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Autore: Im that boy    20/07/2014    2 recensioni
- Non lasciarmi da solo. – Mi dice.
- No, tesoro, certo che no… non ti lascerò mai.
- Voglio stare per sempre con te, promettimi che non te ne andrai.
- Joey…
- Ti prego, ho bisogno di averti al mio fianco. Resta con me.
Sospiro, guardando il suo bel viso con le lacrime agli occhi. Amore mio, non farti del male da solo…
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Joseph accosta la macchina davanti al portone del mio appartamento, frenando dolcemente. Abbiamo cenato insieme stasera, e il crepuscolo è già passato da un pezzo.
Il moro volta il suo corpo nella mia direzione tenendo pigramente il braccio sinistro sul manubrio, mentre io sgancio la cintura di sicurezza. Alzando lo sguardo incontro i suoi dolci occhi ambrati, stasera più luminosi del solito, ed un sorriso affiora sul mio volto non appena compare il suo.
-Stanotte mi mancherai più di ogni altra notte. – Mormora stringendo lievemente la mia mano, facendomi mancare il fiato. Nonostante la flebile luce che penetra nell’auto dai lampioni carezzando i nostri volti, noto che le sue guance si sono improvvisamente colorate un po'.
- Non esistono più ragazzi come te. – Sussurro carezzandogli una guancia, per poi baciarlo dolcemente.
-Buonanotte, piccola. – Mi dice quando mi costringo ad aprire la portiera.
-Buonanotte, Joey.
Un ultimo, veloce bacio prima di uscire nella calda aria d’agosto e dirigermi verso il portone. Prima di entrare, mi volto a guardarlo un’ultima volta, per sorridergli e salutarlo con la mano.
Il mio sorriso non si spegne neanche quando entro in casa e trovo Chris sul divano, intento a guardare la tv.
-Ciao. – Lo saluto con un sorriso ancora più ampio, prima di andare in camera. Mi distendo sul letto, ancora stordita, e con la coda dell’occhio vedo il mio migliore amico sulla soglia, con le spalle contro lo stipite, le braccia conserte e un sorriso al contempo furbo e curioso.
-Come mai così felice? – Mi domanda, scrutandomi divertito.
-Niente. – Gli rispondo, usando un tono che può far pensare a tutto, meno che niente.
-C’entra Joe, non è vero?
Io gli rivolgo un sorriso felice ma colpevole, per poi nascondere il volto rosso tra le mani. Apro le dita quel tanto che basta per poterlo guardare, prima di borbottare un incomprensibile: ‹‹Ci siamo baciati››.
-Cosa? – Mi domanda Chris, corrugando la fronte. Io balzo in piedi e mi precipito tra le sue braccia in una stretta soffocante.
-Ci siamo baciati. – Ripeto, e solo dopo averlo detto ad alta voce realizzo che non è stato tutto frutto della mia immaginazione.
-Finalmente! – Esclama lui, ricambiando l’abbraccio. – Quindi deduco che state insieme, adesso.
Sono queste, forse, le parole che mi fanno congelare e aprire gli occhi. La mia stretta attorno al suo collo si allenta e a Christian non passa inosservato. Mi scosta un po' continuando a tenermi i fianchi, per scrutare il mio volto improvvisamente cupo.
-Non lo so. – Mormoro.
-Come sarebbe a dire? – Mi domanda mentre io mi siedo sul letto, con le ginocchia strette al petto. Aspetto che si sia seduto anche lui, prima di parlare.
-Non ne abbiamo parlato, però… però lui ha detto che mi ama.
-E tu cosa gli hai risposto? – Non sembra colto alla sprovvista dalla mia confessione, e qualcosa mi fa pensare che già lo sapesse.
-Gli ho detto che sono innamorata di lui.
-Allora mi pare abbastanza ovvio che stiate insieme. Qual è il problema? – Prosegue, notando il mio silenzio e la mia espressione.
-Chris, e se… se fosse un errore? Se non fossimo fatti per stare insieme? Ho la sensazione che si rovinerà tutto, e non voglio perdere la sua amicizia.
Veniamo interrotti dal mio cellulare che segnala l’arrivo di un nuovo sms, e il respiro mi si mozza in gola quando leggo il mittente: Joe.
Apro il messaggio col cuore a mille:
 
Vorrei guardarti negli occhi e sussurrarti ‹‹Ti amo››, vorrei averti accanto e sentire il tuo respiro, il tuo profumo. Vorrei stringerti a me e sentire i battiti del tuo cuore, baciarti, carezzarti il volto. Vorrei sentire la tua pelle a contatto con la mia e la sensazione che mi lasci.
Sto aspettando con ansia domani per rivederti. Oggi mi hai reso l’uomo più felice del mondo, grazie. Sogni d’oro, piccola mia.
 
