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Autore: adamantina    23/07/2014    12 recensioni
"Dean chiude gli occhi e si chiede come sia arrivato a questo, come due ragazzini che si rincorrevano sudati nel cortile di Bobby e che facevano le gare di sputi e poi litigavano nel sedile posteriore dell’Impala siano arrivati lì – intrecciati, fisicamente e mentalmente, influenzati l’uno dall’altro al punto che anche separandoli non sarebbero mai più due persone complete."
[Partecipante al contest "A Brother is a Friend given by Nature" indetto da dio-niso]
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Dean Winchester, John Winchester, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: Incest | Contesto: Prima stagione
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Autore: adamantina

Titolo: Sing our broken song

Fandom: Supernatural

Personaggi: Sam Winchester, Dean Winchester

Avvertimenti: Incest, Slash, Underage (riferimenti)

Rating: Giallo

Note: La storia è idealmente ambientata durante la prima stagione (tranne la fine, ma non anticipo nulla). Il titolo è tratto dalla splendida canzone “1961” dei The Fray.

Partecipa al contest "A Brother is a Friend given by Nature" indetto da dio-niso.

 

Sing our broken song

 

Qualche volta Sam e Dean si baciano.

Non succede così spesso – giusto una volta ogni tanto, ecco, come quando Sam rischia di farsi soffocare dall’ennesima fottutissima strega, o quando Dean è un fratello abbastanza grandioso da concedergli di fare la doccia per primo anche se sono entrambi coperti di una sostanza appiccicosa proveniente da un mostro non meglio identificato.

C’è stata anche quella volta nella camera di un hotel a Las Vegas, quella con un solo, gigantesco letto matrimoniale e una Jacuzzi da perdere la testa, e perché sprecare l’acqua che serve per riempire quella quasi-piscina? Bisogna pensare al bene del pianeta, no? Tanto vale dividerla, c’è spazio per entrambi, e se poi si trovano più vicini di quanto dovrebbero, è solo perché da quel lato l’idromassaggio funziona meglio. E poi, quella volta avevano bevuto una bottiglia di vino costoso e quindi erano ubriachi. Perciò non conta.

Qualche volta Sam e Dean si baciano, perciò, e non è questa grande cosa. È solo un aspetto della loro vita complicata. Svegliarsi, cercare informazioni su strani incidenti, attraversare gli Stati Uniti in macchina, dissacrare tombe, dare fuoco a cadaveri, sfuggire ai poliziotti, salvare persone, cacciare cose, baciare tuo fratello, gli stramaledettissimi affari di famiglia.

E poi non è come se fossero fidanzati, cazzo. Dean si è goduto ogni istante insieme a quella deliziosa biondina che faceva la barista in un locale a… dov’era? Denver? Non ricorda come si chiamasse, ma aveva delle tette da urlo. Se poi Sam ha evitato il suo sguardo per tre giorni e l’ha fatto sentire come un cane, è solo perché è una maledetta delicata principessa, ecco, e comunque anche lui si è fatto una spogliarellista, qualche mese fa. Anche se poi è tornato al motel e Dean lo ha spinto contro il muro con violenza e ha proceduto a baciarlo con una dose sufficiente di aggressività da fargli dimenticare anche che faccia avesse quella puttanella. Giusto per dire.

Non è colpa di Dean, davvero. Non ha cominciato lui. O forse sì, non lo ricorda esattamente. È passato tanto tempo. Nella sua mente ci sono ancora ricordi un po’ sfocati di pomeriggi d’estate passati con un Sammy forse quindicenne al lago, da qualche parte in un paesino sperduto uguale a mille altri, a baciarsi languidi sotto il sole cocente, con le gocce d’acqua che si asciugano sulla pelle scoperta. Ma ce ne sono anche di più antichi, più innocenti, e ricordarsi il primo è un’impresa impossibile.

Comunque potrebbero anche farne a meno. Quando Sam è andato a Stanford, Dean è sopravvissuto alla perfezione, grazie tante. Quando poi hanno ripreso a cacciare insieme, ha ricominciato solo perché era d’aiuto a Sam. La sua fidanzata aveva appena preso fuoco e il ragazzo aveva bisogno di tutto il conforto che Dean poteva dargli, ok? Dean vorrebbe dimenticare il dolore che ha provato passando notti intere a mormorare stupide rassicurazioni al suo fratellino, che si agitava nel letto e mormorava il nome di Jessica con un’angoscia indescrivibile. Qualcuno può dargli torto?

