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Autore: Freeyourmind_x    21/07/2014    1 recensioni
Per Luke Hemmings e per Clover Paris è bastata una serata, una semplice serata di mezza estate. Una serata che ha cambiato la vita di entrambi e che si diverte a giocare con i propri destini.
Un patto viene stipulato ma se, casualmente, Luke Hemmings dovesse cambiare scuola? E se, i due, dovessero ancora incontrarsi?
Tratto dalla storia:
“Non ho nessun amico, sai? Tutti m'invidiano perché credono che la mia vita sia stupenda. Genitori ricchi, tante conoscenze, tante ragazze ai piedi… Ma sai cosa? Loro non sanno che la maggior parte di queste cose sono tutte finte. Non ho nemmeno un amico sincero per sfogarmi. Guarda come sono ridotto, alle undici di sera a confessare queste cose a una sconosciuta.”
“Non c’è niente di male. Prendila come una sorta di segreto fra me e te. Io non dirò a nessuno quello che mi stai dicendo, e tu farai lo stesso.”
“Affare fatto.”
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Luke Hemmings, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Let there be love


Capitolo uno 
-Welcome to my life-

“Buongiorno studenti del Sidney High School! Vi auguriamo un buon inizio e un anno ricco di buoni eventi” la voce del preside fuoriesce dai megafoni della scuola. Un sorriso amaro si crea fra le mie labbra.
“Un buon inizio”, certo.  Come si può considerare qualcosa di buono l’inizio della scuola? È come augurare ad un delinquente di avere una buona permanenza in carcere e, chiariamoci, è un po’ una presa per i fondelli.
Con l’umore sotto terra, apro il mio armadietto per poi buttarci sconsolata alcuni libri. Se potessi, brucerei davvero tutti questi stupidi appunti, quaderni e fogli che, sono più che certa, in vita mia non mi serviranno. Sinceramente, l’unica cosa positiva è che, finalmente, questo sarà il mio ultimo anno da liceale e non c’è notizia più bella. Per anni, non dovrò più vedere i miei stupidi insegnanti, quelle stupide galline delle cheerleaders e i loro stupidi ragazzi che, ovviamente, fanno parte della squadra di football.
“Clover Paris, è il primo giorno di scuola e già ti trovo in condizioni disperate. Che onore!” una voce alle mie spalle mi fa alzare la testa dal mio nascondiglio. Basta poco per capire che a pochi centimetri di distanza si trova il mio, non che più amato, migliore amico.
“Calum Hood, è il primo giorno di scuola è già ti trovo con un succhiotto al collo. Questo si che è un vero onore!” sorrido ironicamente,  sbattendo l’anta dell’armadietto per chiuderlo. Calum si porta subito una mano sul collo come colto di sorpresa. Poi, indifferente, si passa la lingua sulle labbra.
“Te l’ho già detto che quest’anno ci sono delle ragazze nuove? Sono delle strafighe… E brave ad usare in modo opportuno le proprie labbra.” Mi risponde muovendo le sopracciglia, spiegandomi così perché il suo collo ha quell’enorme macchia.
Disgustata, arriccio il naso. Subito, però, mi avvicino per abbracciarlo.
“Sei sempre il solito. Comunque mi sei mancato, dove eri sparito? Ho provato a chiamarti un milione di volte!” sussurro lasciandogli uno schiaffo sulla spalla come a punirlo.
“Lo so, scusami, ma sono stato per tutta l’estate in America e ho perso il mio cellulare con tutti i numeri… E’ stato un po’ un casino. Sono ritornato ieri e non ho davvero avuto il tempo di chiamare o sentire nessuno.”
“America? Scherzi? O mio dio, adesso sono ancora più arrabbiata. Perché non mi hai portato con te?” chiedo sconsolata ma allo stesso tempo divertita. Avrei voluto anche io passare la mia estate viaggiando, divertendomi e, perché no, facendo qualche pazzia. Ma, purtroppo, i miei genitori hanno avuto qualche problemino con le spese di casa e per tutto il periodo estivo ho dovuto lavorare in un stupido pub.
“Lo avrei fatto, ma è stata tutta una cosa improvvisata.” Si scusa, facendo spallucce e guardandomi negli occhi. Vedo sincerità e non posso fare altro che sorridergli premurosa.
“Non fa niente, almeno ti sei divertito?”
“Oh sì. L’America ha così tante belle ragazze che…”
“Come, scusa? Sei stato in America e hai guardato solo le ragazze?” rido, immaginando il mio piccolo Hood alle prese con l’America e con tutta la sua popolazione femminile.
Infondo, Calum Hood è fatto così. E’ quel tipo di ragazzo stronzo che ama farsela con il primo buco che gli capita davanti, ma è una persona in gamba. Pervertita, menefreghista, ma con un cuore d’oro.
“Certo, sono le cose più belle dell’America. Con quei pantaloncini corti da lasciare in vista quei bei sederi da…”
“Ok, ok… Ho capito” dico, stoppando subito il suo discorso, immaginando ciò che sta pensando.
“E tu, mia cara Clover? Come hai passato quest’estate?” mi chiede appoggiando il suo braccio sinstro sulle mie spalle così da potermi abbracciare e iniziando a camminare per il corridoio della scuola.
Alla sua domanda, abbasso lo sguardo frustrata. “Se te lo dico non ci credi.” Sussurro ridendo.
“Perché non dovrei…”
“Ho lavorato per tutta l’estate. In un Pub” dico prima che lui possa finire di parlare. Subito, come se avessi appena confessato un omicidio, si ferma e mi osserva con gli occhi spalancati.
“Tu.Lavorare.In.Un.Pub?!” quasi urla e subito porto una mia mano sulla sua bocca.
“Sì, avevo bisogno di soldi ed è stato il primo lavoro che ho trovato… Che c’è di male?” chiedo non capendo il motivo di tale reazione.
“Sai quanto siano pericolosi i pub, c’è tanta di quella gente ubriaca che… Dio, se avevi bisogno di soldi avrei potuto darteli io!” rido alle sue parole.
“Stai tranquillo, se sono qui vuol dire che nessuno mi ha ucciso o violentato, e questo è un buon segno, no? E poi sei pazzo? Non ti chiederei mai dei soldi”
“Sì, ma andiamo! Non voglio che tu…” il suono della campanella si sovrappone alle sue parole. Lo fermo, prima che possa continuare a rimproverami.
“Hai sentito, Hood? È suonata, e io sono davanti alla mia classe. Perciò, muovi il culo e vai nella tua. Sto bene, sono viva e questo è il nostro primo giorno di scuola. Ci sentiamo dopo” scappo così da non farmi prendere.