-Vado da lui. – Esclamo balzando in piedi.
-Cos… Posso leggere il messaggio? – Mi chiede Chris, sorpreso.
Gli porgo il cellulare e attendo che finisca di leggere, le guance talmente rosse da far male, ascoltando la battaglia nata dentro di me. Una metà del mio cuore è inondata da gioia e amore verso colui che mi ha fatto perdere la testa, l’altra è ricolma di rabbia e disperazione per la decisione che forse sarò costretta a prendere.
-Ohw, che carino. – Dice prendendoci in giro. – Beh, finalmente hai capito che lui è pazzo di te?
-Sì. – Sussurro. – È per questo che dobbiamo rompere. – Una lacrima scivola dal mio occhio triste dopo aver pronunciato quelle fatidiche parole, ma la sua corsa si ferma subito: non devo piangere.
-Perché? – Mi chiede Chris, esasperato.
-Te l’ho già detto: ho paura. Vado da lui. – Ripeto.
-Giuli, aspetta prima di prendere decisioni affrettate. La scelta è solo tua, ma se vuoi un parere stai facendo una grossa cazzata. Riflettici, non farlo. Non stasera, almeno.
-No, io… io non voglio farlo stasera, voglio… voglio solo passare insieme a lui più tempo possibile.
-Va bene, allora ti porto io in macchina: non voglio che tu vada da sola a quest’ora, e magari stare insieme a Joe ti farà cambiare idea… Demi mi ha prestato la macchina per tornare a casa. – Mi dice, rispondendo alla mia domanda silenziosa.
Con Chris è sempre stato così: chiede favori, soldi, tutto per il suo bene personale, e le ragazze non gli negano mai niente.
-O-okay, dammi il tempo di cambiarmi.
Indosso velocemente dei pantaloncini di jeans, una maglia bianca molto larga, un paio di infradito nere e lego i capelli in una coda alta.
Il viaggio trascorre nel più assoluto silenzio; ci pensano i miei pensieri a far casino per entrambi.
-Grazie. – Mormoro quando arriviamo. – Sta’ attento per strada.
-Sì, e tu non fare cazzate. Chiamami se ci sono problemi. – Ribatte lui.
Scendo dall’auto e suono il campanello di Joe, con le gambe tremanti. La porta si apre di uno spiraglio: il tempo di fargli capire chi sono, che è già davanti a me con le braccia spalancate, e noto che sta indossando una camicia.
-Dormivi? – Gli domando, fingendo indifferenza. Solo guardandolo, quasi esplodo dalla gioia.
-No, ma… cosa diavolo ci fai qui? – Esclama lui, felice.
-Sorpresa. – Rispondo io semplicemente.
-E come sei arrivata tanto in fretta?
-Chris. – Sorrido, puntando il pollice alle mie spalle.
Joe lo saluta con la mano, per poi dirigersi verso di lui. Lo vedo sporgersi dalla sua parte per dirgli qualcosa, ma da questa distanza non sento, e immagino che stiano anche parlando sottovoce. Torna indietro pochi istanti dopo e Christian riparte.
-Aspetta qui. – Mormora sfiorandomi un braccio, prima di rientrare in casa. Lo sento trafficare in cerca di qualcosa, e quando riappare ha in mano una fotocamera che conosco molto bene.
-La mia Polaroid! – Esclamo.
-L’avevi lasciata qui. – Spiega lui con un sorriso. – Adesso mettiti in posa.
Obbedisco roteando gli occhi, prima di mostrargli la lingua con aria divertita. Il flash mi stordisce un po’, e la fotografia finisce a terra con un lieve fruscìo. Gli chiedo di passarmela e subito la punto su di lui, il quale sporge le labbra a mo’ di bacio, facendomi ridere. Ne scattiamo subito un’altra insieme, abbracciati, una dove lo bacio su una guancia, un’altra, un’altra ancora, una dove ci scambiamo un bacio…
Fatichiamo entrambi a dividere le nostre labbra, e mi domando se in futuro sarà sempre così… sempre se avremo un futuro insieme.
Finalmente raccogliamo le fotografie ed entriamo in casa, nella sua camera. Non importa neanche accendere la luce, perché subito ci sediamo sul letto, abbracciati, come di tacito accordo. Dolcemente, scioglie la mia coda e comincia a giocare con una ciocca di capelli, rigirandosela tra le dita, per poi assicurarmela dietro un orecchio. Le sue labbra allora si posano sulla mia spalla scoperta, lievemente, facendomi rabbrividire.
