Anime & Manga > Kuroshitsuji/Black Butler
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Autore: Phoenix_619    20/07/2014    4 recensioni
Quindi sei italiana di seconda generazione eh? E quanto hai vissuto in Italia?
- I primi quindici anni della mia vita, poi ho cominciato a lavorare come domestica per conto di alcuni borghesi.
- Sei molto giovane Razael. Quanti anni hai?
- Signor Claus, non si chiede l'età a una signora! - disse la governante sorridendo mestamente. Claus proruppe in una risata grassa.
- Santo cielo conte, se avessi saputo che mi sarei divertito così tanto avrei messo degli abiti più larghi! Per il ridere mi stanno cedendo i bottoni!
- Razael, rispondi alla domanda del nostro ospite.
- Ho ventidue anni.
- Quindi in età da marito...
- Sono già sposata, signor Claus. - Il nobile strabuzzò gli occhi guardando Ciel sorpreso.
- Non dirmi che... tuo marito, Razael... -
Genere: Azione, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Agni, Ciel Phantomhive, Grell Sutcliff, Nuovo personaggio, Sebastian Michaelis
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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21

Capitolo 21



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Il corridoio era dannatamente freddo. Quasi rimpiangeva la calda stanza nella quale era stata poco prima. Sapeva però che se avesse provato ad entrare al calduccio avrebbe solo perso tempo. Sospirando continuò a camminare nell'oscurità con passo felpato. Si accostò ad una porta, sperando magari di captare qualche informazione.
- Oh, Dio, sì ancora, oh...! - Immediatamente capì che era ancora nel corridoio dedicato alla festa, sperava di beccare magari dei servitori. A quanto pare doveva cercare ancora. Si era tolta le scarpe per evitare di fare rumore con il tacco, e poi era più facile combattere scalzi. Al ballo, se non fosse ricorsa al suo potere celato, si sarebbe scapicollata per terra con gli alti stivaletti indossati. Ma ora che doveva agire nell'ombra era costretta a confidare unicamente sulle sue capacità di assassina. I servi non percorrevano quel corridoio; era evidente che gli scagnozzi dell'uomo che doveva interrogare non amavano essere disturbati. Arrivò infine all'ingresso, quello dove erano stati accolti da...
- Phil - sussurrò vedendo un'ombra veloce arrivarle addosso. Estrasse l'attizzatoio dal vestito e scansò la carica del maggiordomo, che impugnava sicuro una mannaia. L'uomo si fermò prima che la lama potesse danneggiare la carta da parati, e parò l'affondo della donna. Si separarono, guardandosi in cagnesco.
- Ma guarda, una shinigami che partecipa ai festini... questa mi mancava.
- Shinigami, dici? Oh, ma io detesto il lavoro d'ufficio!
- ... Oh, capisco. Quindi tu sei uno di quegli esseri chiamati "shinigami infernali", giusto?
- Shinigami infernali? Cielo, davvero chiamano con un'appellativo tanto brutto una signorina come me? - chiese lei sprezzante cominciando a studiare l'avversario.
- Shinigami perchè raccogliete le anime... Infernale perchè la vostra malvagità fa invidia perfino a Satana in persona. Non è difficile.
- Che cattivo... allora io come dovrei chiamarti? Emerito stronzo ti piace? - disse lei partendo alla carica. Phil alzò la mannaia, che risplendè alla luce della luna che filtrava dalle finestre, e mirò al fianco della donna. Razael sentì un dolore acuto al fianco, e affondò l'attizzatoio nello stomaco dell'avversario. Phil cadde ginocchioni portandosi una mano al ventre, mentre Razael cadde a terra, la mannaia affondata per metà nella carne. L'estrasse sofferente, sputando sangue. Tremava per il dolore. Phil prese un respiro, e con un'urlo estrasse la Death Shite.
