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Autore: Channie    21/07/2014    2 recensioni
Cosa c'è di male a sognare il proprio idolo?
Cosa c'è di male nel desiderare di incontrarlo?
Cosa faresti se i tuoi sogni divenissero realtà?
- One Shot -
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Xiumin, Xiumin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Just A Dream
 
 
 
 
 
“Un luogo dove non ti posso toccare e neanche stringere.
Il riflesso su quella superficie non sei tu.
E' la storia della mia tristezza che non può essere colmata.
Più mi avvicino e più ne rimango ferito.”
Moonlight - EXO
 
 
La neve scendeva candida dal cielo.
Ogni fiocco bianco che leggero si posava sull’asfalto della strada, mi provocava una bella sensazione.
Ad ogni passo avevo sempre più freddo.
Alzai il colletto del cappotto e continuai a camminare su quel mantice bianco.
La musica che stavo ascoltando era rilassante…
Come tutto intorno a me.
 
Ecco che il mio I-Pod riprodusse un’altra canzone che adoravo.
Moonlight.
 
Sorrisi sarcasticamente nel pensare all’ossessione che le coreane avevano per il Kpop.
Mi trasferii a Seoul da soli 10 giorni e già avevo visto tutte quelle fan ammassate davanti alle case discografiche.
Davvero non capivo il perché di tanta ossessione, essendo una fan tranquilla.
Mi ero ripromessa di andare ad un concerto, un giorno.

Dovevo assolutamente farlo!
Quel gruppo per me è importante.
 
Le loro canzoni mi avevano sempre dato forza.
Anche nella notte più difficile della mia vita, quando una chiamata mi fece cadere e rimanere sola, mi ritrovai a piangere, ascoltando una delle loro canzoni.
Tolsi le cuffie e subito sentì delle grida.
Erano di sicuro femminili e strillavano frasi che, apparentemente, non avevano alcun significato per me.
Le cercai con gli occhi e, alla fine, le trovai!
Guardai come delle ragazzine circondarono due persone che stavano camminando tranquillamente.
Il gruppo si spostò, così da poter scoprire quali artisti erano appena entrati nelle grinfie di quelle donne.
D’un tratto, sentì le gambe tremare.
Il mio corpo era completamente immobile, incapace di muoversi.
Più si avvicinavano e più rimanevo immobile.
Alcune mi superarono, mentre io ero ancora li, a guardare quelle due figure che sorridevano e facevano autografi.
 
E poi accadde.
 
Non riuscì bene a capire chi fosse stata a spingermi.
So solo che persi completamente l’equilibrio.
Ma non toccai mai l’asfalto bagnato.
C’era un ragazzo vicino a me, che con delicatezza, mi teneva tra le sue braccia, impedendomi di cadere.
Lo guardai per un’istante.
Non era estraneo alla mia mente
Ma per certo io lo ero per lui.
“괜찮아?” disse preoccupato.
Distolsi lo sguardo, timidamente.
“내…”
Cercai di rimettermi in piedi, per non mettermi ancora più in imbarazzo.
Lui mi sorrise dolcemente e io ricambiai, chinando leggermente il capo.
“고마워요” dissi velocemente.
“천만에 …”
“Mh…”
Velocemente, cercai di allontanarmi da quella folla, continuando a camminare.
Una volta lontana, mi voltai.
Scrutai ancora quelle due figure, quando il ragazzo che mi aiutò si voltò leggermente.
Sorrise e poi si rigirò.
 
Non può essere vero!
 
 
 
***
 
 
 
Avevo deciso di iscrivermi a qualche corso.
Essendo italiana, scelsi un corso di barista.
Inutile dire che era davvero costoso, ma non importava.
Avevo bisogno di entrare in contatto con qualcuno, soprattutto avevo bisogno di imparare bene la lingua.
 
Entrai dalla piccola porta in vetro.
L’odore di caffè era davvero forte, ma per me era come entrare in paradiso!
Mi sedetti su uno degli sgabelli, facendo voltare tutti i presenti verso di me.
“안녕하세요… 산드라 해요” dissi educatamente, chinando il capo.
Tutti quanti ricambiarono il saluto.
“E’ un piacere vedere una ragazza italiana ad un corso da barista!”
Annuì alle parole che l’insegnante usò per tranquillizzarmi, visto che ero abbastanza nervosa.
 
Se per tutto il corso utilizza parole semplici, lo posso capire!
 
“Ok, oggi inizieremo con la macinatura dei… Chi si vede!”
Tutti quanti si voltarono .
Una volta portato lo sguardo all’entrata, capì con chiarezza il perché le ragazze vicino a me cominciarono a bisbigliare tra di loro.
Quando lui mi notò, fece lo stesso sorriso di quel pomeriggio.
Lo stesso sorriso di quando mi prese tra le sue braccia, per evitare che cadessi.
“Oh, Signorina, saresti seduta al posto di…”
“Lasci stare.. C’è un posto libero. Posso benissimo sedermi li!” disse avvicinandosi allo sgabello proprio accanto a me.
Si sedette e sussurrò “안녕”.
“Beh, ti sarai accorto che abbiamo una nuova ragazza che segue il corso. Oggi è la sua prima lezione. Si chiama Sandra ed è italiana.”
Dire che ero imbarazzata era decisamente poco.
Abbassai lo sguardo e cominciai a giocare con la penna che si trovava difronte a me.
Passai tutta la lezione cercando di non guardare alla mia destra, dove quel ragazzo continuava a prendere appunti.
Il mio cuore batteva e la tentazione di era troppa.
Cercai di ritornare con la testa alla lezione.
Ma nulla! Non riuscivo ad afferrare nulla.
Maledissi me stessa per la brillante idea di seguire un corso qualsiasi per imparare la lingua.
C’erano troppi termini specifici, troppo dialetto, troppa velocità, troppo tutto!
Poi, quando l’insegnante si girò per prendere una ciotola con dentro chicchi di caffè, lui mi passò velocemente un biglietto accartocciato.
Lo aprii, facendo attenzione.
“Ha detto che ci spiegherà dei termini che utilizzerà spesso durante il corso.”
Tradussi la frase scritta in…
 
Inglese. Puro e semplice inglese.
 
