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Autore: Sheriza    23/07/2014    2 recensioni
Sharon è una Nephilim e vive nella contea di Jevith, che si suddivide in tre città principali: Rhapsody, Blueville e Peck. Ha un sogno, quello di frequentare il Paradisium, una scuola di addestramento alle arti di combattimento e magiche che si trova a Rhapsody...c'è solo un problema, l'ingresso all'intera città è severamente vietato alle donne. Ma quando il suo sogno sembrerà avverarsi si ritroverà ad affrontare qualcosa più grande di lei, scoprirà cose sconcertanti, cose che cambierebbero l'intera credenza cristiana e religiosa, un qualcosa di così scottante da essere nascosto dai Nephilim stessi.
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[Tratto dall'undicesimo capitolo]
"Poggiò delicatamente le labbra su quelle di lei, morbide e calde, il bacio fu ricambiato e presto dalla dolcezza passò alla passione, le mani di lui prima sui capelli adesso erano scese lungo i fianchi e stringevano come per non farla scappare mentre lei lo tirava verso di sé incastrandogli le mani dietro la nuca."
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[Tratto dal settimo capitolo]
“Durante lo scontro tra gli angeli del bene e del male, una pietra si staccò dalla corona di Lucifero e cadde sulla Terra, una pietra piena di sapienza, una sapienza sia divina che diabolica”
"Se fosse veramente una pietra?"
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Capitolo XI

La mia dolce caduta


Daniel poteva sentire il respiro dolorante di Sharon, il suo petto che si alzava e abbassava lentamente come una marea, il sangue che gli colava dalle scapole per tutto il corpo e... Il battito d'ali.

“Non ci credo..” sussurrò quasi a sé stesso lasciando quasi la presa su di lei.

Lentamente e dolorante Sharon cominciò a salire di quota lanciando un urlo sommesso a ogni battito.

Mi fa male tutto, mi sento lacerata dentro... Ho le ali? Sento qualcosa che si muove e fa male, Daniel sembra inorridito...

Appena raggiunsero di nuovo la stanza Sharon crollò sul pavimento esausta e dolorante, il sangue le cominciò a colare anche sul viso e lungo le braccia, mentre le mani incontravano schegge di vetro rotto sul pavimento.

Si sentiva lo stomaco in subbuglio e le sembrava che un coltello le avesse scavato nella carne fino a toccarle l'osso e poi lo avessero rigirato per provocarle fitte di dolore, un conato di vomito le risalì la gola per fermarsi in bocca.

Daniel si era allontanato un po' per cercare di mettere a fuoco la situazione a dir poco surreale, guardava Sharon come se fosse un alieno e una paura profonda lo pervase ma la scacciò subito.

Non è stata la pietra a trasformarti, ma per lo meno ti sei trasformata” disse facendo un ghigno agghiacciante Judith.

Sharon era immobile, sentiva il sangue seccarsi sulla pelle e il respiro bloccarsi quando vide sulla porta Artes che la guardava con gli occhi sgranati.

Judith si rintanò nell'ombra e quando ne riuscì non era più la persona che avevano incontrato all'ingresso dell'Altair, aveva i capelli scuri come la notte, la pelle bianchissima e gli occhi neri, completamente neri e delle ali grandi e possenti rosso sangue tanto che Sharon pensò che anche lui stesse sanguinando.

Phanterus” sussurrò Artes avvicinandosi ai ragazzi a terra.

Tranquilli, il vero Judith dorme come un bambino sotto la stanza di Sharon” il ragazzo fece un mezzo sorriso compiaciuto poi sbatté le ali per creare un po' di vento.

Perché sei qui?” chiese Daniel rialzandosi e barcollando un po'.

Nel mondo dei demoni girano veloci le storie. Mi è giunta voce che una Nephilim aveva la Trinità. Sapete meglio di me la storia di quell'arma e il suo potere, ma una Nephilim non può tenere un'arma sacra perciò ho voluto stuzzicarla fino a far rinascere la sua vera indole..”.

Il demone restava fermo ma sembrava quasi che i raggi della luna venissero assorbiti dal suo corpo per rilasciare altra oscurità, o forse era solo la vista di Sharon che si stava appannando sempre di più.

E perché interessa proprio a un demone quell'arma? Ti ricordo che non sei un angelo, moriresti al suo tocco” sibilò Daniel.

Phanterus inarcò un sopracciglio divertito, per quanto malvagio, oscuro e demone potesse essere la sua bellezza era agghiacciante.

