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Autore: infinity    20/07/2014    3 recensioni
La festa in cui si trova Lee Donghae prende una piega alquanto bizzarra.
{EunHae ♥ Side!KangTeuk}
Genere: Erotico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Donghae, Eunhyuk, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sulla storia: Originariamente doveva essere una storia per l'EunHae day. L'ho iniziata una settimana prima e l'ho finita con venti minuti di ritardo. Doveva essere online ieri ma, per motivi personali, non sono riuscita a pubblicare.
Non so se ci sono fanfiction sulla sezione dei Super Junior che trattano il "Seven minutes in heaven", in caso: fatemelo sapere, così si evitano scomodi malintesi.
L'intera storia è stato un parto, considerando che nella mia mente Donghae era molto diverso.
Erano due mesi (ma anche di più) che non mettevo punto fisso ad una storia, mi sento totalmente elettrizzata.
La fanfiction è stata ricontrollava più e più volte, ma vivo nel terrore di perdermi qualche errore.
Detto ciò vi lascio alla storia.

Disclaimer: La storia non è scritta a scopo di lucro. I Super Junior (aimè) non mi appartengono. Non guadagno nulla dalla mia attività di fangirl (se non di esplodere di Feels ogni due per tre). Con le mie storie non voglio assolutamete offendere i personaggi.








Odio le feste.

I corpi accaldati che si dibattono negli stretti soggiorni adibiti a pista da ballo, i fiumi di alcol (che non reggo) e la musica martellante; mi danno la nausea.
Generalmente cerco sempre di evitarle inventando qualche scusa, ma per questa volta non ci sono riuscito.
Sarà che Siwon ci teneva parecchio a venirci, sarà che Henry (piccolo infame) mi ha abbandonato ignorando le mie, poco velate, richieste di aiuto, sarà che la festa è a casa dell’amore della mia vita (il quale non lo sa ancora, ma siamo fidanzati e prossimi al matrimonio); fatto sta che adesso sono le undici e quaranta, la musica fa vibrare le pareti e l’alcol ha reso tutti più chiassosi e meno propensi ad arrivare in bagno per vomitare ed io ho un bicchiere di non so cosa in mano. Sto facendo da tappezzeria da due ore, ostinandomi a rifiutare ogni tizia che cerca di rimorchiarmi (continuano a sostenere che sembro troppo etero per essere gay).

Siwon è sparito nella mischia appena siamo arrivati e non ne ho più avuto sue notizie. Vorrei andare a casa ma, togliendo il fatto che abito dall’altra parte della città e siamo venuti con la sua macchina, temo che Siwon sia così ubriaco da doverlo portare a casa in braccio.
Mi giro ancora il bicchiere che ho in mano, il liquido ambrato che contiene (birra, penso) mi ammicca seducente. “Ma sì,” mi dico portandomi il bordo alle labbra “che potrà mai succedere?”. Non ho ancora bevuto, solo poggiato le labbra sul cartone, quando improvvisamente la musica si ferma. Abbasso il bicchiere senza bere e mi guardo in torno stordito. Le altre persone fanno lo stesso. Saremo un centinaio di persone e tutti ci stiamo guardando confusi. Dalle finestre aperte entra il vento dicembrino che mi fa venire la pelle d’oca.
Ad un tratto capisco perché è tutto fermo. Sulla porta, immobile e serio, sta Hyukjae; davanti a lui un agente di polizia lo guarda con rimprovero.
« Ragazzi, » urla il più giovane. Tutti lo sentono, visto il silenzio sceso nella sala. « la festa è finita, chi non aiuta a sistemare, vada a casa. » Conclude. In una manciata di minuti la casa si spopola. Anche chi sembrava più ubriaco, appena sentite le parole di Hyukjae, se ne è andato.