- Maledetta... puttana... - disse con il sangue che scorreva dalla bocca. Razael sentì le lacrime pungerle gli occhi, provò ad alzarsi su un gomito ma si riaccasciò avvertendo il dolore colpirla come una scarica elettrica per tutto il corpo. Affannosamente represse quel dolore atroce, e riuscì a mettersi in ginocchio. Phil si alzò in piedi, l'attizzatoio stretto nella mano. Razael sapeva che se fosse stata colpita anche in modo non letale avrebbe comunque perso abbastanza sangue da morire. Il maggiordomo alzò l'arma, e con ferocia puntò alla testa della nemica. In un disperato gesto Razael afferrò il tappeto sul quale erano e lo tirò, facendo perdere l'equilibrio all'uomo. Razael raccolse la mannaia, e rialzatasi con la forza della disperazione l'affondò nel mezzo della testa di Phil, che lasciò la presa sull'attizzatoio. Cadde a terra, portandosi dietro la donna che non voleva lasciare la presa sull'arma. Razael gli cadde sopra l'ampio petto, col respiro mozzo. Si alzò, osservando sconcertata il sangue che macchiava entrambi. La testa dell'uomo era spaccata nella parte superiore, riusciva a vederne il cervello tagliato dalla lama. Orripilata rimase per qualche attimo immobile, quando improvvisamente lui l'afferrò per i polsi. Non riuscì a trattenersi e urlò dallo spavento. La presa sui suoi polsi era ferrea e dolorosa. Si dimenò con tutte le sue forze, colpendolo fino a quando non liberò la mano destra. Estrasse la mannaia e cominciò a colpirlo selvaggiamente al volto, al petto, a qualunque cosa gli appartenesse. Non vedeva dove colpiva sebbene i suoi occhi fossero sgranati in un'espressione di furore e spavento allo stesso tempo. Si fermò dopo un tempo indefinito, quando ormai la parte davanti del corpo dell'uomo era irriconoscibile. Il muro era macchiato dal sangue, e una larga pozza di nero liquido si allargava sotto di lui. Lasciò cadere la mannaia, che atterrò nel lago di sangue con un disgustoso suono metallico ovattato dal liquido denso. Ci voleva ben altro per uccidere un demone, ma sapeva che per il momento non l'avrebbe infastidita. Si rialzò, raccolse l'attizzatoio e se ne andò senza preoccuparsi di nasconderne il corpo. Tanto non sarebbe riuscita a pulire tutto il sangue, nascondere il cadavere sarebbe stata una perdita di tempo. Improvvisamente avvertì un pizzicore dietro la nuca. Una sensazione di pericolo che ben conosceva. Storse il naso. Demone. Potente.

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Apparve sulla soglia del corridoio un ragazzo in mise da cameriere. Aveva i capelli color prugna scuro e dei begli occhi dorati. S'inchinò davanti a Razael, che era terribile nell'aspetto. Impugnava l'attizzatoio con la mano destra, mentre con la sinistra premeva lo squarcio sul fianco destro. L'abito era stracciato, intriso di sangue come il suo volto, che tradiva una grande sofferenza fisica. Il ragazzo non sembrò minimamente scosso da questo, ma con un gesto l'invitò a seguirlo. Razael prese un respiro profondo e lo seguì. Camminava deciso fra i corridoi, sicuro della direzione da prendere. Razael non fece domande, le sue risposte sarebbero arrivate per tempo. La sua vista ogni tanto si annebbiava, e ogni passo le ricordava che aveva un taglio che per poco non la sventrava. Il ragazzo arrivò davanti ad un'enorme portone nero, e bussò. La porta cigolò sui cardini, aprendosi lentamente. La stanza era immersa nell'oscurità al punto che nemmeno gli occhi d'aquila della donna riuscivano a distinguere nulla.
- Infine ci incontriamo - disse una voce femminile con tono morbido. Un paio di occhi rossi emersero dall'oscurità, seguiti subito dopo da delle fiammelle improvvisamente apparse sul soffitto, che scesero lentamenente fino a depositarsi sugli stoppini di alcune candele nere su dei candelabri gotici. Una luce tenue rischiarò l'ambiente, ma grazie alla sua vista eccezionale Razael vide tutto come illuminato dalla luce del sole estivo. Una donna era sgraziatamente seduta sul divano. Aveva la pelle scura e i capelli argento, gli occhi demoniaci rossi, le labbra scure severamente serrate e le forme abbondanti strette in un body di pelle nera. Indossava alti stivali neri e guanti di pizzo. Due demoni servitori, identici al ragazzo che l'aveva scortata fin lì le stavano pettinando i lunghissimi capelli.
- Temo di non avervi mai vista prima. - disse Razael tirando indietro i capelli.
