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Autore: SaraRocker    21/07/2014    5 recensioni
[FinnxMarceline]
E' un giorno come tanti quello in cui Finn e Jake trovano il corpo di Marceline esanime. Dopo essere stata coinvolta nell'ennesima imboscata da parte di un nemico che non conosce, la regina dei vampiri deciderà di dire la verità ai due amici e di chiedere il loro aiuto nonostante il suo smisurato orgoglio.
La decisione più saggia per la salvezza della ragazza sarà quella di farla rimanere ad abitare con loro. Ma quando l'amicizia che lega l'avventuriero e la vampira inizia ad intensificarsi -sconvolgendo la vita di entrambi-, cosa accadrà?
Estratto prologo.
Finn la vide deperita, come se non avesse mangiato per giorni. Effettivamente, si ritrovò a riflettere, non la vedeva da mesi, ma non si era neppure posto il problema di preoccuparsi per la ragazza. Lei infondo era uno spirito libero: poteva sparire anche per anni e poi ritornare come se nulla fosse mai accaduto. Quella volta, invece, qualcosa era accaduto eccome.
Genere: Avventura, Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Finn, Jake, Marceline, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Innanzi tutto vorrei presentarmi! Sono Sara, non ho mai scritto in questa sezione, ma ho letto alcune OS molto belle :)
Spero che leggiate e... Beh, si tratta principalmente della coppia FinnxMarceline (che a me piace particolarmente) e... Non so esattamente che dire ^^''

Appariranno molti personaggi (tra cui il meraviglioso Re Ghiaccio) e spero di ricevere qualche recensione!
Ora vado e... Adventure On! 





 
.Prologo
 
[Il Ritrovamento Di Marceline]



























La ragazza si morse leggermente il labbro inferiore imbarazzata. Finn era di fronte a lei e reggeva tra le mani un fiore di mille, sgargianti colori. Somigliava ad una rosa; esibiva numerosissimi petali, tutti dipinti con infinite sfumature incredibilmente accese. Nell'insieme, si trattava di una pianta meravigliosa che sembrava essere appena stata immersa in un enorme recipiente ripieno di arcobaleni.
Era stato Jake a dare al giovane umano l'idea di andare a cercare quel meraviglioso fiore. Gli aveva detto come le ragazze amassero pensieri tanto sdolcinati, e quale cosa poteva risultare più stucchevole di un rarissimo fiore colore dell'arcobaleno, nato in terre lontane e poco popolate? 
Quella bellissima pianta proveniva infatti da una grotta incantata che si trovava agli estremi confini delle terre di Ooo, e per trovarlo avevano dovuto percorrere innumerevoli lande e regni, Finn e Jake. Ma ora, a ricompensare le fatiche subite dai due avventurieri era il sorriso della Principessa Fiamma, che osservava in particolare Finn con uno sguardo dolce ed emozionato.

La loro storia -Quella tra lei e Finn- era in bilico. Lui era un umano, in grado di morire bruciato anche solo al più piccolo contatto con la bellissima e focosa principessa. Lei era una creatura fatta di divampanti fiamme: era sinuosa e bellissima, ma incrediblmente letale. Avevano tentato in più e più modi, e c'era stato anche un bacio, ma la verità era che per loro era particolarmente rischioso continuare ciò che stavano portando avanti. Finn non voleva ammetterlo, ma fasciarsi nella carta stagnola ad ogni incontro stava iniziando decisamente a stancarlo. Gli piaceva quella meravigliosa principessa -ne era rimasto incantato la prima volta che l'aveva vista-, ma non poteva accadere più molto. Lo sapeva.
Dall'altro lato, anche la ragazza si rendeva conto dei rischi che correva il suo amato. Era quasi bruciato più di una volta, eppure si era sempre ripresentato. Gli piaceva come sembrasse libero a contatto con l'acqua, ed avrebbe ardentemente desiderato che succedesse altrettanto quando era con lei.

Invece, erano totalmente diversi. Erano così distanti che lei non poteva neppure allungare una mano per toccare quel paradisiaco fiore.