Ti ricordo, mezzosangue, che tutti i demoni prima erano gloriosi e forti angeli del Paradiso. Almeno quelli come me, poi ci sono quelle bestie immonde che non sono altro che i nostri schiavetti, ma i veri demoni siamo noi.gli occhi del demone brillarono quando ricordò di essere stato un angelo e il loro nero diventò ancora più scuro.

La tua presenza non è gradita, non capisco nemmeno come sei riuscito ad entrare nell'Altair visto il grado di protezione” rifletté Artes che aiutò Sharon a sedersi, sebbene la toccasse a malapena.

Dopo che siete entrati voi il portale si è indebolito parecchio grazie a Sharon e quindi non è riuscito a riconoscere che metà del sangue che mi scorre nelle vene è corrotto, maligno” fece una pausa, quasi fiero di quello che era, poi assottigliando lo sguardo disse, “Come quello suo” e con un dito affusolato indicò la ragazza pallida e dolorante.

Ma per favore smettila” sussurrò Sharon cercando di rimettersi in piedi nonostante il dolore lancinante, “Come può il mio sangue esse maligno e corrotto se posso maneggiare la Trinità? Sono l'equivalente di un angelo in Paradiso, solo che come si usa dire sono caduta

Tu non sei caduta. Sennò saresti come me, Bael, Lilth e tutti gli altri demoni, saresti ciò che il cielo odia di più” il demone si avvicinò di più a Sharon sotto gli occhi severi dei ragazzi e si lasciò scivolare affianco a lei, “Secondo te, i Nephilim da dove derivano? Voi che ci date la caccia, che volete ucciderci, voi che portate rancore per noi adesso ditemi secondo voi chi vi ha generato?” la sua voce era suadente quanto terrificante tanto che Sharon ebbe un brivido che risuonò per le ali.

Prima che ti uccida, sparisci” sussurrò Sharon affaticata.

E' così che si tratta un tuo pari? Io che potevo dirti tante cose interessanti, tipo come è morta tua madre...” il suo sguardo maligno si spostò sui ragazzi in piedi e fermi come statue e disse “O di come Daniel e Artes provino una forte attrazione per te”.

A quel punto era troppo. Daniel invocò la sua diafana in un lasso di tempo così piccolo che Sharon non lo vide nemmeno e forse nemmeno il demone. L'arma scintillava tra le sue mani come una stella e si muoveva veloce e tagliente nell'aria ma Phanterus non sembrava preoccuparsene.

Dentro di Sharon una voce stava gridando, la stessa che nell'Altair di Venezia le chiedeva di uscire fuori, forte, dolce e rabbiosa.

Invoco Trinitatis.

Sharon capì subito che quello era latino, ma nonostante lei non lo parlasse sapeva benissimo che significava “Invoca la Trinità”.

Dopo un profondo respiro si portò al centro della stanza dove Daniel continuava ad attaccare Phanterus senza avere risultati e invocò l'arma. Gli occhi del demone si puntarono sulla ragazza, il loro nero fu illuminato da un fascio di luce accecante e quando la luce sparì la ragazza aveva in mano la spada.

Meraviglioso” sussurrò il demone distraendosi e permettendo a Daniel di trafiggerlo e spingerlo a terra abbastanza velocemente da saltargli addosso e bloccarlo con le gambe in vita.

Muoviti e ti taglio la gola” sibilò Daniel con un rivolo di sangue che gli colava sulla fronte.

Cos'è ti da fastidio che la guardo, che la desidero?” lo provocò il demone guardando Sharon e leccandosi il labbro superiore.

Daniel caricò un pugno e lo sferrò sul labbro del ragazzo lasciandogli un profondo spacco dal quale usciva del sangue nero e rosso, il demone in tutta risposta glielo sputò in faccia.

Sharon si avvicinò al demone e gli puntò la spada sulla gola, esattamente sotto il mento pizzicandolo con la punta.

Phanterus mi dispiace salutarci in questo modo, avrei preferito diversamente ma sai come vanno queste cose” disse con un accenno di sorriso Sharon che aveva cominciato a spingere l'arma creando una ferita che lo fece sanguinare.

Tranquilla non ti libererai di me. Non meriti un Nephilim di questo genere, meriti di meglio. Meriti me” sogghignò il demone scoppiando poi in una grassa risata.

Daniel prese la sua diafana e gliela conficcò nel cuore, una, due volte tanto che la lama ormai era intrisa di sangue nero e viscido, ma prima che potesse dare l'ultimo colpo Phanterus si liberò e prima di sparire Sharon gli trafisse la spalla destra con la Trinità, un colpo tanto forte che lo attraversò.