Inaspettatamente cambio posizione e mi siedo a cavalcioni sulle sue gambe, in modo da trovarmi faccia a faccia con lui, il quale mi sorride di nuovo. Non posso fare altro che sorridergli di rimando, prima di abbassare lo sguardo e cominciare a sbottonargli la camicia, lentamente, senza proferire parola.
-Cosa stai facendo? – Sussurra.
-Non lo so… – Rispondo io imitando il suo tono.
Finito di slacciare anche l’ultimo bottone, scosto i due lembi in modo da lasciare scoperto il suo petto nudo, scolpito e abbronzato. Le mie dita sfiorano i suoi addominali e le mie labbra si posano dolcemente sulla sua pelle, procurandogli un brivido.
Lentamente alzo lo sguardo per incrociare il suo, senza però riuscire a decifrarne l’espressione. Le sue mani allora si posano sul mio collo e le nostre labbra si trovano nuovamente, ancora e ancora.
-Mmh, aspetta. – Mormora scostandosi un po', prima di adagiarmi sul letto dolcemente.
Si alza con agilità, per andare a rovistare nel suo armadio. Poco dopo si volta e mi lancia una t-shirt grigia.
-E questa? – Gli domando, sconcertata.
-È una mia vecchia maglia, pensavo che potessi usarla come pigiama… – Spiega con aria innocente, stringendosi nelle spalle.
-Oh, grazie. – Non riesco a nascondere la sorpresa davanti a tanta premura.
-Devo… devo uscire, almeno ti cambi?
-Fa’ come vuoi, io non ho problemi a cambiarmi davanti a te.
-Oh, bene… Meglio per me! – Dice sorridente, facendomi ridere.
-Scemo. – Esclamo lanciandogli uno dei cuscini.
Comincio a spogliarmi, ma prima di poter indossare la maglia che lui mi ha prestato, mi è addosso e mi bacia di nuovo, questa volta con foga. Una delle sue mani s’intreccia alla mia e l’altra mi afferra i capelli, così la mia mano libera passa sulla sua schiena, percorre la pelle calda facendo rabbrividire entrambi.
-Sei bellissima. – Mormora con voce roca. – Non è che… resteresti così tutta la notte? – Mi domanda ammiccando.
Fingo di pensarci su un momento, cercando di non far caso al fatto che sia dannatamente eccitante. – Mmh, no. – Rispondo ridacchiando.
-No? Ne sei proprio sicura?
-Sicurissima. Ti è andata male, mi spiace.
Lui allora sorride divertito, poi si stende accanto a me in modo che possa indossare la sua t-shirt. Inspiro per un attimo l’odore: profuma di pulito, e di lui.
Prima che possa distendermi, Joe si alza e comincia a spogliarsi.
-Vuoi che esca? – Lo prendo in giro, e lui mi scocca un’occhiataccia.
Lo osservo mentre finisce di sfilarsi i pantaloni e fruga nell’armadio alla ricerca di qualcosa.
Immagini poco caste mi affollano la mente fin quando non indossa un paio di pantaloncini decisamente troppo aderenti e torna a letto. Oh dio, Jonas, cosa ti farei.
-Che c’è? – Mi domanda notando il mio sguardo.
-Sei troppo sexy per essere vero. – Rispondo accomodandomi sotto le coperte.
-Mi spieghi cosa diavolo hai intenzione di fare lì sotto? – Chiede seguendomi e inarcando le sopracciglia.
-Non lo so… dormire, magari?
-Oh, no, – Ribatte afferrandomi per i fianchi e stringendomi a sé. – non puoi fare un’affermazione del genere e pretendere che io ti lasci dormire.
Mi bacia dolcemente e le sue labbra percorrono la mia mascella, poi si soffermano sul collo e cominciano a succhiare, facendomi rabbrividire.
Le mie mani affondano istintivamente tra i suoi capelli mentre io chiudo gli occhi, assaporando questo momento. Dio, impazzisco al solo pensiero che lui sia così eccitato.
Continua a succhiarmi il collo, a morderlo ancora e ancora facendomi rabbrividire e ansimare per poi tornare a baciarmi la mascella. Mi morde delicatamente il lobo e le sue labbra tornano sulle mie come se non fosse accaduto niente, mentre la sua eccitazione preme contro la mia gamba.
Il suo sguardo poi incontra il mio, ed entrambi sorridiamo automaticamente.
-Vuoi dormire? – Mi domanda carezzandomi il volto.
Annuisco continuando a sorridere, così lui posa la testa sul cuscino e mi abbraccia, carezzandomi ininterrottamente una coscia.
-Buonanotte principessa. – Sussurra lasciandomi un bacio sul capo.
 
