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Autore: cliffordsarms    21/07/2014    2 recensioni
Lui è quel tipo di ragazzo che va nei locali e si porta a casa la prima ragazza che cade ai suoi piedi davanti a quegli occhi castano-verdi, gli stessi che quando si puntano nelle iridi castane della piccola Hood, la fanno arrossire: nonostante si senta bene, ha la sensazione di essere sempre un po’ sottomessa con lui.
«Christine Melanie Hood, devi scordarti di Ashton Irwin, te lo chiedo per favore.» conclude piano Calum, scandendo ogni singola parola.
Lui la guarda e prova una strana sensazione. Quel bacio doveva servire solo a farla stare zitta, ma ha capito che non è solo questo.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Gotten
 
My friends say I should lock you down,
Before you figure me out and you run away,
But you don't and you won’t as you kiss me
And you tell me that you're here to stay.
 
La campanella suona e, purtroppo per Christine, l’intervallo è iniziato. Ogni studente sarebbe felice della ricreazione, ma lei no. Christine Hood odia la ricreazione, è costretta a passarla con suo fratello e i suoi stupidi amici. Li odia con tutta se stessa, detesta suo fratello, che è più grande di lei di un anno e finalmente il prossimo si toglierà di mezzo perché finirà la scuola. Uno no però, lui resterà, perché ha la stessa età di Christine e frequenta con lei tutti i corsi. A volte lei si domanda se l’abbia fatto apposta, se Calum abbia convinto Ashton a frequentare gli stessi corsi di Christine, in modo da poterla avere sempre sotto controllo. Per questo lei odia suo fratello Calum, perché lui vuole controllarla, lui deve fare in modo che non si metta nei guai, che non scelga gli amici sbagliati. Come ha fatto lui, che ora si ritrova circondato da persone come Ashton Irwin, come i suoi amici. «Sono dei buoni amici, ma i loro giri no e non voglio che tu ci finisca come ci sono cascato io.» le dice sempre Calum serio. Nonostante lei odi gli amici di suo fratello, Ashton non è così male. Con lei, lui, è gentile, la accompagna e invece di stare in silenzio, le chiede come si sente, se va tutto bene, cerca di fare conversazione, tenta di farla sentire a suo agio. Discutono degli insegnanti, dei loro corsi, dei troppi compiti che gli assegnano. Lui la fa sorridere con le sue battute, la fa stare bene. Non vuole metterle paura e la difende anche con suo fratello. Forse tra di loro sta nascendo qualcosa, pensa a volte Christine, ma poi si ricorda di tutto quello che suo fratello Calum le ha raccontato su conto di Ashton ed è costretta a ricredersi. È quel tipo di ragazzo che va nei locali e si porta a casa la prima ragazza che cade ai suoi piedi davanti a quegli occhi castano-verdi, gli stessi che quando si puntano nelle iridi castane della piccola Hood, la fanno arrossire: nonostante si senta bene, ha la sensazione di essere sempre un po’ sottomessa con lui. E poi, continua a pensare, a lui non potrebbe mai interessare una come lei, una che nei locali non ci va perché preferisce stare in casa a leggere un libro e ascoltare della buona musica. Non potrebbe mai innamorarsi di una ragazza che esce da casa con la felpa anche d’estate, di una che preferisce le sue amate converse grigie a un paio di tacchi neri vertiginosi, come quelle sciacquette che ci sono nei locali in cui lui va a ballare appena ha l’occasione.
Quel giorno però Ash è assente e Christine esce sospirando dall’aula di trigonometria, con lo sguardo basso e una ciocca di capelli scuri a coprirle il viso. Vede suo fratello dall’altra parte del corridoio ad aspettarla con le braccia conserte davanti al petto. Così lo raggiunge e continua a tenere lo sguardo basso, pensando al ricciolino. Pensa che magari potrebbe chiedere a suo fratello se per caso il ragazzo dai capelli castani potrebbe mai interessarsi a lei. Ha quasi paura che suo fratello possa deriderla davanti agli altri suoi amici, dandole della stupida, dandole dell’illusa; ma è decisa, deve sapere, deve almeno tentare di sapere qualcosa.