Restiamo un piccolo gruppo ristretto di persone, tra cui, guarda un po’, Siwon non è presente.
Prendo il cellulare, che esibisce uno splendido display sfondato, e mi affretto a mandargli un messaggio. Al quale lui non risponde. Ovvio. Bell’amico.
Sostanzialmente in casa siamo rimasti in nove ed uno è semi svenuto sul sofà.
Hyukjae intanto, ancora sulla porta, sembra si stia subendo una bella lavata di capo sul fatto che con la nostra “caciara” (l’ha chiamata così, non scherzo!), stiamo solo inquinando l’ambiente e tralalalalà.
In ogni caso, guardando meglio i “superstiti” mi sembra di conoscerli quasi tutti, se non di persona, li conosco di fama.
Riconosco Park Jungsu che, con un sacco di plastica mezzo pieno, sta già provvedendo a dare una rassettata veloce. Penso che Kim Young-woon sia rimasto solo per il maggiore. Kim Heechul sta sghignazzando in un angolo, davvero poco rassicurante. Kim Ryeowook sta sistemando il tavolo del buffet, il che significa che sta raccattando i millemila bicchieri vuoti che vi sono stati abbandonati. Kim Jongwoon sta correndo verso il bagno. Quello sul sofà è Shin Donghee.

Poi ci sono io. Che sono ancora nel mio bellissimo spazio di muro, con il mio bicchiere ancora integro in mano, che fisso gli altri come un idiota.
Dubito che loro mi conoscano.
« Donghae-ssi » la voce di Jungsu mi fa saltare in aria.
« Si? » domando, improvvisamente tutti gli sguardi degli occupanti della sala, anche quello di Hyukjae (muoio), si puntano su di me. È come se mi vedessero per la prima volta, come se si domandassero quando sono arrivato e ignorassero completamente che sono nella stessa posizione e nello stesso punto da due ore. Sono sicuro che il padrone di casa mi sia passato davanti almeno dieci volte in tutta la serata.
« E’ raro vederti ad una festa, sono contento tu ti sia fermato a darci una mano » sorride. Dare una mano? Aah, quando si dice che oltre al danno c’è anche la beffa. Oddio, però le fossette di Jungsu sono così profonde e carine che mi convincono.
Sono un rammollito.


Facciamo l’una e un quarto, a rassettare alla bene e meglio. C’è una macchia dovuta all’alcol sulla poltrona e un pezzo di un cuscino giace sul mobile vicino all’impianto stereo. Il bilancio dei danni è inferiore a quello che mi aspettavo. Solo quando ci lasciamo cadere seduti tutti e otto – sette, visto che Donghee sta ancora sonnecchiando sul sofà – il telefono nella tasca vibra. Siwon, finalmente, si è degnato di avvertirmi che è da un’amica e mi augura di divertirmi alla festa.
Quel coso se ne è andato prima che la festa si concludesse. Non posso credere che mi abbia mollato qui.
« Allora signorine, finito di pulire? » ci prende in giro Heechul lasciandosi cadere su di un cuscino sul pavimento. Ha i capelli arruffati sulla fronte imperlata di sudore.
« Certo, adesso potete anche andarvene » scherza Hyukjae, si avvicina con delle bottiglie di birra in mano. Ancora? Ma non si stancano mai di ingurgitare quella roba?
Me ne porge una e l’afferro subito. Solo perché è lui che me la offre, sia chiaro. Appena finisce di distribuire le birre si lascia cadere seduto accanto a me.
Solo allora sento che emana un lieve odore di alcol mischiato a quello di sudore. Deve aver bevuto abbastanza durante la festa da risultare brillo.
« Cosa si fa ora? » domanda Young-woon, ma è palese dai suoi occhi fissi solo su Jungsu che qualsiasi cosa decideremo noi, a lui non interessa.
Sto per dire che è ora che io torni a casa, quando Heechul lascia cadere la sua bottiglia di birra vuota sulla moquette morbida.
Non è quel che penso, vero?
« Il gioco della bottiglia » annuncia sorridendo. Ha un che di spaventoso, con il sorriso sbilenco sulle belle labbra e gli occhi spalancati.
« Avanti Chul! Cosa vuoi fare? Siamo tutti ragazzi e sei di noi, compreso te, sono impegnati in una relazione » borbotta Hyukjae.
« Oh, ma è solo per divertimento! Non credo che qualcuno dia importanza a ciò che faremo, giusto? » domanda, tutti annuiscono. A parte me e Hyukjae.
« Oh, va bene. » capitola infine.
Adesso tutti guardano speranzosi me. Mi limito ad alzare le spalle.


