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Autore: Kikka_chan99    23/07/2014    2 recensioni
Dean ha una vita perfetta: è un giovane medico,ha una moglie e vive nella casa dei suoi sogni. Eppure sente che manca qualcosa,sa che gli manca qualcosa,qualcosa che lo faccia sentire vivo,vero.
E se ne convince ancora di più, quando Castiel entra nella sua vita,rendendola più umano che mai.
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Famiglia Winchester, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Titolo : Being Human

Fandom: Supernatural

Rating: Arancione

Disclaimer: Nessuno dei personaggi mi appartiene, * neanche Castiel,sigh * quindi non ci guadagno nulla a scrivere le mie diavolerie.


Capitolo 2#


I giorni scorrono lenti per Castiel,costretto a letto e senza la possibilità di alzarsi.

Passa le giornate a girarsi e rigirarsi nello scomodo letto dell'ospedale,o guardando svogliatamente la televisione – che fra parentesi,trasmette solo noiosissimi programmi di cucina – sperando in qualcosa.

Neanche lui sa bene in cosa, dal momento che non si considera veramente un credente.

Ogni volta che si alza,semplicemente per andare in bagno,perché non può rinunciare almeno ai suoi bisogni fisiologici,guarda con sgomento il suo viso riflesso in uno specchio.

E' molto più magro e scavato di quel che si aspettasse,ma nel complesso crede di potersi considerare un bell'uomo.

Ha gli zigomi alti,il naso dritto,la guance leggermente segnate dalla barba,ma la cosa che più lo colpiscono sono gli occhi. Due enormi occhi blu mare,limpidi,cristallini,ma allo stesso tempo ricolmi di dolore.

Decide di tornare a letto,poco prima che Dean entri,con una cartella in mano,intento a scarabocchiare qualcosa.

“Ciao,Castiel. Come ti senti oggi?” .L'uomo risponde borbottando,e chiedendosi per quanto tempo dovrà restare in questa topaia,anche se sa che,una volta uscito di qui,non avrà più un posto dove stare.

“ Su il camice,per favore” .Chiede il medico,sfilandosi lo stetoscopio.

“ Accidenti,come siamo sfacciati” Dean ride, incapace di trattenersi,coprendosi la bocca con la mano,nel vano tentativo di sembrare ancora un dottore e non un ragazzino.

“ Tranquillo,devo solo oscultarti i polmoni”.

Cas sbuffa,ma fa quanto richiesto,anche perché sa che non può opporsi.

“Nessuna novità?” domanda dopo qualche minuto di silenzio.

“No,è tutto okay.”

“ Intendevo dire,-lo interrompe il moro- Se si qualcosa di me.Nessuna denuncia di scomparsa o robe simili?”

“Non ancora” asserisce,il medico. “E' passata solo una settimana.Vedrai che qualcuno si farà vivo.Hai ancora gli incubi?”

Cas nasconde il viso fra le braccia,come se potesse nascondersi.Odia parlare dei suoi sogni,lo detesta. E' doloroso,stupido ed inutile.

Neanche questi sembrano migliorare,non gli ricordano nulla di particolare. Vede solo sangue,esplosioni ovunque e poi un grande buio.

“No”. Preferisce mentire,piuttosto che dire la verità.

“Castiel,è importante. Potrebbe,sai,esserci utile.”

“ Riavere la mia memoria – sbotta violentemente l'altro- questo sarebbe utile.”

“Lo so. Mi dispiace.Non vuoi proprio dirmi cosa non va?”

Castiel lo guarda sedersi affianco a lui,prendere un respiro profondo e posare la sua cartella. Sembra quasi un modo per dirgli “tranquillo,adesso siamo solo io e te”.

“ La scorsa notte...credo di aver sognato un incendio,ho qualcosa di simile.Fuoco,c'era fuoco ovunque e sentivo...sentivo delle grida. Qualcuno mi chiedeva aiuto,eppure io non potevo fare niente,è stato orrendo”.

Dean si passa lentamente una mano fra i capelli corti,con l'aria pensierosa.

“Mh. Sei davvero sicuro di non volere parlare con uno psicologo?”

Castiel lo ammonisce ancora,dicendo che ne hanno già parlato e che non ne ha bisogno.

