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Autore: sasa123    18/07/2014    4 recensioni
''...La verità e che ho capito che a loro non importa nulla. La gente come loro cerca solo di riempirsi le tasche, non gli importa il resto."
Genere: Generale, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Michael Jackson
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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"Sono stufo. Davvero stufo. Tabloid, articoli, critiche... Le denunce per pedofilia. Io non ce la faccio più. La gente non sa cosa vuol dire essere messo sotto pressione in questo modo e dover sopportare tutte quelle cattiverie dette su di me. Non ho nessuno di cui fidarmi e quelli a cui tenevo di più mi hanno pugnalato alle spalle. Mi sento solo...mi sento stanco." 

Ecco cosa pensava Michael mentre si dirigeva, in macchina, verso l'albergo dove alloggiava in quel periodo. Dopo aver passato tutta la giornata a rispondere a domande da giornalisti senza scrupoli e a scappare da photoreporter incalliti.  
Michael sospirò. Era davvero stanco. 

"Si sente bene signor Jackson?" 
Gli chiese preoccupato Brad, una delle sue guardie del corpo. 

"Si." 
Rispose serio Michael, cercando di sembrare il più tranquillo e impassibile possibile e non distogliendo lo sguardo fuori dal finestrino. 

"Credo che lei si senta stanco, oggi è stata una giornata molto pesante." 

"..." 
Michael non rispose, girò per qualche secondo lo sguardo verso di lui, poi riprese a guardare fuori. Dopo qualche minuto di silenzio cominciò a parlare. 

"Di solito le guardie del corpo non si interessano di questo." 
Disse abbozzando una risata dal gusto amaro. 

"...mi perdoni."
Rispose amareggiato il ragazzo vestito di nero. 

"..." 
Michael sospirò, si rese subito conto del fatto che aveva in un certo senso ferito quel ragazzo con la sua risposta acida e priva di gentilezza. Che idiota, cosa stava diventando? 

"La mia stanchezza non ha niente a che vedere con il mio corpo. È qui, è tutto qui..." 
Disse Michael battendo con il dito sulla sua tempia. 

"?" 

"Mi sento come se non ne valesse la pena...come se tutto quello in cui ho sperato e in cui ho creduto, con tutto il mio cuore, fosse falso. Un burattino, è cosi che mi sento."
Concluse Michael chiudendo gli occhi, sospirando e passandosi le mani fra si capelli. 

"Vorrei poter dire di capirla, signor Jackson." 
Rispose il ragazzo. 

"Oh no. Tu non vorresti."
Affermò Michael, voltandosi verso il ragazzo. 

Brad rimase zitto. Michael aveva ragione, nessuno vorrebbe trovarsi in quella situazione. Nessuno vorrebbe sentirsi in gabbia. Prese un respiro che abbassò lo sguardo. 
Michael riassunse un espressione seria e, appoggiando lentamente la testa per dietro, cominciò a guardare il soffitto per poi perdersi nel vuoto. 

"...A volte mi chiedo se i giornalisti capiscano lo stress che mi portano." 
Disse Michael abbassando il tono di voce. 

"Beh... Non tutti forse. Magari lo fanno per portare qualche soldo a casa, quale padre o madre di famiglia rinuncerebbe a sfamare i suoi figli per rendere meno stressante la giornata di una stella?."
Chiese ironicamente il ragazzo. 

"...Lo pensavo anch'io, sai? La verità e che ho capito che a loro non importa nulla. La gente come loro cerca solo di riempirsi le tasche, non gli importa il resto." 
Rispose Michael assumendo un'espressione amareggiata. 

"Non bisogna fare di tutta l'erba un fascio-" 

"Basta." 
Esclamò con tono nervoso Michael. 

"...come desidera signor Jackson." 
Acconsentì il ragazzo. 

"Tra quanto saremo all'albergo?" 
Chiese Michael all'autista. 

"5 minuti, signore." 
Rispose l'anziano seduto al volante. 

Michael non disse altro per tutto il viaggio. Si voltò dal l'altra parte e guardò fuori dal finestrino fino a quando non furono arrivati difronte all'albergo. La prima cosa che vide furono la miriade di giornalisti e fotografi appostati davanti al portone d'entrata. Cavolo. Meglio muoversi, prima sarebbe uscito da quella macchina, prima sarebbe entrato nella sua stanza e avrebbe riposato un po. Doveva ammetterlo, non si era mai sentito cosi nervoso e stanco in tutta la sua vita. 

"Brad, Harry andiamo." 
Disse con la massima calma e pacatezza. 

