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Autore: meiousetsuna    20/07/2014    3 recensioni
Questa storia è stata scritta per il bellissimo contest: Il Romanticismo del 666, di Stardust e Lovestory ed é:
Partecipante al "Per ricordare i bei momenti" di aturiel, sul forum di EFP
Daenerys si trova prigioniera nella Casa degli Eterni e sta avendo delle visioni sul futuro. Profezie di tradimento, d'amore, di guerra.
Uscirà viva da quel labirinto?
Dal testo: Una voce sta mormorando il mio nome, appena un sussurro; forse è il vento che circola in sottili spirali, troppo volatile per essere fermato da pietra e calce, impossibile da imprigionare.
Ma è un altro l’elemento che mi appartiene, che mi ha rigenerata e protetta e ha smascherato i miei nemici.
Dorato e abbagliante come l’oro puro, arancione e splendente come il tramonto sul Mare Dotraki, rosso come il sangue che ho versato partorendo il mio bambino morto.
Fuoco.
Che non mi ha arsa.
Di cui sono la figlia, la madre, la sorella, la sposa, l’amante.

Vostra, Setsuna
Genere: Drammatico, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Daenerys Targaryen, Jon Snow, Tyrion Lannister
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Partecipante al "Per ricordare i bei momenti", Contest indetto da aturiel sul forum di EFP
Rating: Arancione

Genere: Drammatico, Introspettivo
Avvenimenti: Slice of life, What if?, Lime
Obblighi:
Cripta/ sotterraneo.  Sogno.  Destino obbligato.  Creatura sovrannaturale.
Citazioni obbligatorie:
Tutto quanto accade una volta potrebbe non accadere mai più, ma tutto quanto accade due volte accadrà certamente una terza.
Tutti facciamo delle scelte nella vita, il difficile è conviverci
Introduzione: Daenerys si trova prigioniera nella Casa degli Eterni e sta avendo delle visioni sul futuro
NdA : Per ovvi motivi (divieto di Martin di trattare i romanzi), ci saranno delle profonde differenze dalla storia “vera”, delle profezie, visto che dovrò attenermi alla serie tv, quindi “ipotizzando” tutto quello che non si è ancora visto! Qualche ipotesi è spoiler! Di IPOTESI ormai diffusa

 

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Forse dovrei avere paura, l’unica emozione che una giovane ragazza sola, senza amici potenti che possano difenderla, dovrebbe provare nella mia situazione.
Sono entrata nel labirinto color del deserto della Casa degli Eterni, consapevole che si trattava di una trappola, animata da quella eccessiva fiducia in me stessa che mi spinge verso le sfide, mai verso le rinunce.
Sono il Sangue del Drago, la Nata dalla Tempesta: il dolore non può fermarmi, il rimpianto non può masticarmi tra le sue fauci strazianti, anche la morte dovrà aspettare che sia pronta per lei.
Chiudo gli occhi e seguo il flusso dei ricordi che mi guida a procedere a piccoli passi, sentendo sotto le dita i mattoni freschi del sotterraneo, ruvidi sotto la mia pelle setosa, avanzando sempre verso destra.
Mentre cammino mi accorgo di scendere sempre più giù, in una vera e propria cripta, ma non permetto a quei brividi sottili che mi attraversano – così estranei al mio corpo sempre caldo – di lasciarmi addosso il loro messaggio di avvertimento.
‘Torna indietro, finché sei in tempo’. No. Se guarderò alle mie spalle, sarò perduta.
Un soffio d’aria intrisa di polvere antica mi sfiora il viso, lasciandomi una leggera sensazione di disgusto come se fosse l’alito di quella torre costruita per imprigionare forze che non abitano nelle comuni dimore degli umani.
Come se le dita adunche e gelide quanto quelle di un cadavere di Pyat Pree mi accarezzassero il viso, portando il loro oscuro messaggio.
Potrebbero strangolarmi o sporcare la mia bellezza, strapparmi il cuore dal petto; sto giocando secondo le sue regole, nella sua dimora stregata, inconsapevole di quali mostruosità si trovano in agguato attendendomi, chiamandomi.
Un passo, un altro, un altro ancora.
Daenerys”.

