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Autore: MalandrinaLunastorta    20/07/2014    2 recensioni
...L’attenzione però venne distolta da quest’ultimo poco dopo, quando un baule firmato Chanel passò lì accanto senza aspettare o fermarsi come gli altri comuni mortali ma si diresse spedito in direzione di un vagone.
Alla guida del lussuoso bagaglio si trovava una ragazza di circa 17 anni dall’aspetto curato quanto insolito.
Al caschetto nero arricciato era poggiata una Cloche blu scura, dello stesso tono della maglia alla marinara blu a righe bianche, mentre le gambe erano fasciate da un pantalone bianco a sigaretta.
La pelle lattea non presentava in viso alcun segno di trucco, tuttavia rasentava la perfezione, mentre le labbra erano leggermente tinte di rosa.
Al collo portava tre giri di perle, mentre i piedi calzavano un sandalo gioiello, abbinato alla spilla infissa nel cappellino.
Il tutto era rigorosamente firmato Chanel.
Come diceva l'eterna mademoiselle? La moda passa, lo stile resta.
Uno stile che sta per invadere Hogwarts.
Preparatevi a vivere un anno di amori, amicizie, feste, vendette, abiti, e molto ancora, il tutto firmato Chanel.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, James Sirius Potter, Nuovo personaggio, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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                                                     Conoscenze gradite o meno.
Mentre seguiva il Caposcuola lungo i corridoi della scuola, che parevano infiniti e spesso uguali, Coco venne fermata dalla voce ansimante di Elizabeth, evidentemente affaticata dalla corsa.
“Coco! Puff, Sophie aspettami!”
Al richiamo la ragazza si guardò indietro e abbandonò il gruppetto di primini eccitati alla scoperta del Castello.
“Cara Elizabeth, mi perdonerai ma ero concentrata nell’ascoltare la pregevole presentazione dell’edificio scolastico da parte di- qual’ era il suo nome? Il Caposcuola McDonald, se non erro.”
“Ok, non c’è problema amica; volevo solamente farti i complimenti per la tua nuova Casa. E così sei una coraggiosa di cuore eh? Che dire, ti avrei visto bene tra noi Corvonero, ma evidentemente sbagliavo.”
Sophie scosse la testa elegantemente.
“Affatto, amica mia.
In realtà davanti ad una indecisione del Cappello Parlante- curioso soggetto, devo dire e pessimo designer –ho preferito la locazione che ritenevo più consona.”
Al che Liz la osservò con aria ammirata.
“Stai dicendo che sei una Testurbante? Ma è strepitoso! Ne capitano una volta ogni cinque o sei anni in media! Che dire, abbiamo perso un ottimo possibile corvetto oggi.
Ma, sebbene apparteniamo a due Case diverse, spero che continueremo a stare insieme e a farci delle chiacchierate come quella di stamane. Se per te va bene, ovvio.”
La neoarrivata se ne disse più che lieta.
Si salutarono ed ognuna si incamminò verso il proprio dormitorio.
Coco camminava con il sorriso sulle labbra, quando si dovette fermare, colta da un orribile pensiero.
Lei non sapeva dove si trovava il Dormitorio, né aveva idea di come raggiungerlo o a chi affidarsi per trovarlo.
Decise quindi di aspettare che qualche studente dalla cravatta rosso oro passasse per quel corridoio, con un poco d’ansia in petto.
Aspettò.
Aspettò ancora.
Sembrava non passare nessuno di là.
Si stava irrazionalmente dando delle testate immaginarie contro il muro quando il suo sguardo fu catturato da uno scintillio dorato, appartenente alla cravatta da Grifondoro di un ragazzo moro, gli occhi più verdi che avesse mai visto.
Gli si gettò praticamente addosso.
“Perdonami, ho smarrito la via.
Potresti gentilmente indirizzarmi al Dormitorio Grifondoro? Te ne sarei infinitamente grata.”
Con tono divertito quello esclamò: “E tu se non sbaglio sei la ragazza nuova, Sophie Lancaster, giusto? Io sono Albus, è un piacere conoscerti. Ma prego, seguimi, stavo proprio tornando in Sala Comune.”
Dunque si avviarono e Sophie arrossì di vergogna.
“Ti prego di scusarmi. Dalla foga di trovare una guida ho dimenticato le buone maniere.
È esatto, il mio nome è Sophie Celine … Lancaster-Tudor, per servirti.”
Il nuovo conoscente sghignazzò sotto i baffi.