Non ho mai giocato al gioco della bottiglia. Non so neanche cosa bisogna fare.
Sembrano tutti così tranquilli che magari, magari, è qualcosa di normale.
Ovviamente ho pensato questo fino a quando Heechul non ha infilato la lingua nella gola di Jungsu. Dio santissimo, cosa è questa roba?
Non è che io sia uno di quei ragazzetti verginelli che si fanno troppi problemi per un bacio o qualcos’altro, ma in questa stanza c’è Hyunkjae.
Il ragazzo per cui sbavo da tre anni.
« Uuuh, tocca a me?! » domanda l’essere al centro dei miei pensieri, Heechul annuisce.
« Mmh, cosa potrei fare?! » la situazione sta degenerando. Hyukjae si lecca le labbra e se le morde leggermente, pensieroso. Mi muovo a disagio sul mio posto mentre lo osservo.
« Seven minutes in heaven » mormora Hecchul, così piano che a stento lo sento. Hyunkjae ghigna al mio fianco.
« Ci andiamo pesante, eh? » risponde, non riesco a capire di cosa stanno parlando. Sto per domandarlo a Ryeowook, che è più addormentato che altro, quando il padrone di casa riprende a parlare.
« Bene, decide la bottiglia. Non voglio lamentele. A chi tocca tocca! » tutti annuiscono (ma a cosa? Che bisogna fare?) e Hyukjae fa girare la bottiglia.
Oddio, non su di me! Fai un altro mezzo giro!
Ma siccome sono una persona che la sfiga ce l’ha cucita addosso, la bottiglia si ferma proprio su di me. Jungsu ridacchia, seguito da tutti gli alti.
« Andiamo Donghae-ssi » mi sento afferrare il braccio e mi sento sollevare da terra. Guardo Heechul che mi sorride sornione. Mi trascina in una stanza (è il bagno che abbiamo pulito prima) e mi benda gli occhi.
« Aspetta qui, ok? » non mi lascia il tempo di rispondergli visto che se ne è già andato.
Aspetto un paio di minuti poggiato al mobile vicino al lavandino. Poi la porta si apre e si richiude subito dopo, a chiave.
« Sette minuti a partire da ora! » Sto iniziando ad odiare Kim Heechul.