“ Andiamo. Si tratterebbe solo di fare,sai,due chiacchiere con qualcuno,nulla di più.”
“Posso sempre farle con te-Lo interrompe ancora- due chiacchiere.”

Dean scrocchia le ossa delle dite,un gesto quasi involontario che fa quando è nervoso,prima di rispondere nel modo più calmo possibile.

“Sai,non credo di essere molto bravo a parlare con le persone.”

“ Cazzate”. Fra i due cade un lungo silenzio,che risulta quasi imbarazzante. Dean vorrebbe solo aiutarlo,soltanto quello. E' il suo lavoro,certo,ma c'è anche qualcos'altro e lo sa.

Forse rivede in Castiel,un uomo così spaventato,il suo fratellino quando era piccolo,non sa neanche lui perché gli risulta così familiare,sa solo che deve aiutarlo. Deve stargli vicino,semplicemente,deve farlo.

“A cosa pensi?Mormora dopo un po',stanco di sentire solo il suo respiro.

“Non dicevi di non esser bravo a parlare con le persone?”

“ Castiel” lo ammonisce l'altro,facendo ruotare gli occhi verso il cielo.

Il moro sogghigna,prima di rispondere. “ In realtà a nulla in particolare,solo al fatto che ho una fame tremenda”

“ Vado,uhm,a prenderti qualcosa da mangiare”

“ Ma non è un compito delle infermiere?” . Dean esce,senza dargli troppe spiegazioni,accennando al fatto che ha praticamente finito il turno e che ci metterà un attimo.

Infatti ritorna qualche minuto dopo,con un vassoio pieno di roba,che regge instabile sulle mani.

Castiel fa un verso che assomiglia molto a un aww soddisfatto,e lo ringrazia con uno dei suoi soliti sguardi.

“Oggi abbiamo minestrina,petto di pollo ai ferri con contorno di carote e...” -guarda sospettoso una scatola cilindrica,prima di rispondere- “ gelato alla vaniglia. Credo.”

Castiel batte le mani impaziente e sorridente ,e adesso si che sembra un gatto.

“ E' inutile” - comincia il moro,con la bocca piena- “ Che allunghi il collo a brontosauro,tanto non te lo do il mio gelato!” E lo guarda con aria di sfida, accennando un sorriso impertinente.

Dean decide di vendicarsi,e affonda velocemente un dito in quella delizia,portandoselo alla bocca con fare sensuale e goffo allo stesso tempo.

“ Maledetto! “ ride Castiel,spintonandolo quasi fino a farlo cadere per terra. Il Winchester non ricorda di aver mai conosciuto un paziente come lui,e sogghigna allegro al pensiero.

“ Devo andare Cas,ci vediamo domani “.

“ Cas? “

“ No cioè,volevo dire...”

“ Mi piace.Nessuno mi aveva mai chiamato così”. Dea sorride ancora – a furia di sorridere gli verrano delle rughe precoci sul volto,ma a lui non sembra interessare -

e lo saluta ancora una volta,prima di uscire.

Sta per alzarsi,quando Castiel lo afferra per il lembo del lungo camice bianco,trattenendolo un attimo.

“ So che hai finito il turno e tutto il resto,ma ti va di restare ,soltanto un altro po'? Ti prego.” Il moro non ha bisogno di pregarlo e neanche di sfoggiare quell'espressione,ma Dean sa che non può.

“ Abbi pazienza”-cerca di giustificarsi- “ Oggi ho un piccolo impegno”

“ Uhm,un impegno con quell'infermiera che ti sta violentando con gli occhi? “ Il biondo si gira,incontrando lo sguardo di Lisa e salutandola con una mano.

“ E' una specializzata,non un'infermiera,ed è mia moglie. Si,comunque vado a pranzo con lei...sai facciamo spesso turni diversi ed è difficile veders...”

“ Okay ho capito,ho capito.Non c'è bisogno che ti giustifichi con me” sorride in modo indulgente,sbattendo le ciglia e rivelando quegli occhietti da cucciolo indifeso.

“ Ci vediamo domani,Cas “

“ A domani. Ammesso che lei non sia gelosa,eh. “ . Dean quasi soffoca con il caffè che sta bevendo, e corre incontro alla donna.

Arrossisce un po' al pensiero che quel paziente stava praticamente flirtando – flirtando,Cristo santo! - con lui,e quasi si sente in colpa quando schiocca un bacio leggero a Lisa,che grazie al cielo non si è accorta di nulla.