“Se ti presenti così, allora devo proprio rettificarmi. Madamigella, ha l’onore di conoscere Albus Severus Potter, figlio di Harry James Potter, altrimenti noto come il Bambino Sopravvissuto e attuale capo della sezione Auror del Ministero.”
Per niente offesa, la giovane stando al gioco fece un inchino ed aggiunse: “Quale onore, monsieur!
L’avessi saputo prima avrei curato meglio il mio aspetto in quanto ragazza in età da marito. Ma via, chiamami Coco, sono propensa ad accettarti tra coloro che definisco amici.”
Quest’ultima frase fu seguita da un gesto della mano di cortesia, al che Albus agguantò il polso della nuova compagna esibendosi in un buffo baciamano.
Nel frattempo si erano fermati davanti al ritratto di una donna che, a parere di Coco, avrebbe necessitato di una dieta a base di insalata e frutta, dato l’aspetto un tantino sovrappeso.
Il figlio del Salvatore del Mondo Magico si rivolse a quest’ultima e disse: “Tartina al formaggio!”
La Signora Grassa, come il ragazzo le comunicò che si chiamava mentre entravano, lasciò il posto ad un arco che portava ad una sala dai toni caldi che ridavano alla Casata e l’aria estremamente accogliente.
“Ecco, questa è la Sala Comune. Quella scalinata porta ai Dormitori femminili, mentre l’altra dà a quelli maschili. Non posso seguirti, siccome l’accesso ai vostri Dormitori è vietato a noi maschietti, ma lassù potrai chiedere a qualche compagna quale sia la camera delle ragazze del sesto anno.”
“Fratellino! Ti eri perso per caso? Rose ti aveva già dato per disperso. Ah! Vedo che hai conosciuto la mia futura sposa!”
Quello aggrottò le sopracciglia, mentre Sophie con aria inorridita riconobbe la voce del disturbatore della Sala Grande nel fratello di Albus.
Quale orrore! Quel rozzo soggetto era un Potter?
“Che stai dicendo James?”
Il sovra citato si alzò avvicinandosi a loro, ragion per cui Coco si decise per una strategica quanto dignitosa ritirata, salutando il minore dei due consanguinei e andandosene su per le scale con aria impettita.
Da sotto, James la osservava con una faccia da pesce lesso e l’aria di chi ha visto la Madonna di Lourdes, contemplando il fondoschiena della ragazza.
“Jam? Iuhu Sirius hai definitivamente perso l’unico neurone che avevi?”
Quello si girò verso il fratello, per nulla piccato.
“No, Severus, ho trovato la donna dei miei sogni. Dico, hai visto che culo? Quella ragazza entro una settimana sarà mia.”
Sentì ridacchiare.
“Buona fortuna allora, io vado a scommettere con i cugini su come ti darà un due di picche.”
Intanto, Coco si stava affacciando ad una delle numerose stanze di quel piano, trovandovi delle marmocchie del secondo anno che la ammiravano con devozione, dato l’aspetto regale della fanciulla.
“Scusate l’intrusione, sapreste dirmi la locazione del dormitorio del sesto anno?”
Una delle ragazzine, quasi in procinto di baciarle i piedi, alzò il braccio ed indico la propria sinistra, mormorando con voce flebile: “A tre porte da qui.”
“Ti ringrazio, cara, il tuo nome?”
“Paula Periwinkle.”
“Dunque ti devo un favore, Paula, il mio nome è Sophie, spero ci rivedremo presto.”
E chiuse la porta.
Sophie era stata educata fin dalla più tenera età ad una cordialità distaccata nei confronti del popolo, ma aveva sviluppato un proprio principio, per cui il rendersi disponibile e comprensiva nei confronti dei suoi sottoposti le avrebbe garantito maggior rispetto e devozione.
Lì, in quella scuola, stava mettendo in atto questa sua idea, che le stava già dando i propri frutti.
E tuttavia, sebbene Coco non volesse ammetterlo neppure a se stessa giudicandola una debolezza, il fatto che fosse stata indirizzata in quella Casa designava un sentimento sincero nella sua garbatezza e bontà di modi.
Il padre non ne sarebbe stato troppo felice, lui che, nei ricordi d’infanzia della ragazza, aveva sempre disprezzato la società meno abbiente e si era concentrato sul far lucro.
Da come le erano stati descritti, i Serpeverde sarebbero stati della stessa opinione di un babbano freddo e assetato di potere come il signor Lancaster-Tudor.
