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Autore: KikyoOsama    04/09/2008    1 recensioni
Innanzitutto ringrazio la mia amica Tomoe per avermi incoraggiata a pubblicare! Un ringraziamento anche a Lucia, il cui personaggio Layla Nanami compare in questa storia... Le critiche sono ben accette se costruttive.
Genere: Generale, Malinconico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gaito, Hanon Houshou, Luchia Nanami, Nuovo personaggio, Rina Toin
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Dal cratere di un piccolo vulcano spento, la sua finestrella sul mondo, il tritone osservava annoiato gli sbuffi irregolari di bolle e fumo : talvolta essi dipingevano delle immagini , le uniche immagini che tenevano sveglio il suo animo nell’interminabile prigionia dell’antro di corallo…da quanto era lì? Non riusciva a ricordarlo ormai…tutti i ricordi del mondo esterno erano appannati dalla nebbia del tempo che ne cancellava i segni come le onde sbiadiscono i segni sulla sabbia, livellando tutto…ricordava solo il volto di sua madre, il modo in cui erano stati imprigionati e soprattutto da chi. Impotente di compiere anche i movimenti più elementari, non poteva far altro che meditare la sua vendetta…

Dal cratere si diffuse una luce rossastra che richiamò la sua attenzione: si avvicinò quindi al piccolo vulcano e vide che le bolle formavano la sagoma di un castello per poi disgregarsi di nuovo.

“Il regno dell’oceano artico!” constatò lui e una smorfia crudele gli si dipinse in volto “Sapevo che prima o poi sarebbe accaduto. Ben gli sta, in cambio della mia prigionia hanno ottenuto solamente la distruzione da parte dei Panthalassa…io avrei saputo di certo fermarli al posto della Regina dei Mari. Ah ah ah…AH AH AH!”

Una risata cupa e stridula riecheggiò per le pareti dell’antro facendo rabbrividire e indietreggiare chiunque vi fosse nelle vicinanze…

 

+++

 

“Hanno catturato la principessa!”

Annunciò la voce squillante di una sirena in preda al panico: le compagne, rintanatesi tra le rovine senza scampo, cominciarono a piangere e gemere…

“E ora cosa faremo?”

“Siamo perdute! Il principe dei Panthalassa è troppo forte per noi!”

“Se solo la principessa fosse qui con noi…”

Anche l’ultima struttura ormai stava per cedere contro la pressione e la potenza degli invasori…una sirena si fece avanti dal gruppo e, chiamate a sé le altre, disse: “Non è certo così che risolveremo la situazione! Non possiamo restare in questo posto!”

“Non trovo Musashi!” piagnucolò un’altra sirena, una delle più giovani del gruppo “Aspettiamo che torni!”

“Non abbiamo tutto questo tempo, Yakumo!” la rimproverò la prima e , afferratala per un polso, la trascinò con sé per la corrente: “Lasciami andare! Non posso abbandonarla qui! MUSASHI! MUSASHI!”

Tutti i richiami furono vani e , quando anche l’ultima sirena si fu allontanata, l’ultimo frammento di palazzo che era rimasto collassò su sé stesso generando un’onda gigantesca…

“E così è crollato anche il regno dell’artico…” commentò un ragazzo del tutto estraneo alla situazione, vestito di abiti regali nonostante fosse sott’acqua “Mancano ancora l’oceano atlantico e il pacifico del nord e poi potremo creare il nostro regno…non è fantastico, Sara?”

“Certo, mio signore…” rispose la sirena al suo fianco,avvinghiandosi a lui nella contemplazione dello spettacolo “E’ un panorama davvero magnifico…”

 

+++

 

Silenzio…il silenzio più assoluto…non riusciva a distinguere più alcun suono. Alla sua vista appannata si apriva la visione di un paesaggio sconosciuto…

“Mh…ma…cosa sta succedendo?!”  

La sirena si mise a sedere sulla sua coda scura e lucida come quella di una foca e diede un’ulteriore occhiata intorno: non c’era nessuno con lei e tutto il paese non era che un cumulo di macerie solitarie…

“Ora ricordo…sono nell’oceano artico!” disse tra sé e sé la sirena , raccogliendo da terra un pezzo di tufo generato da un vulcano sottomarino e che un tempo componeva il muricciolo della sua casa “Stavo scappando durante l’attacco dei panthalassa ma sono stata colpita da questa pietra e sono svenuta…devo raggiungere le altre!”

Iniziò quindi l’odissea della ragazza ma, come ben presto si accorse, non c’era nessuno ad aspettarla nel luogo di ritrovo: a nulla servirono i richiami, nessuno era rimasto nella reggia ad aspettarla…sfinita ed esausta si abbandonò di schiena a una delle colonne spezzate, singhiozzando sommessamente : “Nessuno è rimasto ad aspettarmi…nemmeno Yakumo…perché?!”

Forse perché nessuno l’aveva mai vista di buon occhio, lei, la figlia di una sirena e di un umano, un amore proibito… neppure sua madre poteva difenderla: ormai non era altro che spuma di mare che bagnava le spiagge…suo padre era ancora vivo probabilmente, ma sulla terraferma , e non l’aveva mai incontrato…con suo grande terrore si rese presto conto di non avere alcun posto ove rifugiarsi: un’ansia crescente cominciò a pervadere tutte le sue membra, paralizzandola…

“E ora cosa faccio?!”

Scorse un’ombra tra la macerie, il che la destò dal suo torpore: entusiasta e felice, uscì allo scoperto correndo verso questa figura : “Grazie al cielo c’è qualcuno! EHI! Sono io, Musashi!”

“Una sirena sopravvissuta!” La figura si voltò, rivelando il suo aspetto: era apparentemente una bambina, con lunghi capelli verdastri fluttuanti e gli occhi dalla pupilla verticale; indossava un lungo abito rosso, principesco…non era una sirena, ma aveva capito benissimo di chi si trattava! Era una alleata dei Panthalassa!

“Prendi questo sirenetta!” La bimba alzò una mano e dalle dita si diffusero dei dardi di ghiaccio: Musashi, in preda al panico , schivò fortunatamente i primi e cominciò a nuotare  all’impazzata per sfuggire all’inseguimento…

“Qualcuno mi aiuti! AAAAH!”

Imboccò una delle correnti marine e fu risucchiata via come in un vortice: la sua avversaria non osò andare oltre.

“Beh, in ogni caso non farà una bella fine in quella direzione…tornerò da Gaito e gli riferirò l’accaduto”

Dopo un lunghissimo viaggio mozzafiato la sirena riuscì fortunatamente a riprendere il controllo del suo cammino: sfortunatamente era in un luogo troppo lontano e diverso da quello che aveva appena lasciato. Regnava sovrana l’oscurità, il che significava che si trovava in un luogo davvero profondo, e mancava quasi l’aria: non vi era quasi nessun essere vivente, eccetto per alcune rane pescatrici e pochi altri crostacei…infine notò una piccola luce provenire da una caverna sottomarina e decise che l’ forse sarebbe stata più al sicuro che in mare aperto. Si diresse verso di essa e notò che non vi era nessuno all’entrata, né vi erano alghe e quant’altro che opponevano resistenza all’entrata…solo un’intrica e fitta barriera corallina che le consentiva di procedere in modo molto goffo e rumoroso.

Il piccolo cratere gorgogliò vistosamente , annunciando visite: qualcuno stava cercando di penetrare nell’antro… il padrone di casa ciondolò in avanti e indietro con la testa , poi scivolò silenziosamente verso l’ingresso e i due sguardi si incontrarono.

“E…e tu chi sei?!”
  
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