È anche per questo che dividono un letto. Beh, innanzitutto è più comodo avere uno dei due letti liberi, ovviamente, per buttarci sopra le armi e i vestiti e le borse. E poi Sam ne ha bisogno, quando si sveglia in piena notte con la fronte imperlata di sudore e un grido sulle labbra. Dean allora mormora qualche cosa di insignificante – shh, va tutto bene, Sammy, è tutto a posto, torna a dormire – e passa una mano sulla schiena di Sam, su è giù, rassicurante. Poi la lascia lì, ma solo perché di solito finisce per addormentarsi prima di ricordarsi di toglierla.

Ricevono sguardi strani. Capita più spesso di quanto Dean vorrebbe. Non si tratta solo degli assistenti all’obitorio o delle cameriere nei diner o delle donne al motel che chiedono “un matrimoniale o due singoli?”. Quello a Dean non dà troppo fastidio: che la gente pensi cosa vuole, non sanno che sono fratelli, e allora? Lo innervosisce, però, lo sguardo di Bobby. Li guarda con un’espressione vagamente rassegnata quando pensa che non se ne accorgeranno. E poi c’è Ellen, che butta lì una battuta sul fatto che uno solo dei due letti era disfatto, quella mattina alla Roadhouse. E infine, ovviamente, c’è John.

John è tutta un’altra questione. Dean sente il cuore accelerare e la gola chiudersi al solo pensiero. John aggrotta la fronte tutte le volte che vede Dean con una mano sulla spalla di Sam, o quando si siedono l’uno accanto all’altro sulla panca durante il pranzo. È così da qualche anno. Dean non dimenticherà mai il panico di quando lui e un Sam di sedici anni furono quasi colti sul fatto mentre si baciavano pigramente sul letto, mentre lui faceva la doccia. John era arrivato a impedire loro di dividere un letto – siete grandi ormai, ragazzi, e Sammy ha bisogno di un po’ di indipendenza. Dean si fida di suo padre, lo seguirebbe fino all’Inferno e ritorno senza fare domande, ma sa anche che John non può capire. Anche se è stato lui a spingerli insieme, fin da quando ha messo Sammy nelle braccia di un bambino di quattro anni e gli ha ordinato di portarlo in salvo, non riesce a capirne fino in fondo le conseguenze. Poco male. Neanche Dean le capisce del tutto.

Qualche volta Sam e Dean si baciano, e qualche volta fanno sesso.

A sua difesa, Dean può dire di non essere stato lui a cominciare – con certezza, stavolta. Ha anche provato a dire di no, all’inizio, perché Sam era ancora minorenne e il suo fottuto fratello minore, ma Dean è solo un uomo (un ragazzo, all’epoca) e Sam è sempre stato implacabile. Forse, poi, può avere a che fare col fatto che il solo pensiero che chiunque altro si avvicinasse così tanto a Sammy gli faceva venire voglia di piantare un coltello nello stomaco del suddetto chiunque altro. Ma era normale, no? Sam era giovane e vulnerabile e Dean è sempre stato iperprotettivo.

Non capita spesso che facciano sesso – ma quando succede, è memorabile. Memorabile tipo “letto-rotto-e-camicie-strappate”. O memorabile tipo (ma è successo una volta sola, davvero) “lamentele-ufficiali-del-guardiano-del-motel-per-il-rumore”.

Succede quando Dean fa lo stronzo e flirta spudoratamente con la cameriera che serve loro la cena, ad esempio. Quello è un modo sicuro al cento per cento per far sì che, appena arrivati in camera, Sam gli afferri i capelli, gli tiri indietro la testa e gli lasci un segno visibile sul collo, un marchio di possesso, per poi procedere a coprire tutto il resto del suo corpo con le tracce del suo passaggio. Dean si lamenta, perché suo fratello è possessivo come una bambina di quattro anni con la sua Barbie e – no, in quel paragone Dean sarebbe la Barbie ed è meglio non completare quel pensiero, grazie.

Succede anche quando un fottuto fantasma sbatte la testa di Sam contro una lapide e lui perde i sensi. Non appena Dean è sicuro che il fantasma sia morto, stavolta sul serio, e che Sam non abbia una commozione cerebrale, procede a trascinarlo nel luogo chiuso più vicino, che solitamente è l’Impala. Dopodiché, lo spinge nel sedile posteriore a quattro zampe e sfoga la tensione e l’adrenalina rimasta. Non che a Sam dispiaccia, a giudicare dai suoni che emette e per cui Dean lo prenderà in giro in eterno, una volta che avrà fiato sufficiente per farlo.