Sto per aprire la bocca e chiedere chi c’è nella stanza insieme a me, quando mi trovo schiacciato tra il mobile ed un petto caldo.
Reprimo un gemito di sorpresa e annaspo aria.
« Ma cosa? » esclamo. Con le mani cerco di togliermi la benda ma non ci riesco, il nodo è troppo stretto.
« Donghae » rabbrividisco a causa del mio nome sussurratomi all’orecchio. Abbasso le mani e le appoggio sul petto della persona che mi sta davanti. So chi è. Il cuore mi esplode nel petto e mi rimbomba nelle orecchie.
« Hyukjae? » domando, la voce mi trema così come le gambe. Ridacchia contro il mio orecchio e la sua voce roca mi brucia le sinapsi.
« C-cosa succede? Perché siamo qui? » balbetto, lo sento trattenere una risata e poggiare le sue mani sul mobile alle mie spalle. Rabbrividisco e deglutisco a vuoto.
« Abbiamo sette minuti, Donghae. Possiamo fare quello che vogliamo. Vuoi startene con le mani in mano? » annaspo in cerca di aria e cerco una risposta negli oscuri meandri della mia mente. Sto per aprire bocca per dire non so bene cosa (cosa dovrei dire? Hyukjae mi sta praticamente spalmato addosso!), quando le sue labbra si posano dolcemente sulle mie.
Il battito del mio cuore accelera subito, lo stomaco mi si aggroviglia e il cervello sembra essere in panne. Solo perché mi ha baciato.
« Era il tuo primo bacio, Donghae? » sfarfallo le ciglia un paio di volte sotto la benda prima di afferrare il significato delle sue parole. Primo bacio? Quanti anime ha visto per pensare una cosa del genere?
« N-no » mormoro, la gola improvvisamente troppo secca per parlare. Potrei giurare che sta sorridendo, me lo sento.
Ricongiunge nuovamente le nostre labbra e mi invita a dischiudere le mie, lo accontento e sospira soddisfatto. Sento la sua lingua scivolare nella mia bocca e giocare con la mia. Mugolo in apprezzamento delle sue doti da baciatore. Anche se non è niente di che e ho baciato persone molto più brave di lui, questa volta è diverso. Hyukjae è la persona di cui sono innamorato.
Lo sento armeggiare con la benda e, finalmente, posso vederlo. La prima cosa che vedo sono i suoi occhi socchiusi mentre mi bacia.

È bello, bellissimo.