Una voce sta mormorando il mio nome, appena un sussurro; forse è il vento che circola in sottili spirali, troppo volatile per essere fermato da pietra e calce, impossibile da imprigionare.
Ma è un altro l’elemento che mi appartiene, che mi ha rigenerata e protetta e ha smascherato i miei nemici.
Dorato e abbagliante come l’oro puro, arancione e splendente come il tramonto sul Mare Dotraki, rosso come il sangue che ho versato partorendo il mio bambino morto.
Fuoco.
Che non mi ha arsa.
Di cui sono la figlia, la madre, la sorella, la sposa, l’amante.
So cosa vedrei se indulgessi di fronte alla prima caverna; il mio adorato Sole-e-Stelle e il nostro piccolo mai nato; un profumo di oli preziosi, latte, miele, legni aromatici che crepitano nel braciere al centro della tenda, la mia famiglia.
Poco più in là, tra volute di vapore che sbiadisce, un’allegra porta rossa sembra invitarmi a entrare per riposare dopo una giornata di giochi infantili tra le strade trafficate della città. Casa mia.
Ma quello che è stato è perso nei meandri del Tempo e io non sono debole, ora sono la madre dei draghi e devo ritrovarli, per fare ritorno vittoriosa nel mio continente e reclamare il trono che è mio per diritto.
L’ultima stanza che mi rimane, che devo necessariamente attraversare per proseguire la discesa, è scura di un buio denso, appiccicoso come una ragnatela.
La testa mi gira, non sono più sicura di quello che vedo e sento, eppure devo distillare la verità dal fiume di bugie che mi avvolge, leggere il messaggio nascosto tra i suggerimenti velenosi dei maegi che inquinano le parole scritte e arrivate fin qui da un passato lontano.
Dividere il falso dal vero, con le mie sole capacità, anche se il dolore provocato dalle frasi dette per ferirmi dovesse quasi uccidermi.
Anche se la cosa più difficile sarà guardarmi dentro, scoprendo la mia natura, i miei desideri, con la spietatezza che si può provare per se stessi solo strappando l’anima a metà.
“Abbandonati al sonno, Daenerys, Estirpatrice della Menzogna. Le visioni che ti saranno date ti sveleranno i misteri del tuo futuro, ti indicheranno la strada, fidati di noi”.
‘Non posso fare altro’ penso per un istante ‘devo sapere’.

Le ginocchia cedono, le palpebre si fanno pesanti, addormentarmi è l’unica cosa che mi sembra possibile, su quel pavimento duro e sporco.
Non so se sono ancora sveglia o se un terribile incubo si sta impadronendo di me, perché mani fatte di fumo quasi solido, dalle lunghe unghie nere, si avviluppano intorno alle mie gambe, strisciando lascive e ripugnanti tra le mie cosce, toccandomi dove nessun uomo ha più fatto dopo mio marito, impedendomi di sfuggire come i tentacoli di una piovra.
Solo la paura potrebbe nutrirli, se non li temo toglierò loro potere.
Mi abbandono senza ripensamenti e lascio che le voci mi raccontino storie, profezie che attendono negli angoli bui, scritte per esseri umani che sarebbero nati centinaia di anni dopo coloro che le avevano formulate.
Rapide immagini del Re mio fratello col suo erede tra le braccia, di tutti i Targaryen, laghi di sangue sui quali galleggiano le teste di miei amici o familiari, la strage della guerra si versano nella mia mente per terrorizzarmi e farmi loro ma non cado nella trappola. Li accetto come parte del mio destino, un giorno potrò vendicare le ingiustizie ma adesso non posso permettermi di fermarmi per il compianto o scoprire quanto profondo è il mio cordoglio.
In fondo, l’ho già ammesso: non ho un animo troppo sensibile.
“Tre fuochi dovrai accendere. Tre morti dovrai affrontare. Sarai tradita tre volte, o Sposa della Morte. Una per l’Oro. Una per il Sangue. Una per Amore”.
‘È già successo!’ Vorrei gridare, ma un delirio pietoso mi sottrae a quella tortura e sprofondo nella valle dei sogni.
“Il drago ha tre teste, Daenerys”.

