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Autore: DwyClifford    18/07/2014    2 recensioni
Da piccolo avevo paura delle altezze, ma adesso mi ritrovo in cima ad un grattacielo.
Genere: Malinconico, Song-fic, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Non ti dimenticherò mai piccolo Boo. Mi manchi come l’aria. E’ come se un pezzo di me se ne fosse andato insieme a te.

Mi avvicinai ad un bambino che se ne stava in disparte, a giocare con delle bellissime macchinine, forse anche più belle delle mie. Ma gliele mostrai comunque.
“Ciao bambino. Io sono Harold, o Harry, ed ho 6 anni! Tu come ti chiami?” gli chiesi, sedendomi accanto a lui, che all’iniziò sobbalzò, forse perché non mi aveva visto, poi invece mi sorrise, e porgendomi la mano rispose
“Ciao Harry, io sono Louis e ne ho 9. Che belle macchinine che hai!”
“Grazie, ma le tue sono più belle Louis! Ti va di essere amici per sempre?”
“Ok Harry! Amici per sempre!”
Sai Lou, sono passati quasi 20 anni da quel giorno. Non rimpiangerò mai di averti chiesto di essere amici.
“Boo dobbiamo andare a casa, nonna ci aspetta!” si avvicinò una donna mora, con gli occhi chiari come il figlio.
“Ok mamma! Arrivo!”
Aiutai Louis a sistemare le macchinine nello zaino, poi lui me ne porse una.
“Tieni Hazza! Te la regalo! Tanto ne ho tante, e so che ti piacciono le Ferrari, ce le hai disegnate sul tuo zaino!”
“Grazie Boo!” e scoppiammo a ridere.
“Non chiamarmi mai più Boo! Già mia mamma mi chiama così ed è imbarazzante!” com’era carino quando arrossiva. Era ancora più bello delle bambine che erano in classe mia.
Lo vidi correre verso la mamma, che lo prese per mano. Poi si girò, e mi fece un “ciao” con la mano, al quale risposi con un immenso sorriso.


Dopo quel giorno ci siamo incontrati tutti i giorni, ricordi Louis? Sempre al solito albero, quello dove mi avevi regalato quella Ferrari 250 nera, che oggi è sul mobile in camera mia accanto al letto, di fronte ad una nostra foto. Era il mio diploma quel giorno, e tu eri venuto, eri venuto ad applaudirmi ed a confortarmi nel caso non avessi vinto la borsa di studio. Invece la vinsi, e tu mi corsi incontro sul palco saltandomi addosso, facendomi fare non solo una figura di merda, ma anche facendo ridere tutti i presenti. Non scorderò mai quella sera. Non per il diploma, e neanche per la borsa di studio. Ma perché la sera, festeggiando, mi portasti su in camera mia, e mi baciasti. Ed io come uno stupido ricambiai, per poi dirti che era tutto sbagliato, che ci avrebbero presi in giro, tu mi dicesti che sarebbe andato tutto bene, ma io ti urlai contro e tu te ne andasti arrabbiato. Quando capii che la mia vita non aveva più senso senza di te, venni sotto casa tua, ed accompagnato da una chitarra, ti suonai una canzone che avevo scritto pensandoti, in quei mesi che non ci eravamo più rivolti la parola.
Ricordo te, che scendendo dalle scale correndo, quasi ti ammazzasti, pur di venirmi in contro il prima possibile. Ti baciai sotto la pioggia quel giorno, davanti a tutti che ci guardavano increduli, o addirittura schifati, ma me ne fregai, continuando a fare ciò che divenne una droga per me. Ovvero i tuoi baci, le tue coccole, il tuo profumo misto insieme al mio.
La nostra prima volta, era la prima volta per entrambi. Io non ero mai stato a letto con nessuno e tu neanche. Che imbarazzo. Ma ammetto che è comunque stata la notte più bella della mia vita.
Ti ricordi il tuo 22° compleanno? Io si. Non lo scorderò mai. Non scorderò mai il momento in cui scartasti il regalo. Io avevo in mano la videocamera, e ti stavo registrando. Quando lo scartasti, cominciasti a piangere e corsi ad abbracciarmi.
Due mesi prima ero riuscito a prendere il pacchetto VIP per il concerto di Robbie Williams, con il backstage e la prima fila assicurati. Ero così felice per te, sapevo quanto avevi pianto quando erano andati sold-out, anche se in realtà ti avevo spento io all’improvviso la wi-fi, perché avevo già i biglietti. Quest’ultimo dettaglio non te l’avevo mai detto, per paura che mi uccidessi. Scusa Boo, ti amo tanto.
Università di merda. Sparisti dalla mia vita. Io andai a Los Angeles, e tu ad Oxford.

“I remember the day you told me you were leaving..”

Cercammo comunque di mantenere i rapporti, fino a quando non aprii Facebook, e vidi quelle foto. Ti stavi baciando con un altro Louis! E non ero io!

“It hurts to know you're happy, yeah, it hurts that you've moved on
It's hard to hear your name when I haven't seen you in so long

It's like we never happened, was it just a lie?
If what we had was real, how could you be fine?

'Cause I'm not fine at all”

Non risposi più alle tue chiamate o ai tuoi messaggi. Cercavi di chiedermi scusa, dicendomi che non lo avevi baciato tu e che eri ubriaco ad una festa.
Balle. Tutte balle. Non eri ubriaco, erano le 17, e non c’era nessuna festa, e quel ragazzo era sempre stata la tua cotta segreta. Come faccio a saperlo? Beh Louis, non sei l’unica persona che ha degli amici. Anch’io ne ho. Io e Zayn eravamo migliori amici dal primo giorno di liceo, ed anche lui era lì ad Oxford. Mi ha raccontato tutto!