 

***

 
 
Mi rigiro pigramente nel letto, incastrandomi tra le lenzuola. La luce del mattino mi scalda il volto mentre la mia mano sinistra vaga alla ricerca di qualcosa, o qualcuno che non trova.
Apro gli occhi e guardo il letto: vuoto, così mi siedo e scorgo chi stavo cercando ai piedi del letto, intento ad allacciarsi le scarpe.
-Dove vai? – È la prima cosa che gli domando stropicciandomi gli occhi.
Joseph si volta nella mia direzione e mi regala un sorriso raggiante, prima di avvicinarsi e salutarmi con un bacio.
-Buongiorno anche a te. – Sussurra sedendosi sul letto. – Sto andando ad organizzare le ultime cose per stasera, non volevo svegliarti.
-Va bene. – Rispondo sorridendogli. – Ce la fai a tornare per pranzo?
-Dovrei farcela, ma perché non vieni anche tu? Ci saranno anche Demi e Chris, poi magari possiamo andare a pranzo tutti insieme.
Mi apro in un mastodontico sorriso dopo questa richiesta: io, i miei migliori amici e il mio ragazzo a pranzo insieme, come un’uscita a quattro. Acconsento subito, così lui si alza ma prima che possa allontanarsi gli prendo la mano con entrambe le mie, gesto che lo fa voltare di nuovo nella mia direzione, cosi mi alzo lentamente per poi baciarlo sorridendo.
-Buongiorno. – Sussurro sulle sue labbra.
Lui mi sorride di rimando, baciandomi un’altra volta. Dio, starei tutto il giorno a non far altro che baciarlo.
-Cambiati, io intanto ti preparo la colazione. – Mi dice sorridendo.
-Ho il tempo di farmi una doccia?
Joe annuisce in risposta, così ci dividiamo: lui in cucina, io in bagno.
L’acqua tiepida che mi carezza la pelle mi dona lucidità e mi scioglie i muscoli, in questo modo una volta uscita sono decisamente rilassata.
Lentamente mi vesto, e solo poco prima di indossare la maglia, alzando lo sguardo verso il mio riflesso allo specchio, lo vedo: un enorme succhiotto che mi copre buona parte del collo.
-Joseph! – Grido, e pochi secondi dopo lui si affaccia alla porta domandandomi che succede. – Che diavolo è questo? – Esclamo voltandomi nella sua direzione e indicando il collo.
Lui allora mi raggiunge ridendo ed io mi volto di nuovo verso lo specchio, così mi ritrovo intrappolata tra le sue braccia e il suo mento si posa sulla mia spalla.
Sorrido alla nostra immagine riflessa prima di tornare sulla questione.
-Non fare la rompiscatole adesso. – Mi risponde sbuffando.
-Ma come faccio a coprirlo? È enorme! – Esclamo guardandolo negli occhi attraverso lo specchio.
-Nessuno ti ha detto di coprirlo. – Mormora prima che le sue labbra tornino a lasciare baci umidi sul mio collo e la spalla.
Chiudo gli occhi lentamente e butto indietro la testa rabbrividendo di piacere mentre la sua lingua percorre la mia pelle. Le sue mani calde intanto sfiorano le mie cosce e il mio ventre, così che il mio respiro si fa più pesante. Lentamente mi volta verso di lui e mi fa sedere sul piano del lavandino insinuandosi tra le mie gambe, senza smettere di lasciarmi baci e succhiotti sul collo.
La sua bocca scende lentamente, così infilo le mani tra i suoi capelli mordendomi il labbro inferiore.
Lentamente ripercorre il mio corpo baciando e leccando la pancia, il petto, la clavicola, per poi tornare sul collo e infine sulle labbra.
-La colazione è pronta. – Sussurra con voce roca dandomi un bacio a stampo.
-No. – Gli rispondo fulminandolo con lo sguardo.
-No? – Fa eco lui guardandomi sconcertato.
-Non puoi fare così e poi dirmi che è pronta la colazione come se niente fosse, okay?
Sentendo le mie parole, la sua risata cristallina invade il bagno facendomi scuotere il capo, dopodiché mi prende in braccio in modo che io allacci le gambe alla sua vita.
La sua bocca allora cerca nuovamente la mia e così la sua lingua facendomi sciogliere. Velocemente recupero la t-shirt e avvolgo le braccia intorno al suo collo, così lui mi porta in cucina senza abbandonare mai la mia bocca. Dolcemente mi fa adagiare su una sedia, ma le mie mani saettano tra i suoi capelli corvini prima che possa allontanarsi e percepisco le sue labbra incurvarsi in un sorriso.
-Faremo tardi. – Sussurra sulle mie labbra, convincendomi a lasciarlo andare.
Lo osservo mentre addenta un biscotto al cioccolato e riempie le tazze ammaliata, rapita. Tutto di lui è perfetto: dai tratti del suo volto ai vestiti che indossa, ai movimenti che fa. Osservo le sue mani afferrare le due grandi tazze, una blu e l’altra verde, per i manici e spostarle sul tavolo accanto al pacco di biscotti. Solo quando il mio sguardo incontra il suo, indagatore, mi accorgo che stava osservandomi e arrossisco violentemente abbassando in fretta il capo.
Un’altra occhiata al suo volto è sufficiente per notare il suo cipiglio divertito e i denti che premono sul suo labbro inferiore, evidentemente intenti a trattenere una risata.
-Non ridere. – Borbotto fingendomi offesa, lanciandogli addosso la t-shirt rimasta inerte nella mia mano che lui evita prontamente, facendola finire sopra i fornelli spenti.
-Uhm, qualcosa mi dice che d’ora in avanti dovrò nascondere le cose appuntite. – Commenta lui arricciando il suo naso perfetto, ridacchiando e facendomi scuotere la testa, imbronciata.
 