- C'è bisogno di vedersi per conoscersi da sempre? - disse la donna con un sorriso malvagio sul volto.
- Quella vostra posa non ha nè grazia nè sensualità. Siete volgare. - disse alludendo alla posa scosciata della donna.
- Divertente detto da una prostituta.
- Sono una governante.
- Sì, credici - disse lei alzandosi in piedi. Sorrise furbescamente, facendo un paio di passi verso la donna.
- Un demone che può permettersi dei demoni servitori non è da poco - osservò Razael lasciando perdere le formalità.
- Concentrati su di me per piacere.
- Qual'è il tuo nome?
- Non ne ho. Per i mortali sono Hannah.
- Sono Razael. Dunque immagino sia tu il famoso capo di cui parlano tutti.
- Sì, hai indovinato. Allora sei tu la donna di cui John parla sempre. - Razael avvertì una stretta dolorosa allo stomaco. - Devi essere proprio speciale per essere sempre al centro dei suoi pensieri.
- é uno schifoso malato morboso, tutto qui.
- Oh, non ricambi i suoi sentimenti?
- Come fa un'essere come John a lavorare come scagnozzo di una demonessa? - Chiesee Razael senza troppi giri di parole.
- Quando si assaggiano le carni di una demonessa se ne rimane estasiati fino al punto di obbedire come un cagnolino - disse lei sorridendo. Razael s'infiammò, gli occhi risplendenti di lucida rabbia.
- Quell'essere disgustoso... Un'onta per noi! - disse a denti stretti. - Lo ucciderò. 
- Gelosa?
- Disgustata.
- Quanto sei divertente - disse incrociando le braccia. Razael tremò. Era ferita, e non aveva avuto il tempo di riprendersi. La colluttazione con John, poi lo scontro con Phil... e ora questo. Aveva perso molto sangue, e a differenza degli Shinigami e dei Demoni una grossa perdita di sangue poteva portarla alla morte. Strinse i denti. Avrebbe lottato fino alla fine.
- Prima rispondi a delle domande.
- E chi sei per imporlo?
- Rispondi ed eviterò di farti troppo male - disse stringendo l'attizzatoio nervosamente. Hannah sorrise.
- Immagino che tu debba solo confermare dei dubbi.
- Le anime delle prostitute che fai uccidere le mangi tu. La vendita di organi al mercato nero era una bella copertura per gli umani, ma non abbastanza per gli shinigami. Come hai fatto a nasconderti a loro?- La demonessa poggiò l'indice sulle labbra, come per incitarla al silenzio.
- Perchè uno di loro mi è amico. - Razael sussultò.
- Uno shinigami che cela la sua presenza... riesce a nascondere le anime raccolte anzitempo... e allo stesso tempo te le lascia divorare...
- Madam Butterfly. Uno strano, ma facile da convincere - disse Hannah camminando rasente al muro e giocherellando con le fiamme di alcune candele, che assumevano un colorito violaceo quando erano sfiorate dalle sue dita.
- Immaginavo. E quelle ragazze che lavorano per lei...
- Per lui/lei sono come delle figlie. Quando, un secolo fa ormai, si era ritirato dal lavoro, ha deciso di vivere fra i mortali. Ha messo su questa casa di piaceri e ha allevato con cura quelle puttane - disse leccandosi le labbra all'idea delle anime che potevano nutrirla. - Quando ho provato a mangiarmi una di queste, morta per aborto, è intervenuto. Mi ha promesso molte altre anime, a patto che non mi nutrissi delle anime delle sue amate figlioccie. Pertanto ho messo su questa finta banda mafiosa, e con questi festini mi procuro sempre talmente tante anime che delle volte tanta abbondanza mi nausea - confessò come se stesse illustrando il modo più alla moda di acconciarsi i capelli. - In pratica, le prostitute che non lavorano per lei, irritate dalla concorrenza e ingolosite dai ricchi pagamenti delle ragazze di Butterfly, cercano sempre di entrare nel giro. Peccato non ne escano più. - Vide Razael stringere i denti, e un'improvvisa aura minacciosa avvolgerla.
- Non vuoi assumere la tua vera forma? Ancora non ci sveli la tua vera natura? - Chiese Hannah incuriosita.
- Posso facilmente batterti anche senza usare appieno la mia forza. - disse la governante inferocita dalla spiegazione dettagliata della demonessa.