“La settimana prossima faremo un breve test. Vorrei certificare le vostre competenze prima di iniziare con il programma. Buona giornata!” dice la professoressa di inglese prima di varcare la porta della classe.
Esasperata sospiro recandomi anch’io all’esterno di quella che, per tre ore, è stata la mia tortura.
Questo primo giorno di scuola non è stato uno dei migliori. E se penso che, dopo pranzo, mi aspettano altre ore, vorrei urlare come una pazza.
Studiare mi piace ma l’ambiente scolastico mi deprime. Svegliarsi presto la mattina, non potere uscire spesso, passare il pomeriggio a fare i compiti… Ecco, tutto questo lo abolirei.
Con questo pensiero in testa, mi ritrovo a camminare verso la mensa della scuola. Entrata, prendo subito un vassoio e cerco di prendere qualcosa che sia commestibile. Purtroppo, quello che servono, non è proprio il massimo.
Uscita dalla fila mi guardo intorno cercando di trovare un tavolo che non sia occupato. E’ una questione di secondi che subito riesco ad intravedere la figura di Calum in compagnia dei nostri  amici.
“Irwin, Clifford… Che piacere rivedervi!” saluto così i due ragazzi che, appena sentono la mia voce, si alzano per abbracciarmi.
“Ehi Clover, come stai?” a pormi la domanda è Michael Clifford. Lo osservo cercando di capire cos’ha di nuovo. Non so, più lo osservo è più noto in lui qualcosa di diverso.
“Tutto bene. Nuova tinta?” chiedo, quando, più che certa mi ricordo che l’ultima volta che ci siamo visti i suoi capelli avevano un colorito sul rosa.
Subito la sua risata mi accoglie. “Già, non credi che mi doni il verde?” chiede atteggiandosi. Mi siedo al suo fianco ed inizio a fissarlo con un sopracciglio alzato. “Nah, sei bruttissimo.” Gli sussurro causando la risata di Calum e di Ashton. Michael, invece, abbassa lo sguardo mettendo su un finto sorriso triste.
“Avete notato ragazzi? Quest’anno ci sono nuovi studenti.” Ashton subito intavola un nuovo discorso, spezzando così il silenzio che si è creato.
Sorrido annuendo. “Oh, sì. Calum è quello più informato, vero Hood?” gli chiedo riferendomi all’episodio di stamattina.
“Paris, sei per caso gelosa delle mie nuove conoscenze?”
“Io? Per niente”
“Molto bene.” Mi risponde sorridendomi maliziosamente. E io rido, perché Calum Hood è davvero uno stupido. Noi ci divertiamo così: amiamo prenderci in giro e stuzzicarci come due bambini piccoli.
“Comunque, chi c’è di nuovo? Per ora ho visto solo delle ragazze del primo anno…” dico, dopo aver masticato un pezzo di pizza. Almeno, penso,  questo è l’unico cibo che oggi ha un bell’aspetto e un buon sapore.
“La maggior parte sono tutte matricole, dell’ultimo anno c’è una ragazza, una certa Emily Drive e un ragazzo. Luke Hemmings” alle parole di Ashton annuisco. Per quanto sia una ragazza che ama starsene per le sue, mi piace rimanere aggiornata sugli ultimi avvenimenti della scuola. Per esempio, ciò che mi piace di più, sono le liti che nascono fra le cheerleaders. Mi diverte immaginare quelle povere galline prendersi per i capelli per cose stupide.
“Aspetta, Luke Hemmings? Stai scherzando, vero?” dice Michael, sorpreso, e alzando di poco il tono di voce.
“Vorrei, ma quelle che ho sono fonti certe. E’ entrato anche all’interno della squadra di football” sento Calum sbuffare. “Ci mancava solo questo. Non ho voglia di vedere la sua testa di cazzo ovunque.” Risponde e, appena sento le sue parole, mi trovo ad aggrottare le sopracciglia.
E adesso chi è questo Luke Hemmings? Da quando conosco i ragazzi, non ho mai sentito nominare tale nome. Soprattutto, per essere disprezzato dai ragazzi deve per forza aver commesso qualcosa di grave. Ashton, Calum e Michael non sono quel genere di ragazzi che amano avercela con tutti o che si divertono a fare delle risse. Amano starsene all’oscuro, un po’ come me.
