentì Jay che si allontanava, sbuffando, e ritornai allo scoperto facendomi scappare un gemito poco contenuto. Quando la mano di Nath si allontanò dalla mia intimità ormai accaldata avvertì uno strano vuoto.
Mi accasciai per terra: le mie gambe erano molli e non riuscirono a tenermi in piedi. Poco dopo vidi anche Nath sedersi al mio fianco, col fiato corto.
"Dovrei essere io quella esausta, non tu" osservai, ridacchiando.
"Avresti dovuto evitare di ansimarmi nell'orecchio in quel modo"
Solo allora mi resi veramente conto di quello che era successo solo pochi istanti prima. Inaspettatamente arrossì di colpo e il mio viso andò a fuoco. Oh mio Dio, aveva sul serio...?
Nath scoppiò in una fragorosa risata. "Sei tutta rossa!"
Mi voltai ad osservarlo basita. Si manteneva persino la pancia con le mani. Si stava divertendo il signorino. "Oh ma cosa ti ridi Nath!" Lo colpì al braccio prima di incrociare le braccia al petto, imbarazzatissima. "Eri tu quello in imbarazzo fino a 5 minuti fa!"
"Il modo in cui mi hai baciato e l'averti tra le braccia mezza nuda mi ha fatto venir voglia di farti un pò di coccole" rispose, sussurrando la parola "coccole" al mio orecchio.
Lo fulminai, ancora rossa in viso.
"Oh avanti abbiamo fatto l'amore insieme!" mi rammentò. "E ti imbarazzi per questo?"
"Ma è diverso! Cioè tu..mi hai...insomma..tu...oh è diverso!" ripetei, sbuffando.
"Okay, terrò le mani a posto" si arrese. "Non succederà più, promesso"
"No!" urlai. Sul suo volto ricomparve il ghigno divertito di prima. "Cioè...si..mi imbarazzo..però..non è..che..io..non voglia..." balbettai, ormai all'apice dell'imbarazzo. Maledetta bocca la prossima volta di sigillo con la colla a caldo!
Nath mi circondò la vita col braccio, avvicinandosi. "Almeno per una volta sei tu quella in imbarazzo" mi sussurrò, lasciandomi un bacio sulla guancia. Mi lasciai scappare un sorriso; era adorabile. "Ora però andiamo a medicare la tua ennesima ferita" Mi prese in braccio ed insieme andammo in camera sua, dove ad aspettarci trovammo Siva.
"Ciao lupacchiotto!" lo salutai, mentre Nathan mi posava attentamente sul letto, accanto a lui.
"Sempre a cacciarti nei guai tu, eh" Siva mi baciò sulla fronte. "Che ti è successo questa volta?"
"Uno spiacevole incontro con una vampiretta alquanto odiosa" risposi con una smorfia.
"Sta parlando di Maia" si intromise Nath, notando l'espressione interrogativa dell'amico.
Lo guardai perplessa. "E tu come..?"
"Sono riuscito a sentire i tuoi pensieri per pochissimi istanti" mi raccontò, fasciando la mia gamba. "Mi sono bastati per capire solo il nome di quella succhia sangue, nient'altro"
"Vedi? Sono una ragazza coraggiosa io!" esclamai col tipico tono di voce da so-tutto-io. "Ho avuto paura solo per poco tempo. D'altronde quella zoc..ehm..brava ragazza ha rischiato di staccarmi mezza gamba"
"Può darsi, ma può anche essere che eri con qualcuno che non ti spaventava" fece lui, duro. Il mio sorriso scomparve all'istante. Lui sapeva.
"Eri con Tyler, vero?" Siva tossicchiò, teso. Mi voltai a guardarlo, in difficoltà, ma non parlò, restò in silenzio mordicchiandosi il labbro.
Abbassai il capo, guardando le mie dita che si torturavano a vicenda. "Si.." fu la mia risposta.
Nath lanciò contro il muro la boccetta di disinfettante. "Bene" sussurrò a denti stretti, prima di sparire.
"Nath, ti prego!" esclamai allungando il braccio. Siva posò la sua mano sulla mia spalla, costringendomi a restare seduta. "Lascia stare Ali, gli passerà"
"Ho sbagliato io questa volta, vero?" I miei occhi si riempirono di lacrime. Era bastato anche solo pronunciare il nome di Tyler per rovinare tutto, persino l'atmosfera che tra noi due si era andata a creare grazie al momento di intimità che avevamo avuto pochi attimi prima.
Siva non rispose, sospirò. Poi mi diede una dolce carezza tra i capelli ancora umidi e se ne andò anche lui. Ero rimasta sola.
Mi alzai con fatica dal letto e mi trascinai fino alla finestra. Lo vidi. Camminava su e giù per il giardino, calciando qualsiasi cosa gli capitasse sotto tiro.
Una lacrima mi rigò la guancia. Poggiai il palmo della mia mano sul vetro di fronte a me, nella sua direzione, come per poterlo toccare. Ma era lontano; lo sentivo lontano.
Se solo mi permettessi di essere come te. Ma tu sei cocciuto, testardo e niente e nessuno riesce a farti cambiare idea; sorrisi inconsciamente.
Portai istintivamente i miei polpastrelli a sfiorarmi il ventre.
Però è quello che voglio, è quello che sono destinata a diventare, e se tu non vuoi aiutarmi farà da sola.
"Max!" urlai.
 
