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Autore: ThePirateSDaughter    19/07/2014    5 recensioni
Haruka rimane paralizzato, non ricorda il momento in cui è scattato a sedere. L’unica cosa che era riuscita a fargli trovare il coraggio di confessare la verità era che Makoto si sarebbe dimostrato… comprensivo, perché… era quello che Makoto faceva sempre. Makoto era quello che capiva al volo e sorrideva, che lo difende e gli sta sempre vicino, che non lo scaccerebbe mai, neanche tra un milione di anni.
|Scritta tra la prima e la seconda stagione|
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Haruka Nanase, Makoto Tachibana
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Deve dirglielo.
Haruka si lascia cadere sulla parte del letto accanto a Makoto e tenta di regolarizzare il respiro. L’aria è calda, ogni parte del corpo è ancora fuoco e meraviglia e lui ha un nodo al centro esatto del petto da giorni e giorni.
Deve dirglielo.
Fa fatica a respirare e, purtroppo, non è solo perché quanto appena successo sia stato bello. Ogni momento con lui è…  gli piacerebbe pensare a una parola che esprima più calore, ma gli viene in testa solo “giusto”. Irrinunciabile. Ma se è davvero quella la verità, perché Haruka si sente in colpa per quello che ha fatto? Perché – meglio – si sente una merda?
E, soprattutto, perché l’ha fatto?
Perché sente che deve dirglielo?
Sul verde spettacolare degli occhi di Makoto calano le palpebre, mentre il ragazzo si passa una mano tra i capelli, scarmigliato e sudato. Sorride appena, appagato, felice e Haruka si sente peggio.
Deve dirglielo.
Perché così non è giusto, così è fargli del male senza neanche che lui lo sappia e in Haruka Nanase è rimasta ancora abbastanza dignità da compiere quell’azione onesta.
“Makoto…” poi si ferma. Se per la vergogna, la paura o per quanto fiduciosamente Makoto riapra gli occhi e lo guardi non sa dirlo.
Non riesce a sostenere lo sguardo – nessun colpevole ci riesce mai – e fissa il soffitto. C’è una crepa minima vicino all’angolo a destra.
Deve dirglielo.
E in fondo può, no? Perché tanto sa di cadere sempre in piedi con lui, perché è Makoto, perché è il suo amico – anche se i comportamenti degli ultimi tempi non fanno pensare a una mera amicizia. Perché Makoto è quello che capisce sempre, quindi potrebbe – deve- capire anche questa.
Apri quella fottuta bocca e parla, Haruka Nanase. Devi dirglielo.
Certo che Makoto potrebbe anche rendergli le cose facili e non stringerglisi contro.
“Dimmi”
Haruka tiene lo sguardo stoicamente puntato in altro
Deve dirglielo.
Deve dirglielo.
Deve dirglielo.
 
“Sono stato con… un altro”.
Il tocco di Makoto era fermo anche prima, ma adesso è come se Haruka lo sentisse più rigido, pietrificato, gelido. Non ha ancora il coraggio di guardalo.
“Ma… ma mi dispiace, Makoto”. Sente di doverlo puntualizzare. Una voce malefica in fondo al cuore gli urla come non sia completamente sincero, mentre un’altra cerca di sovrastarla e di far sì che si giri e chieda scusa a Makoto, che gli faccia capire che ha sbagliato. Ma non ci riesce.
Makoto potrebbe chiedergli chi è, ma Haruka scommette che ha già capito. C’è sempre stato quel “più” che Makoto non è mai riuscito a raggiungere, quell’accozzaglia di affetto, competizione e legame irrazionale che Rin è sempre stato e Makoto non sarà mai. Makoto è dolcezza, stabilità, calore. Makoto è sicurezza, un punto fermo nella vita di Haruka da che si ricordi, la mano che l’ha sempre aiutato a uscire da piscina, vasca da bagno e momenti difficili e per questo sa che Makoto può capire che è successo una volta sola e non si ripeterà più.
Le braccia di Makoto spariscono improvvisamente da sopra la sua pancia, mentre gli dà le spalle.
“Vattene”
“Cosa?”
“Esci da questo letto, per piacere. E dalla casa”.
Haruka rimane paralizzato, non ricorda il momento in cui è scattato a sedere. L’unica cosa che era riuscita a fargli trovare il coraggio di confessare la verità era che Makoto si sarebbe dimostrato… comprensivo, perché… era quello che Makoto faceva sempre. Makoto era quello che capiva al volo e sorrideva, che lo difende e gli sta sempre vicino, che non lo scaccerebbe mai, neanche tra un milione di anni.
“Makoto…” allunga la mano verso la sua spalla e lui intercetta il gesto prima ancora che lo possa concludere, scacciandolo via con un colpo secco del braccio, quasi fosse una mosca.
Senza una parola.
Haruka si sente andare in pezzi.
 
Stringendo le labbra più che può per resistere, Makoto sente le lenzuola frusciare via, i vestiti che vengono raccolte in poche, frettolose bracciate e poi la porta d’ingresso che si apre e poi si chiude.
Senza una parola.
 
Solo allora Makoto spazza via ogni riserva e le lacrime scendono da sole, quasi senza che se ne accorga. Singhiozza a voce alta nella stanza vuota, senza preoccuparsene, le dita spasmodicamente strette attorno al lenzuolo. Perché sa che, per Haru, Makoto è dolcezza, stabilità, calore, sicurezza, un punto fermo, la mano che lo aiuta, quello che non lo scaccerebbe mai; ma quello che Haruka non sa e non ha mai saputo – o, peggio, anche solo capito - è che Makoto è anche la disperazione costante di cercare di primeggiare nel suo cuore, la felicità incostante e intermittente dal pensare di esserci riuscito e, ora, il soffrire ancora perché Haru avrebbe sempre preferito Rin. E Makoto è anche quello che si è stancato.
E fa male. E fa male non solo perché fa male, ma anche perché Makoto pensava che l’avrebbe richiamato, alla fine. L’avrebbe fermato, abbracciato, perdonato e… e Makoto non si permette di indugiare in quel pensiero. Perché, alla fine, non l’ha fatto. Perché si è stufato davvero. E Haru avrebbe sempre e comunque preferito Rin, e lui non ne può davvero più.
Così continua soltanto a piangere, con la consapevolezza che non serve a niente, così come non è servito a niente.
 


 
... non so perché io abbia pubblicato - o anche solo scritto - una cosa così cattiva e angst, ma 'nsomma, l'angst è il mio pane, mi cibo di angst, shippo angst, guardo telefilm angst, skstm.
Tale cosa terribile ai danni del povero Mako-chan *se lo accaparra e coccola* venne scritta tra prima e seconda stagione, nello hiatus in cui riversai tutti i miei sentimenti shippanti (quindi l'ho scritta non tenendo conto di quanto effettivamente accade in Eternal Summer - e meno male, dacché in ES c'è più gioia. Almeno... Finora. Tremo.). Avevo bisogno di una storia con Makoto in codeste vesti *sei proprio cattiva, Pirats* *ci puoi giurare, honey*. Eee nulla. Pubblicai ora dacché Aika e la RòH sono belle ^^ *e mi odieranno forever dopo questa cosa, ma dettagli*.
Adieu, non odiatemi nemmeno voi <3
   
 
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