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Autore: Larryx    23/07/2014    1 recensioni
[Stevie/Adella]
I raggi del sole attraversavano la superficie dell'acqua, creando un gioco di luci, ombre dai colori mozzafiato.
Ad Atlantica tutti erano felici. Tutti tranne Adella. Lei aveva paura. Aveva bisogno di qualcuno, aveva bisogno di sua madre, ma lei non era lì.
Aveva bisogno di attenzioni.
Aveva bisogno d'amore.
[Partecipa al contest '' Esame di maturità Contest. ❞'' indetto da S_Lily_S]
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nick dell'Autore: DarkElf13(forum)/Larryx(EFP)
Titolo: Se sarai la mia regina, io sarò il tuo re
Fandom: La Sirenetta
Personaggi: Adella/Stevie
Prima prova: Pastelli: Romantico, Fluff
Rating: Verde
Seconda prova: Frullatore: Stila una Playlist di canzoni (min. 3, max. 6) associate alla tua Fic.
 
PLAYLIST
1- Fix you- Coldplay
2- Just the way you are - Bruno Mars
3- Without you – David Guetta
4- Origin of love – Mika
 
Terza prova: Bagnino: Ti obbligo a… inserire 5 volte la parola “forchetta” nella tua storia.
Introduzione: I raggi del sole attraversavano la superficie dell'acqua, creando un gioco di luci, ombre dai colori mozzafiato.
Ad Atlantica tutti erano felici. Tutti tranne Adella. Lei aveva paura. Aveva bisogno di qualcuno, aveva bisogno di sua madre, ma lei non era lì.
Aveva bisogno di attenzioni.
Aveva bisogno d'amore.
NdA (facoltative): //

