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Autore: Francesco Coterpa    19/07/2014    2 recensioni
Aveva inciso sulla linea del tempo un segno indelebile. Era un immortale. Era un dio.
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L'immortalità. Chi non ha mai desiderato nemmeno per un istante la libertà di fare tutto ciò che si vuole essendo sicuri di non chiudere mai gli occhi per sempre. Tu che stai leggendo ora, sì tu che leggi queste righe mal scritte riesci a capirmi almeno un po'? Prova a chiudere gli occhi e cercare nella tua mente la soluzione. Dov'è l'acqua eterna? Come ottenere la vita eterna?

Quando dio e madre natura e l'uomo cooperano per impedire i tuoi sogni cosa si può fare. Ho 38 anni e dio non mi ha mai ascoltato, nemmeno un cenno di comprensione, nulla. Silenzio. Quando coloro che amavo erano in fin di vita e chiedevo a lui di salvarli, lui non c'era, quando la guerra persisteva incessante lui non c'era, lui non c'è mai stato per me né per nessuno. Dov'è? Chi è? Come può un padre lasciare i suoi figli al patibolo senza nemmeno ascoltare le loro preghiere. Nessuno ascoltava.

Madre natura invece mi fece un gran dono. Tumore. Malattia terminale incurabile che lentamente ti trascina a sé nell'oblio più profondo, nella disperazione. Tutti i tentativi di cura sono stati già provati e ovviamente fu un insuccesso dietro l'altro, nessuna via di scampo. Nessuna speranza. Nessun dolore né compassione. Nessuno mi voleva più. Tutti mi vedevano diverso e man mano fui isolato, lasciato solo nel mio straziante dolore psichico.

L'uomo invece fu colui che mi portò via il mio amore. Mia figlia e mia moglie furono vittime di un terribile incidente stradale che non lasciò loro via di scampo. E così anche coloro che avrebbero potuto aiutarmi non ci sono più. Non ho nessuno. La mia bellissima moglie sparì in un istante. E tutto finì.

Dopo tempo passato tra le lacrime, riuscii a trovare l'immortalità. Iniziai a comporre un libro, il mio libro. L'inchiostro segnava il mio pensiero e lo incideva su qualcosa di eterno che sarebbe potuto sopravvivere più del mio corpo, oramai al limite. Era un boccetta di eternità, l'inchiostro. Mentre la biro è la bacchetta magica che permetteva di segnare tutto ciò che volevo.

Il tempo passò in fretta fino a che le forze abbandonarono il mio corpo. Il braccio cadde pesante sul bordo del letto e i fogli si sparsero sul pavimento in modo confuso. Non aveva finito il libro che voleva, ma era riuscito ad ottenere ciò che voleva, un discorso con l'eterno e il tempo, un discorso che non avrebbe mai avuto fine, un discorso che era divenuto immortale. Aveva inciso sulla linea del tempo un segno indelebile. Era un immortale. Era un dio.

  
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