 

***

 
 
Io e Joe entriamo nel palazzetto, mano nella mano, e un istintivo senso di panico s’impadronisce di me non appena i miei occhi si posano sulle poche persone intorno a noi. Azzardo un’occhiata verso il suo viso, visibilmente rilassato e sorridente, e mi domando se anch’io dovrei comportarmi nel suo stesso modo. Non ne abbiamo parlato affatto, cosa devo fare? Cosa siamo, adesso, amici o compagni? Non so neanche se voglia rendere pubblica la nostra relazione, se così la si può chiamare, o lasciare il resto del mondo nel beneficio del dubbio.
-Sei in ritardo, Joe. – Lo ammonisce il ragazzo con gli occhi scuri quanto i capelli (e l’umore) che ho imparato ad associare al bassista, lanciandomi un’occhiata di puro veleno che equivale a: “Tanto lo so che ha fatto tardi a causa tua.”… Come dargli torto?
Però devo ammettere che mi manca Greg, almeno lui era simpatico e socievole, a differenza di Mr. “A Colazione Mangio Pane E Acido”.
Mi dileguo velocemente scoccando un bacio sulla guancia di Joe, sussurrando le mie intenzioni al suo orecchio:
-Vado da Demi e Chris, sopravvivi se ti lascio da solo con la belva?
Incrocio il suo sguardo divertito prima di far scivolare via la mano dalla sua, correndo verso il lato opposto del palazzetto mentre vengo seguita dalla sua risata, impregandomi così di essa.
La conversazione con i due non dura poi molto, a causa di Chris che si affretta a trascinarmi via dalla ragazza, portandomi in un angolo buio del locale.
-Tutto bene? – Mi domanda scrutando il mio volto ormai libero dal sorriso falso, o almeno solo in parte, che mi sono costretta ad indossare.
Basta un cenno di rinnego col capo da parte mia per fargli decidere di sedersi sugli scalini freddi della gradinata, in modo che possa sfogarmi sui miei ultimi tormenti.
-Dopo il concerto parlagli, no? Non costa niente chiedergli cos’ha intenzione di fare.
-E a cosa servirebbe? – Sussurro abbassando lo sguardo sulle mie mani intrecciate, tenute sollevate dagli avambracci posati sulle cosce, sospirando. – Io ho già deciso…
-Non servirebbe a niente dirti che così peggiorerai solo le cose, vero? – Ribatte Chris sbuffando esasperato, facendomi scuotere nuovamente il capo. Noto con la coda dell’occhio che fa per alzarsi, ma qualcosa lo trattiene e gli fa posare un braccio intorno alle mie spalle, in modo che io possa nascondere il viso contro il suo collo, trattenendo con tutte le mie forze le lacrime pungenti che stanno lottando per invadere i miei occhi.
-Torniamo dagli altri? – Sussurra il moro passato del tempo, stringendomi le spalle per attirare la mia attenzione per poi ricevere, in risposta, un impercettibile cenno di assenso col capo.
Ci alziamo totalmente in silenzio mentre il mio sguardo vaga sul pavimento scuro per non incontrare i suoi occhi, e non appena la ragazza ricompare davanti a noi la mia attenzione è attirata dalla persona in sua compagnia: Joe. I due – che non sembrano essersi accorti di noi, forse ancora troppo lontani, sono seduti accanto e conversano sorridenti, soprattutto Joe… singolare, direi, il fatto che sembrino così a loro agio, come se il loro rapporto fosse tornato quello del passato. Non so dire se sia gelosia ciò che sento, fatto sta che appena lo sguardo del Jonas si posa sul mio, mi sento improvvisamente come alleggerita, nonostante il groppo costante al centro del petto.
Vorrei urlargli di smetterla di sorridere, è una tortura vedere il suo sorriso felice dedicato a me. Falla finita, Joe… Amore mio, non lo capisci che sto per tornare una delle tante stronze che ti ha fatto del male?
 