 
Se sarai la mia regina, io sarò il tuo re


 
I raggi del sole attraversavano la superficie dell'acqua, creando un gioco di luci e ombre dai colori mozzafiato.
Ad Atlantica tutti erano felici. Tutti tranne Adella.
La ragazza, in quel preciso istante, preferiva stare da sola: aveva paura e non voleva farlo sapere a nessuno, né alle sue sorelle, né a suo padre, né a Stevie.
Era terrorizzata dall'idea di poter rimanere da sola nella vita, desiderava ardentemente il suo primo bacio, il suo primo vero bacio, non uno di quelli dati così, per scherzo, a Stevie.
Un bacio vero, di quelli che ti fanno sentire le farfalle nello stomaco e la pace nell'anima.
Lei ancora non l'aveva ricevuto.
Lei lo desiderava ardentemente.
Lei lo cercava assiduamente, ovunque andasse.
Quel pomeriggio, mentre le sue sorelle erano intente a girovagare per la città o per i fondali dell'oceano, lei aveva deciso di infrangere le regole. Voleva salire in superficie.
Dopo la morte di Athena, la regina, re Tritone aveva vietato tassativamente alle sue figlie e ad ogni componente del reame di salire in superficie, ma Ariel, ovviamente, infrangeva questo divieto quando più ne aveva voglia.
Adella, invece, non ne aveva mai sentito il bisogno. In quel particolare giorno, però, sentiva la necessità di evadere dalla vita di tutti i giorni e rimanere sola con i suoi pensieri almeno per un po'.
Allontanatasi abbastanza dalla città, emerse in superficie e iniziò a guardarsi attorno, nella speranza di trovare un posto dove rifugiarsi.
Il sole che le sfiorava il volto era così caldo e piacevole da farle dimenticare di essere una sirena, destinata a vivere in fondo al mare, lontana dal calore del sole e dalla brezza del mare; l'aria salmastra che le carezzava i capelli le riportava alla mente ricordi lontani, ricordi di una cara persona, persa ormai da tempo: i ricordi di sua madre. Il pensare a lei e ai suoi canti melodiosi le riempì il cuore di malinconia e una piccola lacrima, salata come le onde del mare, carezzò il suo viso, scintillando sotto la luce del sole. Per qualche secondo Adella chiuse gli occhi e iniziò a frugare tra i meandri della sua mente in cerca di quel viso tanto familiare che ogni mattina l'accoglieva con un sorriso.
Si ritrovò a pensare a quanto le mancasse e a quanto sarebbe stata più facile la vita se solo lei fosse stata ancora lì, con lei, a consolarla, a darle dei consigli, ad asciugare le sue lacrime.
Con il canto di sua madre nel cuore e le lacrime che ostinavano a rigarle il volto, Adella decise di proseguire verso la sua meta: una grotta.
Non aveva paura, non di quel posto.
Entrò nella grotta, una corrente gelida le diede il benvenuto, brividi di freddo le percorsero la schiena, ma a lei non importava, quello era il luogo perfetto per fuggire e perdersi nei suoi pensieri.
Addentratasi nella grotta, notò con stupore che l'oscurità non prevaleva per niente, dall'alto penetrava un raggio di sole che, riflesso dai cristalli della grotta, illuminava l'ambiente di una luce azzurrina. Per di più la grotta non era vuota, era piena di tesori e meraviglie: monete d'oro, gioielli, smeraldi e altre cose che, viste dagli occhi di Adella o di qualche altra sirena, sembravano alquanto bizzarre, ma che Ariel avrebbe apprezzato sicuramente. Adella scacciò il pensiero della sorella dalla sua mente e iniziò a guardarsi intorno. Notò un oggetto diverso dagli altri, non brillava tanto quanto loro, non sembrava prezioso.
Incuriosita da quell'oggetto, si avvicinò alla riva e con uno slancio uscì dall'acqua, per avvicinarsi meglio al ''tesoro'' e contemplare quello strano oggetto con attenzione. Dopo averlo afferrato, iniziò ad esaminarlo, cercò d'indovinare di che materiale fosse fatto, quale fosse il suo nome, a cosa servisse.
''Sembra un tridente in miniatura'', pensò e, immaginando il padre mente impugnava un tridente tanto piccolo, le scappò un sorriso.
Adella non si era accorta di non essere sola, ma non tardò a scoprirlo.
Sentì l'acqua muoversi, qualcuno si stava avvicinando.
Posò l'oggetto che teneva in mano e si preparò a scattare nel caso ci fosse stato qualche pericolo, ma l'attendeva qualcosa di peggio: Stevie.
Il ragazzo la stava osservando da un po', l'aveva notata mentre si stava allontanando da Atlantica e, preoccupato, aveva deciso di seguirla.
Quando aveva visto che la ragazza era rimasta tanto affascinata da quegli oggetti, aveva deciso di farsi avanti: lui sapeva molte cose sul mondo in superficie.
Uscì dall'acqua e si fece vedere, Adella tentò di fuggire, buttandosi in acqua, Stevie era l'ultima persona che avrebbe voluto vedere in quel momento. Il ragazzo, volendo passare del tempo con lei, le afferrò un braccio, arrestando così il moto di Adella.
Lei non si girò, voleva solo scappare.