- Puoi facilmente morire. Questo corpo è troppo debole per sostenere questo tipo di scontri. Come ti è venuto in mente di scegliere una forma simile...? - Razael improvvisamente sorrise, le labbra sporche di sangue.
- Non ho mai potuto scegliere. Nemmeno tu puoi ora. Sarai portata al cospetto del Destino. - Hannah sbuffò divertita.
- Credi davvero che starò buona buona a farmi portare a destra e manca da te?
- Non saprei, forse da morta sì. - Hannah sorrise.
- Attaccate. - I tre gemelli partirono all'attacco. Razael trovò difficile seguire i loro movimenti. Lo spazio era ristretto, la perdita di sangue le faceva girare la testa. Scartò i loro attacchi, e cercò di ricorrere all'attizzatoio temporaneamente trasformato in Death Shite. Li vide estrarre delle armi. Una spada, una lancia e un'ascia. E lei aveva un pezzetto di ferro appuntito. Sentì l'adrenalina rilasciata dall'eccitazione per la battaglia e la rabbia scorrerle nelle vene. Grazie a questa non avvertiva più il dolore al fianco, nè la nausea per la perdita di sangue, nè la debolezza e la stanchezza. Ora i suoi occhi riuscivano a seguire i movimenti dei demoni. Vide improvvisamente gli occhi di Hannah brillare, e partire alla carica verso di lei.


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- Ma guarda, si danno le feste e non mi invitate - John era sulla soglia della porta, e guardava Razael a terra. Respirava lentamente, ricoperta dal sangue, l'attizzatoio insanguinato nelle mani di Hannah.
- Oh oh, ti hanno conciata per le feste eh honey? - chiese guardando i tre demoni a terra. - Beh ti sei fatta valere...
- Che vuoi John? - disse Hannah alterata dandogli le spalle. John la guardò.
- Ahahahahaha! Ti ha ferita al volto eh? Non dirmi che te la sei presa per un graffietto... - Hannah si girò, rivelando l'occhio destro cavato e l'orecchio macellato. - Ahia. Sembra doloroso.
- Sono intervenuta perchè pensavo sarebbe stato facile abbatterla, ma mi sbagliavo - disse sprezzante gettando via l'attizzatoio grondante di sangue. Si passò una mano sul viso, e immediatamente le ferite si rimarginarono. - John caro, vieni qui - disse con voce sensuale. L'uomo sorrise e le si avvicinò, prendendola per i fianchi e baciandola con selvaggia passione. Si fermarono sentendo un rumore. Guardarono Razael, seduta a terra con la schiena appoggiata al muro e la testa china sul petto. Improvvisamente alzò il volto e la sua voce proruppe in una fragorosa risata.
- Ma guarda! Che cagnolino fedele! - Un fiotto di sangue le invase la gola, sporcandole le labbra spaccate. - Un essere ignobile che va dietro ai più bassi istinti... Ah! E pensare che saremmo dovuti essere d'esempio agli Shinigami...!
- Oh honey mi dispiace... Ma vedi, io e lei abbiamo un contratto - disse mostrando il dorso della mano sinistra, sul quale si delineò lentamente l'impronta di un marchio azzurro.
- Contratto un cazzo! - urlò lei guardandolo con odio. I suoi occhi cominciavano ad assumere una sfumatura oro, e intorno a lei l'aria si deformava come se il suo corpo fosse surriscaldato. Si alzò in piedi, senza curarsi delle ferite gravissime. - Noi dovevamo estinguerci secoli fa, John. Portiamo avanti da troppo tempo questa storia! Quante, quante anime ci hanno nutrito? Quante le abbiamo lasciate in balia di demoni e angeli caduti, eh? Il nostro era un compito preciso. Strappare le anime ai demoni e agli angeli, perchè una lotta fra di loro per le anime avrebbe rotto l'equilibrio. Noi siamo votati a mantenere quest'equilibrio, più degli Shinigami! - John sorrise, staccandosi da Hannah e avvicinandosi a Razael, che lo guardava imperiosa. Le sue ferite si stavano lentamente rimarginando.
- Sai honey cosa succede se lottiamo fra di noi, vero? - Razael lo guardò divertita.
