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Autore: Hysterical Weapon    19/07/2014    3 recensioni
Parlavano del tempo, del fatto che non c'erano soldi, che le loro vite erano tristi e vuote e forse anche un po' troppo solitarie, che non c'erano più le mezze stagioni e che non sapevano chi diavolo votare alle presidenziali, tanto i loro portafogli sarebbero rimasti gli stessi e le giornate pure.
«Ci andresti a San Diego?» chiese Matt, con la schiena appoggiata al muro.
Brian fece spallucce.
«Non lo so, perché dovrei andarci?»
Si accese un'altra Marlboro, fece il primo tiro e poi lasciò cadere il braccio.
«Era così, per dire. Io ci vado, adesso, salgo in macchina e guido fino a quando non mi faranno male le caviglie».
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Matthew Shadows, Synyster Gates
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Era così che era iniziata
(con Brian che cercava le proprie sigarette nelle tasche dei jeans e Matt che voleva smettere di fumare)








Era così che era iniziata, con Brian che cercava le proprie sigarette nelle tasche dei jeans e Matt che voleva smettere di fumare, quindi se regalava a qualcuno le sue poco male. Poi però avevano cominciato a parlare e a sorridere, lo facevano entrambi un sacco e a volte si sentivano a disagio, però alla fine era piacevole stare bene di tanto in tanto perciò avevano finito per non pensarci più, anche perché era impossibile smettere di sorridere davanti ai capelli lunghi e impossibili del primo e alle fossette del secondo; si ritrovarono avvolti nel buio senza neanche accorgersene e poi si scambiarono i numeri di telefono, che magari un'altra fumata a metà se la facevano volentieri anche un'altra volta.
E così alla fine avevano finito per incontrarsi tutte le sere allo stesso posto dopo il lavoro, fuori da quel pub dove si erano incrociati per la prima volta: se ne stavano lì fuori senza fare niente, Brian fumava e Matt lo osservava espirare fuori il fumo grigio.
Parlavano del tempo, del fatto che non c'erano soldi, che le loro vite erano tristi e vuote e forse anche un po' troppo solitarie, che non c'erano più le mezze stagioni e che non sapevano chi diavolo votare alle presidenziali, tanto i loro portafogli sarebbero rimasti gli stessi e le giornate pure.
«Ci andresti a San Diego?» chiese Matt, con la schiena appoggiata al muro.
Brian fece spallucce.
«Non lo so, perché dovrei andarci?»
Si accese un'altra Marlboro, fece il primo tiro e poi lasciò cadere il braccio.
«Era così, per dire. Io ci vado, adesso, salgo in macchina e guido fino a quando non mi faranno male le caviglie».
E l'altro ragazzo strabuzzò gli occhi, sorpreso, non aveva senso mettersi in macchina a guidare se non avevi nessun posto in cui andare. Matt un posto non ce l'aveva, si illudeva solo che percorrendo chilometri a caso avrebbe trovato se stesso.
«Non dici niente?» aggiunse, sfiorandosi le labbra con la punta dei denti.
«Che dovrei dire, che sei un idiota?»
«Che magari ti va di accompagnarmi».
Matt e Brian si conoscevano da troppo poco tempo per fare una cosa del genere, quelle erano scene da film dove i due migliori amici di una vita decidevano di fare una cazzata e andavano contro il mondo, perché alla fine l'avrebbero di certo scampata. Era comunque un film, dopotutto. E invece loro due non avevano niente in mano, solo qualche inutile parola impastata di tabacco e promesse mai dette, si erano raccontati tutto quello che avevano dentro solo guardandosi negli occhi ma non lo avevano ancora capito.
«Magari no», si affrettò a ribadire Brian, freddo.
«Possiamo anche non arrivarci, a San Diego. Basta che partiamo».
L'altro stava per chiedere il motivo, ma d'altronde non gliene fregava un cazzo e quindi non disse niente. Poteva andare dove voleva, ma lui stava bene lì ad Huntington Beach con la sua vita mediocre e le sigarette, l'alcol scadente ed una casa che nessuno avrebbe mai voluto.
Ripensandoci, però, forse voleva sapere perché ci tenesse ad andare con lui.
«Io e te?»
«Io e te»
«Perché?»
«Perché da quando ci incontriamo qui ogni sera, la mia vita fa meno schifo e magari un viaggio destinato a non arrivare da nessuna parte, potrebbe riservarmi qualcosa di inaspettato, se mi accompagnassi».
Fu lì, proprio in quel preciso istante, che Brian capì. Squadrò velocemente Matt dall'alto in basso e si rese conto che quel corpo, le braccia e le gambe e lo stomaco, la loro forma, conosceva tutto alla perfezione e persino le espressioni che gli attraversavano il volto le aveva ormai viste tutte; si conoscevano da un paio di mesi per qualche ore alla settimana, ma forse non c'era nient'altro da sapere ed era arrivato il momento di lasciare tutto e partire, perché non era vero che la sua vita gli piaceva e nemmeno quella casa di merda tutta piena di crepe.
E neanche l'alcol, quello scadente che poteva permettersi era imbevibile.
Forse le sigarette sì, perché aveva iniziato con le Marlboro quando Matt gli aveva offerto le sue. Non fumava più, e Brian si era sempre chiesto come ci fosse riuscito.
«Però la musica la scelgo io».
«Andata» concluse il ragazzo con i capelli corti.
Aveva sorriso tante volte, ma quello che stava esibendo in quel momento era di certo il più largo di tutti.
Brian gli avvolse un braccio intorno al collo e lo avvicinò a sé, per poi allontanarsi insieme verso l'auto di Matt. Il secondo aveva una voglia matta di baciarlo, l'aveva avuto da quando lo aveva visto lì a rovistarsi le tasche, però aveva tutto il tempo del viaggio per farlo e quindi decise di aspettare, di godere della presenza di Brian che gli era accanto senza troppe pretese; al resto avrebbe pensato a tempo debito.
Mise in moto e abbassò del tutto il finestrino, l'altro accese la radio e partirono, forse alla conquista del mondo.
   
 
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