«Calum, secondo te ad Ashton potrei interessare?» dice con un filo di voce, spostandosi la ciocca di capelli dietro l’orecchio. Suo fratello smette di camminare, è allibito, non può credere che sua sorella gli abbia fatto una domanda del genere. Non può credere che sua sorella sia interessata al suo migliore amico Ashton. No, lei non può interessarsi a uno come Ashton Irwin, lei si merita di meglio di lui, lui la porterà alla rovina come ha fatto con Calum. Ashton la userebbe per il suo divertimento personale e poi la lascerebbe in lacrime sul ciglio della strada, come se fosse la prima sgualdrina che ha trovato in una delle discoteche che frequenta. Da un’espressione sconcertata, il viso di Calum si trasforma in un viso arrabbiato, rosso per l’ira. La prende per un polso e la trascina nella prima aula che c’è sulla destra del corridoio.
«Christine, cazzo! Non devi interessarti di Ashton! Come puoi pensare a lui in quel modo dopo tutte le cose che ti ho raccontato, dopo tutti gli avvertimenti che ti ho ripetuto mille volte! Lui ti userà per il suo divertimento personale e sai benissimo cosa intendo! Sarà anche il mio migliore amico, ma è pur sempre un puttaniere di prima categoria ed io non permetterò che lui ti tratti come quelle troiette che trova nei locali!» le grida addosso più furioso che mai, gesticolando come mai aveva fatto prima, nemmeno durante i loro litigi, nemmeno quando la sgridava per motivi che capiva solo lui, era davvero preoccupato che Ashton potesse farle del male. Christine era quasi spaventata dalla reazione che suo fratello aveva avuto, non era mai stato così preoccupato per lei. Calum ora chiude gli occhi e fa un lungo respiro, per calmarsi. Poi punta le sue iridi castane in quelle dello stesso colore della sorella e «Christine Melanie Hood, devi scordarti di Ashton Irwin, te lo chiedo per favore.» conclude piano, scandendo ogni singola parola. Christine è arrabbiata, tanto che scoppia in un pianto e corre fuori da quell’aula verso il giardino; ma corre veloce, corre come se non dovesse mai trovare una meta, corre come se non avesse una destinazione. Invece ce l’ha: sta andando verso il muretto dove Ashton la porta per parlare tranquillamente, per fare in modo che lei si confidi con lui quando vede che non sta bene, per fare in modo che gli parli senza quell’impiccione di suo fratello. È arrabbiata con Calum, perché lei conosce Ashton, ma non lo stesso Ashton che è il migliore amico di suo fratello. L’Ashton che conosce lei non è quello che si porta a casa tutte le ragazze, ma è quello che si preoccupa per lei. È arrabbiata perché Calum non capisce che c’è un motivo se si è innamorata di Ash.
Tira fuori il cellulare e gli telefona, preme il tasto di chiamata sul numero di Ashton, mentre continua a singhiozzare e le lacrime continuano a scivolarle sulle guance. I tre squilli che sente sembrano durare ore, ma finalmente lui risponde e quel «Pronto?» che lui dice riesce a calmarla un po’, la sua voce la fa rilassare un po’.
«Ash?» dice a fatica tra i singhiozzi. E lui si preoccupa dall’altra parte del telefono, lui si preoccupa a sentire la piccola Christine piangere.
«Christine, cosa succede? Perché piangi?» esclama. E lei quasi sorride a sentire quella preoccupazione nella voce del castano.
«Ho bisogno di te.» balbetta, cercando di far smettere quei singhiozzi disperati che le bloccano la voce. E lui è sempre più preoccupato.
«Christine, calmati. Dimmi dove sei che ti raggiungo immediatamente.» cerca di farla rasserenare, ma lei continua a singhiozzare, nonostante si senta felice che lui sia preoccupato per lei.
«Al nostro muretto.» dice in un sussurro. È quasi senza voce, quei singhiozzi disperati, simili a urli che le uscivano dalla gola le hanno graffiato le corde vocali.
Lui biascica un «Arrivo» e butta giù. Christine continua a singhiozzare, le manca l’aria dopo tutto quel pianto. Cerca di cacciare indietro le lacrime che minacciano di sgorgarle dagli occhi. Alza un secondo lo sguardo e, nonostante il sole che le fa bruciare gli occhi, riesce a vederlo. Lo vede correre verso di lei con i suoi jeans neri troppo aderenti, strappati all’altezza del ginocchio sinistro e arrotolati in fondo; con le sue Vans nere e le strisce bianche; con la sua maglietta nera dei Pink Floyd, a cui ha tagliato le maniche per farla diventare una canotta; con i suoi capelli scompigliati tenuti da una bandana messa a fascia, rossa, che stona decisamente con tutto il nero che ha indosso, ma allo stesso tempo dà un po’ di colore, una botta di vita. E vedendolo correre lei sorride, ma quando lui è abbastanza vicino, scoppia di nuovo in un pianto, compreso di singhiozzi isterici e disperati. Lui la abbraccia, la avvolge con il suo corpo, con le sue braccia muscolose. La abbraccia e le accarezza i capelli scuri che le scendono lunghi e mossi sulla schiena. E lei piange, si sfoga sul suo petto, bagnando tutta la sua canottiera. Lui le sussurra di non piangere, che ora c’è lui, che andrà tutto bene. Ma lei non gli crede e, preso un enorme respiro, si scosta dal suo petto e gli grida addosso.