"E' bellissimo, Finn." mormorò la principessa, abbozzando un sorriso davvero emozionato ed avvicinandosi leggermente al ragazzo. Quest'ultimo ricambiò lo sguardo di lei, per poi parlare.
"Paccheri... Grazie!" esclamò leggermente imbarazzato  "Sai, ho viaggiato sino ai confini di Ooo per trovarlo. E' sbocciato all'inizio di un arcobaleno, ed è rimasto custodito in una grotta segretissima per secoli!"
La ragazza sussultò leggermente "E-E tu lo sei andato a cogliere per me?"
Finn si portò una mano alla nuca, per poi iniziare a grattarsi imbarazzato. Le guance si erano fatte rosse e Jake -dietro di lui- aveva iniziato a spintonarlo pur di incoraggiarlo a dire qualcosa di sensato "G-Già... P-Perchè-"
La voce del giovane umano si interruppe non appena una goccia umida proveniente dal cielo gli cadde sul viso. Immediatamente Finn alzò lo sguardo, incontrando il firmamento totalmente cosparso di nuvole. Non se ne era reso conto prima, troppo preso dalla presenza di Fiamma. Lanciò subito uno sguardo alla principessa.
"Dovresti rientrare. Sta per piovere."
La principessa puntò il proprio sguardo vigile al cielo plumbleo, constatando come l'avventuriero avesse ragione. Non solo le nuvole si stavano facendo sempre più scure, ma poteva anche avvertire il tipico odore della pioggia, quello strano aroma che non sarebbe mai stata in grado di descrivere. Tornando ad osservare Finn e Jake, annuì concorde.
"Hai ragione. Allora ci vediamo... Domani?" azzardò la ragazza, passandosi una mano tra l'ampia fiamma che costituiva i suoi capelli. Finn annuì immediatamente, ostentando tutta la propria dolcissima goffaggine, mentre Jake prendeva parola.
"Certo, Principessa Fiamma! A domani!" esclamò il cane magico, afferrando un immobile Finn -per l'agitazione e l'imbarazzo- per la mano e trascinandolo verso casa. Era sempre così: ogni volta che il ragazzo incontrava la principessa, la situazione finiva con lui che, all'apice dell'agitazione, si ritrovava con la bocca impastata e senza  sapere più esattamente che cosa dire. Semplicemente, Finn non sapeva come comportarsi con una ragazza. Era facile salvare le principesse in pericolo e poi rispondere cordialmente ai loro ringraziamenti, ma affrontare un appuntamento vero e proprio era tutt'altro che semplice a parere del giovane avventuriero. Non sapeva esattamente cosa gli accadesse in quelle situazioni; la sola cosa di cui era certo era che la sua bocca iniziava improvvisamente a seccarsi e che attorno a lui la temperatura aumentava a dismisura. Iniziava a guardarsi attorno goffamente e non faceva altro che balbettare.


"Paccheri! Ho fatto la figura dell'idiota!" esclamò d'improvviso Finn, arrestando il proprio passo e dando un calcio ad un sasso che era a terra. Erano già immersi nella foresta, e le fronde degli alberi li stavano proteggendo dalla pioggia che imperversava. Jake osservò l'amico qualche istante, per poi tirare un profondo sospiro. Allungò un braccio sino ad avvolgergli le spalle, e poi parlò.
"Sciabolette, fratello! Tu pensi troppo!" lo rimproverò amichevolmente, scuotendo la testa in disaccorso "Lei si è divertita, e poi hai visto? Il fiore le è piaciuto tantissimo!"
Il giovane umano alzò leggermente il volto in direzione dell'amico. Lo scrutò incerto per poi ostentare un leggero sorriso "Ne sei certo?"
Il cane si fece raggiante "Se ne sono certo? Ovvio che sì, Finn! Potrei mai mentirti?"
Il ragazzino rise leggermente, mentre l'animale sfruttava i propri poteri per ingigantirsi. Immediatamente, dandosi una spinta con le gambe, Finn si lanciò in groppa a Jake, per poi rispondergli "Ahah! Probabilmente no."
Grazie alle ampissime falcate che l'animale -dovute alla sua nuova mole- era in grado di compiere, i due avventurieri abbandonarono in pochi istanti la foresta, ritrovandosi presto in una vasta radura rivestita solo che di soffice erba. La pioggia continuava a scendere, scandendo il tempo in modo continuo. A Finn piaceva quel suono continuo e simile ad un frenetico ticchettio, lo rilassava particolarmente. Persosi nei suoi pensieri, il giovane umano osservava il mondo che lo circondava. Sul fondo delle campagne si stagliavano le montagne rocciose, quelle che segnavano il confine delle terre di Ooo. Poco prima, invece, poteva vedere le valli innevate dominate dal perfido Re Ghiaccio. E di fronte a lui, invece, si estendevano le praterie verdi e tranquille, quelle in cui era cresciuto ed in cui viveva con Jake.