Cas per qualche ragione si sente quasi geloso,quando lui le cinge la vita con un braccio,come solo un fidanzato – marito,dannazione - potrebbe fare.

 

°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*

 

“Fra quanto stacchi?” . Sono seduti insieme in un bar vicino all'ospedale.In genere si accontentano di vedersi alla caffetteria del pronto soccorso,ma Lisa lo ha praticamente pregato di portarla fuori di lì,anche se solo per il pranzo.

Non abbiamo mai un momento per noi,Dean. Si era giustificata,come se ce ne fosse stato bisogno.

Lui aveva sorriso indulgente,e l'aveva accompagnata,tenendola per mano.

“Adesso.” Lisa aveva abbassato lo sguardo,pensierosa,mentre addentava un panino.Era ormai già qualche giorno che sembrava distratta,un po' persa in un mondo che non sembrava il suo.

“Va tutto bene,Li'?”.

“Devo parlarti di una cosa”. Dean non può fare a meno di sfregarsi le mani sulla bocca,stranamente preoccupato,mentre annuisce.

“Sai che qualche domenica fa siamo andati a case dei Jhonson,vero?Ecco...non so bene come dirtelo” Ridacchia appena,è all'improvviso sembra di nuovo un'adolescente,come quando si erano appena conosciuti.

Sfiora la fede al dito,quasi con circospezione.

“E sai,per un attimo ho invidiato molto Anna.”

“Provi indivia per una casalinga disperata con due gemelli e sposata con l'uomo più assurdo che io abbia mai conosciuto?Sul serio?”. Anna era da sempre una loro cara amica,una delle poche che sentivano ancora anche dopo il matrimonio. “Sono ancora arrabbiata per non essere stata scelta come damigella!”ripeteva tutte le volte che la incontravano e ormai era diventata una dolce routine.

“Michael non è affatto assurdo,è solo...strano.” rise lei.

“Sembrano così felici” aggiunse,dopo qualche minuto di silenzio.

“Anche noi lo siamo.” Davvero non riusciva a capire dove Lisa volesse andare a parare con quel suo discorso.

“Si...o almeno io lo sono stata fino ad adesso.” Dean si sentì gelare nel profondo.

“Che cos'è cambiato?Non-non riesco a capire.E' per qualcosa che ho fatto o per qualcosa che non ho fatto-”

“Io voglio una famiglia,Dean.” Lo interrompe lei,poggiando il viso sui palmi delle mani.

“Noi siamo una famiglia”

“Intendo dire che voglio un figlio.O anche più di uno,chissà” Ride ancora,dolcemente,e Dean sa che dovrebbe sentirsi sollevato e rispondere che si,anche lui vuole dei figli,una famiglia,del resto è per questo che l'ha sposata.Rimane zitto,forse troppo a lungo.

“Pensavo che li volessi anche tu”

“Ma come facciamo con il lavoro?” Le chiede invece lui,e può sentire la donna sbuffare rumorosamente.

“Solo di questo ti importa? Del lavoro?.”

“Certo che no” Si affretta a dire,prendendola per mano.La verità è che ci ha pensato,a lungo,e si era quasi convinto che fosse questo il modo di riempire il suo vuoto.

“A volte penso che sia tu quello infelice,Dean.Non fai altro che lavorare senza sosta,e tutte le volte che provo a parlarti in modo serio,svii il discorso.Non siamo più dei ragazzini...e si insomma,non voglio aspettare che il mio orologio biologico si fermi.”

“Scherzi? Hai trentadue anni,Cristo

“Lo vedi?Lo hai fatto di nuovo!Sei incredibile”. Stacca le mani dalle sue,mentre si sistema i capelli castani dietro le orecchie.

Dean sta per scusarsi,quando lei si alza. “Devo andare.Ci vediamo stasera a casa.” Non si china neanche per dargli un bacio e semplicemente,se ne va.

Il medico guarda il resto del panino abbandonato sul tavolo e all'improvviso non ha più fame.

 

Ci pensa un po' prima di farlo.Anzi,a dire il vero, ci pensa per tutto il tragitto,che non è affatto breve,mentre torna a casa.