Succede anche per gioco, quando lottano per il telecomando come quando avevano otto e dodici anni. Allora, però, non finiva con un match di wrestling all’ultimo sangue per decidere a chi tocca stare sopra. Dean è più forte, sempre, ma qualche volta lascia che Sammy vinca per non tirarlo giù di morale. Povero ragazzo, se lo merita anche lui, anche se ovviamente Dean preferisce che le cose vadano nel verso opposto e non ama ricevere (e qualunque cosa abbia Sam da dire al riguardo, mente).

Qualche volta Sam e Dean si baciano, qualche volta fanno sesso, e qualche volta fanno l’amore.

Non sentirete mai queste parole uscire dalla bocca di Dean – davvero, neanche sotto tortura. Eppure, a volte Dean va davvero vicino a lasciarci la pelle, e Sam ha solo bisogno di assicurarsi che sia lì con lui, sano e salvo e ancora vivo.

Succede che sia la prima volta di Sam e che Dean finalmente si decida ad accontentarlo, e che faccia tutto ciò che è in suo potere per mostrargli quanto bello possa essere. Quanto Sam sia magnifico e quanto sia adorato.

Succede che sia il diciottesimo compleanno di Dean e che John sia via per una caccia e non possa telefonare (non si è dimenticato, è solo alle prese con qualcosa di importante, lui salva delle vite, Sam!), e Sam decida di ricordare a suo fratello che non è solo e non lo sarà mai.

Succede che Sam poi cambi idea al riguardo e stia per partire per Stanford e stia cercando qualcosa di tangibile da portarsi dietro, qualcosa che gli permetta di superare lo shock di essere davvero da solo per la prima volta nella sua vita. E che Dean, la morte nel cuore e le parole che vorrebbe saper dire rinchiuse in gola, non possa fare altro che lasciare che Sam prenda tutto ciò di cui ha bisogno, che lo lasci vuoto e confuso quando i vestiti saranno tornati al loro posto e l’autobus sarà partito.

Succede che si rivedano per la prima volta dopo tanti anni e che Jess non ci sia più e che Dean abbia sentito la mancanza di Sam tanto da pensare che non ce l’avrebbe fatta e che Sam sia in lutto e che anche lui si accorga che uno dei due vuoti nel suo cuore si sta finalmente riempiendo di nuovo.

In questi momenti, ogni carezza è lenta e misurata, ogni sfioramento toglie il fiato, e Sam e Dean si guardano negli occhi per tutto il tempo e Dean non riesce a capacitarsi di quanto sia fortunato.

Sono quelle le volte in cui finiscono per rimanere abbracciati, dopo, e Dean naturalmente vorrebbe alzarsi e fare la doccia e andare a dormire nell’altro letto da solo, ma Sam è caldo e comodo ed è il cuscino perfetto. Dean sbuffa e rotea gli occhi quando suo fratello lo sposta su un fianco a suo piacimento, per poi sistemarsi dietro di lui, un braccio sopra il suo corpo e la mano sul suo stomaco, aperta e protettiva, una gamba tra le sue e il naso tra i suoi capelli.

E se Sam gli mormora due parole nell’orecchio, beh, Dean deve rispondergli, no? In quei momenti, Dean chiude gli occhi e si chiede come sia arrivato a questo, come due ragazzini che si rincorrevano sudati nel cortile di Bobby e che facevano le gare di sputi e poi litigavano nel sedile posteriore dell’Impala siano arrivati lì – intrecciati, fisicamente e mentalmente, influenzati l’uno dall’altro al punto che anche separandoli non sarebbero mai più due persone complete.

Poi, circa un anno più tardi, in una baracca in rovina, gli abiti ancora bagnati di pioggia, Dean guarda il corpo immobile di Sam, una ferita letale nella schiena, il cuore fermo e gli occhi spenti. E quando decide di fare quell’ultimo passo, di uscire dalla stanza dove Sammy giace senza vita e arrivare al primo incrocio per vendere la sua anima – tutto se stesso e tutto ciò che gli è rimasto – Dean non pensa a quello.

Non pensa a quelle volte in cui lui e Sam si sono baciati, né alle volte in cui hanno fatto sesso, né alle volte in cui hanno fatto l’amore. Dean pensa alla spallata che si davano quando si lavavano i denti al mattino. Pensa alle miglia che percorrevano in silenzio nell’Impala, agli sguardi d’intesa durante una caccia pericolosa, alle bottiglie di birra che Dean apriva ad entrambi con un coltellino svizzero, alle serate in un motel a guardare vecchi film in TV, la testa di Sam appoggiata sulla sua spalla. Pensa a tutte le cose che li rendono fratelli, amici, anime gemelle.

E Dean non esita un solo istante nel sigillare con un bacio la propria dannazione eterna.

 

 

   
 
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