“Scusate, ma chi è questo Luke?” la domanda che pongo mi esce spontanea. Subito mi trovo sei occhi scrutarmi silenziosamente.
“E’ una storia lunga, ma, se vuoi un consiglio, stagli alla larga. E’ una di quelle persone a cui piace divertirsi con i sentimenti degli altri…” mi risponde Ashton, cercando così di chiudere il discorso. Alle sue parole annuisco, anche se dentro muoio dalla di voglia sapere cos’ha fatto, ma soprattutto, di sapere chi è.
“Storia lunga? Io ho tutto il tempo che vuoi e mi piacciono le storie.” Affermo, sperando che uno dei tre sputi il rospo. Li sento ridere.
“Hai presente quando l’anno scorso eravamo in cerca di un nuovo chitarrista?” mi domanda Michael. Annuisco ricordando di quanto impegno e passione hanno dedicato per la band.
“Ecco, lui è stato uno dei primi ad interessarsi. Abbiamo suonato un po’ di volte insieme e, per quanto mi costi ammetterlo, è davvero bravo.”
“Poi, ha iniziato a non venire più alle prove. Sai, diceva “Sì, vengo” e poi, ogni qualvolta che dovevamo provare, lui non c’era.” Annuisco continuando ad ascoltare.
“Una volta, poi, ci aveva assicurato che avremmo potuto suonare all’interno di un locale. Quando siamo andati lì sai cos’è successo? Lui era con dei suoi amici, suppongo quelli della vecchia scuola, e ha incominciato a deriderci.”
“In che senso?” chiedo, non capendo perfettamente ciò che mi sta dicendo.
“Nel senso che ci ha preso in giro, che “eravamo troppo degli sfigati per suonare con uno come lui”, e robe del genere. Tutto quel tempo che è stato con noi, lui ha solo giocato. Un povero bambino che si diverte a giocare con i sentimenti degli altri, ecco.” Mi risponde Calum con rabbia. Alle parole del mio migliore amico, sospiro incredula.
Non posso pensare che una persona possa essere così meschina da far tutto questo. Soprattutto a delle persone come loro. Insomma, ci vuole tanto coraggio e cattiveria!
“Mi dispiace, non pensavo che questo Luke potesse essere così meschino.” Affermo dopo aver sorseggiato un po’ di limonata dalla mia bottiglia. Ashton mi sorride. “Non ti preoccupare, ormai è acqua passata. Certo, averlo sempre davanti agli occhi non sarà qualcosa di positivo, ma pazienza.”
Sorrido alle sue parole pensando a quanto questi ragazzi siano in gamba. Se fosse capitata a me una cosa del genere, non credo che starei ancora qui buona e ferma. Sarei già in qualche posto a pianificare la mia vendetta.
La campanella suona e, con gran disappunto, ci alziamo tutti dal nostro tavolo. Prima di abbandonare del tutto il gruppo, prendo in disparte Calum. “Senti, spilungone, dopodomani ti va di stare insieme?”
“Per stare insieme intendi una delle nostre solite serate?” mi chiede facendo un cenno con la testa. Sorrido annuendo. Le sarete trascorse insieme a Calum Hood sono sempre le più belle. Si inizia con il vedere un film e poi, alla fine della giornata, con le lacrime agli occhi per le troppe risate.
“Perfetto, allora ci sarò. Solito orario?”
“Solito orario” rispondo prima di dirigermi verso la mia classe. 


Spazio autrice.
Ehilà gente, rieccomi dopo ben due anni a scrivere qualcosa su EFP! E' la prima FF che pubblico nella sezione "5sos" perciò, siate buoni, vi pregooo! 
Come avrete potuto capire, la storia, principalmente è su Luke. Il primo capitolo è un po' una lagna, lo so, ma posso assigurarvi che  più si andrà avanti è più la storia sarà carina. 
Premetto che io  non sono una vera e propria fan dei 5sos, nel senso che la loro musica mi piace molto, leggo alcune FF ma so davvero poco di loro, perciò quello che scrivo è del tutto lontano dalla realtà (: 
Ringrazio la mia fedele amica Alessia per aiutarmi a scrivere alcune cose della storia. 
Detto tutto, vi saluto. Spero che vi piaccia (:
Adiossss

-Sere



 
  
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