Storie originali > Drammatico
Ricorda la storia  |       
Autore: Theautumncolours    22/07/2014    3 recensioni
Mike è stato costretto a vivere i suoi anni da bambino e da adolescente tra le critiche dei suoi coetanei, dovute al comportamento piuttosto strano che assumeva durante la giornata.
Aveva l’inverno dentro e l’autunno fuori che a volte si ostinava a diventare primavera, l’estate non c’era mai stata per lui, non l’aveva mai conosciuta, si considerava semplicemente un libro che non poteva essere interpretato da una persona qualunque ma bensì solo da chi era capace di osservare le sue pagine lievemente stropicciate.
“Mi hanno sempre detto di accettare le persone così come sono, in qualsiasi luogo mi trovassi, in fondo rimarranno sempre quelle e non si può pretendere che cambino per te e nessuno crederà mai in te stesso se non sei tu il primo a farlo.
Ma come si può accettare se stessi per piacere davanti agli occhi degli altri?"
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Otherverse | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

~~Watton-at-Stone, 1999.


Come ogni qualvolta che aveva la possibilità di concedersi un viaggio, la famiglia Raynolds si dirigeva in vacanza in montagna nei pressi delle solite tristi e malinconiche regioni alpine londinesi, approfittandone così della stagione autunnale. Si trattava di una giovane madre sposata con casuali attacchi isterici sin da piccola, un padre militare poco presente nella vita dei suoi figli per le numerose e rischiose missioni di guerra all’estero, un ragazzo e una ragazza.
Veniva spesso considerata come una famiglia un po’ strana ed isolata per quanto riguarda tutto ciò che veniva riferito durante l’arte dello spettegolare che sin da molto tempo era divenuto un rituale da seguire per ogni novità, anche folle o stupida, tanto che qualunque sconosciuto avrebbe pensato che si potesse vincere un premio alla cazzata più insensata che si fosse detta durante l’intera giornata tra le stradine del centro storico del paesino. Ma per i Raynolds era diverso e alquanto negativamente ridicolo sebbene in quel posto ci vivevano solo dalla nascita di Mike, il quale era stato costretto a vivere i suoi anni da bambino e da adolescente tra le critiche dei suoi coetanei, dovute al comportamento piuttosto strano che assumeva durante la giornata; soltanto la notte veniva sfruttata dal ragazzo in ogni sua sfumatura e in ogni suo significato, Mike impiegava ogni parte di essa a scrivere le sue povere emozioni su una serie di fogli di carta che strappava dall’agenda di sua madre così da poter riempirli di inchiostro e di sagome poco definite.
 Anne non avrebbe mai voluto partorire suo figlio nonostante negasse la  conoscenza della sua realtà malvoluta, la madre conosceva solamente l’apparente copertina di suo figlio ma non aveva mai dato importanza a studiare il suo cuore, ma soprattutto i suoi occhi facilmente lucidi ed espressivi, si ostinava solamente a procurargli dei vestiti banali ed infantili scelti a caso nell’unico negozio del paese.
La vita di Mike era costruita unicamente da sguardi che solo una persona era capace di cogliere, di recepire e di rendere concreti, in fondo si erano cresciuti insieme malgrado rare incomprensioni, non avevano nulla in comune se non i loro occhi verdi sfumati cui facevano specchio alla propria anima, lei aveva sentito parlare suo fratello solo tramite delle piccole gesta, insignificanti per i genitori, ma più che importanti per Abby tanto da nascondersi segretamente il viso al buio per far scivolare via le lacrime emotive di gioia. Non aveva mai provato l’emozione di sentire anche un semplice “ciao” dalle sue piccole labbra screpolate, erano come sigillate, paralizzate o forse solamente impaurite, ma le stesse da sempre.
Appoggiato su quel gradino abbastanza freddo e umido come la notte ripensava a se stesso, si rispecchiava davvero bene in quell’ambiente oscurato e offuscato dalle luci della notte, dove sfrecciavano a distanza di qualche frazione di secondo sull’asfalto appena bagnato dalla pioggia un rumore di motori a quattro ruote, scendevano lente le gocce che ballavano con un vento freddo e leggero fino a disegnare una notte scura e grigia, delineata da qualche lampione con luci artificiali spente alternate. Aveva l’inverno dentro e l’autunno fuori che a volte si ostinava a diventare primavera, l’estate non c’era mai stata  per lui, non l’aveva mai conosciuta, si considerava semplicemente un libro che non poteva essere interpretato da una persona qualunque ma bensì solo da chi era capace di osservare le sue pagine lievemente stropicciate. Ogni lettore di passaggio cercava di leggerlo con insistenza, perseveranza ostinata e spesso molesta, capace di mettergli pressione solamente sfiorandolo e poi lasciarlo andare come un fiocco di neve che ha il terrore di sciogliersi con l’arrivo della primavera; ogni volta era costretto a subire restando immobile su entrambi i piedi, ma sapeva bene che di lì a poco sarebbe scoppiato per togliere tutto ciò che era intrappolato nel suo essere, “forse è ancora presto per cambiare me stesso” si ripeteva sempre dentro di sé, sebbene fosse ancora lì, appoggiato su quel gradino abbastanza freddo e umido come la notte a studiare se stesso.

   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Drammatico / Vai alla pagina dell'autore: Theautumncolours