Quando apro gli occhi, per un attimo resto abbagliata. Di fronte a me c’è un deserto senza fine, vivo quanto può esserlo una distesa di sabbia; per la maggior parte degli uomini questa è follia, ma io lo conosco. Va affrontato con rispetto, fondendosi con esso, seguendo le sue leggi, o restando inghiottiti dalle sue dune, all’apparenza morbide e cedevoli, ma in fondo pericolose e spietate, desiderose di fungere da tomba di chi cammina su di loro.
Non comprendo questo presagio, che mi suggerisce che dovrò esiliare uno dei traditori, il primo. Eppure l’Oro fuso sulla testa del falso Drago che mi ha venduta senza esitare è già stato versato, è morto, ma il suo corpo non giace qui.
Alle mie spalle, un battito d’ali possente e caldo mi avvolge; quando mi giro non sono stupita di vedere Drogon, ormai diventato della stazza di un cavallo avvicinarsi lento e imponente, fino a posare la testa tra le mie mani, riconoscendomi.
Lo so, sono destinata a volare su di lui, un giorno: io sono il vero Drago.
Alla mia sinistra scorgo un’ombra, dapprima piccola, farsi rapidamente più minacciosa, ma Drogon ruggisce in segno di saluto.
Le scaglie del rettile brillano di splendidi colori, il crema dorato si tuffa nel giallo fino all’avorio luminoso del ventre; Viserion è più piccolo dei tre fratelli, apparentemente sembra meno letale delle ‘Ali Nere’, come è stato chiamato Drogon dai pastori che ha depredato, ma è veloce e feroce, scaltro.
Quanto atterra di fronte a me, resto paralizzata dalla sorpresa.
Un piccolo uomo, vestito completamente di broccato d’oro, i capelli biondo chiaro, scende dalla schiena dell’animale con naturalezza, come se fosse nato per montarlo.
Il suo viso è reso grottesco da una lunga cicatrice, l’andatura delle gambe troppo corte è incerta, il suo sorriso è malizioso, eppure qualcosa mi spinge ad andargli incontro amichevolmente.
L’uomo si inchina e bacia la mia mano con la naturalezza di un principe, poi con un gesto mi invita a sedermi con lui, sulla sabbia bollente che non sembra disturbarlo eccessivamente, mentre per me è semplicemente piacevole.
“Sai perché sogni di me, invece di un affascinante cavaliere in un’armatura scintillante? Perché la vita è piena di sorprese, solo la morte è prevedibile!”

Il suo sorriso è spento,* disilluso, eppure la scintilla vitale che brilla nei suoi occhi ha qualcosa di speciale e familiare nel contempo. Mi avvicino per osservarli meglio, ma senza offenderlo con la mia curiosità.
Sono di colore differente, una bizzarria molto rara: eppure so che quello che vedo corrisponde a realtà, non è frutto dell’incanto della Casa degli Eterni.
Uno è azzurro come il cielo, come il Mare del Sud, l’altro è nero. No. Sembra nero a prima vista, ma l’iride è ricca come un acino d’uva scura maturo fino al punto di scoppiare, pronto a rilasciare il suo succo prezioso. Viola cupo, un colore che dovrei conoscere molto bene.
“Sei un Lannister. C’è un leone ricamato sulla tua cappa.” Lui non nega, non ne ha motivo.
“Come è possibile tutto questo? Anche se fossi una testa del Drago, il tuo interesse sarebbe quello di vedermi distrutta, perché sei schierato dalla mia parte?”
“Non tutto è come appare, Daenerys. Tywin Lannister mi disprezza, per lui sono solo un bastardo! Il tradimento che fa più male, è quello del tuo stesso sangue”.
Una risata amara segue queste parole.
“Dovevo pur prendere una decisione, la più facile o la più giusta ed entrambe porteranno conseguenze. Tutti facciamo delle scelte nella vita, il difficile è conviverci. Per questo sono qui, ho una natura curiosa; ora capisco che questo è un destino al quale non potrei sottrarmi, vedi… sono parte di questa cosa, con te. Per questo anche io ti sto sognando, nello stesso momento”.
Per un attimo la tentazione sta per vincermi e vorrei aprire gli occhi per controllare, allungare una mano mentre il sonno si è fatto leggero e sentire la pelle ruvida e bollente come lava dei miei draghi sotto le dita, le squame come piastre roventi, il loro alito come lava fusa.
Ma equivarrebbe a fuggire, a perdere.