«Calum non capisce! Lui dice che mi farai del male! Dice che devo dimenticarti, ma io non posso farlo! Non posso scordarmi di te Ashton, perché io ti amo, dannazione! Quest’Ashton che ho conosciuto io non è lo stesso che ha conosciuto Calum! Lui non capisce, non capisce!» urla, cercando di trattenere le lacrime che le stanno per solcare le guance di nuovo, e continua a ripetere sempre quella frase, quel «Lui non capisce.» sempre più piano, fino a ridurlo a un sussurro. Solo adesso si accorge di cosa ha appena fatto, ha appena confessato ad Ashton i suoi sentimenti. E lui a quelle parole ha strabuzzato gli occhi, ha aperto un po’ la bocca. Ora Christine ha lo sguardo basso, si vergogna di quello che ha appena detto e cerca di balbettare delle scuse. Ma Ashton si avvicina a lei, le alza il viso e la bacia. La guarda e prova una strana sensazione. Quel bacio doveva servire solo a farla stare zitta, ma ha capito che non è solo questo. La guarda e pensa che lei somigli così tanto al suo migliore amico Calum, quello stesso taglio degli occhi, quello stesso colore delle iridi, lo stesso colore dei capelli, della pelle, lo stesso nasino a patatina che ora sta sfiorando con il suo. Lei ha ancora gli occhi chiusi, sta assaporando il suo profumo. Ashton le prende il viso tra le mani e con i pollici le asciuga le lacrime che le hanno rigato le guance. Ma lei apre gli occhi improvvisamente e si allontana.
«Perché l’hai fatto?» sussurra. Lui la guarda e, nonostante lei somigli così tanto Calum, pensa che siano così diversi, che lei sia così bella. Le alza ancora il viso e la guarda dritta negli occhi. E Christine si perde un po’ in quelle iridi castano-verdi che ama tanto.
«Perché non mi ero reso conto di essere pazzamente innamorato di te prima di ora. Se me ne fossi accorto prima, Calum non si sarebbe immischiato, Calum non ti avrebbe chiesto di dimenticarmi, se me ne fossi accorto prima non avreste litigato per colpa mia.» inizia a straparlare, a blaterare cose senza senso. Così Christine lo bacia per farlo tacere e gli prende le mani ridendo.
«Ti amo Ash.» sussurra.
«Anch’io Chris.» sussurra anche lui sulle labbra, per poi assaporarle di nuovo.

 
Notes
Heeeey!!
Ma che cos’è questa cosa che ho scritto?
È una One Shot lunghissima, interminabile.
Dunque, vi racconto, anche se magari non ve ne frega un cavolo, voglio dirvelo lo stesso. L’idea di questa storia mi è venuta sabato sera, all’alba delle 2.51, quando avrei dovuto dormire già da un pezzo perché domenica mi sono dovuta alzare presto. Non riuscivo a dormire tormentata dall’idea di questo amore ostacolato da un fratello idiota come Calum. No, okay, poverino il mio Kiwi, lui stava solo cercando di proteggere la sua sorellina. Che poi una pensa che Cal ha proprio una bella opinione di quello che definisce il suo migliore amico, ma vabbi dai, la storia non era incentrata su questo.
Vi è piaciuta? So che è davvero lunghissima, anch’io sono stupita di me stessa, non volevo che diventasse così lunga, ma le parole uscivano, e ci ho messo un po’ a scriverla, perché dovevo descrivere nei dettagli quello che accadeva.
E questo Ash che si rivela così tenero? Ma aww *-* è così cuccioloso, così dolce che lo mangerei, wa!
Va bene, sto sclerando troppo presa dai miei feels su Ashton, scusate.
Spero di ricevere le vostre recensioni perché davvero voglio sapere cosa pensate di questa storia.
Forse è un po’ banale, ma non so, mi è venuta quest’idea a notte fonda, e di solito le idee migliori mi vengono a quell’ora, perciò mi sono messa a scriverla.
Va bene, ora me ne vò, mi raccomando recensite!
Alla prossima,
@cliffordsarms
  
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