- Se muore uno, muoiono tutti. Hai firmato la tua condanna a morte quando hai ucciso il primo di noi. - John sospirò, guardandola incantato.
- Sei bellissima quando assumi la tua vera forma. - La donna si rese conto di essersi troppo lasciata trasportare, e avvertiva il potere che pian piano si stava sbloccando in lei. Immediatamente si calmò.
- Razael... Guardati. Il tuo potere non è nulla se confrontato con il mio. Potrei ucciderti subito. Ma perchè, invece di ucciderci a vicenda, non formiamo un fronte unito? Insieme potremo dominare sulla terra e sul cielo, dalla vetta della montagna più alta al mare più profondo. Che ne dici? - mormorò allungando la mano marchiata verso di lei. Razael esitò per un momento, e poi appoggiò la sua mano sinistra sul palmo aperto. John sorrise.
- Dico: vai alla malora - disse sorridendo lei afferrando il polso di John e alzando la mano destra. Impugnava la spada che aveva strappato al demone servitore, nascondendola per tempo sotto di lei. Con un'urlo l'abbattè sul braccio sinistro dell'uomo, troncandolo di netto e velocissima infierì un secondo colpo al petto. John barcollò all'indietro, il volto contorto in un'espressione di sbalordimento. Hannah imprecò e partì all'attacco. Razael schivò le unghie della donna che cercarono di cavarle gli occhi, e abbassandosi affondò la lama nel petto della donna, che boccheggiò. Cadde a terra, guardandosi orripilata la ferita. John strinse i denti mentre cercava di frenare l'emorragia con la mano destra.
- Hai trasformato... quella spada in una Falce... - strizzò gli occhi, portando il moncone sul petto. I tre demoni servitori si erano nel frattempo ripresi, e corsero a soccorrere la demonessa. La sollevarono esanime, e sparirono in una nube di fumo. Razael guardò la mano sinistra nella quale stringeva ancora il braccio mozzato dell'uomo. Questo si trasformò subito in polvere, sgretolandosi fra le sue dita. John si rialzò a fatica, la parte sinistra del corpo leggermente intorpidita.
- Ci vorrà tempo... per risistemare questo... - disse fra sè e sè guardandosi il moncone. - Honey... che bambina cattiva che sei. Hai anche annullato il contratto che avevo fatto con quella tizia...
- Perchè quando ti ucciderò non voglio interferenze - disse lei stancamente. Prima di tornare a casa doveva passare da una parte. Poi avrebbe finalmente detto addio a quell'avventura terribile.


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- Parla. Non ho intenzione di far del male alle tue ragazze, ma se mi costringi a te potrei farne tanto.
- N-no....! - Razael strinse i denti, la poca pazienza esaurita. Fracassò un tavolo vicino abbattendoci la spada, e poi la puntò alla gola dell'uomo.
- Ti do un'ultima possibilità, poi ti ammazzo come un cane. - Madam Butterfly cominciò a singhiozzare, il cerone di trucco ormai sfaldato. Stava tranquillamente calcolando gli incassi che quella nottata poteva portargli, quando nella casa aveva fatto irruzione la giovane Sarah ricoperta di sangue. Inizialmente spaventato, quando vide che molto di quel sangue le apparteneva le si era avvicinato preoccupato, per tutta risposta lei aveva tirato fuori una spada e aveva cominciato a minacciarlo dicendo di sapere tutto. Dopo un'iniziale momento di incomprensione lei lo aveva spinto a terra con una forza mostruosa, piantandogli in faccia due occhi spiritati; solo allora Madam Butterfly aveva capito che la sua copertura era saltata.
- Devi dirmi come facevi a nascondere tutto questo agli shinigami! - Lui deglutì, non voleva rivelare quel segreto che custodiva gelosamente da tempo, ma la vita gli premeva di più.
- I Cinematic Record.
- Come? Come fai ad usarli per impedire che tutto questo venga a galla? - disse Razael senza preoccuparsi di togliere la spada dalla gola dell'interlocutore. Lui rimase per qualche attimo in silenzio, ma venne sollecitato a parlare dalla fredda lama che gli graffiava la gola.
-  L-Li modifico!