 
 
"Cazzo, Max!" imprecai, cadendo per terra. "Vuoi spaccarmi mezzo viso, per caso?" Mi massaggiai piano la punta del naso, sentendo un sonoro crack.
"Ti ho fatto molto male?" mi chiese lui, mortificato, precipitandosi da me.
"Tu che dici? Mi hai tirato un pugno in piena faccia!" urlai, mettendomi in piedi col suo aiuto. "Forse dimentichi che non ho la pelle dura come voi licantropi"
"Guarda che me lo hai chiesto tu di allenarti" mi rammentò. "E non so neanche perchè ho accettato. Se lo viene a sapere Nath come minimo mi spezza le ossa una ad una" Rabbrividì al solo pensiero.
"Te lo dico io perchè: nessuno resiste ai miei occhioni dolci" gli diedi un pizzicotto sulla gota.
"Si, però la prossima volta fai più attenzione" mi ammonì, riposizionandosi davanti a me. "Ti avevo detto di proteggere il viso con entrambe le mani e scansarti non appena avresti visto un movimento da parte mia"
"Okay, riproviamo" Chiusi gli occhi cercando di concentrarmi su Max e non sul dolore alla gamba che per lo sforzo mi stava torturando. Quando gli riaprì lui si stava già muovendo nella mia direzione; non appena il suo pugno si ritrovò a qualche centimetro da me mi spostai alla mia sinistra con uno scatto, provocandomi una fitta tremenda alla ferita. Caddi nuovamente.
"Cazzo che dolore!" bisbigliai, poggiando la mia fronte contro il tronco di un albero e imprecando per l'ennesima volta.
"Tutto bene, Ali?" fece Max. Attentamente fece scivolare il mio braccio attorno alle sue spalle e mi prese in braccio per poi poggiarmi subito dopo. Restai sempre aggrappata a lui, che col fisico che si ritrovava era un ottimo appoggio.
"Se solo potessi muovere entrambe le gambe sarebbe più semplice" dissi, maledicendo silenziosamente quella bastarda di una vampira.
"Posso aiutarti io" Una familiare sagoma femminile sbucò dal nulla, facendomi scappare un grido dallo spavento.
"Ciao Nicki" la salutò Max.
"Oh ma guarda un pò, è tornata la stro..." Il mio momentaneo allenatore mi tappò la bocca prima che potessi concludere la frase. Mi dimenai, inutilmente: mi aveva imprigionata e non potevo muovermi. Sembrava come se avessi un grosso pitone attorno al mio corpo.
"Scusala Nicki, è un tantino aggressiva in questo periodo. Devono essere gli ormoni" Gli tirai un calcio nel basso ventre per quello che aveva detto e finalmente tornai libera. "Così impari!" esclamai, vedendolo contorcersi dal dolore.
"Questa me la paghi!" mi minacciò lui, massaggiando il punto dolorante.
"Ora tu, cosa vuoi? Hai già creato abbastanza problemi non credi?" mi rivolsi alla ruba fidanzati vicino a me.
"Porto sempre con me una boccetta o due di sangue di vampiro" disse Nicki. Frugò nella sua borsetta ed estrasse una fiala piena di liquido rosso. "La tua gamba guarirà in un attimo"
La guardavo confusa. "Cioè aspetta, prima fai la troia col mio ragazzo e poi ti offrì anche per aiutarmi? La coerenza non è il tuo forte eh"
"Senti mi dispiace, okay? Ho fatto una cazzata!" iniziò. "Era tempo che non lo rivedevo e venire a sapere che aveva un'altra ragazza mi ha fatta un pò ingelosire, ma ti assicuro che io per lui non provo più nulla, io amo Jay" Continuavo a fissare i suoi occhi; sembrava sincera. "Sono stata la causa del vostro litigio e mi dispiace, sul serio"
Guardai Max, che annuì. Sospirai. "Scuse accettate" dissi infine. "Ma toccalo un'altra volta e finirai per terra come lui" Nicki sorrise, riconoscente.
"Ora però bevi quella cosa e ricominciamo" si intromise Max, mettendosi in piedi.
"No, basta sangue vampiro! Non ne posso più" mi lamentai.
"Oh non fare la schizzinosa" Mi sollevò da terra e contemporaneamente afferrò la boccetta dalle mani di Nicki facendomela bere con la forza. Non appena ebbi finito sputacchiai per terra, ripulendo la bocca col polso. "Che cazzo, adesso mi vengono i conati di vomito!"
Ritoccai terra e con sollievo non avvertì nessuna fitta alla coscia. "Bene, possiamo continuare" esordì Max, correndo nella mia direzione con l'intento di farmi uno sgambetto. Ma io fui più veloce: mi scansai all'istante, dandogli una leggera gomitata sulla schiena.
"Wow!" esclamò Nicki, stupefatta. "Sei stata strabiliante"
"Mmh, una cosa da niente" mi vantai io.
"Ha i riflessi pronti la piccolina" disse il mio lupo preferito, dopo Nath, circondandomi le spalle col suo braccio muscoloso. "In fondo ha sangue licantropo che scorre nelle vene"
"Io non ero così preparata neanche dopo mesi dalla mia trasformazione" raccontò lei, sorridendo.
"Cosa?!" urlai io.
"Ehm..No, niente Alison" fece Max, agitato.
"Max, fa la finita!" esclamai. "Sei un licantropo?"