Sharon lasciò cadere l'arma che si dissolse tornando da dove era venuta e subito dopo anche lei seguì l'arma sul pavimento, stava così male che pensò di stare per morire.

Le ali le fremevano come in preda a una crisi e lentamente cominciarono ad appiattirsi sulla sua schiena, diventando quasi due linee sottili azzurre. Daniel buttò la diafana intrisa di sangue e si precipitò a prendere Sharon in braccio sporcandole il vestito di altro sangue, era così lento il suo respiro che per un momento il ragazzo ebbe davvero paura che Sharon fosse morta.

“Vado a prendere vestiti nuovi e libri per la medicazione, inoltre cercherò di contattare la Corte e trovare Judith” disse in modo confuso e nervoso Artes correndo fuori dalla stanza.

“Ho visto la tua espressione” sussurrò Sharon aprendo leggermente gli occhi, “Era piena di terrore, paura... Sono un mostro.

Tu non sei un mostro” mormorò piano Daniel con la voce che gli tremava, se non avesse avuto la vista appannata Sharon avrebbe giurato che lui stava piangendo.

Si” si limitò a rispondere lei, sentiva il sangue in bocca.

Sei la persona più bella che io abbia mai conosciuto, la ragazza più dolce e testarda” accennò a un sorriso, “Sei la luce in una vita di oscurità, sei come una droga nelle vene, almeno nelle mie. Ho sempre voglia di te, di starti vicino, toccarti, proteggerti fino a pensare di star perdendo la testa...” ci fu un lungo silenzio nel quale Daniel prese una lunga boccata d'aria e poi continuò, “Volevo dirtelo in circostanze migliori e in situazioni più romantiche, ma sento che se dovessi perderti prima di dirtelo ne morirei”.

Sharon cominciava ad avere l'udito sempre più basso come se qualcuno le stesse mettendo delle mani sopra le orecchie.

Sharon io mi sto innamorando di te, ogni giorno di più, ogni secondo sempre più”.

Ma la ragazza non sentì quell'ultima frase, era già svenuta facendo cadere la testa di lato e le braccia flosce lungo i fianchi, Daniel la guardò per un momento e poi la strinse a sé delicatamente ma con quel dolore e quella forza che si riserva agli abbracci di addio.


Artes era appoggiato su un muro davanti la porta della stanza di Sharon, dopo che era tornato con più di trenta Nephilim alle calcagna inviati dalla Corte aveva ritrovato la ragazza tra le mani di Daniel completamente in un lago di sangue mentre lui la guardava come se fosse morta.

Stava ricordando come alla vista di Sharon i Nephilim lanciarono sguardi stupiti, pieni di orrore ed emozione, come biasimarli d'altronde ti crescono dicendoti che gli angeli possono essere solo di sesso maschile e che le donne sono impure e poi ti trovi davanti ad un angelo donna.

Il ragazzo sollevò lo sguardo, un via vai di gente saliva e scendeva dalla torre anche solo per guardare la porta. Judith era stato ritrovato privo di sensi in fondo alle scale della torre e adesso era sotto interrogatorio da più di un'ora, da alcuni membri secondari della Corte.

La notizia di Sharon aveva sconvolto la Corte più di quanto lui non si aspettasse e le misure che erano state prese per proteggerla e guarirla erano a dir poco agghiaccianti, nessun Nephilim di sesso maschile poteva avvicinarsi a lei, la torre in cui stava doveva essere tenuta sotto controllo almeno da dieci Nephilim guerrieri sia fuori che dentro.

Hey Artes, tutto bene? Sei leggermente pallido” disse una voce stanca e sofferente.

Daniel era comparso affianco a lui e lo stava scrutando con i suoi grandi occhi verde ghiaccio, erano gonfi e con cerchiature nere, le ferite stavano cominciando a sparire dopo l'incantesimo che gli aveva fatto ma sulla sua pelle c'erano ancora molti segni e lividi della colluttazione.

Hai assistito all'interrogatorio di Judith?” chiese lui senza rispondere alla domanda del compagno.

Daniel fece un cenno con la testa e si poggiò al muro guardando anche lui la porta, poi disse “Ha detto di essere stato attaccato dopo che ci ha lasciato negli archivi, il demone lo ha sorpreso alle spalle e lo ha messo al tappeto. Poi quando si è risvegliato ha capito che era successo qualcosa. Lo ha ripetuto per ore ma non sembra convincere gli inquisitori”.

E' successo tutto troppo in fretta non credi? Manco il tempo di scoprire chi era Sharon che già l'avevano raggiunta e l'avevano trasformata, se così si può dire” sussurrò Artes con voce sommessa e chiudendo gli occhi lasciando che la testa batté sul muro.