Sorrisi, cedendo alla mia tentazione di guardarlo.
E lui era li, che mi scrutava.
Abbassai lo sguardo, mordendomi involontariamente il labbro inferiore.
E così passò un’altra ora, tra un biglietto e l’altro.
 
Tra uno sguardo e l’altro.
 
 
 
***
 
 
 
“E’ tutto, per oggi. Ci vediamo la prossima settimana. Sempre alle dieci di sera, mi raccomando!”
Presi la mia borsa e mi diressi verso l’uscita.
Una volta messo piede fuori, sbuffai.
Nevicava molto.
Frugai nella borsa, in cerca di un ombrello, ma nulla.
 
Devo per forza chiamare un Taxi.
 
Presi il cellulare e cercai di sbloccarlo.
Lo schermo rimase nero.
Cercai di riaccenderlo, ma nulla.
 
Forse la batteria è scarica...
 
“Vaffanculo!” dissi a bassa voce in italiano.
Dopo 10 minuti, decisi di farmela a piedi sotto la neve.
Mi sarei bagnata, ma non vedevo vie di fuga.
“Hey… Vuoi  un passaggio?”
Dietro di me, Minseok allungò l’ombrello per non farmi bagnare.
“Casa mia non è proprio dietro l’angolo!”
“Non importa. Non voglio che una donna vada in giro da sola a mezzanotte!”
Sorrisi a quell’affermazione.
Lo trovavo davvero premuroso e questo mi faceva stare bene.
“Grazie!”
A passo lento, ci incamminammo insieme.
Eravamo molto vicini, per far si che l’ombrello potesse coprirci entrambi.
Ci scambiammo parecchi sorrisi durante il percorso, ma ancora nessuna parola.
Scostai una ciocca di capelli dal volto e poté vagare con la mente a tutti i fatti accaduti durante quella giornata.
Mi sembrava estremamente impossibile che tutto stesse accadendo.
Il sogno della mia vita si stava davvero realizzando.
Incontrare quel ragazzo, parlare con lui…
 
È  davvero incredibile.
 
Arrivammo a destinazione e mi sentì così triste.
“Allora ci sentiamo. Sta attenta e va a letto presto, così potrai riposare.”
Poi, si avvicinò, dandomi un bacio sulla guancia.
“Alla prossima!”
Rimasi a guardare la sua figura che lentamente si allontanava.
Stavo impazzendo? No, era tutto fottutamente vero.
Kim Minseok mi aveva dato un bacio sulla guancia.
Portai la mano sul mio viso e arrossii.
Ciò che provavo era così indescrivibile.
Così strano.
Era così… Così…
 
 
 
***
 
 
 
Oh… Tu tu tu tu…
Uh uh uh uh uh Yeah Yeah!
 
 
La testa faceva male.
Presi il cellulare dal comò, guardando il display.
La sveglia segnava le 6.30 del mattino.
Dopo averla disattivata, lanciai il cellulare sul letto su cui ero ancora sdraiata.
Mi misi a sedere reggendomi la testa.
“Luhan… ti odio per avermi svegliata!” dissi verso il cellulare.
Sentendomi in colpa, ripresi l’S4 tra le mani e premetti il tasto sul lato destro dell’apparecchio.
Quattro parole scritte in inglese mi dicevano di Sorridere sempre come un idiota.
Ma lo sfondo mi faceva ancora male.
Un uomo, in una sala d’attesa, intento a sistemarsi il microfono, con l’aiuto di una donna.
Una canottiera nera… un tatuaggio disegnato sul braccio destro…  lo sguardo basso.
 
Un sogno… Un semplice e fottuto sogno!
 
Ricaddi pesantemente sul cuscino, ad occhi aperti e sognanti.
“Luhan… Ho già detto che ti odio per avermi svegliata?”

















 Nota Autrice
  1. 괜찮아?:  Stai Bene?
  2. : Sì
  3. 고마워요: Grazie
  4. 천만에: Non importa, Non è nulla.
  5. 안녕하세요… 산드라 해요: Salve… Sono Sandra
  6. 안녕: Ciao
 



 
Buona sera a tutti. Channie è qui!
Bene, ho scritto questa piccola One Shot per due ragioni!
La prima è che non volevo lasciarvi!
La seconda è che avevo bisogno di scrivere questa storia.
È un sogno che ho fatto proprio la scorsa notte e volevo proprio mettere tutto per iscritto.
Spero davvero che vi piaccia e che possa leggere delle recensioni.
Grazie di cuore!

Channie ^^

P.S... Ho quella foto di Xiumin in testa e non riesco a scollarmela in nessun modo! :')
   
 
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