Con le guance arrossate sulla pelle chiara, gli occhi scuri lucidi e socchiusi e le braccia ad intrappolare il mio corpo fra il mobile e il suo petto.
Mi rendo conto che ha smesso di baciarmi solo quando mi morde piano il labbro inferiore allontanandosi. Ansimo e gli passo le mani dietro il collo riavvicinandolo. Lo coinvolgo nuovamente in un bacio; con la differenza che, se quello prima era ordinato e quasi asciutto (salive mescolate permettendo), il mio è più un bacio frenetico e bagnato. Sono un macello, ma le sue labbra sono così invitanti che me ne dimentico.
Le se braccia passano ad avvolgermi la vita e mi solleva, sento il sedere cozzare contro il piano del mobile e mugolo infastidito. Hyukjae inclina leggermente il viso verso l’alto facendo si che le nostre labbra non si separino nemmeno per un secondo.
Quando ci stacchiamo ansimiamo entrambi, i suoi occhi brillano e seguono il sorriso che gli incurva le labbra.
« Non sai da quanto volevo farlo » mormora. Resto di sasso, le mani ancorate sulle sue spalle.
« Cos- » un gemito mi stronca la domanda. Hyukjae ha preso a baciarmi una clavicola sporgente e mi trovo a reclinare il capo indietro.
« Abbiamo solo sette minuti » mormora sulla mia pelle. Rabbrividisco e le mie mani vanno a stringergli i capelli. Mi apre le gambe senza esitazione e si posiziona tra di esse, le sue labbra tornano a baciarmi.
Con impazienza le sue mani percorrono il mio interno coscia da sopra la stoffa del jeans. Sto per dirgli che non voglio farlo con lui. Non in quel modo. Non per un gioco. Ma continua a stupirmi e, come se mi avesse letto nel pensiero, mi sussurra all’orecchio che non farà niente di che. Perché vuole avere tutto il tempo del mondo, con me.
Non so come prendere la cosa, visto che fino a mezz’ora prima ci conoscevamo a malapena. Comunque non posso fare a meno di annuire ipnotizzato dal movimento delle sue mani sul rigonfiamento dei miei pantaloni e totalmente rapito dalle sue labbra che, nuovamente, stanno consumando le mie.
Con l’impazienza di un bambino goloso davanti ad un banchetto di dolci mi sbottona il jeans. Infila una mano nel bordo, entrando direttamente nei boxer. Sfiora la mia erezione con mano tremante e abbandona il capo sulla mia spalla. Come se fosse lui quello che sta provando piacere e non io.
Gemo appena quando inizia a pompare piano il mio sesso.
« E’ la mia prima volta con un uomo » mi avverte, sembra quasi spaventato.
Gli sorrido rassicurante e gli dico che è ok.
Dentro mi sento un ammasso di gelatina.
Non so come il cuore non sia ancora collassato o il cervello ancora riesca a mandare messaggi decenti al mio corpo.
Quando mi fa alzare il sedere per abbassarmi i pantaloni fino alle ginocchia mi sento morire di vergogna.
Mi viene la pelle d’oca quando il mio membro viene a contatto con l’aria fredda della stanza.
« Tutto bene? » Gli chiedo. Ha smesso di muoversi e il suo respiro è pesante. Mi guarda con i suoi occhi scuri anneriti ancor di più dalla lussuria. Muove piano il capo in alto e in basso.
« Benone » sussurra. La sua voce scurita dall’eccitazione mi fa venire la pelle d’oca.
Apro la bocca, ma qualsiasi cosa volessi dire si frantuma in un gemito acuto. Hyukjae ha ripreso a muovere la sua mano sulla mia erezione.
Torna a cercare le mie labbra. Le sfiora lievemente, le morde e le succhia, ingoia i miei gemiti e lascia che si spengano nella sua bocca.
L’altra mano si infila sotto la mia maglia, mi accarezza gli addominali (quelli per la palestra sono stati soldi ben spesi) e sale fino ad un capezzolo. Me lo pizzica ed un urletto ben poco virile mi sfugge dalla gola.
Gli afferro i capelli scuri e gli faccio reclinare il capo di lato, si sposta senza obbiettare e posso approfittare del suo collo scoperto. Che, bianco e invitante, mi tenta.
Mi piego fino a raggiungerlo e lo bacio, scorro con i denti sulla pelle sensibile facendolo gemere e lo succhio. Mi sento soddisfatto solo quando la sua mano lascia il mio capezzolo per sorreggersi al mobile e le sue gambe sembrano di gelatina. Quando mi stacco dal suo collo vedo una macchia rossa enorme.
« S-scusa » ansimo, pensando che magari i segni non gli piacciono. Butta un occhio allo specchio al nostro fianco e sorride sornione.
Amo il suo sorriso.
Non importa se le gengive si scoprono troppo. Adoro il modo in cui le sue labbra (ora rosse per i miei baci, oddio!) si stendano, il modo in cui i suoi occhi seguano quel movimento di muscoli, quei denti troppo scoperti. Mi piace tutto.
Lo riavvicino a me prendendolo per il colletto sgualcito della camicia che indossa e lo bacio ancora e ancora.
Non so da quanto siamo dentro al bagno. Non so da quanto mi sta masturbando, sento solo di essere dannatamente vicino all’orgasmo. Non so più niente. Ho solo la consapevolezza che, per un essere come Lee Hyukjae, mi venderei anche l’anima.
« D-Donghae, tu mi sei sempre pia- » Si deve fermare, perché la porta si è spalancata.
Kim Heechul ci osserva compiaciuto poggiato allo stipite della porta.
« Va bene colombelle, adesso basta però. Di là ci si annoia. » deglutisco e cerco di coprirmi improvvisamente intimidito dallo sguardo divertito del più grande.
« Guastafeste » borbotta Hyukjae. Mi porge una mano per aiutarmi a scendere, solo quando tocco terra mi rendo conto di avere le gambe molli. Mi ricompongo e noto che anche Hyukjae è frustrato dall’interruzione.
« Continueremo più tardi » mi sussurra, baciandomi un ultima volta le labbra rosse. Sorrido stordito, poi mi afferra la mano e mi trascina in salotto.

Il gioco riprende, ma non lo sto più seguendo.
Quello che mi interessa e che ha tutta la mia attenzione è a tre millimetri da me ed è il ragazzo che amo.
Spero che anche lui ami me.
Per il momento mi accontento delle nostre dita intrecciate e della sua spalla che sorregge il mio capo.
  
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