"Subito signor Jackson." 
Risposero i due all'unisono, dopo di che aprirono la portiera e, cercando di non far avvicinare nessuno a Michael, si diressero con lui verso l'entrata dell'edificio. 

"Michael! Una foto per la stampa!" 
"Signor Jackson! Una domanda!" 
"Michael!" 

Oddio che casino. I paparazzi erano troppi e i due, anche se erano molto forti, da soli non riuscivano a tenere sotto controllo la situazione. 
Telecamere piantate in faccia, braccia che lo spintonavano e mani che lo tiravano da tutti i lati. Era un incubo. 

"Vi prego, smettetel-!" 
Ad un tratto una photoreporter, con una telecamera vicino al suo volto, venne spintonata da un giornalista dietro e, senza potersi fermare, cadde per avanti facendo sbattere la macchina fotografica contro il viso di Michael, dopo di che cominciarono ad arrivargli tutti addosso. 

"!" 
Michael cadde a terra e si coprì il viso con le mani. Li aveva completamente addosso, era terrorizzato all'idea di quello che sarebbe sarebbe potuto accadere ancora.  

Per fortuna arrivarono in tempo i rinforzi che, con l'aiuto di Brad e Harry riuscirono a far allontanare la folla dal povero Michael e, quando tutti furono abbastanza lontani da Michael, Brad, una delle guardie del corpo, corse da lui. 

"Signor Jackson! Come si sente??" 
Chiede preoccupato il ragazzo aiutandolo a rimettersi in piedi. 
"...portami via di qui." 
Sussurrò Michael tenendosi la guancia con la mano.  

"S-subito." 
Rispose il ragazzo mettendogli il braccio sulla sua spalla in modo da poterlo aiutare a reggersi in piedi. 

"...il piede" 
Ansimava il povero Michael mentre tentava di incamminarsi verso il portone. 

"Stia tranquillo signor Jackson, le manderemo un medico." 
Rispose il ragazzo.  

Mentre cercavano di incamminarsi verso il portone una photoreporter riuscì ad eludere le altre guardie del corpo e cominciò a correre verso Michael. 

"Ehy tu!" 
Urlò una delle guardie vedendola allontanarsi senza poter fare nulla. 

Essa correndo arrivò fino al Michael che appena la vide cercò di indietreggiare per paura che le venisse addosso. 

"Ehy! Sta lontana dal signor Jackson!" 
Le urlò contro in ragazzo che teneva in piedi Michael. 

La ragazza li guardò in silenzio e prese la fotocamera. 

"Per favore... Smettila." 
Sussurrò Michael coprendosi il viso. 

Essa fece cenno al ragazzo di tranquillizzarsi e subito dopo aver sussurrato un leggerò: "Mi perdoni, signor Jackson." prese la cinepresa e la scaraventò a terra. 

"Ma cos-?" 
Fece il ragazzo vestito di nero. 

Michael si tolse le mani dal viso giusto il tempo di godersi la scena. Cosa aveva appena fatto quella ragazza? 

"Cosa intendi?" 
Le chiese Michael. 

"Non volevo farle male, mi dispiace." 
Rispose la giovane fotografa. 

Michael, come il resto della gente li fuori, rimase senza parole. 

"Lasci che l'aiuti." 
Continuò la ragazza e, lasciando la macchina fotografica li per terra tutta rotta, si diresse dentro l'hotel con Michael e la sua guardia del corpo. Entrati dentro lo portarono su in camera dove lo fecero stendere e medicare dal dottore della struttura. 

"Per quanto riguarda il viso non c'è nulla di grave, è stata la botta molto forte. La caviglia invece è slogata. Le consiglierei almeno 2 settimane di riposo." 

"Capisco, grazie dottore." 
Rispose Brad.

"Arrivederci."
Disse il medico prima di uscire e chiudersi la porta dietro le spalle. 

"..."
Michael era in silenzio, non aveva detto nulla da quando era successo. 

"Signor Jackson, si sente bene?" 

"...lasciaci soli, per cortesia." 
Disse Michael rivolgendo lo sguardo verso la photoreporter seduta su una sedia accanto al letto di Michael. 

"Subito."
Rispose il ragazzo prima di uscire e chiudere la porta. 

"Perché l'hai fatto?"
Chiese Michael. 

"Perché mi sono sentita in colpa, non volevo farle male signor Jackson." 
Rispose la ragazza guardando in basso. 

"...quella macchina fotografica ti sarà costata molto." 

"Non importa. Ne prenderò un altra." 

"Tu sei la prima che si comporta cosi con me." 

"..." 

"Ti ringrazio." 