«Ho visto che ti sei interessata a quella forchetta!» esclamò lui, con un sorriso da fare invidia alle stelle, senza allentare la presa.
«F...Forchetta?» La sirena trovò il coraggio per girarsi verso di lui e guardarlo negli occhi.
Si sentiva confusa, intontita, non sapeva perché il ragazzo fosse lì, sapeva, però, di non volerlo sapere.
Stevie la trascinò nuovamente a riva, aiutandola a sedersi sulla parte asciutta, poi si mise a sedere affianco a lei e prese la forchetta tra le mani.
«Vedi, questo è uno strumento che gli umani usano per mangiare»
Adella, nervosa, continuava a giocare con le sue mani, sentiva le guance avvampare e non voleva che Stevie si rendesse conto di quello che stava provando.
«Ti ricordi come ti ho detto che si chiama?»
La ragazza, avendo completamente dimenticato il nome, scosse la testa e abbozzò un sorriso, Stevie rise di rimando.
«Ripeti con me: forchetta»
«F...Forchetta» disse lei, con la voce ridotta ad un sibilo.
Stevie, a quel punto, abbandonò quell'oggetto e spostò tutte le sue attenzioni su di lei, non era la solita Adella, non era la ragazza solare costantemente alla ricerca di qualche ragazzo da baciare, non era la solita ragazza che andava pazza per le canzoni d'amore, non era lei.
Le si avvicinò e cercò di individuare i suoi occhi, erano rossi, aveva pianto.
«Perché piangi?» Adella alzò lo sguardo e una nuova lacrima rigò il suo volto.
Stevie sentì una stretta al cuore: non sopportava quella vista, Adella stava soffrendo.
La ragazza non poteva continuare a tenersi tutto dentro, ma non poteva nemmeno dirgli tutta la verità, perciò si fece coraggio e cercò di spiegare al meglio le sue sensazioni, lasciando a lui il compito di scoprire la verità per intero.
«Come ti sentiresti se tu facessi del tuo meglio, ma non riuscissi a vincere? Se tu potessi avere tutto quello che vuoi, ma non quello di cui hai davvero bisogno?»
Stevie abbassò lo sguardo.
«Beh, più o meno come mi sono sentito io quando ho visto quella lacrima scendere dai tuoi occhi, è la stessa sensazione che provi quando ami qualcuno e non puoi farci niente- alzò lo sguardo e le sorrise - ma alla fine ci sarà sempre una luce che ti guiderà a casa, verso ciò che ti fa stare bene – afferrò la mano di Adella e la strinse – e io, dal mio canto, farò del mio meglio per cercare di farti sentire meglio.»
La ragazza si girò verso di lui, lo guardò negli occhi e lo abbracciò come non aveva mai fatto prima di allora: si sentiva così protetta, così perfetta, così completa tra le sue braccia.
Lei sorrise. «Hai un sorriso adorabile»
«In realtà, io non lo trovo tanto fantastico, per non parlare della mia risata» spostò lo sguardo verso le sue pinne che aveva iniziato a muovere nell'acqua.
«Non dire stupidaggini, per me risuona come se provenisse da un violino, dal tuo violino» Adella arrossì nuovamente. Stevie era affascinato da lei, dalla sua bellezza, dai colori che le sue squame erano in grado di emanare se sfiorate dalla luce del sole.
«Sei fantastica così come sei, esattamente come sei» il ragazzo le carezzò una guancia e si avvicinò lentamente a lei, ma Adella era impaziente, aveva aspettato anche troppo. Si tuffò sulle sue labbra, pronta ad assaporarle a pieno, e si lasciò trascinare da quel vortice di emozioni che in quel momento l'aveva colpita.
Quello non era un bacio qualsiasi.
Non era una bacio dato per gioco.
Lei riusciva a sentire le farfalle nello stomaco, la tempesta nella mente e la pace nell'anima.
Quando si allontanarono, Adella sorrise. « Mi riferivo a questo...»
Stevie la guardò negli occhi, incuriosito dalla sua affermazione.
«Vedi, io sono persa, vana senza di te. Non ero più la stessa, tutto quello di cui avevo bisogno era amore, eri tu, beh, eccoti qui!»
Stevie l'abbracciò nuovamente, voleva amarla con tutto se stesso, voleva averla solo per se, nessuno l'avrebbe più toccata, nessuno le avrebbe fatto più del male, da quel momento in poi nessuno l'avrebbe fatta piangere.
«Adella, l'amore per me è una droga, tu sei la mia droga. Tutto quello che so è che tu sei l'origine, l'origine del mio amore, il mio vero inizio. Io ti prometto solennemente che, se tu sarai la mia regina, io sarò il tuo re.»
Adella lo baciò nuovamente, sigillando così il loro amore.
La ragazza pensò alla madre, a quanto ne avrebbe avuto bisogno, a quanto avrebbe voluto raccontarle tutto ciò che le era successo, ma sapeva benissimo che lei era lì, la stava osservando, era felice per lei.
Stevie era lì, pronta a proteggerla, a consolarla, ora Adella non aveva più paura.
Durante tutta la sua vita aveva ottenuto quello che voleva senza troppi sforzi, ora, finalmente, aveva ricevuto quello di cui aveva veramente bisogno: l'amore.
  
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