 

***

 
 
-Joe, possiamo parlare? – Sussurro sollevandomi sulle punte per avvicinare la bocca al suo orecchio, aumentando la presa sulla mano già stretta alla mia e fermandomi poco prima dell’uscita del palazzetto in modo da allontanarci dagli altri.
-Certo… Va tutto bene? – Mi domanda lui voltandosi a guardarmi, la fronte corrugata e gli occhi scrutatori ma preoccupati.
-N-non proprio. – Sussurro togliendo lentamente la mano dalla sua e abbassando lo sguardo, incapace di sostenere il suo.
-Ehi, che succede? – Percepisco le sue dita sfiorare la pelle del mio braccio, titubanti, mentre io inspiro profondamente per non vacillare, invano.
-Penso che non sia una buona idea stare insieme. – Recito d’un fiato, stringendo le mani a pugno talmente forte da conficcarmi le unghie nella carne, fissando imperterrita il suo ginocchio destro. È fatta: l’ho detto, vorrei morire.
-Cos… perché? – Esclama con la voce intrisa dal panico che mi procura una fastidiosissima fitta allo stomaco.
-P-perché non voglio perderti, Joe. – Mormoro con un fil di voce, tremante, sforzandomi di non far scivolare via le lacrime dai miei occhi.
-Che diavolo significa che non vuoi perdermi?
Merda, si sta incazzando. – Penso trattenendo a stento un singhiozzo, percependo il suo sguardo bruciante su di me, che mi costringe a tornare a guardare il suo volto sconvolto.
-Pensaci: cosa succederebbe se dovesse andar male? Se ci lasciassimo tra qualche mese non potremmo più essere quelli di una volta, ma se tronchiamo sul nascere…
-Se tronchiamo sul nascere, cosa? – M’interrompe lui guardandomi, allargando le braccia in un gesto esasperato. – Credi che il nostro rapporto resterebbe immutato? Rompere adesso o meno, sarebbe la stessa cosa.
-Non è vero! – Esclamo a mia volta, incapace di nascondere il crescente panico, guardandolo terrorizzata. – Non dobbiamo smettere di…
-Sì invece! –M’interrompe lui, trattenendosi con un notevole sforzo dall’alzare eccessivamente il tono di voce. – Tu non vuoi stare con me ma io non posso esserti solo amico.
-Perché no? – Esclamo con una punta di esasperazione che non passa sicuramente inosservata, allargando le braccia.
-Perché non ne avrei la forza… non adesso.
Nonostante le sue parole siano appena sussurrate, mi colpiscono in pieno stomaco tanto da farmi vacillare, così come la sua espressione debole e distrutta. Secondo colpo. Non posso non impallidire alla vista di quegli occhi, mentre mi riaffiora in mente il ricordo della stessa scena di più di un anno fa, a Londra, quando il dolore che lessi nei suoi occhi mi distrusse letteralmente. Terzo colpo, stavolta al cuore.
Ci metto un secondo di troppo a dare un senso ai suoi movimenti: è uscito velocemente dal palazzetto, lasciandomi da sola in quel luogo adesso troppo buio e freddo, sperduta, terrorizzata.
Quarto colpo, e mi distrugge, facendomi crollare in mille pezzi.

   
 
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