Poi, Finn intravide qualcosa e le sue riflessioni si arrestarono all'istante.
A qualche metro da loro vi era un figura stesa a terra, immobile e dall'aspetto sofferente. Il ragazzo assottigliò lo sguardo per vedere meglio cosa esattamente si trovasse là abbandonato, ma la distanza era decisamente troppa. Si chinò quindi contro le orecchie di Jake, così da farsi sentire meglio dall'amico.
"Ehi, Jake, vedi quella cosa laggiù?"
Il cane rizzò subito le orecchie, mentre il giovane umano gli indicava la figura esanime che vedeva poco lontano. Senza neppure rispondere, l'animale iniziò ad avanzare in direzione del malcapitato, e quando gli furono ad una decina di metri di distanza, Finn la riconobbe. Un'agitazione lo colse d'improvviso, e senza dire nulla si catapultò giù dalla groppa dell'amico.
Vedeva la pelle pallida fumare quasi a contatto con le gocce di pioggia ed avvertiva un disgustoso odore di bruciato provenire dal corpo della ragazza. Lei non si muoveva, neppure lo aveva visto. Restava stesa a terra con gli occhi socchiusi e la bocca tremante. Finn vedeva le sue labbra muoversi, ma da esse non usciva alcun suono. Aumentò il passo, iniziando a correre in modo disperato. In pochi istanti le fu al capezzale, ed immediatamente si inginocchiò a terra così da esserle il più vicino possibile. Le esaminò attentamente la pelle, incontrando sopra essa innumerevoli scottature che le gocce di pioggia le stavano lentamente sanando. Ogni volta che, però, l'acqua entrava a contatto con lei, essa evaporava immediatamente, facendo sembrare la ragazza una bizzarra creatura di fumo.
Continuandola a studiare, Finn la vide deperita, come se non avesse mangiato per giorni. Effettivamente, si ritrovò a riflettere, non la vedeva da mesi, ma non si era neppure posto il problema di preoccuparsi per la ragazza. Lei infondo era uno spirito libero: poteva sparire anche per anni e poi ritornare come se nulla fosse mai accaduto. Quella volta, invece, qualcosa era accaduto eccome.
Il giovane avventuriero afferrò il proprio zaino ed iniziò a setacciare al suo interno con frenesia. Jake gli era arrivato da tempo al fianco ed ora stava esaminando le condizioni della ragazza priva di sensi che si trovava a terra. Le stava controllando una ad una le scottature ed aveva cercato di aprirle una palpebra, ma non vi era stata alcuna risposta.
L'umano afferrò allora dallo zaino una mela di un rosso acceso e la fece passare sotto il naso della ragazza più e più volte nel vano tentativo di stuzzicarle l'appetito, ma ella non si mosse minimamente.
"Coso! Non risponde!" gridò agitato il cane, scoccando uno sguardo particolarmente allarmato all'amico. Quest'ultimo deglutì a vuoto, per poi scuotere la testa.
"Lo vedo, Jake!" gli rispose, mordendosi il labbro inferiore e lanciando un nuovo sguardo al cielo. Dovevano portarla al riparo prima che tornasse il sole.
"Presto, ingigantisciti! Dobbiamo portarla subito a casa!" incalzò quindi Finn, afferrando la ragazza tra le braccia e depositandola sulla groppa del cane, fattosi nuovamente enorme. La posizionò con attenzione, accertandosi che si trovasse in una posizione non troppo scomoda, e poi esortò l'amico a muoversi.











Un piacevole calore la stava avvolgendo totalmente. Si sentiva intorpidita e dolorante, e non appena tentò di alzare un braccio, avvertì un lancinante dolore propagarsi in tutto il corpo. Trattenne a stento un gemito acuto.
Decise perciò di limitarsi -almeno per il momento- a riflettere. Era confusa e non ricordava cosa le fosse accaduto. Mosse leggermente le dita delle mani e si ritrovò a contatto con un tessuto morbido e caldo.

...Una coperta?