- TI HO DETTO DI SPIEGARMI COME FAI! - Urlò ormai esaurita la donna, afferrandolo per i capelli e strattonandolo con violenza. Alle grida di dolore di Butterfly, a cui si sommarono fortissimi rumori, alcune ragazze accorsero sul posto, e rimasero inorridite dalla visuale che gli si parò davanti. La hall era stata praticamente distrutta, i bei tappeti dilaniati. La carta da parati appariva come bruciata, e il bancone che figurava appena davanti la porta era stato ridotto a un cumulo di legno scheggiato. Osservarono a bocca aperta la nuova arrivata, Sarah, ricoperta di sangue che impugnava una spada e riusciva a dominare senza troppi problemi un'armadio quale era Madam. Urlarono portando le mani alla bocca. La donna alzò lentamente lo sguardo su di loro. Incapaci di reagire, le ragazze rimasero immobili. Con uno scatto felino, Sarah apparve davanti al gruppetto sulla sua sinistra, afferrando una ragazza con un abito verde smeraldo. Le compagne urlarono.
- Andatevene di qui! - Gridò Razael per sovrastare le urla di paura. Senza pensarci due volte le ragazze si precipitarono fuori dalla casa. Si sentirono dei tumulti ai piani superiori, ma nessuno si azzardò a scendere. Nella stanza ora gravava un silenzio surreale, interrotto soltanto dal respiro affannoso della ragazza presa in ostaggio da Razael.
- Jessica! No! Fermati Sarah!
- Altrimenti? - chiese Razael puntando la spada alla gola della ragazza che teneva stretta a sè. Madam divenne serio.
- Non le faresti mai del male. - La donna rimase per qualche altro attimo ferma, mentre la ragazza stava cominciando a singhiozzare. Un sorriso si stagliò sul suo volto.
- Dici? - Buttò a terra la prostituta e gettò la spada da una parte, poi trascinò per i capelli la ragazza fino al bancone distrutto. Madam cominciò a studiare una strategia possibile per strappare dalle grinfie di quel demone la sua protetta; puntò la spada che era stata buttata via. Mentre Sarah si muoveva lentamente verso il bancone, trascinando per i capelli Jessica, arrivò all'arma, nascondendola dietro la schiena e preparandosi a colpire. Una volta arrivata alla vecchia scrivania distrutta, con un calcio Razael scostò i pezzi di legno, rivelando la base costellata di spuntoni e grossi chiodi pericolosamente appuntiti. Afferrandola nuovamente per i capelli, Razael portò il viso della prostituta a pochi centimetri dalle schegge.
- Parla o le consumo gli occhi qua sopra. - disse freddamente. Madam impallidì, mentre la stretta sulla spada si faceva spasmodica.
- NOOO! Jessica! JESSICA! Lasciala, maledetta puttana!
- Parla! - esclamò Razael spazientita. La ragazza gridò cominciando a piangere e dimenandosi con tutte le sue forze, rendendosi conto che quella pazza poteva veramente infliggerle un dolore atroce.
- Prima lasciala andare!
- Mi sa che non hai capito. Qui sono io che comando! E ho poco tempo prima che arrivino gli Shinigami! Ancora niente? - Visto l'ennesimo tentennamento dell'uomo, Razael decise di sollevare un poco il viso della ragazza proprio sopra un chiodo sporgente, per poi abbatterci senza pietà la testa della ragazza, che cominciò ad urlare. Il sangue sprizzò dalla ferita macchiando il volto della carnefice. Madam lasciò la presa sulla spada, che cadde a terra, mentre si rialzava impetuosamente.
- Li modifico! Sarebbero dovute morire tutte in anticipo, ma modificando i Cinematic Record agli shinigami le loro anime scompaiono dalla lista! Vi taglio la parte della loro morte! Ora basta! - Razael ascoltò impassibile nonostante la ragazza continuasse ad urlare. Poi la lasciò abbandonata sul tavolo. La giovane prostituta si alzò immediatamente a sedere, cercando di frenare con le mani la copiosa perdita di sangue dall'occhio. Lo shinigami corse verso di lei, stringendola fra le braccia e cercando di tamponare la ferita con la sua gonna. Razael lo guardava quasi severa.
- Se ti avessi torturato non avresti parlato. Guarda che ho dovuto fare. Se avessi voluto collaborare non saremmo finiti qui. - E in un'attimo sparì, lasciando una casa di piaceri distrutta e una ragazza che sarebbe morta dissanguata di lì a poco.




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