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Autore: Richi    23/07/2014    1 recensioni
"Cosė distanti, eppure cosė maledettamente vicini.
Il battito dei nostri cuori che accelerava.
Eravamo rimasti noi.
Noi che eravamo il mondo.
Noi e i nostri battiti all'unisono."
Genere: Commedia, Generale, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 4
Portami a casa

 
Francesco
Casa mia era dall’altra parte della città. Riuscivo a percepire l’imbarazzo e la tensione che si celava tra me e lui.
Detto sinceramente non avevo ancora ben chiaro perché avessi voluto invitarlo a casa, ne sentivo semplicemente l’esigenza senza però un valido motivo. E tra l’altro mi ero ripromesso, in quei giorni, che avrei dovuto allontanarlo per non combinare casini eppure sembrava così difficile.
Difficile guardarlo come si guarda un amico.
Difficile non avvicinarmi a lui per baciarlo e sentire cosa si provasse.
Difficile riuscire a controllare tutte queste emozioni.
In amore combinavo sempre casini, e gli avrei fatto solo del male, ma comunque non volevo mettere neanche per assurdo nella mia testa l’ipotesi di me e lui insieme. No, dovevo davvero smetterla.
 
 
-
 
 
Entrammo in camera mia e vidi Alessandro prendere i libri di matematica e mentre cominciava a disporli sulla scrivania mi sedetti accanto a lui.
- Comunque gli esercizi di matematica li avrei già finiti a casa per cui ci sarebbe da ripetere solo la teoria … - stava dicendo Alessandro quando io lo fermai subito.
- Credi davvero che ti abbia fatto venire qui per i compiti? –
Arrossì improvvisamente.
- Io … Bè … No, però pensavo che … -
- Ale calmati. –
Risi al suo imbarazzo così evidente. Dopo di che gli toccai una mano e ci guardammo intensamente negli occhi. In quegli attimi persi la testa.
 
Alessandro
Sentivo i suoi occhi verdi attraversarmi, erano così belli.
Tutto era così bello di lui.
Quando sentii che la sua mano aveva sfiorato la mia andai in crisi.
Era così dannatamente perfetto.
E se quella cosa continuava la situazione sarebbe degenerata e ciò non doveva assolutamente succedere. Avevo già sofferto abbastanza.
Rimanemmo così non so per quanti secondi o minuti ancora. Francesco si stava pericolosamente avvicinando, sentivo il suo respiro caldo che mi accarezzava il viso.
- Cosa stai provando in questo momento? –
Una domanda. Una semplice domanda che mi aveva posto in maniera forse anche fin troppo seria Francesco. Cosa stava a significare?
- Io … Io non lo so. –
Dovevo riprendere il controllo della situazione ma non ci riuscii, i suoi occhi verdi mi stavano letteralmente facendo perdere la ragione.
- Dimmi la verità. –
Eravamo troppo vicini. Davvero troppo.
- I tuoi occhi, ecco. I tuoi occhi mi stanno facendo impazzire. –
Cosa diamine avevo detto? Finii subito la frase senza continuare e mi morsi le labbra.
Le sue labbra sfiorarono le mie per qualche secondo.
Sentii per qualche secondo il calore del suo corpo attraversarmi.
- Quindi ti piaccio? -
Disse con aria innocua.
Mi mancò il fiato per qualche secondo.
Mi allontanai improvvisamente, presi i libri e uscii fuori da quella stanza.
Scappai fuori da quella casa e continuai a correre senza meta.
Non so per quanto corsi e per quanto tempo, sapevo solo che cominciavo a sentire dolore alle gambe.
In quegli istanti non sapevo neanche più dove fossi perché le lacrime mi impedivano di guardare.
Ad un certo punto però persi le forze e caddi.
Sentivo dolore dappertutto.
Con un grande sforzo mi girai in modo da avere il viso rivolto verso il cielo e guardai le stelle. Il freddo, come sempre, stava invadendo il mio corpo e stavolta mi geló anche il cuore.
Non ero pronto ad amare, questo già lo sapevo.
Ma avevo paura, in quegli istanti, che non ci sarei più riuscito.
 
 
Francesco
La sveglia rimbombò nella stanza.
Mal di testa.
Ecco ciò che sentivo. Non avevo dormito per tutta la notte. Non riuscivo ancora a capire cosa mi avesse preso il giorno prima e mi dispiaceva davvero tanto che Alessandro fosse scappato. Avrei voluto fermarlo ma avevo capito che la cosa migliore era lasciarlo da solo, almeno per quella sera e poi avrei dovuto obbligatoriamente parlarci.
Il punto è che sentivo l'infrenabile bisogno di baciarlo per mettere ordine a ciò che sentivo, o perlomeno così ormai erano collegate le cose nella mia testa. Non sapevo se sarebbe stata una cosa giusta o meno ma sentivo che dovevo farla.
Mi alzai dal letto senza troppi sforzi perché il pensiero di vedere Alessandro a scuola mi aveva fatto aspettare l'ora per andare a scuola con attesa.
 
-
 
La terza ora stava concludendosi e durante l'intervallo avevo intenzione di andare nella sua classe a parlargli perché per telefono non mi rispondeva.
Mi avvicinai all'aula 9 ed entrai con l'ansia che cominciava a farsi sentire.
Entrai e dietro tutti quei ragazzini vidi lì all'ultima fila in un angolo con le braccia a coprirgli il viso Alessandro.
Mi si spezzò il cuore vederlo in quelle condizioni.
Mi sedetti accanto a lui e fregandomi di tutte le persone intorno lo abbracciai, sentii che cominciò a piangere e poi dopo qualche secondo si divincolò e uscii dall'aula senza dire neanche una parola.
Fu in quel momento che mi sentii perso.
Forse cominciavo a capire ciò che stavo smarrendo.
Aldilà di amicizia o amore io ci tenevo a lui e avrei combattuto pur di averlo ancora accanto a me.
 
Note d’Autore:
Eccoci qui, dopo 2 settimane ritorno con un capitolo forse un po’ breve ma l’altra sera ho delineato finalmente la storia ed ora so ogni capitolo dove deve andare a parare.
La situazione è questa: Francesco comincia a sentire il bisogno di baciare Alessandro per capire, per sapere cosa può provare in quegli istanti senza però fare i conti col fatto che Alessandro non è un oggetto e non può baciarlo come mezzo per i suoi sentimenti.
Nel prossimo capitolo scopriremo la vera storia di Alessandro così da capire anche questa sua reazione, per alcuni forse anche esagerata.
Prima di salutarvi volevo anticiparvi che ho deciso di far sì che la storia durasse 15 capitoli in modo tale da decidere poi in base a quante persone seguono la storia o quanto sia piaciuta, se fosse il caso di continuare o meno.
Per cui a presto,
Kiao a tutti (?) ahahah
Richi
 
   
 
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