Già, comunque gli inquisitori vogliono interrogare anche noi, anzi soprattutto me che ero presente al momento...” Daniel lasciò che la frase gli morisse in bocca per rivolgere il suo sguardo a tre figure snelle e longilinee.

Salivano le scale lentamente e con il volto coperto da un cappuccio, portavano la stessa tunica di Artes solo che questa era color panna con diverse cuciture dorate, dal cappuccio si intravedevano delle ciocche di capelli lunghi.

Sono delle guaritrici donna” sussurrò Artes a Daniel per fargli capire.

Ma io pensavo che...”.

Risalgono alla battaglia in cui i genitori di Sharon sono morti, perciò hanno esperienza ed ecco perché esistono. La Corte le avrà chiamate per curarla”.

Le mani lungo i fianchi delle donne erano ricoperte di cicatrici e di un colorito pallidissimo, senza guardarli le tre figure li superarono entrando lentamente nella stanza.

Artes Migliec, Daniel Hareal gli inquisitori vi stanno aspettando” disse una voce profonda richiamando l'attenzione dei due ragazzi.


Quando Sharon aprì gli occhi era nella sua stanza in cima alla torre, sopra di lei tre donne la stavano guardando con profonda ammirazione ed emozione. Si mise sui gomiti constatando che il dolore lancinante tra le scapole e la colonna vertebrale era quasi sparito, anche il sangue era sparito dai suoi vestiti e capelli, ora indossava una tunica bianca con i bordi e le cuciture in oro che si intonavano ai suoi capelli tutti boccoli e sciolti che le ricadevano sul viso.

Le tre donne senza dire una parola si inchinarono vicino al letto abbassando la testa come in attesa di una punizione e quando Sharon si mise seduta sentì delle piume solleticarle il braccio e la vita.

Ehm, uhm... Che succede?” sussurrò la ragazza ancora stordita.

Mia signora abbiamo l'onore di rivolgerle la parola? L'ira celeste non si abbatterà su di noi per averle mancato di rispetto?” disse una donna, dalla voce sembrava molto anziana e quando la guardò negli occhi vide che era una donna con i capelli raccolti in uno chignon da cui uscivano parecchi capelli neri striati di bianco ma non sembrava anziana.

Certo che potete parlarmi, non vedo perché tutte queste cerimonie”.

Ma lei è una creatura di Dio, un angelo mandato per salvarci”.

Sharon si irrigidì immediatamente a quelle parole e cominciò a ricordare perché si trovava in quella stanza e quelle donne gli si rivolgevano in quel modo, muovendo lentamente una mano tremante se la portò dietro la schiena e la poggiò delicatamente sentendo un osso sottile che formava un arco ricoperto di piume soffici.

Sono un angelo.

Sharon sentì come se le avessero tirato un pugno nello stomaco e poi subito dopo il suo cuore cominciò a battere così forte da sentirlo nella testa, il sangue le pulsava sotto le vene e un senso di angoscia la stava invadendo.

Si sente bene?” chiese una donna visibilmente preoccupata.

Non riusciva più a parlare, era come se lentamente stesse annegando in un mare ghiacciato, cominciò a tremare e non per il freddo ma per il ricordo di quanto era successo quella notte. Phanterus, la trasformazione, Daniel che precipitava, Judith che spariva, la faccia di Artes... Il Divinium.

Senza accorgersene Sharon era corsa fuori dalla sua stanza, giù per le scale a una velocità inaudita mentre le tre donne le gridavano di fermarsi.

Come poteva fermarsi? Come poteva restare in quella condizione? Artes, Daniel dov'erano adesso?

Arrivata in fondo alle scale vide un'orda di Nephilim che la guardavano attoniti, in meno di qualche secondo però tutti si stavano inginocchiando davanti a lei abbassando la testa e lasciando tra loro uno spazio libero in cui lei potesse passare.

Le ali ebbero un fremito e si sollevarono di poco poi Sharon avanzò lentamente tra i Nephilim e quando li superò ricominciò a correre, dove nemmeno lei lo sapeva.

Si fermò quando vide su una porta la figura snella e muscolosa di Daniel evidentemente contratta. Lui alzò lo sguardo e restò impietrito quando vide Sharon, era a piedi nudi con la veste che le arrivava fino alle ginocchia e le ali che spuntavano dietro le sue spalle, i capelli dorati sul viso e un'espressione distrutta sul volto come la sua.

Daniel...” sussurrò lei prima di buttarsi nelle sue braccia affondando il viso nel petto di lui.

