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Autore: Finnick_Herondale    23/07/2014    2 recensioni
La ribellione, negli anni in cui Katniss era il suo volto, era potente e si espandeva. Ma, siamo sicuri che fosse lei la prima a volere un cambiamento? E se la prima ribelle fosse stata una ragazza di Capitol City?
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Un altro sparo di cannone. I miei genitori stavano ancora guardando quei maledetti Giochi. Non riuscivo a capire il perché: perché li guardavano? Cosa c’era di divertente nel vedere dei ragazzi che si uccidevano? Volevo dormire, ma non potevo rinunciare a scoprire il perché di così tanta eccitazione. Dovevo scoprire, fosse l’ultima cosa che avrei fatto. L’intenzione di rimanere sveglia andò “a quel distretto”, volgarmente parlando, e mi addormentai, cullata tra le braccia di Morfeo.

Il giorno dopo, sintonizzati ancora su quel canale televisivo, vedevo un ragazzino dell’età di mio fratello che dormiva in una grotta.
–Secondo te abbiamo fatto bene a puntare su di lui?- domandò mia madre. Mio padre, sempre fissando il televisore le rispose di si.
–è un favorito, distretto 4. L’età non conta. Poi quest’arena è una sorta di spiaggia-. -mm, sarà-. Mia madre tornò a dedicarsi alle sue unghie, decisamente troppo lunghe e affilate, per essere normali.
–Qual è il senso di tutto questo?- domandai, senza un destinatario preciso. –Come perché? Ma ci vai a scuola?- domandò, per tutta risposta mio padre. –Si, ma questo cosa c’entra con questa carneficina?-. Silenzio. –Volete degnarmi di una risposta?- replicai. Ancora niente. –devo andare al lavoro- esclamò, infine mio padre, andandosene. –VAI AD UCCIDERE RAGAZZI DELLA STETTA ETA’ DI TUA FIGLIA?-
Lui mi fulminò, prima di andarsene. –Lucyll, non capisco perché tu sia così- disse mia madre.
–Mamma, perché ci sono gli Hunger Games?-
Mia madre sospirò. –Per ricordare la guerra, la tortura e l’odio che c’era una volta. Tu sei troppo giovane per averlo vissuto, così come me o tuo padre, o ancora tua nonna. È un modo per farti vedere ,quale oscuro passato, Panem ha passato-
-Allora perché farlo ogni anno? Magari una volta ogni 25 anni!-
-Ogni anno per farlo rimanere nella mente della gente-.
–No. Non è giusto! Mamma, dimmi la verità!- esclamai.
–Vuoi davvero saperla?-. Mia madre aveva gli occhi abbassati.
Degluttì, timorosa. Con quel poco di decisione che ebbi formulai un tremolante “si”. La donna di fronte a me, colei che mi aveva dato la vita, mi fissò con i suoi occhi fucsia, risultato di un intervento di nuova chirurgia estetica. Poi un’ombra passò sul suo volto pesantemente truccato. –Per far ricordare ai distretti qual è il loro posto-. Non so cosa mi spinse a parlare, sebbene fossi incredula, dinanzi alle parole pronunciato con puro odio dalla donna. –Non bastava il distretto 13?-.
Lei rise, sadica. “Questa non è mia madre” pensai. –Abbiamo distrutto il Distretto 13. Non ci faremo problemi a distruggerne altri- .
Abbassai gli occhi, tornando a fissare il ragazzino che cercava di riscaldarsi. Potevo esserci io li, ma sembrava che a mia madre non importasse.
La voglia di far cambiare le cose prese possesso delle mie idee. Mia madre doveva averlo visto.
–Ora, penso che tu voglia ribellarti a sta cosa. Non farlo, Lucyll- -E perché non dovrei?-. Si voltò. –Ti ucciderebbero. E io non potrei fermarli-.
Si alzò dal tavolo e se ne andò.
Non riuscì più a parlarle. Quella notte scappai di casa, decisa a fare la differenza. Fermare gli Hunger Games. I Pacificatori mi scoprirono. Mi rinchiusero in una prigione. Mi processarono. “Condannata a morte”.

Sono Lucyll, 16 anni. Una ragazza di Capitol City. Tantissimi ragazzi avrebbero voluto essere al mio posto. Sono una ribelle. Una ribelle nata per caso. Sono pronta a morire. Spero che qualcuno mi capisca, e decida di trovare coloro che pensano lo stesso. Hanno deciso di giustiziarmi durante gli Hunger Games. L’ultimo sopravvissuto avrebbe avuto l’onore di sgozzarmi in diretta. L’ultimo, fu il ragazzino del Distretto 4. Mi vide, legata ad un palo, vestita come uno dei suoi ex nemici. Aveva un tridente in mano.
–Coraggio. Uccidimi- gli mormorai.
–Perché devo ucciderti?- mi chiese lui.
–Mi sono voluta ribellare agli Hunger Games. Per il mio ideale sono andata contro la mia famiglia e Capitol City. Sono una ribelle-
Lui sembrò valutare le mie parole.
- Forza Finnick - ho sentito il suo nome in televisione, mentre mia madre, aggiustandosi la parrucca guardava quei maledetti giochi -Uccidimi, stai tranquillo- replicai, tentando di sorridere.
–Farò in modo che il tuo gesto non sia vano- Prese il tridente e mi trapassò la gola.
Il buio mi avvolse. Le sue ultime parole mi rimbombarono nelle orecchie. “Farò in modo che il tuo gesto non sia vano”.
 
   
 
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