Con la mente concentrata su questi pensieri, la nobile streghetta aprì la porta che le era stata indicata da Paula e si trovò davanti uno spettacolo alquanto curioso.
La stanza presentava a occhio e croce una mezza dozzina di letti, dotati ciascuno di un baldacchino in legno scuro dalle pesanti tende rosse, della stessa tonalità delle coperte.
Accanto ad ogni letto si trovava un comodino, dotato di due cassetti, in più vi erano alcuni armadi e una porta che, Coco intuì, collegava la camera da letto ad un bagno.
Ma ciò che la incuriosiva era il caos che imperava sopra i letti ed ogni altra superfice piana.
Vestiti, mantelli e quant’altro erano abbandonati qua e là senza una parvenza di logica, i cassetti dei comodini, aperti, straripavano pergamene, cosmetici e oggetti di dubbia provenienza, gli armadi spalancati sembravano già non reggere oltre il peso del loro contenuto e sei ragazze dalla stessa divisa ma i connotati molto differenti parlottavano alla rinfusa evidentemente felici di ritrovarsi insieme dopo le vacanze.
Queste, finalmente accortesi della presenza della nuova arrivata, si voltarono verso di lei ammutolite.
Dopo qualche istante di incertezza e imbarazzo, una delle coetanee si avvicinò con un sorriso gioiso sulle labbra.
“Ciao, io sono Rose, è un piacere conoscerti! Da oggi insieme a queste altre squilibrate sarò la tua compagna di stanza e di corso.”
Rose aveva un personale che pareva gridare Strega da lontano un miglio: i capelli, rosso fiamma e vivacemente mossi, le raggiungevano i fianchi e gli occhi spalancati sembravano ipnotizzare con quella sfumatura di azzurro hawaiano che raggiungeva il castano intorno alla pupilla.
 Il fisico era atletico, forse un poco sottopeso, osservò Coco notando il polso stretto, mentre la carnagione era rosea e stranamente chiara vista la stagione estiva appena conclusasi.
Sophie si rese immediatamente conto di trovarsi davanti ad una fattucchiera molto potente sebbene la giovane età.
“Molto lieta, come avrai sentito durante la Cerimonia di Smistamento io sono Sophie. E, se l’intuito non mi inganna, ho appena stretto la mano ad una studentessa particolarmente brillante in Incantesimi, Trasfigurazione e Difesa contro le arti oscure, perdonami se sbaglio.”
Quella rimase di stucco.
“Sei una Leggilimens?”
A parlare era stata un’altra delle giovani, dai capelli corti e biondi con diverse ciocche nere, pesantemente truccata e le lentiggini sparse sul volto abbronzato.
Aveva un’aria aggressiva, tuttavia Coco intuiva che dietro tale spacconeria si rivelasse una persona che aveva sofferto molto.
“Mi piacerebbe, tuttavia ti devo contraddire. Ho studiato a BeuxBatons ed una delle materie in cui eccellevo era Percezione. Essa consiste nell’analizzare un soggetto senza valicare le sue difese mentali, ma basandosi sul suo aspetto e sul proprio intuito.
Necessita di una mente rilassata ed elastica, di una certa predisposizione magica e di affinità con il Creato.”
“Affascinante! È un peccato che non si studi qui ad Hogwarts. Non trovi, Constance? Ti ci vedrei bene.”
La suddetta era una ragazza mediterranea, gli occhi castani e i capelli lisci e mori, un poco in carne ed estremamente gentile. Infatti, dopo aver annuito in risposta a Rose si presentò ed elogiò Sophie per come aveva astutamente aggiustato la divisa.
Era la prima a notarlo probabilmente, perché subito anche le altre si unirono a lei nei complimenti con tono stupito.
In particolare, due delle compagne di stanza che parevano particolarmente affiatate, l’una bionda e l’altra castana, truccate in tono con i loro smalti e un poco civettuole, notarono l’intelligente sostituzione dei calzetti di lana con francesine arrotolate fino al ginocchio e della cravatta di cotone con una di seta.
Coco se ne compiacque ovviamente, ma non lo diede a vedere, come le era stato insegnato da sua madre.
“Dunque, care Rose, Constance, Miriam, Violet, Abigail e Dyana, sarò felice di trascorrere questo anno scolastico in vostra compagnia.”



Sono in ritardo lo sooo perdonatemi...
Ma sapeste comunque quandto ho lottato con questo benedetto portatile per pubblicare!!!
Bha, ste diavolerie moderne. *cit. mia nonna*
Buona notte.

Remus.
  
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