Mi costringo, inghiottendo lacrime di debolezza che rifiuto di assecondare e lascio che la mia coscienza vaghi ancora in questa terra di nessuno.
Questa volta è un delicato profumo a risvegliarmi, quando mi sollevo in piedi, nel sogno nel quale sono tornata, vedo delle rocce in mezzo alla sabbia, mattoni di una strada primitiva che mi indica una direzione; poco lontano un’oasi sorge nel centro del deserto, completamente coperta di rose blu, le Rose dell’Inverno.
C’è un altro odore tristemente riconoscibile: sangue.
Di fianco ad una pozza  freschissima, Rhaegal si è steso all’ombra, il verde smeraldo del suo dorso, quello color giada delle zampe, hanno una luce fredda, intonata con la superficie dell’acqua che osservando meglio, è coperta da un finissimo strato di ghiaccio, del sale è depositato sul bordo.
Nel centro c’è un ragazzo, con capelli scuri e occhi di ossidiana. ‘Vetro del Drago’, la chiamano e non mi meraviglio del perché. Ma è possibile che abbia scoperto la seconda e la terza testa del drago, solo credendo nelle mie forze?
“Tutto quanto accade una volta potrebbe non accadere mai più, ma tutto quanto accade due volte accadrà certamente una terza. Mi hai trovato, Daenerys, ti ho aspettata così a lungo”.
Non posso dire perché, ma questo giovane dal volto triste e bellissimo è una calamita e io sono ferro.
Con un sospiro gli tendo una mano, portandolo verso di me, sdraiandomi sulla distesa di sale candido, lasciando che mi privi degli abiti; la sua dolcezza mi accende in modo violento, sento il fuoco divampare per scaldare anche la sua pelle fredda come neve.
“Non dirmi il tuo nome” – sussurro – “Se mi tradirai per amore, non voglio maledirti”.
La sua risposta è un bacio meraviglioso, mi mette a disagio, mi fa rabbrividire, mi sconvolge perché non credevo che potesse piacermi così tanto: le sua bocca carnosa sulla mia, sul seno, tra le gambe, la lingua che mi porta al piacere più assoluto.
Solo in quel momento entra dentro di me, muovendosi con un ritmo perfetto, i nostri occhi che non possono staccarsi, che non riescono a sorridere anche se le labbra lo fanno; sei così ferito dalla vita, così privo di speranza, indifeso, anche se il tuo corpo è quello di un guerriero.
Sembri più giovane di me, anche se non lo sei, un animo puro da bambino, travolto da un destino più grande di lui, neppure le urla di godimento che mi strappi alterano la tua innocenza.

‘Non sai niente, mio amato’, riesco a pensare solo questo mentre vengo tra le tue braccia.
Ti pregherei di seguirmi, ma so che non apparteniamo allo stesso mondo, per ora.
Separami da te mi lacera, ma devo farlo, o mi tratterrai tra le ombre dei disperati che abitano questa dimora dannata, prigioniera della mia stessa mente, rincorrendo i miei sogni, invece di realizzarli.
Spalanco gli occhi e torno alla realtà. So cosa fare.
Procedo diritta di fronte a me, non più in circolo, come le false lingue degli stregoni avevano ordinato.
Da una stanza rotonda, nel fondo dei sotterranei, sale il richiamo dei miei piccoli, tenuti prigionieri.
“Vostra madre è qui, va tutto bene”.
Tre spruzzi di fuoco e scintille rispondono alla mia voce, tre voci stridule, ma piacevoli come una canzone alle mie orecchie.
Sono pronta, adesso.


*Molti interpretano la profezia della 2° serie : “sorriso (sulle labbra) grigie” come ‘Gray + Joy’  ad indicare che Dany avrà una relazione con un uomo di questa famiglia  cosa che non penso affatto!


  
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