Dopo un eternità si decide ad alzare la cornetta del telefono e a chiamare quella donnetta di suo fratello,perché ha bisogno di un consiglio e perché sa che solo lui può darglielo.

Compone il numero e aspetta in silenzio,e sta quasi per riattaccare,quando sente una voce familiare,inconfondibile.

Dean!”

“ Ehi Sam,come te la passi?”

“Dean!”

“Si,penso che sia ancora quello il mio nome,grazie per avermelo ricordato.” . Può sentire il fratello sbuffare e alzare gli occhi al cielo.

“ E' da tanto che non ci sentiamo. Stavo quasi per perdere le speranze.” ironizza,e Dean riesce ad immaginarlo mentre si passa una mano fra i capelli lunghi – troppo lunghi,Samantha – distrattamente.

“Già,mi dispiace.”. Segue qualche secondo di silenzio e poco prima che inizi a farsi imbarazzante,Sam riprende a parlare.

“Allora come va il lavoro?E con Lisa?”

“ Ecco...è proprio di questo che volevo parlarti”

“E' successo qualcosa?” il tono di Sam sembra improvvisamente serio.Ha sempre sospettato che le cose fra lui e il fratello non sarebbero funzionate. Siete così diversi...sicuro di star facendo la cosa giusta?. Dean gli aveva urlato contro qualcosa in malo modo,senza voler sentire altre stronzate.

“No,cioè,non ancora.Vuole un bambino.Un figlio.Da me.”

“Oddio Dean,ma è fantastico!”. Il fratello non risponde,accigliato.

“...o forse no?Che cosa le hai detto?”

“Niente,non ho detto proprio niente, e lei si è arrabbiata e-”

“Pensavo che volessi una famiglia”.

Cristo santo Sammy,anche tu con 'sta storia? Ce l'ho già una famiglia,e francamente le cose mi piacciono così come sono.Non sono pronto per fare il padre...non se sarò mai pronto per farlo.”

“Mh. Tu adori i bambini,non credo che te la caveresti tanto male”

“Non voglio essere come papà,Sam.Non voglio”. Il minore sospira.Fino ad allora non si era mai reso conto di quanto John avesse segnato la vita del figlio.

“Non capisco...”

“Certo” sbotta Dean. “Con te è sempre stato dolce e comprensivo.Quelli passati con lui sono stati gli anni peggiori della mia vita.”

Sam tace.Non sa neanche cosa rispondere;è vero,lui è sempre stato il figlio preferito,lo studente modello e indubbiamente un bel ragazzo,ma ha avuto anche lui dei problemi.

“Dopo la morte della mamma era freddo con entrambi,Dean.Soffriva,soffriva molto.”

“Ne abbiamo già parlato.” lo liquida l'altro,incapace di sostenere questa discussione.

“Dovresti parlarne con lei,con Lisa intendo”

“Non capirebbe-” “Ma tu provaci-lo interrompe l'altro- vedrai che andrà bene”.

“Ah,volevi parlarmi di qualcos'altro?” tenta di smorzare la tensione,con il suo tono da cucciolo indifeso.

“Mh.Sai ho conosciuto un paziente...strano” esordisce,ridacchiando.

“Strano?” fa eco il minore.

“Già.Si chiama Castiel,e non sa nient'altro al di fuori dl suo nome e uhm,credo che ci provi con me” conclude con una risata.

Immagina la faccia di Sam,mentre pronuncia un “fesso”,sbuffando.

Puttana” ribatte lui,a cuor leggero,poco prima di salutarlo.

“Un'ultima cosa,Dean:chiamami.Chiama ogni volta che hai un problema,o anche solo per raccontarmi la tua giornata.Tu per me ci sei sempre stato,voglio che tu capisca che per me è lo stesso”

“D'accordo amore” continua a sfotterlo il maggiore,ma Sammy sa che ha capito.

“A presto”.

Gli erano mancate queste conversazioni senza senso,la risata del fratellino e il poter confidarsi con qualcuno.

Quel giorno aspetta Lisa alzato,fino a tardi,con l'intento di scusarsi e mettere a posto le cose.

Le ore passano,e Dean si rende conto che per quella sera non la rivedrà,quando sente il telefono squillare.

“Dean?” .L'uomo riconosce la voce di Alastair,il capo reparto.

“Si tratta di Lisa:credo che dovresti venire qui.Subito”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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