“If what we had was real, how could you be fine? ‘Cos I’m not fine at all...
I wish that I could wake up with amnesia, and forget about the stupid little things.. Like the way it felt to fall asleep next to you, and the memories I never can excape, ‘cos I’m not fine at all”


Piansi per giorni. Poi mi scrissi tu, con la verità, ciò che già sapevo. Tu e quell’essere stavate insieme.
Lì tutto cambiò mio caro Lou.. non ci sentimmo più. Anch’io mi feci una vita, senza di te. Mi trovai un nuovo ragazzo, che mi fece di nuovo sorridere e quasi mi scordai di te.
Quasi. Non potevo scordarmi di te totalmente Louis William Tomlinson. La mia vera prima cotta. Le tue rose bianche, quelle che mi portavi tutte le volte che uscivamo insieme la Domenica sera. I tuoi baci che mi lasciavano senza fiato. La tua delicatezza nell’appoggiarmi sul letto quando mi addormentavo sul divano o in macchina. I nostri anni passati insieme. Tutto ciò che abbiamo passato. Come hai fatto tu a scordartene? Insegnami ti prego.

“If today I woke up with you right beside me
Like all of this was just some twisted dream
I'd hold you closer than I ever did before
And you'd never slip away”


Perché quella sera hai preso proprio quella nave? Spiegamelo Louis. Cosa avevi da spiegarmi ormai? Perché proprio quel giorno volevi chiedermi scusa?

“Harry amore la colazione è pronta.”
Mi alzai svogliato dal letto, con un odore di pasticcini proveniente dalla cucina. Baciai Nick partendo dal collo, prima di arrivare alle sue labbra meravigliose. Iniziai a fare colazione, e Nick accese il tg.
‘Nave affondata a causa scogli in vicinanza del porto di Miami. I feriti sono all’incirca 127, affiancati da 42 morti e circa 100 dispersi in mare.’
Alzai lo sguardo per vedere la tv. Inquadrarono un corpo senza vita che avrei sempre riconosciuto.
“LOUIS!” urlai, buttando tutto ciò che avevo accanto per terra e correndo in camera mia per vestirmi. Nick mi seguii in ogni movimento. Sapeva ciò che c’era stato fra me e Louis. Non ne era affatto geloso, per fortuna. Gli avevo già spiegato che con lui la mia vita aveva assunto una nuova piega, che escludeva Lou. Ma questo era un caso dal quale non potevo escluderlo.
Presi il primo volo diretto a Miami Beach. Quando arrivai all’ospedale le ambulanze non smettevano di arrivare piene di feriti. Gli ascensori erano talmente pieni che cominciai a fare le scale correndo, per sei piani consecutivi. Non sentivo neanche un briciolo di stanchezza. Volevo solamente vedere lui.
Mi affacciai alla sua stanza, notando moltissime persone in lacrime intorno a lui, compresa quella che riconobbi come sua madre, quando venne ad abbracciarmi.
“Harold, è in coma.”
Quelle parole mi colpirono come mille proiettili, tutti mirati verso il mio cuore, che venne distrutto. Fatto a pezzi.
Cominciai a piangere, prima silenziosamente, per poi scoppiare in un pianto isterico, tirando pugni al muro. Non smisi fino a quando venni bloccato dalle infermiere, che mi portarono fuori da quella stanza infernale. Continuai a piangere, per poi alzare il viso verso una sagoma che riconobbi quasi subito.
“Cosa vuoi da me Alexandre?”
“Nulla Harry. Lo so cosa c’era fra te ed il mio ragazzo, e so anche cosa c’è adesso, visto che lui è scappato dall’università per venire da te.”
Ci misi pochi secondi a realizzare.
Era colpa mia. Solamente colpa mia.
Piansi ancora più forte, se possibile, tirando i miei ricci ormai sudati.
“Ehi Grimshaw! Come stai?”
“Non sono affari tuoi Alexandre.” Gli rispose secco il mito del mio ragazzo, che si avvicinò baciandomi la tempia.
“Andrà tutto bene amore. Andrà tutto bene.”
“No Nick. Non andrà affatto bene. Louis è in coma. In coma!”


Da quel giorno tornai sempre lì all’ospedale, per vederti. Affittai un piccolo appartamento vicino, per esserti sempre vicino. Sai Lou, capii troppo tardi che in realtà ti amavo ancora. Lo capii quando baciando Nick vidi te e non lui. Lo capii il giorno in cui un medico ci disse della tua morte celebrale. Ti avrebbero staccato i fili con i quali restavi ‘in vita’. Quel giorno feci una cosa che non rimpiango di aver fatto. Entrai nella stanza nella quale tu dormivi, presi quel tuo bellissimo viso fra le mani e ti baciai. Non m’importava che ormai tu non avresti ricambiato, che non lo avresti mai sentito quel bacio. Avevo bisogno di farlo, da troppo tempo. Così ti diedi il mio addio, che non sarebbe mai stato un vero e proprio addio, perché adesso, fra pochi minuti, ci rivedremo Boo Bear.

Da piccolo avevo paura delle altezze, ma adesso mi ritrovo in cima ad un grattacielo.
Da piccolo amavo vivere, ma adesso sto cascando, verso il vuoto, verso la morte, verso te
.

Ciao a tuttiii c: Allora, questa è la mia primissima OS. Sarebbe bellissimo se mi lasciaste qualche recensione, non per forza positiva, soprattutto perché se avessi sbagliato qualcosa vorrei correggerla. Vi ringrazio tantissimo. #peaceloveandgaysex -Dwy
  
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