"?...per cosa? Sono un disastro, io la seguo da sempre. Ero così felice di poterla vedere di persona...non avrei mai pensato che un giorno le avrei fatto del male. Le Chiedo scusa..." 
Disse la ragazza cominciando a lacrimare. 

Michael sorrise. Quella ragazza possedeva uno dei cuori più dolci e buoni che avesse mai incontrato. 

"Davvero?? Allora sei una di famiglia." 
Le sorrise Michael alzandole il volto con le dita. 

"Sei stata umile, coraggiosa, onesta e di buon cuore...Sono orgoglioso di avere una fan come te." 
Le disse abbracciandola. 

"?...grazie" 
Gli rispose lei tra una lacrima e l'altra. 

"Suvvia...Mostrami un bel sorriso." 
Disse Michael accarezzandole i capelli.  

Lei sorrise, ed era uno dei sorrisi più luminosi che avesse mai visto. 

"Mi chiamo Lucy." 

"Hai davvero un bel nome, Lucy." 

"Mai quanto il suo, ahah''
Disse lei sorridendo. 

"Lo pensi davvero??" 
Chiede sorpreso Michael, arrossendo leggermente. 

''Certo... sa, a volte odio il mio lavoro. So che essendo una photoreporter magari le da un po fastidio avermi qui-'' 

''Scherzi? a dire il vero devo ammettere che sei di ottima compagnia, Lucy.'' 
Affermò Michael. 

''La ringrazio signor Jackson.'' 
Rispose lei. 

''Michael.''

''?''

''Chiamami Michael.''
Le disse sorridendo. 

''D'accordo, Michael.'' 
Rispose lei felice. 

Dopo un paio di minuti Brad entrò nella stanza. Ormai i giornalisti erano andato via e la pace e la tranquillità erano tornate e regnare sovrane. 

"Salve signor Jackson, salve signorina."
Li salutò Brad. 

"Salve a te Brad." 
Rispose Michael. 

"Salve." 
Rispose la ragazza. 

"Signor Jackson, non vorrei romperle le uova nel paniere ma il medico le ha consigliato si riposare, ricorda?" 

"Mmh? Ah già. Beh, mi tocca." 
Disse Michael in tono sarcastico.

"Pff... Beh, si riposi allora. Per me è tempo di tornare a casa. La ringrazio ancora, signor Jackson."
Disse Lucy sorridendo. 

"Sono io che devo ringraziare te, Lucy. Stammi bene. E buona fortuna con il tuo lavoro." 
Disse Michael. 

"Grazie mille." 
Sorrise e fece cenno con la mano mentre di avviava verso la porta. 

"Arrivederci signoria." 
Disse gentilmente Brad, abbozzando un sorriso. 

"..?...Arrivederci." 
Ricambiò il sorriso Lucy prima di uscire e chiudere la porta. 

"Mmh, vedo che il signor Brad ha fatto colpo." 
Disse Michael ironizzando. 

"Vedo che si sente molto meglio." 
Controbatté Brad, evitando la domanda. 

"Si, non è poi cosi grave. Più che altro ho avuto paura, guarda la mia mano, ancora trema." 
Disse Michael tenendosi una mano con l'altra. 

"Non intendevo quello. Ma questo." 
Disse Brad avvicinandosi e pichiettandogli il dito sulla tempia. 

"?...mpf." 
Michael sorrise, aveva capito cosa intendeva Brad e aveva ragione. 

"Già. Sai, ho rivalutato la mia situazione. Per quanto possa essere pieno di problemi i miei fan non smetteranno mai di amarmi e sostenermi e poi...questa è la prova del fatto che esiste ancora questo tipo di gente... Avevi ragione, non bisogna fare di tutta l'erba un fascio."
Concluse sdraiandosi e chiudendo gli occhi. 

''Ne sono felice.'' 
Rispose Brad abbozzando un sorriso e dirigendosi verso la porta. 

''Te ne sono grato, Brad.'' 
Disse Michael rimanendo in quella posizione e continuando a tenere gli occhi chiusi.

"Mpf, buon riposo signor Jackson." 
Conclude Brad chiudendosi la porta dietro le spalle. 

La gente a volte per colpa dei problemi perde di vista le cose belle della vita, per questo dobbiamo essere uniti, dobbiamo ricordarci a vicenda che non siamo mai soli e che un sorriso è la miglior cura. Che non bisogna mai giudicare un libro dalla copertina e che a volte la vita può sorprenderci e farci scappare una risata anche nei momenti peggiori. Non dimentichiamo tutto questo, continuiamo a sperare e a crederci. Perché senza la fede cos'è un uomo? Se non abbiamo il coraggio di credere in qualcosa... cosa ci rimane? Michael lo sapeva, c'era ancora un po di speranza. 
  
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