Ok, era vvolta in una coperta. Quindi, dedusse utilizzando la logica, doveva trovarsi a casa sua. Ma non poteva spiegarsi ancora tutto quel dolore. Oltretutto, ricordava chiaramente di essere uscita quella mattina. Non mangiava da quasi una settimana ed aveva deciso di tentare la sorte e dirigersi al paese più vicino. Infondo, poteva trovare un po' di Rosso ovunque, no?
Evidentemente si era sbagliata. Sentiva ancora i crampi allo stomaco e quell'orribile sensazione simile ad un contorcersi della pancia. Desiderava ardentemente cibo.
Imponendosi lucidità, la ragazza tornò a concentrarsi. Doveva assolutamente ricordarsi cosa le fosse accaduto dopo avere lasciato la propria casa.
Decise di aprire  gli occhi, sospirando amareggiata. Ricordava solo alcuni flash non particolarmente coerenti tra loro. Vi era una luce accecante, parecchio sangue, risate, grida e dolore.
Dischiuse le palpebre lentamente. Era distesa su un lato, con il viso rivolto verso una porta. Riconobbe istantaneamente dove si trovasse, ma non disse nulla. Si limitò ad abbassare lo sguardo sul pavimento. Sopra il legno scricchiolante e leggermente ammuffito vi erano decine e decine di mele, tutte di un meraviglioso rosso sgargiante. Sorrise sghemba, allungando un braccio nel tentativo di afferrarne una. Il dolore la attanagliò nuovamente, facendola irrigidire qualche istante.
Restò immobile qualche altro secondo, sino a che, vinta dalla fame, non decise di ignorare le fitte lancinanti che le attraversavano buona parte del corpo. Una volta presa una delle tante mele, se la portò sino alle labbra e -ancora sdraiata sopra il letto- la morse. Iniziò a succhiare con bramosia. Sorso dopo sorso poteva avvertire le forze tornarle e la sete placarsi. In pochi istanti il frutto divenne grigio e la ragazza sorrise soddisfatta. Prese un profondo respiro e si accomodò a sedere. Era ancora affamata, ma non avvertiva più quell'insopportabile sensazione mista ai continui crampi. Si nutrì di un altro paio di mele prima di decidere di incamminarsi verso il soggiorno della casa.
Il dolore si placava velocemente. Grazie ai propri poteri di vampiro era perfettamente in grado di curarsi una ferita in pochi minuti. Anche mentre attraversava i corridoi dell'ampia dimora, stava impiegando buona parte delle proprie energie per sanare le scottature che si era ritrovata sul corpo. Ancora non ne ricordava il motivo.


"Incredibile!  I miei ingenui preferiti!" esclamò la ragazza una volta nel salotto. Finn e Jake erano seduti sul divano e stavano giocando con BMO. Non appena videro la vampira fare il suo ingresso nella stanza, però, smisero di prestare attenzione al videogame. Si precipitarono verso la loro amica e, dopo averla ispezionati preoccupati, ostentarono entrambi un sorriso sollevato.
"Marceline, stai decisamente meglio!" esclamò Finn, buttandosi tra le braccia della vampira che, disgustata dalla tanta stucchevolezza, lo spintonò via in pochi istanti -ovviamente moderando la propria forza-.
"Jakosmico! Vorrei essere un vampiro... Guarisci a tempo di record!" constatò invece Jake, osservandole il braccio  destro quasi totalmente guarito. Quando l'avevano trovata era piena di ferite e pustole sanguinolenti. Ora, invece, sembrava fresca e pronta ad ogni possibile avvenura.
"A questo proposito..." fece  confusa la mora, passandosi una mano tra i capelli scuri "Ero ferita?"
Il cane annuì "Eccome! Ti abbiamo trovata a terra svenuta! Eri piena di disgustosissime ferite e non ti rialzavi più!"
Marceline incassò le parole dell'amico con pesantezza. Lentamente le stava tornando alla mente ciò che le era accaduto. Ricordò l'assalto, il suo tentativo di combattere, ma le troppe poche energie per farlo. Probabilmente avrebbe dovuto immaginare che sarebbe finita così, che avrebbero approfittato di quell'occasione per eliminarla...
Aveva passato intere settimane rinchiusa nella sua casa, completamente isolata dal resto del mondo pur di proteggersi, ma poi la fame l'aveva costretta ad uscire, ed in quel momento avevano trovato nuovamente un modo per attaccarla. Lanciò una veloce occhiata ai due ragazzi; loro non ne sapevano nulla. Il suo orgoglio le aveva imposto di cavarsela da sola -infondo nessuno poteva sconfiggere la regina dei vampiri, no?-, ma evidentemente non poteva farcela. Il suo nemico era potente e, nonostante detestasse profondamente chiedere aiuto, forse si sarebbe potuta fidare di Jake e Finn.

La vampira chiuse gli occhi, immaginando già le infinite domande che i due le avrebbero presto rivolto. Prese un profondo respiro, e poi parlò.
"Stanno cercando di uccidermi."
  
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