Il ragazzo rimase per un momento fermo come se gli avessero sparato poi si lasciò andare e le mise le mani lungo i fianchi.

Non dovresti essere qui...” borbottò l'altro tenendo le labbra sui capelli di lei.

Cosa sta succedendo? Perché si inchinano tutti... Io non voglio, voglio...” le lacrime che le rigavano in volto sembravano fuoco su ghiaccio e la fecero sussultare prima di continuare la frase, “Non so cosa voglio. Ma di una cosa sono sicura voglio te”.

Daniel si irrigidì completamente le mani sui fianchi di lei per poco non caddero, la testa che sembrava girargli come una giostra, si rese conto che non stava più respirando e quando capì quello che stava succedendo una mano finì tra i capelli di Sharon delicata ma forte.

Lei alzò la testa leggermente e Daniel non riuscì a resistere all'impulso di baciarla, anche se sapeva che era totalmente sbagliato quello che desiderava e che stava facendo.

Poggiò delicatamente le labbra su quelle di lei, morbide e calde, il bacio fu ricambiato e presto dalla dolcezza passò alla passione, le mani di lui prima sui capelli adesso erano scese lungo i fianchi e stringevano come per non farla scappare mentre lei lo tirava verso di sé incastrandogli le mani dietro la nuca. Il ragazzo si sentì come se avesse bevuto così tanto da avere le allucinazioni non riusciva a reggersi in piedi per quanto lui fosse al muro e presto al suo posto ci fu Sharon, l'aveva sollevata dai fianchi e l'aveva appoggiata delicatamente contro la parete mentre lei gli stava annodando le gambe alla vita.

No...” ansimò Daniel sulle labbra di lei staccandosi lentamente.

Perché...”.

E' sbagliato, non possiamo farlo, io non posso farlo” la voce del ragazzo era piena di rabbia e tristezza.

Cosa c'è di sbagliato?!” chiese Sharon poggiandogli una mano sulla guancia sul quale lui si strofinò.

Sei un angelo, Sharon. Hai il sangue del Paradiso, sei una creatura pura e io sono un Nephilim... Metà sangue umano, impuro. Gli angeli non possono avere relazioni con dei Nephilim...” cercò di dire, la voce soffocata.

Io non sono un angelo! Sono Sharon! E non mi interessa, voglio stare con te!” gridò l'altra.

Non lo capisci? Ti porteranno via”.

Chi?”.

La Corte, probabilmente ti rinchiuderanno nella Contea al Paradisium a studiarti a fare esperimenti su di te. Io non voglio ma lo faranno, non lasceranno una angelo donna con la Trinità andare per il mondo. Devi scappare e per farlo devi dimenticarti di me, di Artes, del Divinium della ricerca di mia madre, di tutto” Daniel parlava con un tono di voce tra il dolce e la paura, cercando di nascondere tutte le altre emozioni e Sharon notò che ci riusciva abbastanza bene.

Non posso nascondermi” rispose lei fredda con un improvvisa rabbia che le saliva nel petto.

Si invece, i demoni ti hanno sempre trovata perché viaggiavi con noi ma se tu andassi... Vai lontano cerca riparo in una chiesa o da qualche parte dove né la Corte né i demoni possono trovarti” la voce di Daniel era ormai un filo di voce.

“Ma io...”.

“Sharon stanno arrivando, scappa! Artes ti aprirà un portale sulla torre, VAI!”.

Dal corridoio si cominciarono a sentire tonfi di passi e il rumore metallico delle spade che sbattevano tra loro e per un secondo Sharon restò immobile a guardare Daniel che invocava la sua diafana.

Le stava gridando di andarsene ma lei non lo riusciva a sentire.

Trinità ti invoco.

La falce a due lame guizzava di energia nella sua mano e le ali si stavano aprendo come un ventaglio sulla sua schiena, una scossa di adrenalina l'attraverso e pochi secondi dopo si stava scagliando contro la folla di Nephilim per riuscire a scappare.

Gridavano, cercavano di afferrarla, si dimenavano gli uni sopra gli altri ma lei era più veloce e con un rapido movimento dell'arma li fece crollare a terra, le ali che sbattevano frenetiche, così grandi e possenti da coprire l'intero spazio del corridoio e della torre in cui Artes la stava aspettando.

Veloce attraversalo!” gridò il ragazzo davanti a uno specchio di cielo notturno.

Sharon lo guardò il tempo necessario da fargli capire che non sarebbe finita lì e poi si infranse sulla superficie del portale, catapultata un'altra volta in un'altra città.

  
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