Hi girls! :3
Lo so, ho fatto ritardo per l'ennesima volta  Però credo di aver esagerato sul serio, chiedo perdoono :c
Dopo aver ricevuto la 61 recensione da parte di una ragazza che non vedeva l'ora che aggiornassi mi sono messa d'impegno e, buttando le chiavi della mia camera, ho acceso il computer e mi sono messa a lavoro
Spero di essere riuscita a scrivere un capitolo almeno decente, anche perchè se dopo tutto questo tempo avessi scritto qualcosa di terribilmente brutto sarebbe stato da bastardi :')
Ora passiamo alla storia:
1. Che carino Tyler che dimostra ad Alison ciò che prova *-* Voi che dite? Non è tenero?
2. Invece Nath sempre più protettivo nei confronti della sua amata, aw.
3. Ehehehe, la scena nel bagno *sguardo pervertito* Avevo voglia di mettere un momento di intimità tra i due, spero solo che sia stato di vostro gradimento e soprattutto che non sia uscita fuori rating xD
4. Però, come sempre, c'è qualcosa che rovina il tutto .-. Colpa della scrittrice, sorry!
5. Eh voilà! Ecco il perchè del titolo: Max che fa da "Personal Trainer" ad Alison sotto sua richiesta :') Solo che intelligentemente ha dimenticato che avere davanti un semplice umana e non un licantropo come lui ahahahah
6. E poi spunta Nicki...licantropo :') Woooow, che scoperta per la nostra Alison
Beh che dire? Scusate ancora per il ritardo madornale e spero che questo capitolo vi sia piaciuto 
Se ne avete voglia lasciate una piccola recensione, mi farebbe molto felice *^*
Alla prossima, magnifiche lettrici<3
Baci Baci
DrunkBunny


 

  
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